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Informazioni utili online sulla parola italiana «cavalleria», il significato, curiosità, sillabazione, frasi di esempio, definizioni da cruciverba, definizioni storiche, rime, dizionario inverso. Cosa vuol dire.


Cavalleria

Utili Link

Significato su Dizionari ed Enciclopedie online
Hoepli | Sabatini Coletti | Treccani | Wikipedia

Informazioni di base

La parola cavalleria è formata da dieci lettere, cinque vocali e cinque consonanti. In particolare risulta avere una consonante doppia: ll. Lettera maggiormente presente: a (tre). Divisione in sillabe: ca-val-le-rì-a. È un pentasillabo piano (accento sulla penultima sillaba).

Frasi e testi di esempio

»» Vedi anche la pagina frasi con cavalleria per una lista di esempi.
Esempi d'uso
  • La fanteria e la cavalleria erano pronte per attaccare.
  • La cavalleria attese l'arrivo dei cannoni per sferrare l'attacco.
  • Aprire la portiera ad una signora per farla salire in macchina è un gesto di cavalleria oggi in disuso.
Citazioni da opere letterarie
L'isola del giorno prima di Umberto Eco (1994): La mattina dopo le truppe erano in attesa sui cammini coperti della controscarpa ed entro le mura. A un cenno di Toiras, che controllava l'impresa dalla cittadella, un primo contingente, assai numeroso, si mosse nella direzione ingannevole: prima un'avanguardia di picchieri e moschettieri, con una riserva di cinquanta moschettoni che li seguiva a poca distanza, poi, in modo sfacciato, un corpo di fanteria di cinquecento uomini e due compagnie di cavalleria. Era una bella parata, e col senno di poi si capì che gli spagnoli l'avevano presa come tale.

Le Selve Ardenti di Emilio Salgari (1910): I due scorridori, l'indian-agent ed il signor Devandel, per far capire agli assedianti che non avevano nessuna voglia di mettere le loro capigliature nelle mani di Nube Rossa o di Minehaha, avevano risposto, di quando in quando, con qualche colpo di rifle, ma senza risultato apprezzabile, poiché gl'indiani si tenevano ostinatamente al riparo dei grossi tronchi d'acero che si stendevano, come un magnifico viale, attraverso l'istmo. Alle dieci del mattino non rimanevano che venticinque mummie e le trombe della cavalleria americana non echeggiavano ancora sulle rive del fiume del Lupo.

Carthago di Franco Forte (2009): Il suo cavallo era pronto, e vi saltò in groppa con l'aiuto di Versilio. Ovunque i legionari erano in movimento, decurioni e centurioni urlavano ordini secchi ai loro uomini, e i reparti di cavalleria cominciavano a radunarsi seguendo le indicazioni dei tribuni. L'aria era satura di polvere, il frastuono impressionante, e Publio si rese conto di non avere mai visto tanti uomini in assetto di guerra.

Giochi di Parole

Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per cavalleria
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione
Definizioni da Cruciverba in cui è presente
»» Vedi tutte le definizioni
Cambi
Cambiando una lettera sola si può ottenere: cavallerie.
Scarti
Scarti di lettere con resto non consecutivo: cavalli, cavalla, cavai, caverà, cavea, cave, cavia, cavi, calle, calli, calla, calerà, cale, calia, cali, cala, caria, cari, cara, caia, ceri, cera, cria, avallerà, avalli, avalla, avaria, avari, avara, averi, aver, avrà, allei, allea, alla, alea, aeri, aera, aria, valli, valeria, vale, vali, varia, vari, vara, veri, vera.
Parole contenute in "cavalleria"
ava, eri, ria, alle, cava, valle, cavalle. Contenute all'inverso: ire, ella, lava.
Incastri
Si può ottenere da cavalla e eri (CAVALLeriA); da caria e valle (CAvalleRIA).
Lucchetti
Usando "cavalleria" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * riatti = cavalletti; * azza = cavallerizza; * azze = cavallerizze.
Lucchetti Alterni
Scartando le parti in comune (in coda oppure in capo), "cavalleria" si può ottenere dalle seguenti coppie: cavalletti/riatti.
Sciarade e composizione
"cavalleria" è formata da: cavalle+ria.
Intarsi e sciarade alterne
"cavalleria" si può ottenere intrecciando le lettere delle seguenti coppie di parole: cavalli/era, calle/varia, calerà/vali, calla/averi, ceri/avalla, cera/avalli, ci/avallerà.

Definizioni da Dizionari Storici

Dizionario delle invenzioni, origini e scoperte del 1850
Scuola di cavalleria - Fu istituita in Francia al principio dellla rivoluzione, in seguito dell'emigrazione degli ufficiali e di gran parte degl'istruttori dei corpi di quell'arme, con lo scopo di ricondurre l'istruzione a' suoi veri principj, ch'erano dimenticati. [immagine]
Cavalleria (truppa) - Se dobbiamo attenerci ad un gran numero di storici, l'equitazione fu inventata in Egitto. La maggior parte degli antichi attribuisce questa scoperta ad Oro, figlio di Osiride, e la fa in conseguenza risalire ad epoche assai remote. Essa non tardò a spargersi presso i popoli vicini. Da quanto si legge nella genesi, si vede che sino dai tempi di Giacobbe l'arte di cavalcare era conosciuta in Palestina. Quest'uso doveva esistere pure presso gli Arabi nel secolo di Giobbe, che si crede fosse contemporaneo a quel di Giacobbe. Sesostri, il quale ascese il trono di Egitto verso l'anno 1650 avanti Gesù Cristo, fu il primo che immaginò di formare un corpo di cavalleria. Nella enumerazione delle sue truppe Diodoro distingue espressamente la cavalleria dai carri armati in guerra; e forse a questa novità dovette quel monarca la prontezza delle sue imprese. A tempo della guerra di Troja, secondo Goguet, non esisteva veramente cavalleria nelle armate greche; si scorse che queste se ne valsero in seguito, ma non è possibile fissar l'epoca di tal cambiamento. Tutto ciò che può dirsi si è che la prima guerra di Messene che cade nell' anno 713 avanti Gesù Cristo, è pur la prima occasione in cui la storia faccia menzione di cavalleria negli eserciti greci: ve n'era allora in quelli dei Messenj ed in quelli dei Lacedemoni. I Romani sul principio non conobbero niente meglio che i Greci il vantaggio che un'oste può trarre dalla cavalleria, e nell'infanteria facevano consistere la loro forza principale. La proporzione dalla cavalleria all'infanteria fu da prima, secondo Fourgault, di uno a dieci, giacché la legione sotto Romolo era di 3000 fanti, e 300 cavalli; ma questo rapporto diminuì in appresso, poiché la cavalleria rimase quasi sempre fissa agli stessi 300, mentre l'infanteria si aumentò sino a 6000 per legione. I Romani non cominciarono a sentire il vantaggio di quell'arma se non se nella guerra ch'ebbero coi Cartaginesi, e quando la cavalleria di Annibale ebbe destato tanto spavento nelle lor legioni, che queste non ardivano scendere al piano. A tempo di Cesare, nella guerra delle Gallie, la cavalleria cessò dal formar corpo insieme con le legioni. L'antica cavalleria di Francia è stata quella che gli alfieri e i baccellieri formavano sul cominciare del secolo XII; ma la prima che fu regolata dai re si nominò Cavalleggieri e Carabinieri, dalla forma e dal genere della loro armatura, che non era da capo a piedi come quella dei gendarmi; essa era divisa in compagnie franche di tre a quattrocento soldati a cavallo per ciascuna. [immagine]
Aghetti da cavalleria - Nel secolo XVI, durante le turbolenze del Belgio, un corpo di Gandesi si separò dal duca d'Alba per unirsi ai Gueux loro compatritotti. Il duca d'Alba furibondo fece pubblicare contro di loro una sentenza, che li condannava tutti ad essere impiccati. Questi uomini intrepidi portarono da allora in poi al collo il chiodo e la corda con cui dovevano essere giustiziati ove si riuscisse a prenderli. Siccome si distinsero per molti fatti gloriosi, la corda e il chiodo che avevano adottati per ironia divennero contrassegno onorifico; e tale si dice sia stata l'origine degli aghetti della cavalleria. [immagine]
Cavalleria (dignità) - «La cavalleria, (dice La Curne di Sainte-Palaye) se si vuol considerarla unicamente come una cerimonia con cui i giovani destinati alla professione militare ricevevano le prime armi che dovevano portare, era nota sino dal tempo di Carlomagno. Questi diede solennemente la spada e tutto l'equipaggio da guerriero al principe Luigi suo figlio, che avea fatto venire da Aquitania.» Si troveranno pure simili esempj sotto la prima stirpe dei re di Francia, ed in secoli assai più remoti, poichè Tacito assicura che un uso tale era stabilito presso i Germanni. Ma riguardando la cavalleria come una dignità, che dava il primo rango nell'ordine miiltare, e si conferiva mediante una specie d'investitura, accompagnata da certe cerimonie e da un giuramento solenne, sarebbe difficile il farla risalire al di là del secolo XI.

Nel giorno dell'ammissione del cavaliere, i parenti, gli amici e tutti i cavalieri del cantone convocati conducevano il recipiendario in mezzo a loro sino in chiesa, vestito con un abito bianco, e con lo scudo appeso al collo; le dame e le donzelle assistenti gli legavano gli sproni dorati, la corazza e tutti i capi dell'armatura. Il più anziano cavaliere allora si avvicinava, gli cingeva la spada che toglieva di sopra un altare, gli dava sulla spalla un colpo di piatto della sua, e lo abbracciava dicendo: In nome di Dio, Nostra Signora, e monsignore S. Dionigi, (o altro Santo) io vi fo cavaliere. Lo scudiere gli portava il suo cavallo da battaglia. Postosi in sella, egli brandiva la lancia, faceva brillare la spada, caracollando davanti all'adunanza. Quindi il cavaliere doventava un essere privilegiato. Se si rendeva colpevole di un fallo grave, come viltà o tradimento, l'ignominia del suo castigo era pari allo splendore della sua adozione: dopo la sentenza dei suoi pari egli era condotto sur un palco, dove si spezzavano e si calpestavano tutte le sue armi; il suo scudo annerito era legato alla coda di una giumenta, e trascinato nel fango; alcuni araldi proclamavano il di lui delitto e lo caricavano d'ingiurie; gli versavano dell'acqua calda sul capo, como per cancellare il carattere conferitogli dall'abbracciata; lo si traeva fuori dal palco con una corda annodata sotto il braccio, ed era portato in chiesa sopra una barella coperta di un panno mortuario; e i preti recitavano su di lui lo stesso uffizio che pei morti. Per colpe meno gravi, era escluso dalla tavola ove si trovavano altri cavalieri; se vi si presentava, ciascuno se ne allontanava, si tagliava davanti ad esso la tovaglia, sino a tanto ch'ei si fosse purgato mediante il giuramento o il combattimento (secondo i casi) del crimine imputatogli. Dopo le Crociate la cavalleria cadde prontamente in decadenza. [immagine]
Dizionario compendiato di antichità del 1821/1822
Cavalleria - I Romani per tutto il tempo che durò la Repubblica, come pure in prima sotto i Re, non ebbero alcun corpo di Cavalleria, che fosse separato dalla Infanteria.

La proporzione della Cavalleria all'Enfanteria fu da principio d'uno a dieci; e di fatto la Legione di Romolo fa composta di 3000. fanti e 700. Cavalli. Questo rapporto diminuì in seguito perchè il numero dei Fanti aumentò colle forze della Repubblica, e quello de' Cavalieri restò sempre l'istesso.

Ne' tempi posteriori, in cui l'Infanteria della Legione ascendeva a 5000. uomini e più, questa proporzione d'uno a dieci ritornò ancora qualche volta, almeno per rapporto a tutta l'Armata. Sembra che da Romolo a Cesare il numero di trecento Cavalieri per ciascuna Legione fosse stabile; ciò che Sovente fa dire a Tito Livio justus equitatus: talora però straordinariamente aumentavasi.

Nel Basso Impero la Cavalleria si moltiplicò a proporzione che la disciplina s'indeboliva, e che si obliò che i Romani dovettero alla Infanteria le loro conquiste.
Gran Dizionario Teorico-Militare del 1847
Cavalleria - s. f. In franc. Chevalerie. Grado e dignità di Cavaliere nel 1.° signif. di questa voce. Istituzione de' secoli di mezzo, colla quale s'innalzava alla dignità della milizia, tenuta dai Germani per la più bell'arte, un giovine nobile in premio o ad incitamento di egregie azioni. Sembra che questa istituzione sia stata in grande onore in Italia e presso gl'Italiani dopo il secolo X. Questa dignità, alla quale si arrivava regolarmente per varî gradi e servizî, si conferiva non solamente da chi era già Cavaliere, ma dai Principi e dai Re, e dalle stesse città libere: il modo più onorato di conseguirla, era il campo di battaglia, ma si otteneva altresì in tempo di pace, per favore di alcun Principe o in occasione di corte bandita. Cadde col secolo XIV. per l'abuso di conferirla. Solenne e pomposo era il rito col quale si pigliava la Cavalleria. Il candidato vi si preparava colla veglia delle armi, e con altre ceremonie religiose e militari, inginocchiavasi poscia innanzi a quel Cavaliere o Principe, che aveva facoltà di crearlo Cavaliere, e questi lo percuoteva sul collo col piatto della spada, o gli percuoteva colla mano la guancia o la spalla dicendogli: Esto probus miles: quindi gli dava il bacio di fraternità gli cingeva la spada (onde vennero i modi di dire cingere la spada per creare Cavaliere, e cingere della milizia) mentre gli scudieri, i donzelli ed i paggi gli mettevano gli sproni di oro, e lo vestivano di nuove armi. Con maggior pompa si conferiva la Cavalleria del bagno. V. Cavaliere bagnato. Nel ricevere la Cavalleria si contraeva obbligo di fedeltà e di devozione verso colui che la conferiva, e quest'obbligo era o tacito od espresso con giuramento; si obbligava inoltre il Cavaliere a proteggere le dame e le donzelle, i pupilli, gli orfani ed i beni della chiesa contra ogni ingiusta oppressione. V. Cavaliere, Baccelliere, Banderese, Donzello, Scudiero, ecc.

Da ciò che nel nascere della nostra lingua i militi si chiamavano Cavalieri, e la milizia cavalleria, si chiamò con questo nome ogni milizia anche di fanti, e la guerra stessa fu chiamata cavalleria. Forse ebbe anche questo significato da ciò, che in quei primi tempi della lingua tutta la milizia era di gente a cavallo, ed i fanti non erano che servidori, come suona il loro nome. In questo significato è voce disusata e da fuggirsi.

Adoprasi altresì questa voce per bravura ed eccellenza in arme, e le si aggiunge talvolta l'epiteto di antica.

Chiamossi pure cavalleria la funzione stessa di armar un Cavaliere, di conferirgli il grado di Cavaliere. La milizia a cavallo in latin. Equitatus, in franc. Cavalerie. Secondo l'armatura essa si parte in grossa e leggiera. Nei moderni eserciti le corazze e le carabine, i granatieri a cavallo, la gente d'arme appartengono alla cavalleria grossa: gli ulani, ussari, cosacchi, dragoni, lauce ec. alla leggiera. [immagine]
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