Col fuoco non si scherza di Emilio De Marchi (1900): Riprese la penna e continuò:— «Sarò io capace di farla felice, amico Cresti, o non sono io una ragazza troppo leggera, svolazzante, rivoluzionaria, intinta un poco di anarchia come i miei capelli?... (Eran le solite facezie del buon amico del Pioppino).... E non crederà il mondo che io ceda, più alle lusinghe dell'onore che mi fanno, e meno a un santo dovere del cuore?...
Il deserto dei tartari di Dino Buzzati (1940): Aveva infatti cominciato a scherzare con una ragazza vestita di viola e non era ancora suonata mezzanotte, forse prima del giorno sarebbe nato l'amore; quand'ecco il padrone di casa lo chiamò per mostrargli dettagliatamente il palazzo, lo trasse per certi labirinti e cunicoli, lo tenne relegato nella biblioteca, lo obbligò a considerare pezzo per pezzo una collezione d'armi, gli parlava di questioni strategiche, di facezie militari, di aneddoti di Casa reale, e il tempo intanto passava, gli orologi si erano messi a correre spaventosamente.
La vecchia casa di Neera (1900): In quella atmosfera lattea, uniforme, la folla si pigiava più intontita che allettata, ricevendo nella retina degli occhi un'impressione confusa di colori che per la maggioranza si risolveva in una leggera emicrania: scossa tratto tratto da un soggetto impressionante, da una arditezza nuova di esecuzione che le traeva esclamazioni derisorie e faceva correre ratte le facezie di bocca in bocca, ma riprendendo quasi subito il suo andare pesante e rassegnato di branco umano davanti alla sfilata interminabile dei quadri. — Fa troppo caldo — disse Elvira. |