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Informazioni utili online sulla parola italiana «restare», il significato, curiosità, coniugazione del verbo, associazioni, sillabazione, frasi di esempio, definizioni da cruciverba, definizioni storiche, rime, dizionario inverso. Cosa vuol dire.


Restare

Verbo

Restare è un verbo della 1ª coniugazione. È un verbo regolare, intransitivo. Ha come ausiliare essere. Il participio passato è restato. Il gerundio è restando. Il participio presente è restante. Vedi: coniugazione del verbo restare.

Parole Collegate

»» Sinonimi e contrari di restare (stare, rimanere, fermarsi, sostare, ...)
Associate (la prima parola che viene a mente, su 100 persone)
rimanere (37%), andare (7%), partire (6%), fermarsi (6%), fermo (5%), fermi (5%), uniti (5%), casa (2%), piedi (2%). Vedi anche: Parole associate a restare.

Utili Link

Significato su Dizionari ed Enciclopedie online
Hoepli | Sabatini Coletti | Treccani

Liste a cui appartiene

Lista Verbi copulativi propriamente detti [Risultare, Stare « * » Rimanere, Diventare]

Informazioni di base

La parola restare è formata da sette lettere, tre vocali e quattro consonanti. Divisione in sillabe: re-stà-re. È un trisillabo piano (accento sulla penultima sillaba).

Frasi e testi di esempio

»» Vedi anche le pagine frasi con restare e canzoni con restare per una lista di esempi.
Esempi d'uso
  • Restare incantati a guardare il volo di un uccello.
  • Vorrei restare tutta la vita in questo posto meraviglioso.
  • Un gregge potrà restare in uno stesso luogo finché avrà erba da brucare.
Citazioni da opere letterarie
Le otto montagne di Paolo Cognetti (2016): Le trote muovevano la coda di quel che bastava per restare immobili. Avrei voluto sapere che cosa cacciavano. Forse i moscerini che vedevo volteggiare sul pelo dell'acqua e restarne come intrappolati. Osservai per un po' la scena cercando di capirla meglio, prima che Bruno se ne stufasse di colpo: balzò in piedi e agitò le braccia e all'istante le trote sfrecciarono via.

Concorso per referendario al Consiglio di Stato di Luigi Pirandello (1902): Pompeo Lagùmina non sapeva più di che si parlasse; voleva ripensare a quel che aveva detto, e non ci riusciva. Disperazione! La sua intelligenza era proprio così a lampi. Era capace, in certi momenti, di restare come un allocco davanti a un ragazzino; e, in certi altri, di stordire il mondo.

Il deserto dei tartari di Dino Buzzati (1940): Pochi ne parlavano nella Fortezza, come di cosa senza importanza che non li poteva riguardare. Troppo vicina era la delusione per la guerra mancata, benché nessuno mai avesse avuto il coraggio di confessarlo. E troppo fresca la mortificazione di veder partire i compagni, di restare pochi e dimenticati a custodire le inutili mura. La riduzione del presidio aveva dimostrato ben chiaramente che lo Stato Maggiore non dava più importanza alla Fortezza Bastiani. Le illusioni una volta così facili e desiderate, ora si respingevano con rabbia. Simeoni, per non essere beffeggiato, preferiva tacere.
Espressioni e Modi di Dire
  • Restare con un pugno di mosche
  • Restare di sasso
  • Restare di sale
  • Restare con un palmo di naso

Giochi di Parole

Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per restare
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione
Definizioni da Cruciverba in cui è presente
»» Vedi tutte le definizioni
Cambi
Cambiando una lettera sola si possono ottenere le seguenti parole: destare, mestare, pestare, restate, ristare, testare.
Cambiando entrambi gli estremi della parola si può avere: sestari.
Scarti
Scarti di lettere con resto non consecutivo: reste, resa, rese, rete, rare.
Zeppe (e aggiunte)
Aggiungendo una sola lettera si possono ottenere le parole: prestare, restarne.
Parole con "restare"
Finiscono con "restare": prestare, arrestare, apprestare, imprestare, riprestare, riforestare.
Parole contenute in "restare"
are, est, sta, tar, star, tare, resta, stare. Contenute all'inverso: era.
Incastri
Si può ottenere da rare e est (RestARE); da rese e tar (REStarE); da ree e star (REstarE).
Inserendo al suo interno usci si ha RESusciTARE.
Lucchetti
Scartando le parti in comune (in coda e poi in capo), "restare" si può ottenere dalle seguenti coppie: recata/catastare, reco/costare, reo/ostare, reso/sostare, rete/testare, respira/piratare, resta/tatare, restai/ire, restata/tare.
Usando "restare" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * staremo = remo; * starete = rete; bare * = bastare; core * = costare; dire * = distare; lire * = listare; mere * = mestare; pere * = pestare; * areata = restata; * areate = restate; * areati = restati; * areato = restato; tare * = tastare; * rendo = restando; * evi = restarvi; * resse = restasse; * ressi = restassi; * reste = restaste; * resti = restasti; spore * = spostare; ...
Lucchetti Riflessi
Scartando le parti in comune (in coda e il riflesso in capo), "restare" si può ottenere dalle seguenti coppie: restavo/ovattare, resterà/areare, restata/atre, restato/otre.
Usando "restare" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: taser * = tatare; * erta = restata; * erte = restate; * erti = restati; * erto = restato.
Cerniere
Scartando le parti in comune (prima in capo e poi in coda), "restare" si può ottenere dalle seguenti coppie: ire/starei, more/staremo, rare/starerà, remore/stareremo.
Usando "restare" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: staremo * = more; starerà * = rare; stareremo * = remore; * more = staremo; * rare = starerà; * remore = stareremo.
Lucchetti Alterni
Scartando le parti in comune (in coda oppure in capo), "restare" si può ottenere dalle seguenti coppie: resta/area, restata/areata, restate/areate, restati/areati, restato/areato, reste/aree, restai/rei, restando/rendo, restasse/resse, restassero/ressero, restassi/ressi, restaste/reste, restasti/resti, restate/rete, restati/reti, agresta/agre, arresta/arre.
Usando "restare" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: bastare * = bare; distare * = dire; listare * = lire; tastare * = tare; spostare * = spore; catastare * = catare; * catastare = recata; agre * = agresta; arre * = arresta; * piratare = respira; reso * = sostare; * vie = restarvi; * reste = stareste; * resti = staresti.
Sciarade incatenate
La parola "restare" si può ottenere (usando una volta sola la parte uguale) da: resta+are, resta+tare, resta+stare.
Intarsi e sciarade alterne
"restare" si può ottenere intrecciando le lettere delle seguenti coppie di parole: resa/tre.
Intrecciando le lettere di "restare" (*) con un'altra parola si può ottenere: * uro = restaurerò; * urei = restaurerei; pento * = presentatore; potati * = protestatarie.

Definizioni da Dizionari Storici

Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884
Rimanere, Restare - Rimanere è il Fermarsi per trattenersi più o meno lungo tempo. - «Mi piacque il paese e vi rimasi.» - Il verbo Restare ha pur sempre l'idea di poca permanenza e di continuare il moto. - «La pioggia restò ma quasi subito riprese.» - «Restai lì per mezz'ora, e poi continuai il viaggio.» - Lo stesso è nel senso morale: Restai stupefatto, può essere momentaneo; Ne rimasi proprio dolente, accenna a dolore che dura. [immagine]
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860
Cessare, Desistere, Restare, Finire, Compire, Tralasciare, Lasciare - Chi cessa dal fare, non continua; il motivo della cessazione può essere spontaneo, violento o accidentale: cessar dall'opera, cessar di vivere. Il desistere invece è atto deliberato, sia spontaneo, o stimolato da preghiera, minaccia, o timore: desistere dall'impresa. Restare è un cessare immediato. Finire è quel cessare che naturalmente sussegue al compimento dell'opera. Compire riguarda le circostanze minime dell'azione, le quali danno alla medesima quel lustro che la rende perfetta: la carità non è compita se si mostra impazienza, disgusto, superbia o freddezza nel farla. Tralasciare, nel senso di cessare, è cessare a metà; cessare dall'opera per non più ripigliarla, almeno se non cangiano le circostanze che ce l'hanno fatta tralasciare. Tralasciare vale anche lasciare addietro, dimenticare: come tralasciare una circostanza; e parte di questi sensi stanno implicitamente anche nel primo. Lasciare, da sè, non dice cessare, o alcun che di approssimativo; bisogna dire: lasciar di fare, di lavorare, lasciare a metà; lasciare vale piuttosto smettere, allontanarsi: lasciar la via battuta; lasciar la compagnia, lasciar il paese: può essere effetto di violenza; ma allora per farci cessare ci vien detto: «lasciate stare», o semplicemente: «lasciate», ma l'elissi è evidente. [immagine]
Restare, Rimanere, Ristare - Si resta sorpresi, sbalorditi; si rimane a letto, a tavola, in città, in villa: dunque il primo esprime azione passaggiera; il secondo, azione più durevole. Ristare è proprio fermarsi, cessare dal moto, star di nuovo fermi, perché il moto è cessazione dell'inerzia primitiva, stato naturale della materia; e l'uomo alla parte sua materiale troppo spesso obedisce. [immagine]
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879
Restare - V. n. ass. Rimanere, Avanzare. Bocc. Nov. 10. g. 7. (C) Nè altro alcun restandovi a dire, levatasi la corona di testa, sopra il capo la pose alla Lauretta. E nov. 10. g. 7. Restava solamente al Re di dover novellare. Bern. Orl. 9. 38. E, perchè insomma l'istoria vi scriva, In quel castel non resta anima viva. [Laz.] Mont. Il. 16. 416. Ma il navigio restò mezz'arso e monco. E 16. 1201. Breve corso a te pur resta di vita; Già t'incalza la Parca; e tu cadrai Sotto la destra dell'invitto Achille.

2. Quasi fig. di cosa da fare. Bocc. Nov. 8. g. 7. (C) Gran peso mi resta, s'io vorrò con una bella novella contentarvi. Segner. Mann. Ag. 26. 3. (M.) Paragónati anzi a que' santi, i quali hanno fatto per Dio tanto più di te; e vedrai quanto ti resta per arrivarli nella statura, o anche per assomigliarli. Ott. Com. Inf. 17. Resta di vedere se della pecunia proposta si può dimandare merito. Borgh. Orig. Fir. 200. 47. Resta di vedere ora che uomini fussero raccolti in questa colonia. [Cont.] Roseo, Agr. Her. 49. Le uve senza grani son molto eccellente per farle passe, e chi vorrà alcune di queste esperienzie deve far di una maniera molte piante, perchè se una andasse a male le altre restino.

3. [Cont.] Restare in terra. Dicesi di chi appartiene ad una nave che fa viaggio senza di esso. Tav. Amalfi, Arch. St. It. App. 8. 265. Se alcuno compagno restasse in terra, mandato ad utilità della colonna, lo quale non fosse per suo difetto che non potesse seguire lo viaggio, deve avere la sua parte del guadagno di tutto lo viaggio; e se per far li fatti soi restasse, senza commissione del patrone, deve perdere la parte a sè contingente.

4. (Aritm.) [Cont.] G. G. Mis. vista. Si deve moltiplicare AC per CF e duplicare il prodotto, e questo duplicato cavare dalla somma delli due quadrati de' numeri AC e CB, e quello che resta sarà eguale al quadrato del numero AB.

5. Restare indietro, vale Non progredire, Non avanzarsi, Non acquistare. Alam. Colt. 1. 2. (C) il barbaro guardian degli orti ameni Non resti indietro.

[Camp.] Per venire di conseguenza, Concludersi dalle ragionate cose. D. 2. 17. Resta, se dividendo bene stimo, Che 'l mal che s'ama è del prossimo…

[G.M.] Restare o Rimanere a piedi; Non arrivare in tempo alla carrozza, alla vettura che doveva condurci in qualche luogo. Son arrivato mezz'ora più tardi dell'ora fissata; la diligenza era partita; ed io son restato a piedi.

Fig. [G.M.] Restare o Rimanere da piede, o da piedi; Rimaner escluso, Non aver parte a qualche vantaggio o benefizio che altri abbiano conseguito. A tutti ha lasciato qualcosa per ricordo; io solo son restato da piede (fuori, come chi, venendo ultimo, non fu a tempo).

6. Per Cessare. Bocc. Nov. 7. g. 5. (C) Or volesse Iddio che mai, dovendo io stare come io sto, questa grandine non restasse. Dant. Par. 28. E poichè le parole sue restaro, Non altrimenti ferro disfavilla, Che bolle, come i cerchi sfavillaro. Sagg. nat. esp. 110. Sì la pioggia…, come il bollore… restarono immantinente. [Tor.] Rondin. Descr. Cont. 12. Venuta in Costantinopoli (la peste) e in capo a tre mesi ordinato di fare a' due di febbraio la festa della Purificazione, in un subito restò. [Camp.] Poes. an. anon. II. Piangendo con coloro Che piangon sempre, senza restar mai. D. 1. 25. E la lingua, che aveva unita e presta, Prima a parlar, si fende, e la forcuta Nell'altro si richiude; e 'l fumo resta. – Non com. (1. 5.) La bufera infernal, che mai non resta, Mena gli spirti con la sua rapina.

E coll'ausiliario Avere. Non com. Lasc. Gelos. 8. 10. (M.) Credilo tu, Ciullo, ch'ella avesse restato? (di aver gli amanti).

7. [Camp.] In signif. di Sparire, Dileguarsi. D. 2. 29. Ma perchè 'l balenar, come vien, resta, E quel (lume), durando, più e più cresceva.

8. Per Rimanersi, Tralasciare. Cecc. Stiav. 2. 2. 3. (M.) S'e' la volesse vendere, non restar per danari: in casa saranno. Borgh. Orig. Fir. 157. Non vuole anch'egli… restar di guadagnarsi questa gloria con le colonie. E Vesc. Fior. 397. Non vo' restar di dire, che questi hanno ancor essi le loro difficoltà.

[G.M.] Col Da. Restare da una cosa; Cessare di farla, Lasciarla, Astenersene. Segner. Crist. instr. 1. 10. Chi da tanto vizio non sa restare per odio contro la colpa, restivi almeno per timor della pena. (Restarci, in questo senso, men com.).

9. Dicesi anche di cose morali per Rimanere. Guicc. Stor. 17. 48. (M.) Acciocchè a sè restasse facoltà libera di maritare la figliuola del re di Francia.

10. Per Convenire, Rimaner d'accordo. Lasc. Cen. 2. nov. 4. 79. (M.) E restati di quel che far dovevano, n'andarono alle faccende. [G.M.] Ivì: Noi restammo d'andare in su la mezz'ora. = E 83. (M.) E così molt'altre cose ragionato, restati unitamente di ritrovarsi la domenica sera in Santa Maria Novella, se n'uscirono fuori. Giambul. Bern. Contin. Cirif. Calv. l. 3. st 93. pag. 75. tergo, col. 2. (Gh.) Come fia notte uscirete di fore, provisti in punto di menar le mani,… Restiamo in questo; ed anco abbi rispetto,… Car. Daf. Rag. 4. pag. 83. Così sendo restati di fare, un'altra volta entrarono in casa. [Tor.] Dat. Lep. 22. Un gentiluomo una mattina sendo in Mercato nuovo, restò con un amico di mandarlo, subito arrivato a casa, per un fiasco di vino amarascato, e mandò…

11. Per Fermarsi. Dant. Inf. 27. (C) Perch'i' sia giunto forse alquanto tardo, Non t'incresca restare a parlar meco. E 34. Dinanzi mi si tolse, e fe' restarmi, Ecco Dite, dicendo. Petr. Son. 110. part. I. Deh, restate a veder qual è 'l mio male. E cap. 2. Com'uom che per terren dubbio cavalca, Che va restando ad ogni passo, e guarda. E cap. 12. Qual meraviglia ebb'io, quando restare Vidi in un piè colui, che mai non stette, Ma discorrendo suol tutto cangiare?

12. [Cont.] Ass. Sospendere i pagamenti, Far punto. Cart. Urb. Arch. St. It. IX. 309. Il banco chiamato del populo ha dato in questi giorni da dubitare: però oggi s'intende sia stato soccorso e cominci a pagare. Piaccia a Dio non resti! che sarebbe di gran danno, tanto per chi ha interessi seco, come per il discredito che causerebbe alli altri banchi.

Detto de' fiumi, vale Fermare il corso delle loro acque. Tass. Ger. 4. 8. (M.) Restò Cocito, e ne tremâr gli abissi, E in questi detti il gran rimbombo udissi.

13. [Cont.] Rimaner senz'altro muoversi nella forma presa. Mont. Dial. Vort. 219. Le tele si contorcono, ma di nuovo si spiegano, e solo i metalli ripiegati restano nella figura presa.

14. Restare, detto dello Scadere per eredità. Cecch. Servig. 1. 14. (M.) Non resta egli a te Ogni cosa?

15. [Val.] Stare, Trovarsi, Abitare. Crudel. Rim. 129. Non molto lungi dalla loro cella A man dritta restava un'ortolana [Cont.] Cr. B. Naut. med. I. 147. La guardia, o altri che scoprirà vascelli, subito nel miglior modo che potrà lo notificherà alla capitana, così il numero come per che vento restino.

[G.M.] La mia casa resta vicina alla vostra

16. Restare (in fine di lettera); modo di licenza. [Tor.] Red. L. 1. 11. E facendole umilissima reverenza resto…

17. † Restare att. Per Arrestare, Far fermare. Bell. Man. 104. (M.) Questa Serena (sirena) al suo cantar mi resta, Fin che mi mostra l'onda che mi fonda.

18. [G.M.] Restare o Rimanere a bocca aperta; Non saper che dire, che rispondere; e anche Non saper proseguire il discorso incominciato, perchè ti fallisca la memoria, o per altra cagione. Alla prima objezione che gli fecero, restò a bocca aperta. – Restò a bocca aperta a mezzo il discorso.

[G.M.] Vale anco Restare grandemente maravigliato, sorpreso. Quando vide quel quadro, restò a bocca aperta. – Si dice anco: Restare di stucco, e di sasso.

19. Altri modi. Restar addietro. Restar vinto al paragone. Minucc. in Not. Malm. v. 2. pag. 43. col. 2. in fine. (Gh.) Valerio Spada era un celebrissimo maestro di scrivere, uomo singolare, e non restava addietro a veruno nella galanteria del tratteggiare con velocità di mano, e frappeggiare, e far paesi co' la penna. [G.M.] Magal. Lett. fam. Venga un poco un altro a voler dire sentimenti amorosi con quelle moinerie che sa fare il Redi, e darà in ciampanelle, e gli resterà sempre un miglio addietro.

20. Restare al di sopra, vale Restar vincitore, Superare. Stor. Eur. 1. 3. (Man.) Ma trovando che gli rendeva sempre buon conto, anzi restava sempre al di sopra…, si risolvette pur finalmente… di chiamar in ajuto suo gli Ungheri.

21. Restare al di sotto. vale Perdere, Rimaner perdente. Varch. Stor. (Man.) Temendo di non restare al di sotto e perdente, quando per tutto l'aveva già la fama pubblicato per vincente e per glorioso.

22. Restare al fallimento (C) V. FALLIMENTO, § 5.

23. Restare alla memoria, vale Essere rimasto in ricordo. Guicc. Stor. 18. 75. (M.) Anzi è restato alla memoria che Domenico di Massimo ricchissimo sopra tutti i Romani offerse di prestare cento ducati.

24. † Restare a martello, vale Star forte alla prova. Car. Apol. 246. (M.) Ma che giova? Se già cominci a dire che non si lasciano andare, perchè son cose che non restano a martello, e che egli dirà, e farà gran cose. T. Meno inusit. sarebbe in o nella memoria.

25. Restare avere, o piuttosto a avere, vale Rimaner creditore. Ben. Cem. Varch. 6. 24. (C) In che modo sarà costui grato a coloro, a' quali non si può rendere tanto, e tanto ringraziarli, che sempre non restino avere?

26. [G.M.] Fam. Restare, o Rimaner brutto; scornato, deluso, scontento. Fag. Rim. Il traditor resterà brutto.

27. Restar capace di una cosa, vale Essere persuaso di quella. Bellin. Disc. 1. 96. (M.) Bisogna che vi contentiate anche, che io vi aggiunga quel tanto che è necessario, acciò restiate capaci di quanto ho detto nel nominar questi cibi. Gal. Sist. 131. Concedetemi, ch'io dica, che non intendo nè so queste cose che si trattano, e vedete pure di farmi restar capace de' problemi.

28. Restar chiaro, vale conoscersi evidentemente. Bellin. Disc. 1. 226. (M) Da questa vostra risposta e dall' evidenza del fatto, resta chiaro, che vi è modo nel mondo di far che una cosa cedente diventi non cedente.

29. Restare contento, maravigliato, morto, ecc., Esser contento, morto, ecc. Teseid. 5. 24. (C) E cominciaro a bere; E perchè non l'avevano a pagare, Senza ordine verun n'ebbe cioncato Tanto, ch'ognun restonne inebbriato. E Vis. 20. Restando sopra lui morta in quel buco. Filoc. 7. 379. Or non l'immagini fatte a dimostrazione delle lontane provincie, a' Romani suddite, tutte si ruppero? certo sì; nè restò nel mondo alcuno idolo intero. Albert. cap. 47, Prudenzia allora andando allo detto suo marito…, lo prega, che delle predette cose resti contento. Vit. SS. Pad. 2. 41. La quale lettera lo giudice avendo ricevuta, e letta, molto restò edificato della sua fermezza, e giustizia. Instr. Canc. 42. (M.) Stieno però vigilanti questi cancellieri…, procurando di restare informati d'ogni accidente. Red. Lett. 79. Le rendo grazie degli avvisi letterarii, e gliene resto obbligatissimo. Bellin. Disc. 1. 173. Fa quella gran forza che voi sentite, ed alla quale restate veramente maravigliati. Viv. Vit. Galil. 87. (M.) Subito ne intrapresero l'impressione, che restò terminata nel 1638

30. Restare con un palmo di naso, o con tanto di naso, vale Rimaner col danno e colle beffe di cosa sperata e non conseguita. (M.) [G.M.] Pros. Fior. Restavano spesso spesso con più d'un palmo di naso, e non toccava loro che le bucce e gli avanzaticci. Serdon. Prov. Restare con un palmo di naso; Non ottener l'intento. Fag. Commed. Lo farai restar con tanto di naso. Vedi NASO, § 24.

31. Restar d'accordo, vale Accordarsi. Bern. Rim. 1. 2. (C) Forse d'accordo resterem fra noi.

32. Restare da uno che una cosa non si faccia, vale dipendere da lui che non si faccia, Esser egli cagione che non si faccia. Varch. Stor. 5. 124. (M.) Convenne ancora… di pigliar per moglie…; con patto che da chi restasse di loro, fosse pubblicato pagare all'altro chi dice quattrocento, e chi cinquecento mila ducati d'oro. Gell. Err. 2. 3. S'ei non resta da voi, che non sappiate dire il bisogno vostro, ella è per ire benissimo. Car. Lett. ined. 1. 276. Avvertite di mandarlo con questa impressione, che da voi e dal Duca si desidera che 'l partito si conchiuda, e che voi ci farete ogni opera col Re, perchè conosca, che non seguendo, resta dal Re, e non da voi. T. Più sovente colla negazione.

Onde, Da me non resterà, o sim., vale Da me non procederà, Io ci farò il possibile. Cecch. Assiuol. 2. 7. (M.)

33. Restare in bianco, vale Non essere ricordato, Passare inosservato, Non essere notato, considerato, o sim fam. Cas. Rim. burl. 8. (M.) Voi che per informar piacete tanto, Che gli altri servidor restano in bianco, Dite qual cosa di quel mestier santo.

34. [Cont.] Restare in essere. Rimaner vivo o in buono stato. Roseo, Agr. Her. 37. In ciascuna fossa n'ha da piantare due che sieno di un medesimo vitame, acciò che fallendone uno resti l'altro in essere.

35. Restare indietro, parlandosi di piante, Non crescere. Magaz. Coltiv. tos. 44. (Gh.) Quando la mietitura è tarda, e passa S. Giovanni sarà sempre carestía; perciocchè la ricolta ha due nemici: uno, che la primavera è ita fredda e piovosa; l'altro, che il grano si strigne e si serra dal troppo caldo del mese di luglio, e restano indietro quelle spighe più corte rimaste, e le principali vengono serrate dal troppo caldo, magro e stretto il granello del grano.

36. Restare in nasso, che ora si dice Restare in asso, vale Restare abbandonato, senza ajuto, senza consiglio. Malm 1. 79. (C) A Celidora poi restata in asso…, Comandò che baciasse il chiavistello.

37. Restare in obbligo, vale Restare obbligato. Vinc. Mart. Lett. 75. (M.) In somma ne le resterò in obbligo.

38. [Cont.] Restare in perdita in qualche impresa di commercio o d'industria. Imp. St. nat. XV. 4. Perloche ordinò che se ne cuocesse gran quantità: ed in vero ne cavò oro eccellente ma poco a pari della spesa, onde restandone in perdita non fu mai più chi tentasse tale impresa.

39. Restare in piedi, oltre al proprio signif., vale fig. Non rimanere oppresso. Alam. Colt. 5. (C) Che fusse albergo di radici e d'erbe, Che soglion contro al gel restare in piede.

40. [Cont.] Restare in secco. Dicesi di un galleggiante cui manchi l'acqua e vada a posare sul fondo. Lupic. Disc. mil. esp. 13. Si ordinerà che sieno aperte del tutto le tre bocche, le quali avendo l'esito più basso che prima, non è dubbio che le zatte resteranno in secco con la sua piattaforma molto comoda per le batterie, e si scopriranno alcuni fondi della palude, che daranno qualche comodo alle batterie, che atterreranno la muraglia. E 18. Arrivate le macchine al luogo deputato, non faranno molta dimora che le acque coleranno; onde, restando in seno, non si potranno scorrere nè muovere in parte alcuna.

41. Restare in secco, vale lo stesso che Restare in nasso. Car. Lett. Farm. 1. 38. (M.) Parendogli molto cosa strana, oltre a non conseguir quella entrata, che il fratello resti con quell'abito in secco.

42. Restare per alcuno che avvenga, o si faccia una cosa, vale Non farsi da uno il possibile, perchè avvenga. Ar. Fur. 45. 30. (M.) Poi vede (Ruggiero è il nominativo) se per lui resta che moglie Sia di Leon, che l'obbligo non scioglie; Perchè ha promesso contra Bradamante Entrare in campo a singular battaglia; Non simulare, e farne sol sembiante, Sì che Leon di lui poco si vaglia. Varch. Stor. 3. 126. Non essere per lui restato, ma dal padre loro, che eglino liberati non fussono

43. Restare poco, o di poco che non avvenga checchessia, vale Esser vicino a seguir checchessia, Mancar poco della cagione perchè segua checchessia. Ar. Fur. 17. 125. (M.) La qual mi spiacque sì, che restò poco, Che per punir l'estrema sua viltade Non gli facessi allora allora un gioco, Che non toccasse più lance, nè spade. E 20. 130. Zerbin di questo tal vergona sente, Che non pur tinge di rossor la guancia, Ma restò poco di non farsi rosso Seco ogni pezzo d'arme che avea indosso. Segner. Mann. Apr. 14. 3. Di poco è restato che ancor tu non ci abiti.

44. Restare per una cosa che non avvenga, o non sia checchessia, vale non esser cagione una cosa che non avvenga, o sia checchessia. Cecch. Assiuol. 5. 6. (M) Andianne che tu l'empia (il ventre): acciocchè avendo tu a essere valente per questo non resti. Segr. Fior. Art. guerr. 1. 7. Non resta però per questo che noi, e qualunque altro che come noi lo conosceva, non possiamo far fede… delle sue lodevoli qualità.

45. Resti tra noi, o in noi, Resti in voi, o sim., dicesi quando Chi dice una cosa non vuole che si risappia da altri. Magal. Lett. fam. 1. 75. (Mann.) Or vuo' tu ch'io te la dica, eh? ma in confidenza vedi, e resti tra noi.

[T.] L'origine sua da Stare segna la diff. che può correre tra esso e Avanzare; giacchè questo, anche quando è più aff. a Restare, col suono denota un restare d'avanzo, di sopra più: nè delle minime parti che restano d'un tutto, inutili e informi, direbbesi propriamente che avanzano. T. Non ne resta che cenere. – Non ne resta che fumo. – Resta l'odore. – Resta un po' del sapore di prima.

T. Prov. Il più corto resta dappiede, corrisponde all'altro prov. Quel che manca, manca in fondo; vedesi il difetto non avvertito e l'abuso fatto; vedesi quando più non ne resta del bene da usare e fruire.

T. Resta tanta merce invenduta, tanta roba inutile. – Fuorch'una appigionata, le altre stanze mi restano tutte vuote.

II. Del tempo. T. Restano pochi giorni alla fine del mese. [Pol.] Montemagn. Son. 17. E di mia vita omai resta sì poco Che…

T. Di numero. Levando due da tre, quanto resta? E levando tre da due (come vorrebbero fare i gabellieri), che resta? – Della moneta barattata, quanti soldi vi restano. E della baratteria.

III. T. Di bene in gen. In Virg. Sinone: O che resta a me misero, che ne ho ormai luogo fra' Greci, e per sopra più chieggono il sangue mio i Dardanichi stessi? E Didone: A chi lasci me moribonda, ospite mio, poichè, del nome di consorte ormai, solo questo mi resta?

T. Quello di Seneca, Medea superest, il Corneille lo rende potentemente: Que te reste-t-il? Moi. – Dopo la presa d'Atene nella guerra greca di cinquant'anni fa, diceva un tale, disperato: Che resta? – Resta (risposi) la Grecia. Così potessimo dell'Italia, ora ch'è bell'e fatta: Resta!

IV. Senso soc. T. Tutta la famiglia resta a carico a me.

T. Restar debitore, creditore di tanto. – Io resto debitore di chi mi ha rubato. O ass. Io resto debitore.

T. Resta senza un soldo. – Restò erede della ricchezza e della vergogna.

V. Di cose da fare o da dire. Quanto ci resta di via (da fare)? – Ass. Quanto ci resta (del viaggio)? – Quanto vi resta a finire il lavoro? – Mi resta ancora a provare…

T. Coll'A dice, secondo il solito valore della particella, il dovere e la convenienza; col Da, la possibilità, la materia. Mi resta da desinare: ho di che. Mi resta a desinare: ho fatto quel che dovevo e volevo, ma debbo tuttavia desinare.

T. Senza partic. Ora non mi resta che desinare (ho fatto quel che avevo a far prima). – Uno scrittore faceto, rammentando a' suoi critici l'apologo del villano e dell'asino: Altro che portar l'asino, non resta: Montate su; chè proverò anche questa. – Non resta che rinvolgere la testa nel manto, e morire.

VI. T. Quindi l'uso impers. e intell. e pratico. Nelle conclusioni o nel riprendere l'enumerazione di più punti, diciamo: Resta che… Lat. aur. reliquum est. Arist. λείπειται. D. 2. 17. Resta, se procedendo benissimo, che il mal che si ama è del prossimo (aveva prima detto che l'uomo non può odiare se stesso nè Dio in quanto Dio).

T. Altro senso in quel d'Hor. Restat ut his ego me ipse regam solerque elementis. – Dopo predicato agli altri, resta ch'io apprenda a ben vivere io stesso. Il conte d'Elci al conte Alfieri, che stava comprando libri su un muricciolo: Resta ch'Ella si metta a leggere, finito di scrivere.

VII. T. Gli usi e i sensi di Restare e di Rimanere si scambiano; come nelle locuzioni Del resto o Del restante, e Del rimanente; ma in Rimanere si presenta più espressa l'idea dello stare più permanente; in Restare, la relazione ha un numero più compiuto, ha uno stato più intero. Negli scrittori più corretti e nel popolo la distinzione si fa meglio sentire assai volte. Il c. 8. dell'Inf. di D. ci offre ben cinque esempii di Rimanere: S'i' vegno, non rimango. – Con piangere e con lutto… ti rimani. – Sol si ritorni per la folle strada… tu qui rimarrai. – Quivi m'abbandona Lo dolce padre: i' mi rimango in forse. – Chiuser nel petto… Le porte al mio signor, che fuor rimase, E rivolsesi a me… – I moderni, segnatam. d'altre parti d'Italia, avrebbero qui, men bene, usato Restare, promiscuamente.

VIII. T. Nondimeno anche questo contrapponesi, salvo la dist. not., a idea di moto. Onde il motto attribuito a Dante (falsamente, cred'io) quando trattavasi di mandarlo ambasciatore: S'io vo, chi resta? e s'io resto, chi va? Il mal esito dell'ambasciata di Roma lo avrebbe di tal vanità gastigato duramente.

T. Restare a desinare con uno, a villeggiare, a crocchio. Prov. Tosc. 99. Chi resta in casa e manda fuor la moglie, Semina roba e disonor raccoglie.

T. Restare in un paese a breve o a lunga dimora. – Restare in una casa o negozio, a pigione, a fitto. – La casa dove devo restare io. – Restando qui (di casa).

T. Ass. Ci resta anche questi sei mesi. – Non so se resterà.

IX. T. Quasi fig. Salute a chi resta, dicesi non solo di chi se ne va, ma di chi muore, come nel prov. Chi è morto, giace; e chi campa, si dà pace. D. 2. 11. Quest'ultima preghiera, Signor caro, Già non facciam per noi, chè non bisogna, Ma per color che dietro a noi restaro (non c'indurre in cimento, le anime purganti).

T. Restare anche ass., di chi sopravvive; giacchè superstes ha la radic. medesima. Lipp. Malm. 4. 57. lo già, colle budella in un catino, Addio dicevo al mondo, addio chi resta.

X. T. Qui cade un modo vivo nel ling. fam. e che non si disconviene allo scritto. Siccome, nell'ndare di più persone o cose, l'una resta addietro, pur andando; ma molto più appare che resti allorchè non va più o non va nel medesimo verso dell'altra; così diciamo e che all'uomo corrente o al cavallo o alla nave tali o tali corpi correnti o moventisi comecchessia, restano al di sotto, a dritta, a sinistra; e per estens., che persone e cose le quali stan ferme, restano alle vicine o alle lontane collocate in tale o tale maniera. La ragione si è che, dicendo Quella pittura resta a sinistra di chi entra, alla destra della porta maggiore, la mente che concepisce in ogni cosa alcun che di vita e di moto, si figura non solo ne' raggi che rendono gli oggetti visibili, ma negli oggetti stessi, un correre verso l'occhio e quasi una gara tra loro per giungere a una meta. Per sim. fig. diciamo che La riva s'appressa, che fugge, che si dilegua; terraeque urbesque recedunt.

T. Quindi Restare usasi fam. per Stare, Essere collocato. Guardando in una carta geografica, o pur pensandola, senza averla sott'occhio, cerchiamo e domandiamo Dove sta Roma? Scaricalasino dove resta? – Quel gentiluomo, leggendo Udrallo il bel paese, domandava a sè: Dove resta il paese di Udrallo?

XI. T. Altra fig., accennante impressione corp. e mor. Restare contente, scontento; senza l'idea che uno rimanga e l'altro se ne vada, e senza che sia necessario che quegli di cui diciamo Restare, in un luogo resti fermo. Borgh. Orig. fior. Restandone satisfattissima la città tutta.

T. Segnatamente di sorpresa, maraviglia, stupore, o per altra simile scossa. Fortig. Ricciard. 18. 43. …Restò quel mammalucco Con gli occhi aperti, e il volto or bianco, or rosso.

T. In questo senso anche ass. Come è restato! Restò, Son restato; sebbene sia più frequente in Toscana e più elegante, Rimasi, È rimasto.

T. Similm. di danno patito, d'inganno teso, di burla che a taluno sia fatta, di cosa da non credere, che per semplicità egli si beva, diciamo E' ci è rimasto, E' ci è restato; ma il primo suona meglio.

XII. T. Un'altra fig., attenente a cose mor. e intell., si collega al senso not. nei primi paragrafi di questa append. Se le resta dubbio. – Gli resta un po' di veleno, un po' di ruggine. Se dicessimo È restato con un po' di stizza, Son restati con un po' di ruggine, intenderemmo un effetto che può prolungarsi in disposizione abituale; dove l'altro modo Gli resta dice un residuo che, dopo breve momento, può passar via.

XIII. T. Al senso più proprio, perchè ci si vede diretta l'idea di stare, appartiene la locuz. Restò sul colpo, sottint. morto, o quasi più. Qui più proprio che Rimase.

T. E anco senza l'idea di colpo per altrui mano, di morte subita o che paia subita, Restò lì stecchito, Restò lì freddo. O ass. Restò sulla via, restò lì.

T. Al senso del numero preced. e dei primi di quest'Append., ma non aliena da questa di cui ragioniamo, è la locuz. Restavo tanto debole, Resto tuttavia debole, accennando a malattia di cui restano gravi tracce. E in senso sim. Resta tuttavia sbalordito, Restò imbecillito insino alla morte.

T. Anco di cose. Quel vestito del fruscìo restò tutto sgualcito. Quel cappello, dallo sbertucciare, tutto macolato.

XIV. T. La promiscuità tra il Restare e il Rimanere, abbiam visto come si possa discernere; ma gli è men facile porre distinzione tra Restare e Ristare, che troviamo confusi nell'uso degli scrittori toscani: senonchè ci aiuta a determinare una differenza nel linguaggio più corretto il vivente uso toscano, come vedremo. Secondo l'orig. Ristare e Restare vale anco Fermarsi dall'andare; e il secondo de' due figuratamente vale Cessare da un atto, giacchè nell'atto è idea sempre di moto. Questo secondo senso rimane nella lingua viva; il primo è di libri, ma non si può dire che in lutto sia morto nè condannarlo a morire. I Latim avevano Restare, Restitare e Resistere in questo significato del fermarsi, nonchè dell'opporsi. Ma gioverebbe poter ritrovare costantemente la particella Ri serbata al fermarsi, la Re al cessare e allo smettere. E gioverebbe sempre scrivere con D. 1. 10. O Tosco, che per la città del fuoco, Vivo, ten' vai… Piacciati di ristare in questo loco (ove prega non che rimanga in Inf., ma che a parlare si fermi). E 2. 26. Venía gente col viso incontro a questa… Li veggio d'ogni parte farsi presta Ciascun'ombra, e baciarsi una con una, Senza ristar, contente a breve festa. Ma le due forme scambiansi.

T. All'idea del fermarsi appartiene il Prov. Tosc. 294. Molti ingegni fa restare, Gelosia dell'insegnare.

T. E fig. La brinata fa restare i castagni, e rovina la fioritura. Secondo il trasl. del muoversi delle piante, che rimettono a primavera.

T. Ma in senso di Fermarsi, la lingua ha Restarsi. D. 2. 5. Deh perchè vai, deh perchè non t'arresti? E 2. Pregai Che, per parlarmi, un poco s'arrestasse. E 1. 23. Prende il figlio, e fugge e non s'arresta. – C'è anco Sostare. D. 1. 16. Sòstati tu. E: Stare. E 1. 17. Temendo no 'l più star crucciasse Lui che di poco star m'avea ammonito, Tornàmi indietro… – Ma questi modi hanno diff. che sarebbero qui lunghe a spiegarsi. Per. es. quando diciamo Resta il dardo nella ferita, certo non si potrebbe Arrestarsi, nè Sostare, nè Stare.

XV. All'idea del cessare appartiene [Cors.] Segret. Fior. Cap. comp. Quello che fia primo a sostare di ciarlare, debba essere tanto stivato da tutti gli altri della Compagnia, che renda il conto perchè si è racchetato. † Dial. S. Greg. 2. 36. Per le quali parole Benedetto si restò e disse… Col Si non è punto com., ancorchè sia vivo Se ne sta e Si sta, pure in senso aff. a questo di smettere.

XVI. T. E delle cose. Avanti che il giorno resti, finisca; e D. 1. 25. Nostra novella si ristette (ristemmo dal parlare tra noi), E intendemmo pure ad essi poi.

XVII. T. Siccome nel senso di Restare per Cessare è un'idea di mancamento onde Cessare e Finire anche dicesi Venir meno; così Restare ha senso aff. a Mancare. Più com. oggidì nella locuz. negativa, a' cui esempii recati dal Voc. aggiungesi questo. [Pol.] Tolom. lett. 85. (Ven. 1554). Da lui non è mai restato di venire ad ogni ragionevole accordo (non mancò dal suo canto).

XVIII. T. Veduti gli usi varii del v., e spiegate della varietà le ragioni, sarà più agevole tener dietro alle forme gramm., e proporre come le si potrebbero determinare distinte secondo i sensi. In quel di Restare aff. a Rimanere e Avanzare, segue più chiaramente la legge solita de' verbi in Are. Ma nel senso di Cessare o Smettere, l'uso vivo alcune desin. richiede o comporta, altre no.

T. Nell'ind. pres. Quando resto di fare il lavoro, allora me ne sento più stanco. Quando tu resti di scrivere, e io ripiglio. Mai di brontolare non resto.

T. Nell'imperf. Restava secondo le solite analogie. Nel perf. pass. Restai co' seguenti, non appartiene a quest'accezione, e nel ling scritt. direbbesi Ristetti: senonchè mal suonerebbe Ristesti e Risteste; nella terza persona meglío Ristette che Ristè; e sempre Ristettero, non Ristero. Ma D. 3. 28. Come le parole sue restano; che non diremmo adesso.

T. La forma del pass. pross. rimane viva. È restato il romore, È restata la pioggia. E ass. Oggi non è restato punto (di piovere).

T. Non il fut. Resterò in questo senso, perchè farebbe ambiguità; ma Ristarò negli scritti. Nè nella seconda dell'imperat. Resta, Restate, che suonerebbero ambigui; nè evidenti Resti e Restino nella terza.

T. Piuttosto nel sogg. Ch'io non resti di fare il bene, Che tu non resti d'orare; Mi duole ch'ella non resti di pur dolersi. Il pl. sarebbe forse meno evidente. Ma nel sogg. pass. ritorna il detto dell'indicativo, cioè che il ling. scritto porterebbe Ristessi, Ristessimo, Ristesse, Ristessero, cansando il pl. Risteste della pers. seconda. Per la stessa ragione nel sogg. condiz. Ristarei co' seguenti, meglio che Resterei.

T. La forma del part. in questo senso sarebbe Restato. Restato il temporale, il tumulto; in Toscana sarebbe chiaro.

T. Quando poi, Restare vale negli scrittori Fermarsi, aff. a Arrestarsi, sarebbe da serbargli la forma Restare negli scritti, giacchè parlata non è. E svolgerebbesi in questo modo: Ristò, Ristai. D. 1. 4. Io rimango sol, se non ristai. Ristà coll'accento, Ristate, Ristanno, segnatam. se accompagnato col Ri, ma anche senza. D. 2. 22. Siccome i pellegrin' pensosi fanno Giungendo per cammin gente non nota, Che si volgono ad essa, e non ristanno. – Ristiamo e nell'ind. e in altri modi non ben suonerebbe.

T. Nell'imperf. Ristava e i segg. Nel perf. pass. Ristette. D. 1. 12. Vedendoci calar, ciascun ristette. E 16. Ricominciâr, come noi ristemmo, ei L'antico verso. E 21. Di ponte in ponte… Venimmo, e tenevamo il colmo, quando Ristemmo per veder… – Qui ripetesi il not. di Ristesti e Resisteste. Non usitato neanco agli antichi Ristei e Ristè, Ristero e Risterono.

T. Nel fut. Ristarò. Nell'imperat. anco in questo senso diremmo noi Resta, Resti, Restatevi, Restino, ma più chiaro: Fermati, Fermatevi e sim. Meno ancora direbbesi Ristia e gli anal.; ma Ch'io ristessi, e gli altri, fuor che la seconda pers. plur. Risteste. Cadrebbe d'usare Ristarei co' seg. in senso di Fermarsi; ma in quel di Cessare o di Smettere, Resterei.

T. Il part. negli scritti, e segnatamente nel verso, potrebbe cadere raro; ma il com. nel ling. parl. è invece di Ristato, Fermatosi. In questo senso, ma anche nel com. aff. a Rimasto D. 1. 28. Un altro… Restato a riguardar per maraviglia Con gli altri, innanzi agli altri aprì la canna (della gola)… E disse (dicendo Restato con gli altri, non si può intendere rimasto solo o con pochi, ma fermatisi tutti).

T. L'accento farebbe più evidente la differenza tra Resta e Ristà; e abbiamo esempi di vocaboli della medesima origine variamente accentati. Diciamo Se vi si affà, non Vi si affa; Vi confà, non Vi confa. Basta e Costa, diciamo; ma Non istà, pronunziamo coll'accento sull'ultima, anco che non sia scritto.
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