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Informazioni utili online sulla parola italiana «favola», il significato, curiosità, sillabazione, frasi di esempio, definizioni da cruciverba, definizioni storiche, rime, dizionario inverso. Cosa vuol dire.


Favola

Parole Collegate

»» Aggettivi per descrivere favola (triste, bella, antica, divertente, popolare, ...)

Utili Link

Significato su Dizionari ed Enciclopedie online
Hoepli | Sabatini Coletti | Wikipedia

Foto taggate favola

Capucetto Rosso ed il lupo a Civitella Alfedena

Pollicino interpretato da Valerio

Come andò che...

Informazioni di base

La parola favola è formata da sei lettere, tre vocali e tre consonanti. Divisione in sillabe: fà-vo-la. È un trisillabo sdrucciolo (accento sulla terzultima sillaba).

Frasi e testi di esempio

»» Vedi anche le pagine frasi con favola e canzoni con favola per una lista di esempi.
Esempi d'uso
  • Non posso credere a ciò che mi hai detto: è semplicemente una favola!
  • Una mia zia mi raccontava, quando ero piccola e malata, la favola della volpe e l'uva. Mi divertiva e non capivo che aveva una morale.
  • I nonni amano raccontare una favola ai nipotini per farli addormentare.
Citazioni da opere letterarie
Una Burla Riuscita di Italo Svevo (1926): E il giorno appresso nacque la favola dal titolo: Il successo sorprendente. Eccola: “Un ricco signore disponeva di molto pane e si divertiva a sminuzzarlo agli uccellini. Ma del dono approfittava una diecina o poco più di passeri, sempre gli stessi, e buona parte del pane ammuffiva all'aria.

Cosima di Grazia Deledda (1936): La storia piacque a Cosima. Col capo appoggiato al grembo della serva, credeva di sognare: vedeva il paese di Proto, con le case coperte di assi annerite dal tempo, e i monti scintillanti di neve e di luna; ma sopra tutto le destava una impressione profonda, quasi fisica, il mistero della favola, quel silenzio finale, grave di cose davvero grandiose e terribili, il mito di una giustizia sovrannaturale, l'eterna storia dell'errore, del castigo, del dolore umano.

Se questo è un uomo di Primo Levi (1947): E oggi ancora, così come nella favola antica, noi tutti sentiamo, e i tedeschi stessi sentono, che una maledizione, non trascendente e divina, ma immanente e storica, pende sulla insolente compagine, fondata sulla confusione dei linguaggi ed eretta a sfida del cielo come una bestemmia di pietra.
Espressioni e Modi di Dire
Libri
  • Favola delle cose ultime (Scritto da: Sergio Givone; Anno 1999)
Canzoni
  • Favola blues (Cantata da: Peppino di Capri e Pietra Montecorvino; Anno 1992)

Giochi di Parole

Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per favola
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione
Definizioni da Cruciverba in cui è presente
»» Vedi tutte le definizioni
Cambi
Cambiando una lettera sola si possono ottenere le seguenti parole: favela, favole, tavola.
Cambiando entrambi gli estremi della parola si possono avere: cavoli, cavolo, tavole, tavoli, tavolo.
Scarti
Scarti di lettere con resto non consecutivo: fava, fola.
Parole con "favola"
Iniziano con "favola": favolacce, favolaccia.
Finiscono con "favola": cantafavola.
Parole contenute in "favola"
avo, ola, favo, vola.
Lucchetti
Scartando le parti in comune (in coda e poi in capo), "favola" si può ottenere dalle seguenti coppie: fasci/scivola, fata/tavola.
Usando "favola" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * volani = fani; * volano = fano; * volare = fare; * volata = fata; * volate = fate; * volati = fati; * volato = fato; * volante = fante; * volanti = fanti; * volasti = fasti; * volavate = favate; * lare = favore; * lari = favori; * volantini = fantini; * volantino = fantino.
Lucchetti Riflessi
Usando "favola" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * alni = favoni; * alletta = favoletta; * allaccia = favolaccia.
Cerniere
Scartando le parti in comune (prima in capo e poi in coda), "favola" si può ottenere dalle seguenti coppie: ifa/volai, tifa/volati, schifavo/laschi, tifavo/lati.
Usando "favola" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * tifavo = lati; volati * = tifa; * schifavo = laschi; lati * = tifavo; * tifa = volati; laschi * = schifavo.
Lucchetti Alterni
Scartando le parti in comune (in coda oppure in capo), "favola" si può ottenere dalle seguenti coppie: favore/lare, favori/lari.
Usando "favola" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * scivola = fasci; * fava = volava; * favi = volavi; * favo = volavo; * favate = volavate; favoleggiamo * = leggiamola.
Sciarade incatenate
La parola "favola" si può ottenere (usando una volta sola la parte uguale) da: favo+ola, favo+vola.

Definizioni da Dizionari Storici

Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884
Favola, Novella, Apologo - Favola è qualunque cosa inventata, o storica o allegorica, scritta generalmente in versi: Le favole di Fedro, del La Fontaine, del Pignotti. - Novella è racconto generalmente scritto in prosa, e concernente fatti speciali a una persona, o bizzarrie e capricci, fatto col proposito di dilettare. - Apologo è breve racconto allegorico, che si riferisce a cose morali e civili, nel quale si introducono a parlare animali e anche cose inanimate. [immagine]
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860
Allegoria, Favola, Parabola, Apologo - L'apologo è quella favola in cui parlano ed agiscono come esseri ragionevoli, animali e cose, o dove l'uomo parla e ragiona con essi. Nella favola vi son sempre delle parti o circostanze inverosimili; nell'apologo l'inverosimile e l'impossibile regna da capo a fondo. La parabola è possibile tutta o quasi; nell'Evangelio non vi è che quella di Lazzaro e dell'Epulone nella parte in cui essi si parlano dopo morte dal seno d'Abramo all'inferno, che sia agli occhi nostri inverosimile. Nell'allegoria tutto è immagine e figura. [immagine]
Fandonia, Bugia, Favola, Frottola - Quando mi si vuol dare ad intendere cosa strana, improbabile, sciocca, e che mi si snocciolano un mondo di ciarle per farmela parer vera o credibile, dico sorridendo: questa è una fandonia: se la cosa poi è falsa di tutto punto, e che per un certo rispetto umano io non voglia dir chiaro che questa è una bella e buona bugia, dico invece: questa è una bella favola, è una graziosa favoletta. La fandonia ha sempre dello sciocco; la favola può essere immaginata spiritosamente, e detta con grazia; la bugia è falsa interamente o per la più parte. La fandonia si tesse molte volte cianciando; la favola è studiata a bella posta; la bugia è pronta in bocca del bugiardo. La frottola è meno complicata della fandonia, meno pesante, meno sciocca; è cosa più spiccia; ha da essere breve, spiritosa: è un di quei nonnulla che messi avanti con brio, con ispirito, fanno ridere le brigate e danno alimento alla conversazione. La frottola fa ridere, la fandonia sorridere le persone di spirito. Le frottole si tirano fuori per ischerzo, per celia; le favole nascono da vivacità d'ingegno; le fandonie si contano su o per ignoranza o per accalappiare i semplici; le bugie si spacciano per ingannare o per iscusarsi, come già si è detto in altro articolo. [immagine]
Favola, Gioco (Divenire, Essere la) - Essere, divenire la favola si può, anche di tutto un paese, perchè parlare tutti sanno; ridere, burlarsi del prossimo amano i più; e poi è facile, o almeno probabile che accada ad un uomo qualche avventura, qualche scena ridicola la quale meni tanto rumore da far sì che tutti ne parlino. Divenir, essere il gioco non si può di tanti, perchè qui si tratta di atti, di fatti; e, bisogna pur dirlo, a molti il far male ripugna; onde si può divenir gioco di uno, di parecchi che si mettano d'accordo per burlarci, per farci correre, per darcene ad intendere: ma alla perfine uno, per di buona pasta che sia, se ne accorge, e fa cessare il gioco: essere la favola, invece, si può, senza pur saperlo, o saperlo di certo. [immagine]
Dizionario delle invenzioni, origini e scoperte del 1850
Favola - La favola va debitrice della sua origine all'errore, alle passioni degli uomini ed all'amore del portentoso. E' impossibile di precisare l'epoca in cui cominciarono le favole: basti sapere che le troviamo digià stabilite negli scritti più antichi. Prima cuna di esse furono l'Egitto e la Fenicia, d'onde si sparsero con le colonie in Occidente e specialmente nella Grecia; dalla Grecia passarono in Italia e nelle altre contrade vicine. Esiodo ed Omero non ne furono già inventori: elle esistevano avanti la nascita di quei due poeti, i quali altro non fecero che abbellirle. Il secolo che ne fosse più fecondo d'ogni altro fu quello della guerre di Troja. [immagine]
Favola (Apologo) - La Motte definisce questa specie di Apologo una istruzione celata sotto l'allegoria di un'azione. I dotti ne riportano l'origine all'invenzione dei caratteri simbolici e dello stile figurato, cioè all'invenzione dell'allegoria di cui è una specie la favola. Ma l'allegoria così ridotta ad una azione semplice, ad una moralità precisa, si attribuisce comunemente ad Esopo come suo primo autore. Taluni pretendono che le favole note sotto il nome di Esopo fossero composte da Socrate; ma è più esatto il dire che l'Oriente è delle medesime la vera cuna, e ch'Esopo le trasportò dall'Asia nell'Europa. [immagine]
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879
Favola - e † FABULA e † FAULA e FOLA (V.) e FIABA. [T.] S. f. Discorso in cui il finto vela il vero, o si mescola al falso. Nelle Gl. gr. lat. è anche Fabola. E siccome da Parabola, Parola, così da Favola, Fola, che ha un senso spec.; e ne ha uno suo proprio Fiaba (V.), e però non inut. L'orig. da For dichiara que' sensi in cui Favola non è finzione. Ov. così chiama una novella vera; Pl.Fabulari, Parlare in gen., onde il nostro com. Confabulare. Quindi il senso di Favella (V.), e in questo senso par debbasi intendere. [Sav.] † Prov. Tosc. p. 319. Buon vino, favola (o fiaba) lunga. (Si sta con piacere a lungamente discorrere e a pazientemente sentire col bicchiere alla mano.) – Nelle Gl. lat. gr. Fabellatio è Tradizione mitologica; ma il gr. Μῦθος valeva Parola, Tradizione, Proverbio, Colloquio, Pensiero, Proposito; e ai Lat. Mutire, Aprir bocca.

2. Il signif. più com. oggidì è Breve narrazione in cui fingonsi atti o parole d'animali o di cose inanimate, e sotto il velo di questa finzione ricopresi una verità, la quale intendesi che così o dispiaccia meno o piaccia più. Cic. e altri accoppiano Apologoe Favola; perchè questa ai Lat. segnatam. comprendeva un'azione drammatica, una narrazione di fatti imaginati, anche più lunga della nostra novella, un poema; l'Apologo, d'animali o d'enti inanimati; e quello in cui operano o parlano uomini, più propriam. è detto Parabola.

Non solamente lavoro letter.; e n'ha es. la storia sacra e la profana. T. Quintil. La nota favola delle membra umane che si ribellano al ventre. Fed. Perchè siasi trovato il genere della favola dirò brevemente. La favola è genere di poesia vera; e gli ant. ne vestivano le verità della scienza naturale, della privata e pubblica moralità. [Cont.] Garz. T. Piazza univ. 207. v. Platone disse che favole non erano altro che cose false, benchè possan esser vere, nelle quali si debbano ammaestrare prima i putti, che nelle cose dotte. = D. 1. 23. (C) Volto era in sulla favola d'Isopo Lo mio pensier, per la presente rissa, Dove parlò della rana e del topo.

T. Favole di Fedro, e d'altri: anco il Libro che le contiene. La favola seconda del libro primo narra del Travicello; ed è in verità la favola dell'uccellino, di cui vedi nel § seg.

3. Modi che concernono questo signif. Forse da quella favola che racconta come un pastorello scempiato gridasse: Al lupo, al lupo, quando il lupo non c'era; e poi, quando venne davvero, indarno chiamò, discreduto; o da quell'altra, in cui il lupo, sentendo la vecchia minacciare s'e' non sta buono che il lupo verrà, attende indarno che la minaccia s'avveri, è venuto il prov. non popolare e che tra la gente colta ridicesi in lat. Lupus in fabula. – Il lupo è nella favola si dice quando comparisce alcuno di cui si parlava. (Man.) T. Fir. Trin. 2. 1. Oh! la lupa è nella favola! eccola qua appunto.

Non com. il seg. Morg. 28. 45. (C) La favola del tordo: guardagli alle mani; significa Esser i fatti contrarii alle apparenze; dall'apologo del tordo, che, preso, e vedendo lagrimare per caso l'uccellatore mentre agli altri schiacciava il capo, disse a' compagni, che 'l facera per compassione; e uno replicò: Guardagli alle mani.

Varch. Ercol. 73. (C) Quando alcuno in alcuna quistione dubita sempre, e sempre, o da beffe o da vero, ripiglia le medesime cose e della medesima cosa domanda, tanto che mai non se ne può venire a conclusione, questa si domanda in Firenze la canzone o volete la favola dell'uccellino. Pataff. 2.

4. Per Novella. Rimane nell'uso letter. Favole Milesie, d'un Aristide di Mileto, lubriche, tradotte in lat. al tempo di Silla; anch'esse preparavano Cesare e i suoi successori. T. Apul. Favole inette. = Il Bocc. accoppia e confonde. Pr. 8. (C) Intendo di raccontare cento favole, o novelle, o parabole, o storie, che dire le vogliamo. – Favola, a Roma, la Novella, a Genova Foa, Fola a Bologna.

Siccome la Novella può esser brevissima, così era la Favola, e può l'una e l'altra essere vera. Onde Orazio chiama Favola il Racconto della celia fatta da un genero a un suocero avaro; ed un altro avaro dalla sua liberta ucciso con l'accetta… Non longa est fabula. [Camp.] † Pist. S. Gir. 10. Ti riferirò una brieve favola, la quale avvenne nel tempo della mia infanzia. – Favola,in gen., è qualsiasi azione inventata. Son favole, in questo senso, e tragedie e commedie. Ogni apologo è dunque favola; non ogni favola è apologo. T. Ter. Ecira è il titolo di questa favola. Hor. Fabula Terentî. Distinguevano le favole togate e lepalliate: Favole atellane.

5. Per Commedia. Ar. Cass. prol. (C) (due volte). T. Prov. Tosc. 264. Novelle di Banchi (o di Mercato), promesse di fuorusciti, favole di commedianti. Quanto credibili ognun sa. [G. Capp.] Banchi era la via più frequentata di Roma, il ritrovo degli uccellatori di novità. T. Hor. Favola che ritragga e metta in risalto i costumi, anco senza eleganza e senz'arte, più diletta il popolo che versi poveri di cose e le ciancie canore. – Il precetto d'esso Orazio che La favola non sia nè minore, nè più lunga del quint'attò, il Gagliuffi Raguseo bene interpretava non già del numero materiale degli atti, ma che l'azione de' cinque a cinque basti e non sia nè scarsa nè soverchia.

6. Fig. Come ora diciamo Il dramma della vita; e il Rabelais buffone, morendo: Calate il sipario, e quell'altro buffone imperiale: Ho io fatta bene la parte mia? Petr. Son. 216. (C) La mia favola breve è già compita (son presso a morire). Sannazz. Arc. Egl. 12. (Man.) Oggi sarà fornita la mia fabula. T. Metast. Temist.

7. Anco d'azione narrata in poema. T. Hor. La favola in cui si narra come, per l'amore di Paride, Grecia e Asia s'affrontarono in lunga guerra. Dell'uso letter. di questo senso V. il § seg.

8. T. Dall'ult. es. del § 5 appare che Favola era non solo il componimento, ma il soggetto di quello, la materia trattata, e il modo. In questo senso diciamo nel ling. letter. tuttavia Invenzione, Intreccio della favola, Favola ben tessuta, bene ordinata,e Hor.: Le cose finte a diletto siano prossime al vero; nè richiegga la favola che tutto quanto essa vuol mai, le si creda.

9. Favola contrapponesi quindi a storica verità. T. Diciamo: La storia e la favola. – Eroi della favola. [Camp.] Com. Boez. III.La favola de' giganti. T. Divinità della… Favole pagane. S. Pietr. Ep. Iti dietro a dotte favole. Paol. Inette. [Camp.] Bib. Ep. Can. III.

T. Storia mista di favola. – Romanzo tutto favola.

10. Più in gen. Contr. a Verità. T. Paolo. Dalla verità distoglieranno l'udito, e alle favole si volteranno. Ps. Narraverunt mihi fabulationes; sed non ut lex tua. Ov. Favola non fu quel rumore. = Dav. Scism. 81. (Man.) Fatto naufragio della roba e dell'onore, abbracciavano per iscampo questa favola del nuovo Vangelo.

[Camp.] Om. S. G. Gris. Fingesti tu quelle cose…, come fabule, per fraude. = Bocc. Nov. 47. 9. (C) Compose una sua favola, in altre forme la verità rinvolgendo. E g. 3. n. 8. Faceva da se medesimo le più belle favole del mondo.

[Camp.] G. Giud. XV. 48. Molto gli dispiacque ciò ch'ella gli disse, perocchè molto il tenne a gran follia ed a favola.

11. Quindi in senso di Cose frivole, aff. a Fandonie. T. D. 3. 29. Non ha Firenze tanti Lapi e Bindi Quante siffatte favole per anno In pergamo si gridan quinci e quindi (frivolezze aliene dall'evangelico ministero). Bocc. g. 10. n. 8. Avendogli, più volte Tito dato favole per risposta, Gisippo, avendole conoscinte…

12. A modo d'escl. T. Ter. Favole! A me non riesce verisimile; ma il trovato piace a loro. = Cecch. Servig. 1. 4. (Man.) Favole! questa cosa importa troppo. Leopard. Rim. 63. (Gh.)

13. Quindi di Cosa da poco: non com. Salv. Granch. 3. 7. (Gh.) Cencinquanta Scudi non son boccone da lasciarselo Tôr di bocca così per una favola. Ambr. Cof. 5. 7. Deh! guarda come e' brontola Da sè a sè per sì picciola favola Che ha a sborsare. Cecch. Servig. 4. 5. (C) Ambr. Bern. 2. 5. (Gh.) Duomila scudi non sono una favola. E 2. 6. Bemb. Asol. 1. 60. Chi si rallegrerebbe d'un picciolo sguardo, o chi in luogo di somma felicità porrebbe due tronche parolette, o un brieve toccar di mano, o un'altra favola cotale, se non l'amante, il quale è di queste stesse novelluzze vago… fuor di ragione? (Novellein senso sim. usavano gli ant. E l'orig. For fa pensare all'altro modo it. È presto detto.) Fr. Giord. 1. 76. (Man.) Sono detti questi cotali nella Scrittura homo acharis, cioè uomo da favole, cioè uomo da nulla, uomo da beffe. Quest'ult. es. ci riconduce nel seg. al senso più pr.

14. T. Essendo Fabula da For; come da Dire, Diceria; di qui la ragione del modo Essere la favola del mondo, d'un paese, de' crocchi. Pare ancor più che Essere favola al…; e questo non porta l'art. = Petr. Son. 1. (C) Ma ben veggi' or sì come al popol tutto Favola fui gran tempo; onde sovente Di me medesmo meco mi vergogno. T. Hor. Heu me! per urbem (nam pudet tanti mali). Fabula quanta fui! E la pers. e gli atti di lei, e le cose in quanto concernono la pers. e si fanno soggetto di dicerie, sono favola o la favola della gente; non pl. Favole. Nell'esser favola (sing.) spesso è pur troppa verità. = Bemb. Asol. 1. 38. (C) Di miseria in miseria, portato allo stremo, quasi favola del popolo divenuto. Hor. Asinaeque paternum Cognomen vertas in risum et fabula fias.

† Modi di quest'uso più o meno antiq. [Camp.] G. Giud. VI. 6. Noi siamo posti nella favola degli stranieri, nella manifesta servitudine di Esione. = Mettere in canzone, in favola. (C) Don. Casen. Vulgarizz. Bocc. 53. (Gh.) L'avaro è tormentato dalla cupidità,… la turba mette in favola quello pieno di dolore. Lab. 95. (C) Colui, di me facendo una favola, già con alcuno, per lo modo che gli è piaciuto, v' ha parlato. Don. Casen. Vulgarizz. Bocc. 237. (Gh.) Sì schernita fu convertita in favola del popolo di Roma. [Camp.] Pist. S. Gir. 23. Coloro… sono a loro in favola.= Don. Casen. Vulgarizz. Bocc. 224. (Gh.) Cleopatra… fu in favola per tutto il mondo. [Camp.] Vit. Imp. Rom. Per l'abbominabile compagnia di Nicomede re di Bitinia, Cesare era in favola ed in vituperio continuo.

In senso men tristo. Luig. Pulc. Bec. 1. (Man.) Millanta Che la sua Nencia è 'n favola e 'n canzona.

15. Il seg. tiene del senso preced.; ma concerne anco il parlare in gen., secondo l'orig. della voc.; e siccome in Cic. Fabulae son delle le Confabulazioni, così [Camp.] † Pist. S. Cir. 66. Non desse contro a sè una leggiera favola di oscuro rumore.

Più chiaro questo senso nel seg. Arrigh. 50. (C) La mia parola è: oimè! e la mia favola è: oimè dolente! E forse in questo senso è da intendere il fabulosae palumbes d'Hor. (di cui molto si è parlato e si parla, vero o falso che sia) e il fabulae Manesd'Hor., di che certi seminaristi di Padova si scandalizzarono, perch'io, intendendolo come agg., facessi le Mani femmine da non poter entrare in seminario; ma poi di Mani femmine addusse es. l'Orelli.

16. Modi com. a più d'uno tra i sensi not. T. Raccontare, Ordire, Tessere una favola, o favole, in senso di cose non vere, Spacciarle, Seminarle. In senso gen. Cic. Credere alle. – L'ho, La tengo per una favola, anco di narrazione di storico, o d'affermazione qualsiasi che narrazione non sia.

T. Hor. Mutato nome, la favola di te si narra; l'uomo o la bestia della favola sei tu.

T. Morale della favola (gr. ̓Επιμύθιον), che, dopo Fedro, i favolieri spiattellano in principio o alla fine, spuntandone così l'acume, e togliendo a uditori e lettori il piacere d'esercitarvi l'acume proprio, e in un solo concetto restringendo quel ch'è applicabile a molti.

Fig. T. Anche fuori di questo componimento: La morale della favola è… Quest'è l'applicazione pratica, il senso da dare a un detto, a un fatto, a una serie di fatti. La morale della gran favola storica, Dramma e poema narratoci da' secoli, parabola del Verbo di Dio.
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