I pescatori di trepang di Emilio Salgari (1896): La scialuppa, vero giocattolo perduto su quel vasto golfo che potrebbe chiamarsi un vero mare, poiché per estensione supera i più vasti, subiva delle spaventevoli oscillazioni. Ora veniva scagliata furiosamente sulla cima delle immense ondate, sulle quali si librava per un miracolo d'equilibrio fra i nembi di spuma, ora veniva trascinata ne' profondi avvallamenti, veri baratri entro i quali pareva che ad ogni istante dovesse scomparire ed ora si rovesciava impetuosamente sul babordo o sul tribordo, tuffando i margini nel seno di quei giganteschi marosi.
I Malavoglia di Giovanni Verga (1881): Tutti gli altri stavano ad ascoltare con tanto d'occhi aperti. L'altro giovanotto poi raccontò pure in qual modo era saltata in aria la Palestro, — la quale ardeva come una catasta di legna, quando ci passò vicino, e le fiamme salivano alte sino alla penna di trinchetto. Tutti al loro posto però, quei ragazzi, nelle batterie o sul bastingaggio. Il nostro comandante domandò se avevano bisogno di nulla. — No, grazie tante, — risposero. Poi passò a babordo e non si vide più.
Al Polo Australe in velocipede di Emilio Salgari (1895): La Stella Polare intanto, si avanzava con precauzione fra i ghiacci, che minacciavano di imprigionarla. Il capitano Bak si era messo alla ruota del timone non fidandosi, in quel supremo istante, che di sé stesso, mentre l'equipaggio si era collocato lungo le murate di babordo e di tribordo coi buttafuori, tentando di respingere l'assalto dei colossi polari. Dinanzi alla prua, si distingueva confusamente un passaggio lasciato fra una montagna ed un grande banco e pareva che si prolungasse assai. Se i due ghiaccioni, che le onde e le correnti marine trasportavano, non si chiudevano, la Stella Polare poteva evitare la prigionia. |