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Informazioni utili online sulla parola italiana «astronomia», il significato, curiosità, sillabazione, frasi di esempio, definizioni da cruciverba, definizioni storiche, rime, dizionario inverso. Cosa vuol dire.


Astronomia

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Informazioni di base

La parola astronomia è formata da dieci lettere, cinque vocali e cinque consonanti. Divisione in sillabe: a-stro-no-mì-a. È un pentasillabo piano (accento sulla penultima sillaba).

Frasi e testi di esempio

»» Vedi anche la pagina frasi con astronomia per una lista di esempi.
Esempi d'uso
  • L'astronomia, nel nostro Paese, resterà a livelli poco avanzati, dati gli scarsi finanziamenti.
  • Mi ha sempre appassionato l'astronomia ma non ci capisco nulla.
  • Spesso le istituzioni non danno la giusta importanza ai progetti che riguardano l'astronomia.
Citazioni da opere letterarie
Il chiodo di Adolfo Albertazzi (1918): Non si poteva significar meglio il terrore dell'infinito. — Hai ragione — disse il filosofo. L'infinito spaventa; e l'astronomia non è per te. — E neanche la matematica — esclamò il discepolo. — E neanche l'avvocatura — aggiunse collegando la giurisprudenza alle altre discipline nella speranza di finire, una buona volta, tutte le prove. Ma dello scibile ne restava parecchio. Restava, per esempio, la veterinaria.

La coscienza di Zeno di Italo Svevo (1923): Tutto era sgradevole e fosco, compresi i Greci e gli Ebrei di cui il mio amico parlava, ma pure m'adattai a quella sofferenza per ben due ore. La mia solita debolezza! Scommetto che oggi ancora sono tanto incapace di resistenza, che se qualcuno ci si mettesse sul serio potrebbe indurmi a studiare per qualche tempo l'astronomia.

Un uomo finito di Giovanni Papini (1913): Quel poco che sapevo di astronomia e di geologia mi aveva dato l'idea di antichità meravigliose e di perpetui disfacimenti e nascimenti di mondi. Non potevo pensare, come il Cantù, a ripigliar pari pari i sette giorni degli ebrei e il fiat e il paradiso terrestre. Bisognava raccontare il principio dell'universo non già secondo Mosè ma seconda la scienza.

Giochi di Parole

Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per astronomia
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione
Definizioni da Cruciverba in cui è presente
Cambi
Cambiando una lettera sola si può ottenere: astronomie.
Scarti
Rimuovendo una sola lettera si possono ottenere i vocaboli: astronoma, astronomi.
Altri scarti con resto non consecutivo: astri, asti, asta, asma, asia, atro, atri, atra, atono, atonia, atoni, atona, atomi, aromi, aroma, arno, arnia, armi, arma, aria, aonia, aoni, anomia, anoa, stromi, stroma, stria, stono, stoni, stona, stomia, stomi, stoma, stia, sono, sonia, somi, soma, soia, troni, troia, tria, tono, tonia, toni, tomi, toma, roma, noma, noia.
Zeppe (e aggiunte)
Aggiungendo una sola lettera si possono ottenere le parole: astronomica, gastronomia.
Parole con "astronomia"
Finiscono con "astronomia": gastronomia, enogastronomia, archeoastronomia, radioastronomia, radarastronomia.
Parole contenute in "astronomia"
mia, nomi, astro, trono, astronomi. Contenute all'inverso: mono.
Lucchetti
Scartando le parti in comune (in coda e poi in capo), "astronomia" si può ottenere dalle seguenti coppie: astronoma/aia.
Lucchetti Riflessi
Usando "astronomia" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: gassa * = gastronomia.
Lucchetti Alterni
Usando "astronomia" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * astronomi = miami.
Sciarade incatenate
La parola "astronomia" si può ottenere (usando una volta sola la parte uguale) da: astronomi+mia.
Intarsi e sciarade alterne
"astronomia" si può ottenere intrecciando le lettere delle seguenti coppie di parole: arno/stomia, aromi/stona, aroma/stoni, aoni/stroma, anoa/stromi.

Definizioni da Dizionari Storici

Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884
Astrologia, Astronomia, Astrologo, Astronomo - Astrologia è propriamente quella scienza che tratta della natura e del moto degli astri; ma ora si intende solo di quella vana scienza che già pretendeva di indovinare il futuro per la osservazione degli astri, i quali, secondo gli astrologi, influivano efficacemente sull'uomo. - Ora si dice solo Astronomia, che è propriamente la scienza, la quale insegna le leggi del movimento degli astri. - La differenza si scorge più aperta nelle voci Astrologo ed Astronomo, chè Astrologo si intende quell'indovino, che, profittando della credulità del volgo, predice il futuro; o coloro che fanno i lunarii; e Astronomo è quello scienziato che studia e talvolta insegna l'astronomia, senza mescolanza di ciarlatanerìa. [immagine]
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860
Astronomia, Astrologia - La prima è la vera scienza che s'occupa de' corpi celesti e ne determina le leggi. La seconda era una supposta scienza per cui pretendevasi spiegare immaginarii influssi attribuiti agli astri sui destini degli uomini, e da cui volevansi trarre predizioni. [immagine]
Dizionario delle invenzioni, origini e scoperte del 1850
Astronomia - I pochi monumenti che ci rimangono dell'astronomia dei prischi secoli sono insufficienti a fissarne l'epoca e l'estensione. Gli annali dei Chinesi sono i soli in cui si trovino le più antiche osservazioni che impiegare si possano in questa scienza. Essi ci insegnano come ella servisse di appoggio alle idee religiose, e fosse coltivata nella China due mila anni e più innanzi all'era cristiana. Mediante l'osservazione delle ombre meridiane del gnomone ai solstizj, quella dei passaggi degli astri al meridiano, la misura del tempo col mezzo dei clepsidri, e la determinazione del luogo della luna relativamente alle stelle nelle ecclissi, si era riconosciuto qualmente la durata astronomica dell'anno oltrepassa i trecento sessanta cinque giorni di circa un quarto di giorno. Quell'anno cominciava al solstizio d'inverno; e per ricondurvi l'anno civile, che era lunare, si faceva uso del periodo di diciannove annate solari, corrispondenti a due cento trenta cinque lunagioni; periodo che Meton di Atene introdusse più di sedici secoli dopo nel calendario dei Greci.

Le osservazioni preziose per antichità ed esattezza sono quelle di Tchou-Kong, principe la di cui memoria è tuttora tenuta in onoranza nella China. Due di esse danno la grande lunghezza dell'ombra del gnomone ai solstizi d'estate e d'inverno nella città di Loyang, (ora Houan-Foù) e furono fatte verso il 1100. avanti l'era nostra; elle ci fanno conoscere l'obliquità dell'eclittica in quell'epoca.

Una terza osservazione è relativa alla posizione del solstizio d'inverno all'epoca stessa. Dopo settecento cinquanta anni Pythias da Marsilia, geografo ed astronomo, notò col medesimo mezzo nella sua città natia il solstizio di estate. Questa osservazione, raffrontata colla precedente e con quelle dei tempi moderni, conferma la diminuzione successiva della obliquità dell'eclittica.

Molte altre osservazioni probabilmente interesserebbero l'astronomia per la loro antichità, se l'incendio dei libri Chinesi ordinato dall'imperatore Tochi-Koanti verso l'anno 230 avanti Gesù Cristo non avesse fatto sparire questi per sempre.

Dopo i Chinesi vengono i Caldei, di cui Tolomeo ci ha trasmesso varie osservazioni utilissime. Le più antiche sono tre ecclissi di luna, notate in Babilonia nel 719 o 720 avanti l'era cristiana. Tolomeo ed Ipparco se ne valsero per determinare approssimativamente il movimento di questo astro. Il periodo di 223 lunagioni, che i Caldei chiamavano Saros. e che riconduce appresso a poco la luna alla medesima posizione riguardo ai suoi modi, al suo perigeo ed al sole, non potè essere scoperto se non se mediante una lunga serie di osservazioni confrontate fra loro e discusse con somma sagacità. Esso forma di per se il monumento astronomico più curioso innanzi alla fondazione della scuola di Alessandria. Coloro tra i filosofi caldei che avevano le vedute più rette sopra l'ordine e la immensità dell'universo, pensavano che le comete, egualmente che i pianeti, hanno i loro corsi regolati da leggi immutabili: ma ad essi non mancava, per inalzarsi al vero sistema del mondo, se non ciò che da osservazioni migliori e dalla teoria dell'attrazione universale fu svelato ai di loro successori.

E' impossibile avere nozioni positive in quanto allo stato dell'astronomia in Persia e nelle Indie, perché la di lei origine è avvolta, come presso tutti i popoli, nelle tenebre che ci abbujano i primi tempi della loro storia. Bensi, le tavole Indiane relative al sole, alla luna ed ai pianeti, suppongono un'astronomia assai florente; e secondo l'illustre autore che ci è di guida nella presente nostra notizia, risalgono agli anni 1302 e 1401. avanti l'era nostra.

Da quella contrada d'Oriente proviene il nostro ingegnoso sistema di numerazione.

Allorché i Greci e gli Arabi principiarono ad applicarsi alle scienze, andarono nelle Indie ad attingerne i primi elementi.

Ad essi si attribuisce la divisione del cielo in costellazioni, tredici o quattordici secoli avanti l'era cristiana.

In appresso i Greci furono discepoli degli Egizj. Talete, Pittagora, Eudosio e Platone raccolsero da questi le cognizioni di cui in seguito arricchirono la loro patria. Il primo, nato in Mileto nell'anno 610. avanti Gesù Cristo, fondò la scuola jonia, vi insegnò la sfericità della terra, fece conoscere l'obliquità della ecclittica e le vere cause delle eclissi del sole e della luna. Dopo questa scuola, si stabilì quella di Pittagora, che acquistò maggiore celebrità. All'amore che ebbe Tolomeo Soter per le scienze si deve lo stabilimento della scuola di Alessandria, dove per la prima volta le osservazioni fecero prendere alla astronomia una nuova forma, cui i secoli seguenti soltanto perfezionarono. Aristillo e Timocaride furono i primi osservatori di quella celebre scuola, circa all'anno 300 innanzi all'era nostra. Mediante la posizione che assegnarono alle principali stelle dello zodiaco a riguardo del sole, apparecchiarono la scoperta della precessione degli equinozj. Venne quindi Aristarco di Samo a spingere i limiti dell'universo molto al di là da quelli che in allora gli si assegnavano, collocando il sole dieci volte più lontano da noi che la luna; fece risorgere l'opinione della scuola Pittagorica sopra il movimento della terra attorno al sole. A questo giudizioso astronomo succedè Eratostene, il quale misurò l'obliquità della eclittica, e fu debitore della propria celebrità precipuamente alla sua misurazione della terra, la prima di cui faccia menzione la storia. Tra tutti gli astronomi della antchità, Ipparco da Nicea in Bitinia, che visse nel secolo II avanti l'era nostra, ebbe maggiori diritti all'ammirazione dei posteri, tanto per il numero e la precisione delle osservazioni, come per le importanti conseguenze che seppe trarre dalla loro comparazione fra esse stesse e con le osservazioni anteriori.

Tolomeo, che fioriva in Alessandria verso l'anno 130 della nostra era, seguitò le vedute di quel grande astronomo, e tentò di dare nel suo Almagesto un sistema completo di astronomia. Questo sistema, da lui iscritto nel tempio di Serapi, a Canope, sussistè per dei secoli. A questo Egiziano si debbono la scoperta della disuguaglianza del moto lunare, conosciuta sotto nome di evection, e la verificazione del moto degli equinozj segnata da Ipparco. D'altronde, i geografi gli sono grati di avere, dietro una idea d'Ipparco, posato le fondamenta del metodo delle projezioni pella compilazione delle carte geografiche. A' suoi lavori si arrestano i progressi dell'astronomia nella scuola di Alessandria, la di cui famosa biblioteca fu ridotta in cenere pel barbaro comando del Califfo Omar nell'anno 640 della era cristiana.

Gli Arabi furono per molto tempo i soli che si applicassero con impegno all'astronomia, dopo aver dato fine alle conquiste.

Copernico si acquistò nel 1530 gloria immortale mediante l'ottima spiegazione dei fenomini celesti per mezzo del duplice movimento, della terra sopra se medesima e attorno al sole. Il di lui sistema, assai più semplice che quello di Tolomeo, si avvicina in singolar modo a quello degli antichi filosofi, i quali riguardavano il sole come il centro dei movimenti di Venere e Mercurio, ed attribuivano alla luna un moto di rotazione sulla sua asse.

Kepler, ajutato dai consigli di Ticho Brahè, autore di un nuovo sistema astronomico, fece le più belle scoperte, e fu il primo che applicasse ai movimenti pianetarj que' bei principj mattematici sotto il nome di leggi di Kepler.

Galileo introdusse l'uso dei telescopi, scuoprì pel primo i satelliti di Giove, e pubblicò le proprie osservazioni col titolo di nuncius sideraus.

Mentre Helvetius, Gassendi, Horrox, Boullandward, contribuivano a' progressi dell'astronomia, Huyghens inventava le pendole astronomiche, segnalava l'anello di Saturno ed uno de' suoi satelliti; Cassini accennava altri quattro satelliti di quel pianeta; e Newton si apriva la via all'immortalità con la scoperta della attrazione universale, di quella forza, cioè, a cui sono sottoposti tutti i corpi celesti. Era propriamente inalzarsi al vero sistema della natura, il dimostrare le leggi dei movimenti pianetarj, il far nascere dal solo principio della gravitazione la spiegazione fisica della figura della terra e quella delle oscillazioni periodiche delle acque dell'Oceano, designate col nome di flusso e riflusso del mare. Ciò non ostante, la teoria neutoniana ebbe per qualche tempo da combattere contro l'ingegnoso sistema dei vortici: bisognò che i geometri riconoscessero che tutte le osservazioni riportatesi al medesimo principio presentavano fra loro il più perfetto accordo, per che quella teoria divenisse la base della meccanica celeste. Kepler e Newton debbono adunque considerarsi come i restauratori dell'astronomia, si per le loro grandi scoperte, che pei progressi che fecero fare a questa scienza.

Halley, concittadino di Newton, determinò i movimenti di un gran numero di comete, e la posizione di trecento settantatre stelle dell'emisfero sud. Hamstade, loro contemporaneo, diede per quaranta anni una serie di osservazioni esatte sopra il sole, la luna, i pianeti, e di più un elenco di tremila stelle molto stimato. Finalmente, un altro Inglese, autore delle due più belle scoperte che siano state fatte in astronomia, cioè Bradley, s'illustrò con la sua spiegazione fisica delle aberrazioni delle stelle fisse e della mutazione dell'asse della terra. Vari altri astronomi celebri, francesi, inglesi e tedeschi, concorsero ad avanzare la scienza al punto in cui oggi ella si trova. In Francia Lalande, ed il suo allievo Delambe, contribuirono più particolarmente alla sua perfezione, tanto per le loro proprie osservazioni, quanto pella pubblicazione dei trattati più completi comparsi sulla astronomia pratica. In Inghilterra, Herschell è fra tutti i moderni quegli che abbia fatto le più fortunate scoperte, e durante quaranta anni è corsa per tutta Europa la fama dei suoi successi. [immagine]
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879
Astronomia - S. f. Dal gr. Ἄστρον, Astro, Stella, e Νόμος, Regola. Scienza che tratta dei movimenti celesti, dei fenomeni che si osservano nel cielo, e di tutto ciò che ha relazione cogli astri. È in Sen. – G. V. 1. 60. 5. (C) La figura del Sole, che, intagliata nello smalto,…, fu fatta per astronomía. Segner. Incred. 1. 25. 28. (M.) Pittagora e Platone che nell'astronomía studiarono tanto, dell'astrología non fecero un caso al mondo.

[Cont.] La. Pr. Molti hanno scritto opere degne di astronomia e cosmografia.
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