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Informazioni utili online sulla parola italiana «finito», il significato, curiosità, forma del verbo «finire», aggettivo qualificativo, associazioni, sillabazione, frasi di esempio, definizioni da cruciverba, definizioni storiche, rime, dizionario inverso. Cosa vuol dire.


Finito

Forma verbale

Finito è una forma del verbo finire (participio passato). Vedi anche: Coniugazione di finire.

Aggettivo

Finito è un aggettivo qualificativo. Forme per genere e per numero: finita (femminile singolare); finiti (maschile plurale); finite (femminile plurale).

Parole Collegate

»» Sinonimi e contrari di finito (completato, terminato, concluso, risolto, ...)
Associate (la prima parola che viene a mente, su 100 persone)
terminato (27%), iniziato (10%), lavoro (9%), completato (7%), ultimato (5%), concluso (5%), compito (4%), tutto (3%), stop (2%), fatto (2%), infinito (2%). Vedi anche: Parole associate a finito.

Utili Link

Significato su Dizionari ed Enciclopedie online
Hoepli | Treccani | Wikipedia

Informazioni di base

La parola finito è formata da sei lettere, tre vocali e tre consonanti.
È una parola bifronte senza capo né coda, la lettura all’inverso produce una parola di senso compiuto (tini). Divisione in sillabe: fi-nì-to. È un trisillabo piano (accento sulla penultima sillaba).

Frasi e testi di esempio

»» Vedi anche le pagine frasi con finito e canzoni con finito per una lista di esempi.
Esempi d'uso
  • Sono andata ad assistere ad un concerto all'aperto. Finito lo spettacolo, ho avuto difficoltà ad uscire a causa della calca.
  • Quando un lavoro è finito, è sempre bene chiedersi se si poteva fare meglio.
  • Il lavoro che mi era stato assegnato, per fortuna, è finito in maniera soddisfacente.
Citazioni da opere letterarie
Il deserto dei tartari di Dino Buzzati (1940): Avvolto così dalle tenebre, mentre di sotto continuavano le dolci canzoni fra gli arpeggi di una chitarra, Giovanni Drogo sentì allora nascere in sé una estrema speranza. Lui solo al mondo e malato, respinto dalla Fortezza come peso importuno, lui che era rimasto indietro a tutti, lui timido e debole, osava immaginare che tutto non fosse finito; perché forse era davvero giunta la sua grande occasione, la definitiva battaglia che poteva pagare l'intera vita. Avanzava infatti contro Giovanni Drogo l'ultimo nemico.

Nelle nebbie del tempo di Lanfranco Fabriani (2005): Il viaggiatore rabbrividì. Fortuna che era aprile e non gennaio. Prese dalla tasca della tuta una bussola e la guardò, ma si rese conto della sua inutilità. Non aveva idea di dove fosse finito, di dove si stendessero le linee nemiche, né le proprie retrovie. Pur sapendo della tormenta aveva sperato che la luna fornisse sufficiente luce per identificare almeno dei punti di riferimento come la Lobbia Alta o il Crozzòn di Làres ma la visibilità non arrivava a dieci metri.

Uno, nessuno e centomila di Luigi Pirandello (1926): Ma per poco non mi costò caro questo piacere di alienarmi. Finito lo sgombero forzato, Marco di Dio, uscendo con sua moglie Diamante dalla catapecchia e scorgendomi nel vicolo tra il delegato e le due guardie, non poté tenersi, e mentre stavo a fissar quell'architrave, mi scagliò contro il suo vecchio mazzuolo di sbozzatore. M'avrebbe certo accoppato, se il delegato non fosse stato pronto a tirarmi a sé.
Canzoni
  • Tutto è finito (Cantata da: Nilla Pizzi; Anno 1951)

Giochi di Parole

Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per finito
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione
Definizioni da Cruciverba in cui è presente
»» Vedi tutte le definizioni
Cambi
Cambiando una lettera sola si possono ottenere le seguenti parole: finirò, finita, finite, finiti, finivo.
Cambiando entrambi gli estremi della parola si possono avere: linite, liniti, pinite, piniti, rinite, riniti.
Scarti
Rimuovendo una sola lettera si può avere: finto.
Altri scarti con resto non consecutivo: fino.
Zeppe (e aggiunte)
Aggiungendo una sola lettera si può avere: sfinito.
Parole con "finito"
Iniziano con "finito": finitore, finitori.
Finiscono con "finito": sfinito, definito, infinito, rifinito, indefinito, ridefinito, semifinito, predefinito.
Contengono "finito": definitomi, definitore, definitori, definitosi, rifinitore, rifinitori, definitoria, definitorie, definitorii, definitorio.
»» Vedi parole che contengono finito per la lista completa
Parole contenute in "finito"
fin, ito, fini. Contenute all'inverso: tini.
Lucchetti
Scartando le parti in comune (in coda e poi in capo), "finito" si può ottenere dalle seguenti coppie: fiacca/accanito, file/lenito, fimo/monito, finii/ito, finimenti/mentito, finiremo/remoto, finivi/vito, finivo/voto.
Usando "finito" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: confini * = conto; * torà = finirà; * toro = finirò; sconfini * = sconto; * torci = finirci; * torti = finirti; * tosca = finisca; * tosco = finisco; * tosse = finisse; * tossi = finissi; * toste = finiste; * tosti = finisti; grafi * = granito; passafini * = passato; * toscano = finiscano; * orice = finitrice; * orici = finitrici.
Lucchetti Riflessi
Scartando le parti in comune (in coda e il riflesso in capo), "finito" si può ottenere dalle seguenti coppie: fioca/aconito, finga/agito, finse/esito, finirà/arto, finire/erto, finirò/orto.
Usando "finito" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * otica = finca; * otite = finte; * otiti = finti; * otiche = finche; * otre = finire; * ottura = finitura.
Cerniere
Scartando le parti in comune (prima in capo e poi in coda), "finito" si può ottenere dalle seguenti coppie: refi/nitore, rifinì/tori, serafini/toserà.
Usando "finito" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: nitore * = refi; * refi = nitore; tori * = rifinì; * serafini = toserà; toserà * = serafini.
Lucchetti Alterni
Scartando le parti in comune (in coda oppure in capo), "finito" si può ottenere dalle seguenti coppie: finirà/torà, finirci/torci, finirò/toro, finirti/torti, finisca/tosca, finiscano/toscano, finisco/tosco, finisse/tosse, finissi/tossi, finiste/toste, finisti/tosti.
Usando "finito" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * monito = fimo; granito * = grafi; * accanito = fiacca; * voto = finivo; conto * = confini; * remoto = finiremo; * turato = finitura; * ureo = finiture; sconto * = sconfini; passato * = passafini.
Sciarade e composizione
"finito" è formata da: fin+ito.
Sciarade incatenate
La parola "finito" si può ottenere (usando una volta sola la parte uguale) da: fini+ito.

Definizioni da Dizionari Storici

Vocabolario grammaticale della lingua italiana del 1869
Finito (modo) - Due sono i modi de' verbi più generalmente considerati, cioè: modo Finito e modo Infinito o Indefinito.

Sono i verbi di modo Finito quando hanno le loro variazioni, che ci fanno discernere in ciascun tempo le persone ed i numeri, come pingo (io) suoni (tu) batte (egli) raccontiamo (noi) rompeste (voi) navigarono (coloro).

Il modo Finito è di quattro specie: Indicativo, Imperativo, Soggiuntivo e Condizionale. (V. queste parole ed Infinito), [immagine]
Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884
Esaurito, Finito, Esausto, Rifinito - Esaurito suona Che è ridotto in difetto della cosa per averla consumata a poco a poco; ma questa voce si usa solo come participio nelle voci del verbo Esaurire. Per es.: «La città aveva esaurito tutti i mezzi di difesa.» Non è per altro bene elegante. - La voce Esausto, invèce, anch'essa participio di Esaurire, si usa solo a modo di adjettivo: Uomo esausto di forze; ed ha più efficacia di Esaurito, perchè questo pare che denoti il corso del consumare, l'altro la consumazione già compiuta. - Finito si dice di una cosa già consumata. - Rifinito di una persona esausta di forze, o per stanchezza o per malattia. [immagine]
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860
Finire, Perire; Finito, Perito, Andato; Se n’è andato - Finisce una cosa, giunta che sia al suo temine; finisce un ordine di cose quando giunge l'ultima di esse, e questa medesima al suo ultimo fine: finisce la vita, nè si può dire: l'uomo finisce in tutto: ed ecco che la ragione intima della lingua, ignota a noi il più delle volte, ma che racchiude per certo un senso arcano e mistico, direi quasi, non meno dei geroglifici antichi, ci dà un'alta lezione di morale, di filosofia: finisce la vita, l'uomo finisce di vivere, ma l'uomo non finisce in tutto come dicemmo; ei comincia in quel punto una nuova esistenza in un altro ordine di cose. Perisce una cosa quando gli manca l'alimento, la cura necessaria a conservarla: i poverelli periscono talvolta di fame; perisce una pianta se gli manca quell'umore benefico che la ristora; perisce a poco a poco la memoria delle maggiori cose se l'istoria non le registra nelle sue carte; perisce l'istoria stessa, o per lo meno certi periodi storici, quando, per la loro antichità, o per essersi perduti i monumenti che gli attestavano, passano nell'ordine dei miti, delle favole; così la mitologia. Finito indica meglio una fine naturale; perito, una violenta. Dell'uomo, e di altra cosa viva dicesi: è andato, è andata, quand'è in pericolo della vita, e che non v'ha più alcuna o almeno pochissima speranza di salvarla. Se n'è andato, vale, è morto; e dicesi dell'uomo in ispecie, quasi accennando che è andato in altro luogo, all'altro mondo e simili. [immagine]
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879
Finito - [T.] Part. pass. di FINIRE neut. e att. E come Agg.

Come agg. contrapponesi a Infinito, come agg. e part. a Indefinito. Cominciamo dal primo. (Rosm.) Finito è ciò di cui si può pensare una cosa maggiore. Intr. Virt. 15. (C) Che agguaglio può esser dalla cosa finita a quella che non ha fine? [Camp.] Boez. II. Credi al finito Ben, che al fuggire ha gambe di levriere (bonis fugacibus). T. Finita natura dell'uomo.

Di tempo. [Camp.] Mac. Vit. S. Cat. I. 7. Pena finita; del Purgatorio.

2. Più propriam. di contr. a Indefinito. [Gen.] Gal. Sist. 3. Nè voi nè altri ha mai provato se il mondo sia finito e figurato, o pure infinito e indeterminato.

In senso di Terminato può intendersi il primo es. del § 12.

3. T. Quindi il senso mater. di Quantità finita; quella che si pensa aver principio, seguito e fine, riguardando il principio e la fine d'essa quantità come i naturali suoi limiti; infinita quella che ci presenta principio e seguito senza fine, e però mancante del secondo limite rispetto alla prima.

[Gen.] Agnes. Inst. anal. 356. A quantità infinita l'aggiungere o levare quantità finita è lo stesso che aggiungere o levare nulla.

Per opposiz. a Differenziale: così Equazione o Formola finita, Indeterminata, Variabile. [Gen.] Agnes. Inst. anal. 522. I differenziali delle equazioni finite che con le accennate regole del differenziare si trovano. E 1016. Si ridurranno sempre al primo ordine le equazioni del terzo, purchè l'una e l'altra delle variabili finite x y in esse manchi.

4. Altri sensi del contr. a Indefinito. T. Cic. dice Questione infinita il tema generico del discorso.

T. Senso o Costrutto finito, contr. a Interrotto o Sospeso.

T. Modi finiti del verbo, Quelli che indicano la persona, il numero e il tempo.

T. Varr. Pronome infinito, senza persona, Quis, Quid; finito, Ego, Tu, Ille. – Second'altri gramm. Finito Hic, infinito Quis. – Lo spirito analitico di cui si fan belli i mod., gli ant. sovente l'avevano senza menarne vanto. Varr. nel senso gramm. (e potrebbesi anche nel log. e nel filos. in gen.) distingueva l'Infinitum e l'Ut infinitum, l'Effinitum e l'Ut effinitum, con questa voce più propriam. denotando il determinato; giacchè Finitum gli parve troppo generico: e i due Ut segnano il passaggio dalla indeterminatezza assoluta alle prime determinazioni, o dalle determinazioni speciali e individue al generale e al comune. Così Cic. ha il comparat. Infinitior; giacchè e l'indeterminatezza e la determinazione hanno gradi: e se l'infinito non ha gradi, li ha il finito, in quanto partecipa dell'essere più o meno. Onde potrebbesi dire anco noi: Più finito.

5. Come part. più propriam., in quanto Finire opponesi a Cominciare. T. Cominciano là dove andrebbe finito.

6. Di tempo. T. Finita l'era, la stagione, la settimana.

In questo senso come agg. Ambr. Furt. a. 2. sc. 7. (Gh.) lo la persi, son quattro anni finiti, e va per cinque quant'è da settembre in qua.

7. Part. D'avvenimento, d'azione, d'atto, di stato. Coll. Ab. Isaac, 49. (C) Il mercatante, finita la sua vicenda, apparecchiasi di tornare alla casa sua. T. Finiti gli studii. – Finito un affare.

Petr. Canz. 33. 2. (C) Nè però truovo ancor guerra finita. T. Hor. di guerra. – A modo avv. Se ne risolverà a guerra finita. – Prendere partito a cosa finita.

† In altro senso che tiene del § 11. Bern. Orl. 3. 7. 42. (C) Così anche chi in odio aveva tolto, Odiava a guerra finita e mortale.

In senso anal. a questo §, di cosa la cui quantità venga meno. T. Prov. Febbraro corto e amaro, l'erba vecchia è finita e la nuova non pare.

8. Effetti dell'azione. T. Lavoro finito. Quadro. In Firenze, Palazzo non finito, soggiorno dell'antica non immite polizia, ora chiamata Questura, perchè tutta la politica è quaestus o questus, questuare o querelare.

9. Del dire. D. Inf. 3. (C) Finito questo (quando Virg. ebbe finito di dire), la buja campagna Tremò.

10. E del fare e del dire, col Di e l'Inf. T. Finito di stampare (sottint. Ch'egli ebbe; o Quando fu). – Finito di patire (sottint. Quand'egli ebbe o ebbero). = Fr. Jac. Tod. 301. (Gh.) Poi. finita di nettare (la casa).

Della cosa stessa finita. T. Libro finito di stampare, di leggere.

Red. Op. 1. 41. (Gh.) Scappava fuora una mosca… torbida, sbalordita, e, per così dire, abbozzata e non ben finita di farsi, con l'ali non ancora spiegate. E 101. Non mi risolvo a credere che li alberi, i frutici e l'erbe possano produrre animaletti di tal natura, che sovente si trovino mezzi vivi e mezzi di legno, e per ancora in tutto il corpo non finiti d'animarsi.

11. In senso aff. a Compito, Perfetto nel gen. suo. Guitt. Lett. 1. (C) Ben non finito (perfetto). Ma Bene finito fa equivoco col § 1.

L'uso com. è Lavorante, Artista finito. (Man.)

T. Galantuomo finito. = Quasi iron. Birbante, Imbecille finito. (Man.)

12. D'opera d'arte, e il compimento e la compitezza, e le cure poste per ottenerla: nel che la ricerca del pregio può cadere in difetto. [Fanf.] Dini Mascher. Bufol. 1565. 30. Sopra il collo del cavallo era di velluto turchino una coperta, finita intorno di passamani d'oro. (V. anco § 2.) T. Benv. Cell. Vit. 3. 14. Con… animali e festoni diligentemente finiti.

T. Quadro finito in ogni sua parte. Canto, Esecuzione finita. = Baldin. Op. 10. 279. (Gh.) Che l'opere di questo… maestro riuscissero soverchiamente finite, secche, stentate, senza verità, e senza rilievo, e lontane dalla bella maniera. – Ma d'ord. ha senso buono.

Dell'artista stesso, sull'anal. di Accurato, e sim., che hanno forma di part. pass. e non sono. T. Memor. Bell. art. 2. 5. Abilissimo fu il Mazzola nel maneggio del pennello, vero nelle tinte locali, finito senza stento.

T. Stile finito. Può essere e lo stile e l'opera troppo finita, vedercisi la cura soverchia.

13. Dell'esito di pers. e cosa. T. Finito in prigione, in galera, in cattedra.

14. Da Finire, neut., per Morire, e pass., per Essere ucciso. T. Finito a colpi di lancia.

Nei seg. più espressam. come agg. [Camp.] G. Giud. XV. 84. Paris va a vedere Deifobo, che ancora non era finito; e, quand egli venne davanti a lui, sì spasima. = Buon. Tanc. 5. 2. (C) Se' tu finito? Se' tu morto affatto? [Val.] Pucc. Centil. 47. 83. L'imperadrice, infermata, e finita,… fu seppellita. T. Finito in pace (morto). = D. Purg. 3. (C) Oh ben finiti, oh già spiriti eletti (alle anime purganti, morte nella grazia di Dio).

15. † Quindi il modo avv. T. Boj. 3. 6. 20. Che dietro a Daniforte invelenita Lo vuol seguire a sua vita finita. Onde l'altro modo avv. Alla finita. V. FINITA S. f., § 2.

16. Per estens. di pers., a modo d'agg Finito, di chi è disperato di salute, vicino a morte. (C) – O di chi ha perduto il vigore. [Ner.] C. pop. Egli è finito.

Di chi è rifinito, stanco. (C)

Chi si trova in condizione di estrema angoscia di qualsia gen. T. Gli è un uomo finito; Una casa, Un governo finito. Rim. burl. 120. Addio mondo, ora sì noi siam finiti. – Quindi e agg. e part. Flor. Cartagine finita, vinta e distrutta.

17. Più propriam. in questo senso, di cose. T. È affare finito può voler dire Non ci si pensi, Non se ne parli più; e può: Non c'è riparo più nè speranza. In questo secondo col femm., per ell. È finita, ha uso più fam., e senso men buono di È finito. Di spettacolo, d'accademia, di funzione, a chi ci va quand'è terminato: È finito. Di cosa a cui non ci sia riparo: È finita. – È finita, ell. fam. di disperazione, o vera o affettata; Non ci è più rimedio. Anche: È finita per me. Il femm. dá la cosa più per ispacciata, con senso di disperazione, di diffidenza o di biasimo. – Di qualunque siasi atto o opera, quando ha fine: È finito. Il primo modo anche a mezzo d'un'opera, o al cominciare o al principio, può cadere. Dal preambolo del discorso ho detto fra me: È finita. – Il discorso è finito; ma la non andrà finita così. – Tutto è finito suona sovente disperazione o dolore d'esito finale tristo.

T. Di cosa della quale non ci sia da dubitare, o della qual vogliasi troncare il discorso: È finita. – V'ho detto in breve quel ch'io intendevo: è finita.

T. Non è finita, s'è detto nel v., ch'è un continuare la serie, segnatam, di cose moleste, o ridevoli. – Non è finito porta meglio il senso gen.

18. T. Per enf. fam. e nel senso di Finita not. nel § preced., e in gen. di cosa finita di fare. Anche masc. È fatto e finito. – Altro modo enf. e fam. Bell'e finito, un lavoro, un atto, o serie d'atti, qualsiasi.

Fam. di morto o di disperato. T. Gli è bell'e finito. = E fem. Bern. Orl. 55. 35. (Gh.) Diede pe 'l capo molto argento ed oro A quel Gambone (lo guadagnò a' proprii fini), e fu bella e finita.

Modo di troncare bruscamente. [M.F.] Fag. Rim. II. 315. Oh la partita va saldata. – Saldatela: io non n'ho Ora com'ora. Ell'è bell'e finita.

Fam. le due forme insieme. T. Per me l'è bell'e fatta e finita vale Sono spacciato, ovvero, Non ci ho più che vedere in quella tal cosa della quale è discorso.

19. Del fem., altro modo fam., e dell'operare e del dire. T. Farla finita dice finire in modo deliberato di cosa che sia molesta a noi o ad altri. = Malm. 6. 15. (Man.) Alfin ei si riscalda come un fuoco; Sì che non la farebbe mai finita. [Val.] Fag. Rim. 3. 316. Sicchè con voi la posson far finita. = Malm. 10. 38. (Man.) Gli è me' (meglio) troncargli qui il ragionamento… Però gli dice: Or via, falla finita. (Fanf.) Ora me ne vo, e la fo finita. T. Anche modo di brusca minaccia. So io come farla finita con cotesti ciarloni. (Fanf.) Sarebbe bene che da ora in là tu la facessi un po' finita con coteste seccature. – Il Con ha due sensi: riguarda o la cosa molesta o la pers.

T. Facciamola finita, Per farla finita; anco di concludere una enumerazione, del compendiare il molto in poco.

T. In altro senso: Io facevo la cosa finita vale Credevo, Giudicavo che finita fosse, o che fosse disperata.

[G.M.] Questo tempo, quando comincia a piovere, non la fa mai finita. (Quasi fig.)

20. Sost. segnatam. come contr. a Infinito. T. Scienza dei finiti.

Nel senso matem. e fis. [Gen.] Gal. M. loc. Dial. 1. Parmi che non solamente non si possa dire, un infinito esser maggiore a un altro infinito, ma nè anco ch'ei sia maggior d'un finito. Altri distingue l'infinito in quanto alla forma o svolgimento matematico, e in quanto alla entità numerica, e, nel primo senso soltanto; s'accorda col Galileo.
Navigazione
Parole in ordine alfabetico: finiste, finisti, finita, finite, finitezza, finitezze, finiti « finito » finitore, finitori, finitrice, finitrici, finitudine, finitudini, finitura
Parole di sei lettere: finita, finite, finiti « finito » finiva, finivi, finivo
Lista Aggettivi: finanziato, fine « finito » finlandese, fino
Vocabolario inverso (per trovare le rime): lenito, invelenito, incancrenito, insignito, incognito, incarognito, grugnito « finito (otinif) » definito, predefinito, ridefinito, indefinito, semifinito, rifinito, infinito
Indice parole che: iniziano con F, con FI, parole che iniziano con FIN, finiscono con O

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