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Informazioni utili online sulla parola italiana «recare», il significato, curiosità, coniugazione del verbo, sillabazione, frasi di esempio, definizioni da cruciverba, definizioni storiche, rime, dizionario inverso. Cosa vuol dire.


Recare

Verbo

Recare è un verbo della 1ª coniugazione. È un verbo regolare, transitivo. Ha come ausiliare avere. Il participio passato è recato. Il gerundio è recando. Il participio presente è recante. Vedi: coniugazione del verbo recare.

Parole Collegate

»» Sinonimi e contrari di recare (portare, consegnare, recapitare, arrecare, ...)

Utili Link

Significato su Dizionari ed Enciclopedie online
Hoepli | Sabatini Coletti | Treccani

Informazioni di base

La parola recare è formata da sei lettere, tre vocali e tre consonanti.
È una parola bifronte senza coda, la lettura all’inverso produce una parola di senso compiuto (racer). Divisione in sillabe: re-cà-re. È un trisillabo piano (accento sulla penultima sillaba).

Frasi e testi di esempio

»» Vedi anche la pagina frasi con recare per una lista di esempi.
Esempi d'uso
  • Utilizzare un elettrodomestico, senza leggere prima le istruzioni, può recare danni irreparabili.
  • Alessandra si è dovuta recare dal medico a causa di una tosse persistente.
  • Se ti devi recare al mercato prima di mezzogiorno, sbrigati perché è tardi.
Citazioni da opere letterarie
Una peccatrice di Giovanni Verga (1866): — Diffida sempre di quegli amori di cui ti si parla a lungo e sì leggermente: è segno certo che si vuol ridere alle tue spalle... Io l'amo come un bel personaggio da dramma o da romanzo, come un bel fiore... come una bella donna prima venuta insomma... che sa recare con grazia il velo sul cappellino e sollevare con disinvoltura lo strascico della veste... e nient'altro... In fede di che, se vuoi, andiamocene; sono le due meno dieci minuti, — aggiunse dopo aver consultato l'orologio.

Col fuoco non si scherza di Emilio De Marchi (1900): Il Bersi si offrì di partir per Torino con una lettera di Cresti per il dottor Dantelli, che avrebbe cercato di ricondurre con sè, non parendo il caso di perder tempo, sia per riparare subito al male se il male era riparabile, sia per recare al più presto a Ezio il conforto di una parola autorevole prima che la disperazione andasse alla testa del povero figliuolo.

Dialoghi tra il Gran Me e il piccolo me di Luigi Pirandello (1895): Ma ormai la nuova casa è tutta in ordine: il piccolo me, lasciando la sposa dopo gli accordi pe'l dì di domani, si è voluto recare a passarla in esame: e n'è rimasto contento. Ora il Gran Me, mettendo piede per l'ultima sera nel quartierino da scapolo, soffia per le nari un lunghissimo sospiro ed esclama:) – Finalmente!

Giochi di Parole

Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per recare
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione
Definizioni da Cruciverba in cui è presente
Cambi
Cambiando una lettera sola si possono ottenere le seguenti parole: recate, remare, secare.
Scarti
Scarti di lettere con resto non consecutivo: rare.
Zeppe (e aggiunte)
Aggiungendo una sola lettera si può avere: grecare.
Antipodi (con o senza cambio)
Spostando la prima lettera in fondo (eventualmente cambiandola) e invertendo il tutto si può avere: verace.
Parole con "recare"
Finiscono con "recare": grecare, arrecare, sprecare, deprecare, imprecare.
Parole contenute in "recare"
are, care, reca. Contenute all'inverso: ace, era, racer.
Incastri
Inserendo al suo interno pita si ha RECApitaRE; con cipro si ha REciproCARE.
Lucchetti
Scartando le parti in comune (in coda e poi in capo), "recare" si può ottenere dalle seguenti coppie: rebus/buscare, regio/giocare, remante/mantecare, remasti/masticare, rese/secare, recide/ideare, recai/ire, recata/tare.
Usando "recare" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * carema = rema; * carena = rena; * carene = rene; * careni = reni; bare * = bacare; bure * = bucare; * areata = recata; * areate = recate; * areati = recati; * areato = recato; * carenato = renato; * carestia = restia; * carestie = restie; sere * = secare; marre * = marcare; porre * = porcare; * rendo = recando; * evi = recarvi; * resse = recasse; * ressi = recassi; ...
Lucchetti Riflessi
Scartando le parti in comune (in coda e il riflesso in capo), "recare" si può ottenere dalle seguenti coppie: rese/escare, reseda/adescare, recedi/ideare, recido/odiare, recluda/adulare, recluse/esulare, recata/atre, recato/otre.
Usando "recare" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * erta = recata; * erte = recate; * erti = recati; * erto = recato.
Cerniere
Scartando le parti in comune (prima in capo e poi in coda), "recare" si può ottenere dalle seguenti coppie: mare/carema, nere/carene, areca/rea.
Usando "recare" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: carema * = mare; carene * = nere; * mare = carema; * nere = carene.
Lucchetti Alterni
Scartando le parti in comune (in coda oppure in capo), "recare" si può ottenere dalle seguenti coppie: reca/area, recata/areata, recate/areate, recati/areati, recato/areato, recai/rei, recando/rendo, recasse/resse, recassero/ressero, recassi/ressi, recaste/reste, recasti/resti, recate/rete, recati/reti, areca/are, arreca/arre.
Usando "recare" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: bacare * = bare; bucare * = bure; marcare * = marre; porcare * = porre; * buscare = rebus; * giocare = regio; arre * = arreca; fiaccare * = fiacre; indicare * = indire; * ideare = recide; sbarcare * = sbarre; barricare * = barrire; fornicare * = fornire; predicare * = predire; * tiè = recarti; * vie = recarvi; * masticare = remasti; intonacare * = intonare; supplicare * = supplire.
Sciarade incatenate
La parola "recare" si può ottenere (usando una volta sola la parte uguale) da: reca+are, reca+care.
Intarsi e sciarade alterne
Intrecciando le lettere di "recare" (*) con un'altra parola si può ottenere: pi * = precarie; arto * = arrecatore; pita * = precarietà; * voto = revocatore; fanti * = farneticare; * lutto = reclutatore.
Rotazioni
Slittando le lettere in egual modo si ha: comico.

Definizioni da Dizionari Storici

Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860
Condurre, Addurre, Recare, Arrecare, Portare, Trasportare - Condurre è portare con sè; servir di guida, d'introduttore, di moderatore. Portare val proprio portar sopra di sè; in braccio, in capo, in ispalla e simili. Recare è quasi condur per mano, passo passo, e accompagnare: il riflessivo recarsi in ispalla, in braccio, non è già portare ciò che si ha in braccio o in ispalla da un luogo all'altro, perchè allora trasportare è la voce propria, ma bensì prender da terra colle mani e mettersi in braccio, in ispalla o dove che sia sulla persona il tale oggetto. Arrecare e addurre, meno forse qualche volta in poesia, indicano meglio cosa che persona; e fra le cose, le immateriali o speculative meglio che materiali: l'a che hanno con sè dà loro naturalmente un indirizzo al terzo caso: si arreca, si adduce un argomento, si adduce una scusa, si arreca un danno, ma sempre a qualcheduno. Portare è avere il peso addosso; trasportare è portare la cosa da un luogo all'altro. Recarsi ad onore, ad onta, è credersi onorato, adontato da fatto o da parola altrui e che a noi si riferisca. [immagine]
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879
Recare - V. a. Condurre da luogo a luogo; ma si dice di quelle cose che si avvicinano dove noi siamo, o dove d'essere facciamo ragione. Germ Recchen; tedesco mod. Recken, Reichen; dal gotico Rakjan; Dare, Porgere. Altri ci vede affinità a Revocare. Bocc. Nov. 9. g. 5. (C) Io andrò per esso, e sì il ti recherò (parla d'un falcone). E nov. 2. g. 8. Non t'esca di mente di dir lor che mi rechin quelle gombine per li correggiati miei. E ivi: Ecco tu non mi credi ch'io te li rechi. E nov. 3. g. 8 E quivi scaricate le molte pietre, che recate avea, niquitoso corse verso la moglie. E nov. 9. g. 8. Ella allora soavemente si moverà, e recheravvene a noi. G. V. 9. 299. 1. Fecionsi abbattere le mura e le fortezze, e recossene la campana del Comune d'Artimino. Dant. Inf. 31. O tu (Anteo) che nella fortunata valle (d'Africa)… Recasti già mille lion per preda. Vit. SS. Pad. 1. 92. (M.) Prese quel corpo santissimo, e occultamente mettendosi a grande rischio, lo recò ad una terra di Palestina. Nov. ant. 73. 1. Quando furono maturi (i fichi) sì gliene portò una soma, credendo venire in sua grazia; ma quando li recò, la stagione era passata; che n'erano tanti che quasi si davano a' porci. Marc. Pol. Viag. 218. (Gh.) E con queste navi a queste provincie portano e recano grande (grandi) mercatanzie. E 296. E non crediate che li buoni diamanti si rechino di qua tra li Cristiani, anzi si portano al Gran Cane, ed agli altri Re e Baroni di quelle contrade. E 212. 313. Molti mercatanti vi vengono di Magi e d'Arabia e di Levante, e recano e portano mercatanzia con lor navi. E 329. D. Gio. Cell. Lett. 25. p. 57. ediz. fior. 1720. San Paolo dice: Niuna cosa recammo in questo mondo, e niuna cosa ne portiamo. Vit. SS. Pad. t. 1. p. 147. Li quali servono ai monaci portando e recando loro opere, e dispensando fra loro le cose necessarie.

2. Per Condurre, Menare una persona in un luogo. Vit. SS. Pad. 2. 23. (M.) E vedendo poi S. Macario lo garzone piangere, sì gli disse: or chi ti ci recò?

3. Ricondurre, Rimettere, Richiamare. Din. Comp. 2. 35. (M.) Voi guastate Firenze; fate l'ufficio nuovo comune; recate i confinati in città.

4. Si dice anche della Dote o Roba che la moglie porta in casa del marito. Bocc. Nov. 2. g. 8. (C) Se voi mi prestate cinque lire…, io ricoglierò dall'usurajo la gonnella mia del perso, e lo scaggiale dai dì delle feste, che io recai a marito. E nov. 10. g. 10. Comandatemi che io quella dote me ne porti, che io ci recai.

5. E per simil. Bocc. Nov. 10. g. 10. (C) In premio della mia verginità, ch'io ci recai e non ne la porto.

6. Parlandosi di vocaboli, vale Torre, Prendere. Segr. Fior. Dial. ling. 425. (M.) Quella lingua si chiama d'una patria, la qual converte i vocaboli ch'ella ha accattati da altri nell'uso suo, ed è sì potente, che i vocaboli accattati non la disordinano, ma la disordina loro, perchè quello ch'ella reca da altri, lo tira a sè in modo che par suo.

7. Detto d'ambasciate, e sim. Tass. Ger. 9. 94. (M.) Reca tu la risposta; io dilungarmi Quinci non vo', dove si trattan l'armi.

8. Riportare, Riferire. Per ell. Bocc. Nov. 9. g. 8. (C) Nè guari dopo queste novelle, gli recarono i dipintori. ch'egli era per ricevuto. (Qui a modo di n. ass.).

9. Apportare, Cagionare. Petr. Son. 102. part. I. (C) Non chi (Elena) recò con sua vaga bellezza In Grecia affanni, in Troja ultimi stridi.

10. Per Attribuire. Dant. Purg. 16. (M.) Voi che vivete, ogni cagion recate Pur suso al ciel, così come se tutto Movesse seco di necessitate. Coll. SS. Pad. 3. 16. 41. (Man.) Fia dunque sconcia e maledetta cosa recare a nostro ingegno alcuna cosa delle nostre opere, e non alla grazia e all'ajuto di Dio. Tass. Ger. 2. 51. (M.) Dunque suso a Macon recar mi giova Il miracolo dell'opra. E 16. 74. Tutto si rechi a lui ciò che d'indegno Fei per amore, e che farò per sdegno. E 1. 30. (Gh.) Se ben raccolgo le discordie e l'onte, Quasi a prova da voi fatte e patite,… Reco ad un'altra originaria fonte La cagion d'ogni indugio e d'ogni lite. [Tav.] Messag. Gran parte di quegli effetti, che il volgo reca a Demonii ed agli angioli, possono alla natura, come a sua cagione, ridursi.

Per Riferire interpretando. Vit. S. Franc. 156. (M.) Anzi recò quella visione a cose temporali (la spiegò, come se accennasse cose ecc.)

11. Procacciare, Acquistare. Giov. Gell. Vit. Alf. 183. (M.) Non molto di poi, essendosi disposto Cesare all'equità, e a quel che e' pensava che gli avesse a recar lode di generosa clemenza, impetrò lo Sforza da lui, pagandogli ottocentomila ducati, il principato paterno.

12. Per Disporre, Indurre. Bocc. Nov. 9. g. 2. (C) Io mi crederei in brieve spazio di tempo recarla a quello, che io ho già dell'altre recate. E nov. 10. g. 3. Perchè s'avvisò, come sotto spezie di servire a Dio lei dovesse recare a… G. V. 10. 203. Recando tutte le genti vicine, e ville d'intorno ad abitarla.

13. Per Ridurre. Cavalc. Med. cuor. 163. (C) Le tribulazioni son molte, ma possonsi comunemente recare e riferire a tre. Cron. Morell. 320. Colla forza nostra noi gli avremmo recati a quello, che non poteano più, e aveano perduto del loro contado alcune castella. Vit. SS. Pad. 2. 173. Un buon uomo aveva una sua possessione bella e fruttifera, e per negrigenzia la lasciava insalvatichire…, e dopo alcun tempo volendola recare allo stato di prima, disse:… Stor. Eur. 2. 47. Arrigo di Sassonia…, avendo lungamente guerreggiato con gli Schiavi suoi vicini, gli aveva recati a quello, che non potevano più mantenersi nè difendersi più da lui.

[Cont.] Ridurre il prezzo di una merce ad una data specie di moneta, ed anche il valore dell'un genere di merce al valore d'un'altra. Stat. Fior. Calim. Nis. 1341. 19. Per la diversità di molte e varie monete che si spendono e usano altramenti, potrebbe generare confusione a' comperatori, se 'l prezzo di detti panni non si recasse a una moneta che per tutti si intenda e cognosca;… questo vero costo colle dette spese recare e contare a fiorini d'oro, contando e mettendo il fiorino dell'oro soldi sedici di parigini. Ric. Fam. Sen. Arch. St. It. App. 20. 66. Recasi a quaranta e sei d. lo staio dell'orzo: monta in grano sette staia.

14. Fig. [Tor.] Car. En. 12. 182. Qual mugghia il toro allor che irato Si prepara a battaglia, e l'ira in cima Si reca delle corna: indi l'arruota A qualche tronco, e 'l tronco e l'aura in prima Ferendo, alto co' piè sparge la rena, E del futuro assalto i colpi impara.

15. Per Scemare o Accrescere di numero, secondo che porta il contesto. Non com. G. V. 11. 132. 4. (C) Noi ne sentimmo tanto in Ferrara, quando si recò il mercato a centottantamila. E num. 5. L'oste de' Pisani, ov'era a tre campi, si recarono ad uno (cioè, si riunirono). Cron. Vell. 106. (M.) Essendo per la mortalità del 1348 recate le 21 arte a 14, nel 1349 gli Albizzi… feciono fare ch'elle si recarono alle 21.

16. Per Ascrivere, e si dice delle persone, allorchè da un ordine si fanno passare a un altro. G. V. 9. 288. 1. (C) Si trassero… venticinque schiatte de' nobili di contado, e recârgli a popolo.

17. Altri modi in varie locuzioni.

† Recare a censo un popolo, vale Soggiogarlo, Assoggettarlo. Virg. En. 165. (Man.) E così i Latini e prossimani popoli, come le barbare e strane nazioni, o per amore o per forza, sotto il nostro romano impero tutti furono a censo recati.

18. Recare a concordia, vale Accordare. Cavalc. Esp. Simb. 1. 324. (Man.) Tu madre di Dio e dell'uomo; e però speriamo che li recherai a concordia.,

19. Recare a conforto, vale Confortare. Non com. Vit. SS. Pad. 1. 166. (M.) Non era niuna anima sì tribolata, e malinconica, e attediata, la quale in poche parole non recasse a conforto e a letizia; sì dolcemente, e sì graziosamente parlava.

20. Recare ad amaritudine, vale Amareggiare. Med. cuor. 60. (M.) Lo priego (altra lezione dice le preghe) di coloro che maledicon chi l'ha ingiuriato e recato ad amaritudine, saranno esaudite.

21. Recare ad effetto, vale Effettuare. Bocc. Nov. 2. g. 7. (C) Ad effetto recò il giovinil desiderio. E nov. 5. g. 9. Avvisando che se egli non recasse ad effetto il suo amore, prima che finito fosse il lavorío, mai più fatto non gli potesse venire.

22. Recare a' denti checchessia, vale Avvicinarlo a' denti per trarne pasto. Dant. Par. 4. (M.) Intra due cibi distanti e moventi D'un modo, prima si morría di fame Che liber'uomo l'un recasse a' denti. T. Ora porterebbe il Si. Se lo reca alla bocca, il cibo.

23. Recare a distruzione. (M.) Non com. V. § 36.

24. Recare ad ordine, vale Ordinare. Non com. Cavalc. Med. cuor. 2. (M.) Io da me niente, o poco ci metto, se non è in quanto raccolgo da questi libri, e reco a ordine di certi capitoli di diverse scritture e detti di Santi sopra la predetta materia. e recogli in volgare per utilità.

25. † Recare ad oro; lo stesso che Ridurre ad oro. (C) V. ORO, § 22.

26. † Recare a fastidio, vale Infastidire, Annojare. Amm. ant. 11. 6. 4. (M.) Se a colui che non può portar molte cose, le parole del conforto, ovvero dell'ammonimento noi lungamente stendiamo, a fastidio recheremo lo nostro uditore.

27. Recare a fine, a perfezione. ecc.; vagliono Dar fine, Finire, Terminare, Perfezionare. Guid G. (C) Priegano, che diano tutto l'ajuto e 'l consiglio ch'e' possono, per recare a fine sì gran fatto. Bocc. Vit. Dant. 225. Così grande, così escogitata impresa… in piccolo spazio avere al suo fine recata. Vit. SS. Pad. 2. 71. Come la gallina, se non persevera di covare l'uova, ma lievasene innanzi ad ora, non genera li pulcini; così lo monaco raffredderà, e non recherà a perfezione li buoni proponimenti, se si muta spesso di luogo a luogo. Cavalc. Med. cuor. 207. Le tentazioni recano l'uomo a grande perfezione e santità. [Val.] Pucc. Centil. 86. 14. E ben centocinquanta legni grossi, Ed altri molti fur recati a fine Col fuoco, e poi di subito fur mossi.

28. † Recare a fortezza, vale Fortificare, Render le forze. Cavalc. Med. cuor. 116. (M.) Crediamo che 'l medico ci rechi a fortezza, dandoci medicine, che ci fanno più deboli.

29. Recare a grazia, vale Ridurre in istato di grazia. Non com. Cavalc. Espos. Simb. 1. 287. (M.) Traggendolo alla colpa, e recandolo a grazia.

30. Recare a letizia, vale Rallegrare. Non com. Vit. SS. Pad. 1. 166. cit. nel § 19. (M.)

31. Recare alle proprie mani, vale Ridurre in potere. Dant. Purg. 11. (M.) Quegli è, rispose, Provenzan Salvani, Ed è qui, perchè fu presuntuoso A recar Siena tutta alle sue mani.

[Laz.] Così per analog. Recare al proprio ingegno, significa Attribuire una cosa alla propria abilità. Coll. SS. PP. 3. 16. Fia dunque sconcia e maladetta cosa recare a nostro ingegno alcuna cosa delle nostre opere, e non alla grazia e all'ajuto di Dio.

32. Recare al pubblico, vale Pubblicare. T. Piuttosto in pubblico, In palese. = Vit. SS. Pad. 1. 169. (M.) Volendo Iddio la sua santità in esempio di molti recare al pubblico, mandògli l'Angelo suo, lo quale gli disse:…

33. Recare a luce, vale Palesare, Manifestare. T. Piuttosto In luce, Alla luce. = Bocc. Lett. Pin. Ross. 276. (C) L'ambizione degli animi non temperati trovò le ricchezze, e recolle a luce, avendole come superflue nelle profondissime interiora della terra la natura nascoste.

34. Recare a memoria o a mente, vale Rammentare. Guidott. Rett. 27. (M.) Conclusione è la sesta parte della dicería, per la quale il dicitore reca a memoria degli uditori in poche parole ciò che spartamente ha detto di sopra. Oderig. Cred. Ricord. 66. (Man.) E più recando a memoria a chiunque leggerà questo ricordo che di sopra ho scritto, che d'ogni carta, o copia, o scritta, o quaderno di ch'io ho fatto menzione…, ho appresso di me.

35. Recare a morte, vale Uccidere. Non com. Bemb. Stor. 6. 84. (C) In quel medesimo ministero e cura recarono a morte se stessi.

36. Recare a niente, a nulla o Recare a distruzione, vagliono Annullare, Distruggere. G. V. 4. 19. 4. (C) Non dimorò Re, ma piuttosto Federigo, che a distruzione il recò. E 10. 7. 2. Tutti gli altri grandi baroni, e la Reina, e 'l figliuolo recati a niente. Med. cuor. 9. (M.) Egli nella loro città terrestra, vivendo nel mondo, recaro a nulla e disfecero la tua immagine. [Laz.] Coll. SS. PP. 3. 15. Non per recare a nulla lo studio nostro, o vero la fatica e lo ingegno, quasi come per niente o di soperchio, ma…

37. Recare a pace, vale Pacificare. Cron. Morell. 246. (C) Assai cose sconce di parole e di fatti fra loro limitava, e recava a pace e a concordia. Cavalc. Pungil. 63. (M.) Perfetto odio è, dice la Chiesa, odiare la colpa, e procurare di torla, e di recare li peccatori a pace con Dio. Vit. SS. Pad. 1. 144. Ogni briga che ho trovata, ho studiato di recare a pace e a concordia.

38. † Recare a palese, parlandosi di scritture, vale Pubblicarle, Darle fuori. (M.) V. PALESE, § 3.

39. † Recare a paura, vale Impaurire. Albert. cap. 44. (M.) E se tu gli metterai (i nemici) o recheràgli ad una gran paura, innanzi ch'e' vegnano in tua potestade, arditamente e senza timore corri loro iratamente dietro.

40. Recare a penitenza, vale Far sì che uno si penta. Vit. SS. Pad. 2. 119. (M.) Pregovi che.. preghiate Iddio sollecitamente per me, che mi perdoni, e rechimi a penitenzia. [Laz.] Coll. SS. PP. 17. 23. Li minacciasse della rovina secondamente che profeta del loro convertimento, a ciò che li recasse a salutevole penitenza.

41. Recare a salute, vale Salvare, Condurre alla felicità eterna. Arrigh. Prol. (Man.) Iddio pietoso, e benigno a salute rechi l'uno e l'altro (cioè il corpo e l'anima).

42. Recare a sè. Appropriarsi fig. Pucc. Centil. 8. 92. Recando il Fiorentin la 'ngiuria a sè, Vi cavalcò.

43. † Recare a sè uno, vale talora Riceverlo appo sè, Accoglierlo in propria casa, quasi conducendolo o portandolo seco. Vit. S. Gir. 194. (M.) Uno nipote ch'io ebbi… per pietà lo recai a me…, il quale io nutricai e allevai con tanta diligenzia, che quasi da molti era tenuto come mio figliuolo.

44. Recare a sè uno, vale anche Tirarlo dalla sua, Guadagnarselo. Non com. Piuttosto Recare dalla sua. Fr. Giord. Pr. (M.) Se avesse eletto uomini ricchi, potrebbe altri aver creduto, che per doni e pecunia avessero recata a sè la gente. Cron. Vell. 106. E sempre è ita più peggiorando…, ingegnandosi ciascheduno recare a sè Ghibellini e artefici minuti.

45. Recare a soggiogazione una città, una provincia, vale Soggiogarla, Soggettarla. Bus. 284. (M.) Propensossi a quella Città mandare a oste per seguire suo animo e intendimento, disiderando avere di quella, e recarla a sua soggiogazione.

46. † Recare a suo animo alcuno, vale Tirarlo dalla sua. Din. Comp. 3. 74. (M.) E così svolse molti degli avversari, e recò a suo animo.

47. Recare a via di salute, vale Convertire. Vit. SS. Pad. 2. 165. (M.) Ma ora la carità è raffreddata, e tutto il mondo è posto in mal fuoco, e ciascuno si sforza di non recare a via di salute il prossimo suo, ma di confonderlo.

48. Recare a vita, vale Risuscitare. Nov. ant. 56. (C) Per pianto, nè per lagrime non si può recare a vita il corpo morto.

49. Recare a volgare o, più com., in volgare vale Volgarizzare. Vit. SS. Pad. 1. 1. (C) Considerando io, che fra tutti i libri ch'io mai trovassi, quel libro divotissimo, che si chiama Vita patrum, contiene bellissimi esempli, ed eccellenti della perfetta vita de' santi antichi Padri…, hollo… recato in volgare. Vend. Crist. 83. Volendo a pitizione, e per divozionedi certe divote persone recare a volgare comune, e divoto e chiaro, lo divoto libro, degli Atti degli Apostoli. Vit. SS. Pad. 1. 2. (M.) Ho dunque recato in vulgare la sentenzia del libro, più chiaramente e più utilmente ch'io ho saputo e potuto. V. § 65.

Recare d'una lingua in un'altra, vale Traslatare, Tradurre. Morg. 19. 132. (C) Tradotto poi 'n arabica e 'n caldea, Poi fu recato in lingua sorïana. Ovid. Pist. 28. Questo libro recai di grammatica in volgar fiorentino a vostra istanza.

50. † Recare in cenere, vale Incenerire, Distruggere. Cavalc. Med. cuor. 129. (M.) Veggiamo che 'l fuoco materiale umilia, o abbassa, e reca in cenere ogni cosa.

51. Recare in o a contanti una cosa, vale Venderla con pagamento pronto, in moneta effettiva, Farne danaro, Convertirla in danaro effettivo. Non com. Franc. Sacch. nov. 157. (Man.) E ritrovandosi fra' rigattieri, poichè con esse (robe) ebbe fatto un pezzo la mostra, le recò a contanti.

52. † Recare in contrasto, vale Mettere in controversia. Salv. Avvert. 2. 1. 8. (M.) Il che non poche volte recar si suole in contrasto.

53. † Recare in desolazione, vale Desolare. M. V. 10. 46. (C) Percosse la Lombardia, e prima Como e Pavia, con tanta rovina, che quasi le recò in desolazione.

54. Recare in dubbio, vale Mettere in forse. Non com. Dep. Decam. proem. (M.) È nondimeno da alcuno recato in dubbio, e da altri non è creduto.

55. Recare in iscrittura, vale Mettere in carta, Scrivere. Bemb. Pros. 1. 3. (C) Quello (ragionamento) alla sua verità più somigliantemente, che io posso in iscrittura recandovi.

56. Recare in luce. (Man.) V. LUCE, § 19.

57. † Recare in mansuetudine, vale Mansuefare. Vit. S. Gio. Batt. 239. (M.) La ferocità delle bestie salvatiche recata in mansuetudine d'agnello. Vit. SS. Pad. 2. 381. Chi questo facesse…, meriterebbe di domare e recare in mansuetudine la natura de' bruti, e feroci animali.

58. Recare innanzi, per Rappresentare. Cavalc. Med. cuor. 233. (M.) Anche il diavolo ci reca, e pone innanzi pur lo bello, e lo reca dilettevole. Vit. S. Eufrag. 169. Dormendo Eufragia nel suo ciliccio, il nimico invidiatore d'ogni bene le recò innanzi quel suo marito senatore.

59. † Recare in opera, vale Effettuare. M. V. 6. 64. (M.) Già ogni cosa era recata in opera, per modo che era mossa la cavalleria, che doveva entrare nelle castella.

60. † Recare in oro una cosa, vale Venderla ritraendone il prezzo. (M.) V. ORO, § 21.

61. † Recare in parte, vale Far parte, Ammettere a parte. Borgh. Col. Rom. 364. (C) Furono privilegiati della cittadinanza romana, e recati in parte, e come membra aggregati al corpo di quella repubblica.

62. Recare in servitù, vale Far servo, Ridurre in ischiavítù. Non com. Cavalc. Med. cuor. (M.) Perocchè al tutto (l'ira) stempera l'uomo, e recalo in tanta servitù e debolezza, che non si può difendere, nè ajutare. E 187. Se siete savii, perchè volentieri sostenete quelli che vi recano in servitù, e pongonvi le collette e le gravezze?

63. † Recare in signoria, vale Ridurre in dominio, Impadronirsi. Fr. Jac. Cess. 2. 1. 15. (M.) Avendo recata in sua signoria la città di Cartagine.

64. † Recare in sul disperare o sul disperato, vale Far disperare. Cavalc. Med. cuor. 200. (M.) Hallo recato in sul dispevare. E Pungil. 114. Gli uomini tribulati… reca il detrattore in sul disperare con la sua maladetta lingua.

65. Recare in una, parlandosi di cose sparse, vale Riunirle insieme, Farne una sola di varie che erano. Non com. G. V. 1. 26. 2. (C) In prima era (la città di Roma)… con borghi, e villate e fortezze sparte, ma i detti la recaro in una a modo di città.

Recare in uno o in una, vale Accomunare. Bocc. Nov. 3. g. 4. (C) Dove voi vogliate recare le vostre ricchezze in uno, e me far terzo posseditore con voi insieme di quelle.

Recare in volgare o in vulgare. V. § 49.

66. Recare la cagione, vale Dare la colpa, Imputare. Borgh. Mon. 171. (M.) Questa considerazione non disajuterebbe punto chiunque volesse recarne, in tutto o in parte, la cagione alla povertà.

67. Recare la colpa a sè, vale Chiamarsi in colpa, Ritenersi colpevole. Vit. SS. Pad. 2. 26. (C) Questa è gran virtude e necessaria alla salute dell'anima, che l'animo rechi sempre la colpa a sè.

[Laz.] Usasi anche in forma recipr. nello stesso signif. Coll. SS. PP. 23. 7. Non ci rechiamo a colpa quando, dicendo salmi o orazioni, ci cade altro alla mente che quella orazione o salmo che noi diciamo.

[Laz.] E n. pass. colla prep. In. Coll. SS. PP. 16. 18. Quasi veramente come se appo Dio sonamente le parole fussono recate in colpa, e non la volontà.

68. Recare I'acqua al suo mulino. (M.) V. MULINO, § 3. Più com. Tirare.

69. Recare la mente alla ricordanza di cheecheessia, vale Ricordarsene. Coll. SS. Pad. 20. 6. 49. (Man.) Mi sforzo di recare la mente mia alla ricordanza de' miei peccati.

70. N. pass. Recarsi, vale Condursi, Andare da un luogo ad un altro. Amm. ant. 3. 9. 1. (M.) Reca'mi, secondo mio costume, a segreto luogo, per ridolermi di me (il lat. ha: secretum locum petii). Morg. 3. 74. L'abate a l'uscio per più loro angoscia S'era recato. Stor. Rin. Montalb. S'era recato in una via stretta, che avea da ogni parte grande siepaglia. Pecor. g. 21. n. 1. Sentendo i Senesi la venuta de' Cavalieri di Fiorenza, si levarno di là per recarsi in più salvo luogo. Ciriff. Calv. 4. 150. Con la sua gente recossi in fortezza, In sur un rilevato e bel poggetto. Lasc. Gelos. 5. 16. Alfonso, recatevi lontano un poco, e non vi applesate, se io non vi chiamo. Car. En. 3. 815. E, visto il cielo Sereno, e il mar sicuro, in su la poppa Recossi, e il segno dienne. E 5. 683. E ciò dicendo Recossi anzi al giovenco, e il duro cesto Gli vibrò tra le corna.

71. † Per Condursi, Esporsi. Cavalc. Stoltiz. 209. (C) Grande resistenza fa l'uomo per non perdere l'avere, ma maggiore per non perdere la persona, sicchè se ne reca (altro testo legge conducesene) l'uomo infino alla morte; e per non perder Dio e sè medesimo, non è chi resista alla tentazione quanto bisogna. E Espos. Simb. 1. 173. Gli avari fanno pessima ed asperrima vita, e sono sì legati da questo lor Dio denajo, che non pate il lor cuore di spenderlo; e di molti si trova, che si sono recati in su grandi pericoli e di disonore e di morte, per non fare contra questo lor Dio, cioè per non spenderlo.

72. † Recarsi, per Arrendersi coll'animo, Capacitarsi. Bocc. Lett. p. 26. Dove le ragioni predette non vi paressero bastevoli, recatevi almeno a questo, che quello che molti migliori di voi già soffersero, non sia vergogna a voi di soffrire.

73. Altri modi di vario significato in senso n. pass.

Recarsi a battaglia, vale Venire a battaglia. Non com. G. V. 11. 52. 1. (M.) Il Mastino non si volle recare a battaglia. Franc. Sacch. nov. 13. Come Dio volle la gente si recò a battaglia, dove li Sanesi furono sconfitti.

74. † Recarsi a bontà, vale Reputar cosa buona. Tac. Dav. an. 12. 52. (Man.) Cesare si recava a bontà perdonare allora anche al figliuolo del suo nimico.

75. † Recarsi a contrario alcuno, vale Reputarselo nemico, Averlo per nemico. G. V. 6. 23. 1. (M.) Per la qual cosa lo Imperadore il si recò a contrario.

76. Recarsi a coscienza, vale Farsi scrupolo. (M.) V. COSCIENZA, § 31.

77. † Recarsi ad amaritudine, vale Prender dolore di una cosa. Cavalc. Med. cuor. 161. (M.) L'abbandonarono al tempo di tante tribolazioni; la qual cosa l'uom si reca a grande amaritudine.

78. † Recarsi ad amico alcuno, vale Amicarselo. Cronichett. d'Amar. 55. (M.) Rispuose il padre, che tutti i Romani uccidesse, o a tutti facesse cortesia, acciocchè o per morte gli vincesse, o ispegnesse, o per beneficio gli si recasse ad amici. G. V. 6. 45. 2. E perchè ciò gli venisse fatto, si recò ad amici, con istipendio e doni e promesse ed ufficii, i maggiori Baroni del regno.

79. † Recarsi ad animo una cosa, vale Averla per male. Pass. Parl. Scip. 304. (M.) Se nollo avetevi recato ad animo, o non vi pare grave, non ci ha altro di che dolere di noi ragionevolmente vi possiate. Albert. 159. Se per ventura io ti dirò alcuna cosa che ti dispiaccia, non te la recare ad animo, imperciocchè io dirò nel tuo onore, e nella tua utilità.

Recarsi ad animo una cosa, vale anche Prendersene affanno, e anche Darle peso. Giamb. Mis. Uom. 72. (C) Dee il cuore suo temperare, che non sia troppo corrente ad ira, nè che non si rechi ad animo tutte le parole che sono dette di lui, ma deesi infignere che non l'abbia udite, o di gittarlesi in beffe.

80. Recarsi addosso alcuna cosa, vale Addossarsela, Pigliarsene briga, o cura. Bocc. Nov. 6. g. 3. (C) Egli è lo stimol di Filippello, lo qual tu, con fargli risposte e dargli speranza, m'hai fatto recare addosso. (Qui fig.)

Recarsi addosso una colpa, o sim., vale Pigliarla sopra di sè, Farla propria. Fr. Giord. Pred. 300. (Man.) Perocchè s'avea recati addosso tutti i peccati delle genti.

81. † Recarsi a difetto una cosa, vale Reputarla o Attribuirla a propria mancanza. Tass. Ger. 6. 31. (M.) Onde si ferma, e d'ira e di dispetto Avvampa dentro, e fuor qual fiamma è rosso; Perchè ad onta si reca ed a difetto Ch'altri si sia primiero in giostra mosso.

82. † Recarsi a dire, vale Indursi a dire. Rucell. Tim. 5. 6. 307. (M.) Quegli che si vergognarono a proferire che il Mondo fosse Dio, recaronsi a dire ch'egli anima fosse del mondo.

83. † Recarsi a disdegno una cosa, vale Stimare, Riputare che una cosa sia fatta a proprio dispregio. G. V. 9. 211. 3. (Man.) Nel quale (oste) i Fiorentini il dì di S. Giovanni fecero correre il palio: onde i Milanesi il si recarono a grande disdegno.

Recarsi a dispetto, vale Riputare, che alcuna cosa sia fatta in proprio dispetto, ad onta. Cavalc. Att. Apost. 137. (M.) Poichè i Giudei l'ebbono udito insino a questa parola, recandosi a dispetto questo ch'egli dicea, cioè di mandarlo alle genti pagane a predicare,… E Pungil 87. Recandosi a gran dispetto d'esser così avuto a vile.

84. Recarsi a fare una cosa, vale Indursi a farla. Bocc. Nov. 9. g. 7. (C) Per partito avea preso, se ella a lui ritornasse, di fare altra risposta, e del tutto recarsi a compiacere… E ivi. Si recherebbe a farlo davanti agli occhi vostri. Vit. SS. Pad. 1. 247. (M.) Per amore di Cristo si era recato a quel modo di vivere. Vit. S. Gio. Gualb. 302. tit. Come molti cherici per lo suo esempro si recarono a correggere loro vita.

85. Recarsi a frutto, vale Reputar fruttuoso. Non com. Segner. Mann. Magg. 15. 5. (C) E pure tanta gente si reca a frutto maggiore operare secondo la carne, che non secondo lo spirito.

86. † Recarsi a gravezza checchessia, vale Adontarsi di checchessia. Introd. Virt. 263. (Man.) Elle si recherebbon fortemente a gravezza, e cesserebbonsi da te.

87. Recarsi a grazia, vale Tenersi in conto di grazia. Non com. Cavalc. Med. cuor. 179. (M.) Ci dobbiamo recar a grazia accompagnare Cristo, che fu ingiuriato…

88. Recarsi a ingiuria una cosa, vale Averla a male, Tenersene offeso. Stor. Ajolf. 1. 31. (Man.) Io voglio per amore della mia figliuola che ti vuole tutto il suo bene, che tu non ti rechi a 'ngiuria quello che in iscambio ti è stato fatto. [G.M.] Segner. Crist. Instr. 1. 7. Come, dunque, non dovrà un'anima recarsi anch'ella ad ingiuria che il demonio ardisca proporle.

[G.M.] Recarsi a oltraggio. Segner. Crist. Instr. 1. 7. Sarebbe quella signora rimasta confusa a sì sciocca istanza, e si sarebbe recato ad oltraggio sommo il veder mettere un suo marito a confronto, quanto più ingiusto, tanto più ignominioso.

89. Recarsi alcuno in un luogo, vale Condurlo, Menarlo seco a un luogo. Non com. Vit. SS. Pad. 2. 91. (M.) Volendo l'abate Arsenio da questo peccato rivocare, e liberare i frati da quella tribulazione, sì lo si recò alla cella, e dissegli…

90. † Recarsi al sicuro, vale Assicurarsi, Rendersi sicuro. M. V. 8. 33. (M.) I Perugini, per recarsi più al sicuro…, arsero il battifolle da Camuccia.

91. Recarsi a male, vale anche Aver a male. Bemb. Stor. 11. 156. (C) Ognuno s'avvedea che egli ciò a male, e a molestia si recava. V. MALE, § 62.

92. Recarsi a male, vale Reputar mala cosa. Non com. Bemb. Stor. 11. 154. (M.) A male recandosi adoperar l'arme contra quel dominio, nel quale nato, e cresciuto, trenta anni vivuto s'era.

93. Recarsi a mente, alla mente, a memoria, per la memoria, o sim., vagliono Rammentarsi, Ridursi a memoria. Mor. S. Greg. (C) Recatevi innanzi alla mente la battaglia delle persecuzioni. Coll. Ab. Isaac. cap. 17. Ella, quando ebbe il zelo della legge d'Iddio, in questa armatura vinse, recandosi a memoria le comandamenta del suo possessore, cioè lo Spirito Santo Bocc. Nov. 10. g. 3. A recarsi per la memoria la giovanezza e la bellezza di costei cominciò. Dant. Purg. 6. Qual va dinanzi, e qual di rietro il prende, E qual da lato gli si reca a mente. (Recarsi qui è come in senso att., e vale, dice il Cesari, Recar sè a mente ad alcuno). Pass. 38. Recandoci a mente quello che dice la Scrittura nel libro della Sapienza. Vir. S. Gio. Batt. 201. Ponevasi in alcuno prato a sedere, e inginocchiato, e recavasi alla memoria le cose ch'egli aveva lette di Dio.

94. † Recarsi a nimico vale Farsi nemico. Sen. Decl. 29. (M.) Ma tu come uomo senza ragione ti vuoi recare a nimico due figliuoli. Franc. Sacch nov. 189. S'accordarono per men vergogna di loro, e per non si recare a nimico Lorenzo. Borgh. Col. Lat. Era manifestamente uno irriargli, e recarsegli troppo a nemici.

95. Recarsi a noja, vale Prendere a noja, o in fastidio. Bocc. Nov. 5. g. 2. (C) Recatosi a noja il picchiare, il quale egli faceva…, cominciarono a dire. Stor. Mos. 14. (Man.) Allora lo Re lo si recò molto a noja, e a onta. Tac. Dav. ann. 15. 56. Nominò Pisone, e poi Seneca… per grazia di Nerone acquistare, che, recatolsi a noja, cercava con ogni arte opprimerlo.

96. Recarsi a ont, Tenere l'atto come onta fatta a sè. Stor. Mos. 14. cit. nel § preced. (Man.)

97. Recarsi a scorno una cosa, vale Reputarla a sè di scorno. Malm. 19. 35. (M.) Perchè 'l demonio si recasse a scorno, Che un uomo uso alle giostre e alle quintane, Con tal chiappolerie gli vada intorno… Ovver ch'e' fosse l'apparir del giorno… Sparisce affatto.

98. Recarsi a sè una cosa, vale Prenderla sapra di sè, Addossarsela. Fr. Giord. Pred. 119. (M.) Conosciuto che ebbe (la Vergine) il difetto di queste nozze, e veduto che la diritta via era questa, e che non potea altri che ella per lo figliuolo suo; però il si recò a sè, che vide che cadeva pure a lei.

99. Recarsi a sospetto alcuno, vale Diffidarne, Averlo per sospetto. Non com. Segn. Stor. 9. 252. (Man.) Piero Strozzi ed i fratelli che abitavano in Venezia,… furono licenziati di quella patria, essendoseli il Senato recati a sospetti.

100. † Recarsi a tiranno, vale Divenir tiranno. Ricord. Malesp. 146. (M.) E per questo lo 'mperio molto abbassò, chè i possenti Lombardi si recarono a tiranni. G. V. 2. 16. 1. E avvenne poi, che i possenti Lombardi, e Italiani non l'ubbidivano, ma si recarono a tiranni, e signoreggiavano a chi più poteva.

101. Recarsi a vergogna una cosa, vale Averla a sè per cosa vergognosa. Cavalac. Med. cuor. 225. (M.) E di questo poi seguitò che gli fratelli recandosi questo fatto a vergogna, con certo inganno uccisero il signore.. di quella terra.

102. Recarsi a villania, vale Aver per male. Non com. Vit. S. Franc. 160. (M.) Non si recò a villania neuna cosa che gli fosse fatta, o detta.

103. † Recarsi in altura, fig. Inorgoglirsi, Insuperbirsi. Car. Apol. 201. (M.) Forse perchè v'escono dal coderinzo quelle fila così sottili: perchè vi siete recato da voi stesso in altura.

104. † Recarsi in augurio una cosa, vale Prenderne cattivo augurio. Franc. Sacch. Nov. 48. (M.) Io credo che la fortuna, vedendo costui essere così obbioso, e recarsi così il ritoccamento de' morti in augurio, volesse aver diletto di lui per lo modo narrato.

105. † Recarsi in baja una cosa, vale Non curarla, Stimarla una baja. Dep. Decam. 79. (M.) Conosciamo che queste sono cose da recarsele in baja, e ridersene, se i giovani e i forestieri studiosi di questa lingua non ne rimanessero ingannati.

106. Recarsi in braccio, in mano, in grembo, o sim. vagliono Pigliare in braccio, ecc. Bocc. Nov. 8. g. 5. (C) Vit. S. Gio. Batt. 191. Lo 'nvolse in uno bellissimo panno bianco, e recosselo in grembo. E altrove: Portò quella santissima testa alla sua pessima madre; e quando ella la vide, senza misura si rallegrò, e recollasi in mano.

107. † Recarsi in burla una cosa, vale Non curarsi di una cosa. Cecch. Incant. 5. 9. (Man.) Pajonvi queste cose da recarsele in burla?

108. Recarsi in collo un bambino, vale Prenderlo di peso tra le proprie braccia. Bocc. Nov. 3. g. 7. (Man.) E recatoselo in collo disse: Comare, questi son vermini.

Recarsi in collo, parlandosi di cose, vale Prenderle e gittarsele sulle spalle, addosso. Bocc. Nov. 3. g. 5. (Man.) Recatosi suo sacco in collo, da lei si partì

109. Recarsi in contegno, vale Mettersi gravità, Mostrarsi altero. Non com. Car. Apol. 200. (M.) Che non vi recaste però in contegno che vi sia scritto da tanti, per rispondere alle vostre fanfaluche.

110. † Recarsi in dispetto alcuno, vale Guardarlo di mal occhio, Prenderlo in odio. Segr. Fior. Disc. 1. 39. (Man.) E perchè questa guerra era amministrata da un magistrato li dieci cittadini, che si chiamavano i dieci della guerra, l'universale cominciò a recarselo in dispetto, come quello che fosse cagione e della guerra, e delle spese di essa.

111. † Recarsi in gloria una cosa, vale Gloriarsene. M. V. 9. 44. (M.) Vestîrgli di scarlatto… e con quella molta pompa li mandarono a Siena, dove furono ricevuti con festa rilevatamente all'usanza Sanese, recandosi in grande gloria questa mandata.

112. Recarsi in guardia, vale Accomodarsi in positura di star guardato, e difendersi. Non com. M. V. 7. 61. (M.) I Castellani del castello di Rezzuolo s'intesero insieme, e recaronsi in guardia. Dav. Colt. c. 16. Come fa un esercito, che vedendo l'oste suo, recatosi in guardia, con aver le bagaglie abbandonate, non quello investe, ma dà addosso a quelle, e fanne suo bottino.

113. Recarsi in libertà, vale Farsi libero. Non com. Stor. Eur. 1. 42. (Man.) Recandosi in libertà (i Moravi), non solamente si ribellarono, uccidendo o cacciando gli Ungheri; ma passati nell'Unghería, se ne menarono di buone prede.

114. Recarsi in mano, fig. vale Ridurre in suo potere. (M.) V. MANO, § 316.

115. Recarsi innanzi, fig. vale Recarsi a memoria. S. Cat. Lett. 42. (M.) Pregovi per l'amore di Cristo, che vi rechiate innanzi la brevità del tempo. [Laz.] Coll. SS. PP. 18. 16. Rechiamoci innanzi l'esempio del beato Panunzio, nè non ci disfacciamo per lo rovinamento di colui, lo cui antico vizio dell'invidia eziandio accrebbe in peggio la disiderata religione.

Recarsi innanzi alcuno, vale Rappresentarselo alla mente. S. Gio. Grisost. 222. (C) Se tu se' rinchiuso in pregione, o se' in pericolo di crudele morte, recati innanzi Giovanni Battista col collo tagliato.

[Giust.] Om. Gre. II. Adunque, fratelli carissimi, recatevi la vita vostra dinanzi agli occhi della mente.

116. Recarsi in piedi, vale Rizzarsi, Levarsi in piedi. Non com. Car. Long. Sof. 86. (C) Egli recatosi in piedi di sotto un faggio, si cavò la zampogna del zaino, e fatto primieramente uno squillo, tutte le capre in un tratto colle teste levate stettero in orecchio.

117. Recarsi in qua. Tirarsi o Ritirarsi in qua. Non com. Lasc. Sibill. a. 5. s. 7. in Teat. com. fior. 4. 75. (Gh.) Rechiamci un po' in qua, ch'ella non mi vegga.

118. Recarsi in sulla persona, vale lo stesso che Recarsi sopra di sè. Car. Long. Sof. 48. (M.) Dinante… si recò primieramente in su la persona, e crollatosi e divincolatosi… si mosse saltando.

119. † Recarsi in sul disperato, vale Darsi alla disperazione. Vit. SS. Pad. 2. 148. (M.) Era stato tentato ben dieci anni… intantochè quegli s'aveva recato in sul disperato.

120. Recarsi in uso, vale Prender l'uso. Vit. SS. Pad. 1. 131. (M.) Hannosi recato in uso di venirci ogni anno.

121. Recarsi le mani al petto, vale Porsele. Bocc. Nov. 9. g. 8. (C) A modo che, se steste cortese, vi recate le mani al petto.

122. † Recarsi nell'animo, vale Stabilire, Fermare. Car. Lett. 2. 62. (M.) Credendo che ciò non importi più che tanto dal canto suo, ed avendosi recato nell'animo di non poter distornar questa grazia al Marchese di Leccacorvo, senza nota d'ingratitudine.

123. Recarsi nella mente, vale Ricordarsi. D. Gio. Cell. (Man.) Sempre ti reca nella mente ch'egli è un'altra vita sempiterna e eternale, o in bene o in male, che truova l'uomo alla morte.

124. Recarsi sopra di sè, vale Star sulla persona, senza ajuto od appoggio. Galat. 16. (C) Dee l'uomo recarsi sopra di sè e non appoggiarsi, nè aggravarsi addosso altrui.

Recarsi sopra di sè o in se stesso, fig., vale anche Raccorre il pensiero. Bocc. Nov. 3. g. 2. (C) In se stessa recatasi, quel che dovesse dire cominciò a pensare. Fir. Rag. 143. (M.) A che pensate, Madonna? e perchè così ad un tratto vi siete recata sopra di voi?

125. † Recarsi ubbía, vale Prendere ubbía. Franc. Sacch. nov. 148. (C) Per dilungarsi dal morto, e fuggire l'ubbia, che sempre si recava dei morti.

126. † Recarsi una cosa da uno, vale Riconoscerla da lui. Car. Lett. Tomit. 126. (Man.) Tutto questo mi reco dalla fortuna mia, dal poco mio merito…

127. Recarsi una cosa in buona o in cattiva parte, o sim., vale Stimarla o Prenderla in bene, o in male. Sen. Pist. 81. (C) Qualunque cosa gli avviene, egli la si reca in buona parte, e falla leggiere, non ricordandosi della ingiuria più volentieri, che del beneficio (il testo lat. benigne interpretari).

T. Senza il Si, che qui e altrove, vale Sibi; e non toglie a Recare il suo essere attivo. = Sen. Pist. 81. (C) Ancora il savio spregia le cose, che gli hanno nociuto, e non le dimentica per negligenza, ma per propria volontà, e non reca tutte le cose alla peggior parte (il testo lat. ha: vertere omnia in pejus).

128. Recarsi una ingiuria o sim. da uno, o Recarsela ass. Vagliono Riconoscerla, Pigliarla, Repuputarla fatta da lui. Non com. Bocc. Nov. 8. g. 7. (C) Checchè egli s'abbia di me detto, io non voglio che voi il vi rechiate, se non come da uno ubbriaco.

T. Per ell., vive in qualche parte d'It. Se n'è recato (offeso). = G. V. 6. 68. 1. (C) E recaronsi, che gli Aretini avesson loro rotta la pace.

129. Recarsi uno in sulle corna, Volg., e non com., vale Recarselo in urto, in dispetto, ecc. (M.) Vedi CORNO, § 38.

130. Recarsi verso alcuno, per Appressarglisi. Sacchett. nov. 48. (Gh.) E recandosi alla traversa (qui alla traversa vale rabbiosamente) con le gambe verso costui (il quale era con lui nel medesimo letto), e, poggiate le mani alla lettiera, trae a costui un gran pajo di calci.

[T.] Recare nel ling. parlato è oramai raro, ma non si può dire morto. E differisce da Portare in quanto Recasi l'oggetto a pers. o a luogo o ad altro oggetto; Portasi e a, cioè Verso quello, e da, cioè Via da quello. T. D. 2. 33. Voglio anche, e se non scritto, almen dipinto Che' l te ne porti (il mio detto) dentro a te, per quello (per quella ragione) Che si reca il bordon di palma cinto. Non si direbbe te ne rechi; ma l'uomo se ne porta seco da un luogo la cosa per altrove recarla. Prov. Tosc. 85. Diavol reca e diavol porta (quel che viene di mal acquisto, se ne va malamente). – Sopra abbiam visti es. con sim. distinz. Poi, Portare è sovente di cosa più grave; e di pers. dicesi più rado, e ha trasl. suoi proprii. Arrecare è ancora più raro di Recare; ma non pochi es. di quello, cadrebbero, più ravvivati, qui. Se il vocabolo viene da lingua germ., notabile che il Settentr. ci abbia recato il Recare, e no il Portar via.

II. T. Siccome Cecch. Comm. 2. 125. Arrecar lettere; piuttosto Recare.

T. Recasi cosa seco, e portandola addosso, e avendola in mano; Recasi, portandola anche altrimenti..

III. [Pol.] Bocc. Nov. 2. g. 2. Recò novelle al Marchese. T. Tass. Am. 3. 1. Alcun verrà, Che nuova di lui rechi. – Vi reco una buona notizia.

T. Recasi da nunzio, un ordine, un'imbasciata qualsiasi. Lanc. Eneid. 4. 235. Il divino interpetro, mandato da Jove, mi recò i comandamenti. (Jove missus… Interpres Divum fert horrida justa per auras).

IV. T. La notizia si può recare anche con una lettera. – Una lettera ce la reca.

Altra fig. [Pol.] Bocc. Nov. 3. g. 2. Venire a Firenze, dove già la fama aveva la novella recata.

Ass. per ell. T. Che rechi tu? – Che reca la lettera? – Ecco quel che mi recano.

Altra fig. T. Arrigh. 1. La mala state recò la febbre. (D. 1. 10. Quel che il tempo seco adduce).

V. Senso soc.; come il lat. Ferre e Afferre. T. Rucell. Or. Lett. Cic. Volg. 112. Questo accoppiamento di podestà e sapienza poter arrecare la totale salute al buon governo della città. Meglio Recare. Così nel seg. Segn. Stor. 14. 372. Vittoria che arreca un gran trionfo.

T. Recare incomodi. – Forma di cerimonia: Se non Le reco incomodo, anche con una visita. Cerimonia delle più vere e veridiche. – Se non Le reca incomodo (la cosa della quale io La prego).

T. Pers. o cosa reca disturbo non solam. a pers., ma a faccende altresì.

T. Se mi aveva a recare discapito. – Recare nocumento. – Molestia, Offesa, Ingiuria, Onta.

T. Siccome Tac. Dav. Ann. 5. 6. Arrecare vergogna a sè; così, e meglio, Recarla a sè, Esserne cagione a se stesso. Altro dal Recarsi una cosa a vergogna, Tenerla per vergognosa, Offendente l'onore.

VI. Sentimenti. T. Firenz. Op. 1. 249. Arrecar dispiaceri. – Recar dolore. – Sollievo, Rimedio, Conforto. Dispiacere e dolore reca anche cosa quasi personif.; il Sollievo e il rimedio, da pers. segnatam.

T. Non reca maraviglia. – Non vi rechi maraviglia se… (segnatam. di cosa). Men bene. Serd. Gal. marz. ded. Arrecare stupore.

VII. Dell'opera; giacchè l'idea d'azione porta immagini di moto. [Pol.] Bocc. Nov. 8. g. 2. Se tu non trovi che io a ciò sia sollecita e ad effetto tal rechi, abbimi per la più crudel madre. T. Dicesi anche Recare in atto ch'è più piena azione del Recare ad atto. Rende l'Attuare che altri dice Attivare men bene, o, peggio, Realizzare.

T. Può essere anche opera tutta interiore. Recare la facoltà dello spirito, di potenza in atto.

VIII. T. Recare altri a tale o tale atto o risoluzione, Persuadervelo, Indurvelo. Bocc. Vis. 18. Alla sua volontate Con preghi e con promesse l'arrecava (Qui Portava non ha luogo di certo, come neanco nel num. preced.). [Pol.] Bocc. Nov. 8. g. 3. Come molto avveduto, recò a tanto Ferondo, che nel giardino veniva alcuna volta.

Col Si, di che poi. [Pol.] Bocc. Nov. 10. g. 10. I valentuomini risposero ch'eran contenti, sol che esso si recasse a prender moglie.

T. Siccome Fortig. Ricciard. 24. 23. Fu di buona pasta, E a creder mal di rado s'arrecava; più vivo sarebbe Recarsi a credere. – Non mi recherò mai a consentire.

IX. Dello stato esteriore e della condizione. [Pol.] Bocc. Nov. 7. g. 10. Di lui mi s'accese un fuoco nell'anima, che al partito m'ha recata che tu mi vedi. E nov. 8. g. 2. Lo stato povero, nel quale la fortuna gli aveva recati. T. Recato a mal partito, In trista condizione. [Pol.] Bocc. Nov. 2. g. 4. Le cui vituperose opere a tanto il recarono, che non era in Imola chi gli credesse.

X. Altro modo fig., ma che tiene del pr. T. D. 1. 27. Se tu pur mo (dianzi) in questo mondo cieco (inferno) Caduto se' di quella dolce terra Latina onde mia colpa tutta reco; Dimmi se i Romagnuoli han pace o guerra: Ch'io fui de' monti là intra Urbino E 'l giogo di che Tever si disserra. Così potrebbesi: Reca nel santuario i pensieri del mondo; Reca nel solitario ritiro della vecchiezza la colpa e la pena della giovanezza dissipata.

XI. Aff. a Attribuire, Imputare, nel senso del lat. Referre. [Cors.] Tass. Dial. 1. 79. Non recherebbe la colpa alla malagevolezza dell'azione, ma al difetto della volontà. E 25. Non tanto alla difficoltà del negozio trattato, quanto al difetto della vostra volontà, recherebbe.

Simile. [Cors.] Bart. Grand. Crist. 14. T. 1. p. 370. Non recarsi a colpa nè a pericolo di presunzione il dire francamente a Dio: Mio Dio.

XII. T. Senso intell. aff. a Riferire. Io reco questo vocabolo a tale o tale radice. – Reco il verbo, che rimane alquanto remoto, al nome il qual precede alla interposta parentesi.

T. E quasi personif. L'aggettivo che par concernere un solo de' precedenti due nomi, a entrambi si reca.

XIII. T. Altro senso intell. aff. al fig. di Richiamare; e D. 3. 11. ha pur Rivocare alla mente; e 23. Riducersi a mente, quasi Ricondurre dinanzi al pensiero. [Pol.] Bocc. Nov. 4. g. 9. La qual cosa una a sè contraria nella mente me n'ha recata. T. D. 1. 6. Ma quando tu sarai nel dolce mondo, Pregoti che alla mente altrui mi rechi (rammenti il mio nome).

T. D. 1. 11. Se tu ti rechi a mente Lo Genesis. Ivi: Se tu riguardi ben questa sentenza, E rechiti alla mente chi son quelli Che su di fuor (della città di Dite) sostengon penitenza (sono puniti); Tu vedrai ben… E 18. E non pur io qui piango, Bolognese; Anzi n'è questo luogo tanto pieno… E se di ciò vuoi fede… Recati a mente il nostro avaro seno (l'avarizia che ci fa ministri delle altrui laidezze). [Pol.] Passav. 38. Recandoci a mente quello che dice la Scrittura nel libro della Sapienza. E 78. Il dì e la notte s'aveva recati alla mente i suoi peccati (Qui pare che valga Si teneva).

Ass. men com. [Pol.] Passav. 56. Recati a mente, e vedrai ch'è vero quello che io ti dico.

XIV. Altro senso intell. aff. al lat. Afferre, Adducere, e ai nostri Portare, Addurre; ma in questo signif. Recare è più eletto. T. Borghin. Disc. 18. Arrecare un luogo di S. Ambrogio. – Reca in favor suo passi di scrittori lodati.

T. Recare un documento, una prova, un esempio.

T. Autorità che reca gran luce in questo oscuro argomento; meglio di Arreca. Sagg. nat. esp. 217. Avere arrecato qualche gran lume nella filosofia magnetica. – Recare una interpretazione ingegnosa, Un'arguta variante; meglio che Arrecare. Gal. Dial. Nuov. Scienz. 2. 493. Arrecare una soluzione del problema.

XV. T. Concerne in parte il num. XII la locuz. Recare il senso d'una voce a tale o tale idea madre; ma più propriam. appartiene a qui, Recare dal proprio al traslato, che diventa aff. a Transferre. E aff. a Traslatare, Tradurre, quando diciamo Recare d'una in altra lingua.

XVI. Abbiam visto al num. IX un senso aff. al fig. di Ridurre; qui nel rispetto intell. [Pol.] Passav. 355. Recando in brieve la scienza e la dottrina de' sogni… è da sapere… Bocc. Nov. 2. g. 1. Recandoti le molte parole in una, io son del tutto disposto ad andarvi.

Del numero in gen. [Pol.] Med. Arb. cr. Sue operazioni (del frutto della Croce) si recano a novero di dodici.

XVII. T. Recarsi con la pers., per andare da luogo a luogo, sa meno d'esotico che Portarsi; sebbene anco in D. 2. 24. leggasi Ben mille passi e più ci portammo oltre, invece di Portâr oltre; e Se ferre avevano anco i Lat. Nell'att. oltrechè D. 1. 9. Cerbero… ne porta ancor pelato il mento, e Petr. cap. 1. Squarciati ne porto il petto e i panni, D. 2. 11. Portar il viso basso E 44. Porti gli occhi sciolti, e Petr. Son. 22. part. I. E gli occhi porto per fuggir intenti…; e più al caso nostro D. 2. 26. Donna è di sopra che m'acquista grazia Per che 'l mortal pel nostro mondo reco (vo per il purg. in anima e in corpo). Qui cade l'es. dell'Arrecarsi. Pulc. Morg. 13. 61. S'arrecò su bene in vetta (dell'albero). V. ARRECARE, segnatam. § 15. – Recarsi a' bagni.

XVIII. Ma più usit. nel ling. scritto in forma att. T. Fatt. En. 42. Prese il garzone ed arrecosselo in collo. Fior. S. Franc. 32. Per compassione sì lo levò, e arrecollosi in braccio. E nella forma più viva. Car. En. 1. Il bacia e 'n grembo lo si reca. Virg. Gremio fovet.

T. Recarsi la mano al mento, alla fronte; Recarsela al petto, in segno d'asseveranza o d'affetto o di compunzione.

T. Vas. V. Lion. Vinc. Lionardo, arrecatosi un giorno tra le mani questa rotella, veggendola torta, mal lavorata e goffa, la dirizzò. – Recarsi in mano, sarebbe più vivo.

XIX. T. Recarsi sopra sè, locuz. non affatto morta, e nel senso corp. Porsi e Tenersi sulla pers., diritto, segnatam. nella parte del capo e del petto. Nel fig. Raccogliersi nel pensiero per più direttam. vedere entro allo spirito proprio. [Pol.] Bocc. Nov. 9. g. 2. Filomena, sopra sè recatasi, disse. T. Locuz. sim. al Levarsi sopra sè. D. 3. 21.

XX. T. Importa discernere quando il Si corrisponda al Se, come nel preced., quando al Sibi lat., come Recarsi in grembo del num. XVIII. Il seg. è trasl, che può comprendere e la mente e l'anima, e il sentire e l'attendere e il giudicare. Recarsi a buon augurio, a buona fortuna. Car. Lett. 1. 243. Arrecandomi a ventura che si degni d'avermi in considerazione. E 239. Arrecandosi a lode una cosa sì brutta. Più com. Si reca ad onore.

T. Questo senso del Recarsi accenna all'attività del giudizio deliberato, come quello di Ducere per Estimare, Opinare, e del Mea fert opinio. Segnatam. nell'interpretare a male, e quindi nel risentirsi di cosa fatta o detta da altri, accade sovente che il detto o il fatto sia preso in mala parte, e quasi più tirato che recato, perchè l'uomo ha spesso smania di fingere ch'altri gli dia noia per poi darla a quello e ad altri più.
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