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Informazioni utili online sulla parola italiana «vanità», il significato, curiosità, sillabazione, frasi di esempio, definizioni da cruciverba, definizioni storiche, rime, dizionario inverso. Cosa vuol dire.


Vanità

Utili Link

Significato su Dizionari ed Enciclopedie online
Hoepli | Sabatini Coletti | Treccani | Wikipedia

Liste a cui appartiene

Lista Terminanti con l'accento sulla a [Vaneggerà, Vanificherà « * » Vanterà, Vaporabilità]

Informazioni di base

La parola vanità è formata da sei lettere, tre vocali e tre consonanti.
È una parola bifronte senza capo né coda, la lettura all’inverso produce una parola di senso compiuto (tina). Divisione in sillabe: va-ni-tà. È un trisillabo tronco (accento sull'ultima sillaba).

Frasi e testi di esempio

»» Vedi anche le pagine frasi con vanità e canzoni con vanità per una lista di esempi.
Esempi d'uso
  • Penso che la vanità possa essere anche una dote positiva, l'importante è non esagerare.
  • Quel che conta nella vita non è la vanità dei beni temporali, ma il benessere interiore, l'onestà e l'amore per la natura e gli altri.
  • La vanità non è solo donna, perché anche gli uomini non scherzano.
Citazioni da opere letterarie
Una Burla Riuscita di Italo Svevo (1926): Egli era oramai l'uomo dal successo. Una persona in cui l'ambizione si deformava in una ridicola vanità, e che credeva che le comuni leggi della giustizia e dell'umanità non valessero per lui. Guardò dietro di sé nel suo non lontano passato la sua vita intemerata, mite, dedicata con pieno disinteresse ad un pensiero, e l'invidiò e rimpianse.

Un sogno di Federico De Roberto (1917): Su, in camera, durante la notte insonne, restai a lungo immobile sopra una poltrona, mi buttai vestito sul letto, tornai a levarmi più volte, sempre con lo sguardo all'uscio, come se da un momento all'altro dovesse schiudersi, come se un'ombra bianca, lieve e silenziosa, dovesse apparirvi. Non apparve, ma la vanità dell'aspettazione non mi deluse, come non mi aveva stancato la sua lunghezza. Tanto avevo disperato, prima di parlarle, tanto mi era sembrata lontana, formidabile, inaccessibile, altrettanto mi sentivo ora animato da luminose speranze.

Cenere di Grazia Deledda (1929): Ma perché s'era egli abbassato fino alla menzogna? Ah, vergogna, vergogna! Gli pareva di aver calunniato Margherita, tanto si credeva ignobile e lontano da lei: e che lo stesso spirito di vanità e il desiderio dell'inverosimile, che una volta gli avevano fatto dire a Zuanne l'incontro dei banditi sulla montagna, in un lontano tramonto, l'avessero ora spinto a rivelargli quest'amore impossibile.
Libri
  • La fiera della vanità (Scritto da: William Makepeace Thackeray; Anno 1843)
  • Vanità della mente (Scritto da: Gian Mario Villalta; Anno 2011)

Giochi di Parole

Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per vanità
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione
Definizioni da Cruciverba in cui è presente
Cambi
Cambiando una lettera sola si può ottenere: sanità.
Cambiando entrambi gli estremi della parola si può avere: manitù.
Scarti
Rimuovendo una sola lettera si possono ottenere i vocaboli: anita, vanta. Togliendo tutte le lettere in posizione dispari si ha: aia.
Altri scarti con resto non consecutivo: vana, vita, anta.
Zeppe (e aggiunte)
Aggiungendo una sola lettera si può avere: svanita.
Antipodi (con o senza cambio)
Spostando la prima lettera in fondo (eventualmente cambiandola) e invertendo il tutto si possono ottenere: fatina, latina, patina, ratina.
Parole con "vanità"
Finiscono con "vanita": svanita, ringiovanita.
Parole contenute in "vanita"
ani, van, vani, anita. Contenute all'inverso: tina.
Incastri
Inserendo al suo interno glia si ha VANIgliaTA.
Lucchetti
Scartando le parti in comune (in coda e poi in capo), "vanità" si può ottenere dalle seguenti coppie: vale/lenita, vasali/salinità.
Usando "vanità" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: divani * = dita; pievani * = pietà; piovani * = piota; leva * = lenita; amava * = amanita; cerva * = cernita; grava * = granita; prova * = pronità; torva * = tornita; pagava * = paganità; saliva * = salinità; * taglia = vaniglia; * taglie = vaniglie; mediava * = medianità; mondava * = mondanità; * tagliata = vanigliata; * tagliate = vanigliate; * tagliati = vanigliati; * tagliato = vanigliato.
Lucchetti Riflessi
Scartando le parti in comune (in coda e il riflesso in capo), "vanità" si può ottenere dalle seguenti coppie: vanga/agita.
Lucchetti Alterni
Scartando le parti in comune (in coda oppure in capo), "vanità" si può ottenere dalle seguenti coppie: vaniglia/taglia, vanigliata/tagliata, vanigliate/tagliate, vanigliati/tagliati, vanigliato/tagliato, vaniglie/taglie.
Usando "vanità" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: lenita * = leva; * lenita = vale; cernita * = cerva; pronità * = prova; tornita * = torva; salinità * = saliva; vanitosa * = tosata; * salinità = vasali; pietà * = pievani; piota * = piovani; * tosata = vanitosa.
Sciarade incatenate
La parola "vanità" si può ottenere (usando una volta sola la parte uguale) da: van+anita, vani+anita.
Intarsi e sciarade alterne
"vanità" si può ottenere intrecciando le lettere delle seguenti coppie di parole: vi/anta.

Definizioni da Dizionari Storici

Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860
Vacuo, Voto, Vuoto, Vacuità, Vanità; Vuotamento, Vuotatura - Vacuo richiama sempre all'idea la rimozione di ciò che occupava il luogo rimasto perciò vacuo, ed anche evacuato. Voto si direbbe ordinariamente più di vaso o di altra cosa capace che soglia contenere materia solida o liquida, ma che in quel momento non ne contenga: il bottaio fa una botte, il vetraio fa delle bottiglie: questi vasi sono voti senza mai essere stati pieni: ma evacuare un fosso, una casa, una città, richiama proprio, come si disse, l'idea della pienezza od occupazione primiera. Vano non è aggettivo che traslatamente: uomo vano, donna vana; e questa vanità nasce dalla mancanza di cose sode, di principii sani in capo. Vano, materialmente, non è che sostantivo; il vano di una finestra. Vuoto, sostantivo, è parola filosofica, o scientifica: il vuoto assoluto, secondo i principii della moderna filosofia, non si dà; e ciò è naturale, secondo me, poichè se le forze cosmiche che reggono l'universo non riempissero esattamente lo spazio, l'equilibrio verrebbe a rompersi, e questa oltresublime opera divina verrebbe a sfasciarsi. Si fa però il vuoto artificialmente, come ognuno che abbia qualche nozione di fisica sa; questo vuoto però non è mai perfetto. La vacuità è un vuoto relativo: la vacuità delle idee, del cervello, sono espressioni usuali, ma esagerate, che però esprimono bene l'idea traslata che vuolsi venire con esse a significare. Il vuotamento è l'atto materiale, fatto a poco alla volta; la vuotatura è il risultato, la fine di quest'atto; l'operazione intiera. [immagine]
Boria, Alterigia, Alterezza, Superbia, Orgoglio, Burbanza, Ambizione, Vanità, Vanagloria, Arroganza, Presunzione, Albagia, Pretensione - La boria è la manifestazione della superbia, è un rigonfiarsi per cose vane e insulse, e quel voler far trasparire negli atti esterni il merito che si ha, o la gloria che si crede ridondare su noi da vani titoli, da altezza di parentele o di aderenze, e perfino dalla grandezza della nazione a cui s'appartiene: la boria spagnuola era passata in proverbio; ora hanno ad essere più dimessi, avendo perdute le miniere del Perù e quasi ogni altra ricca possessione da cui essa prendeva il maggiore alimento. Burbanza è peggiore di boria poichè racchiude eziandio l'idea di dure parole verso di altri, e di atti insolenti. La superbia è la torbida fonte da cui tutti questi malnati sentimenti derivano: poichè la superbia è nell'intimo del cuore, è la cancrena che ne corrode la carità; e l'uomo anche più povero e in apparenza più umile può essere cordialmente e profondamente superbo. La superbia adunque, se talora pur s'appalesa nell'opere, qualche volta se ne sta nascosta, specialmente quando non può all'altezza del sentimento proprio gli atti esterni adeguare; ed è appunto allora che una certa modestia chiamasi falsa: l'orgoglio invece è superbia smascherata e palese; egli è più odioso della superbia, perchè più manifesto, perchè molte volte più vano ne' suoi motivi, e forse perchè essendo cosa tutta artificiale non ha la scusa che, come passione vera, porta con sè la superbia nell'umana fiacchezza. L'alterigia molto partecipa dell'orgoglio; questo però è più nella riflessione, quella più nel carattere; questo talora per ostentazione d'una falsa virtù propria non bada a piccole offese se gli vengon da persone di molto inferiori e ch'egli conta per nulla al mondo; questa invece di ogni cosa s'adonta, si lagna, s'accende; l'orgoglio è serio e severo, l'alterigia preoccupata, irascibile. L'alterezza fra tutte le fasi e metamorfosi della superbia è la meno dannevole: val quasi un sentir alto di sè e delle cose che ci toccano; e come il sentir bassamente può essere vigliaccheria o conseguenza di profonda depravazione, perciò una certa alterezza nell'uomo è scusabile: può essere una esagerazione di delicati sentimenti, di naturale ritrosia, cui l'uomo fornito di vera carità dovrebbe sorpassare; ma se non è sentimento virtuoso, non può dirsi neppure vizioso a tutto rigore. L'albagia è un principio di boria, un misto di vanità e di presunzione; il suono e il senso della voce alba di cui è composta induce a farmela concepire come una presunzione o vanità giovanile più compatibile che ridicola. L'ambizione è desiderio d'onore o di distinzioni onorifiche: la superbia nell'ambizione sta nascosta molto accuratamente, poichè se v'è chi ambisce onori e glorie mondane, v'è perfino chi ambisce parere umile e santo: l'ambizione sacrifica o dissimula anche l'orgoglio per giungere ai suoi fini; in questo caso può dirsi che non ha di superbo che lo scopo. Una giusta e moderata ambizione, quella che risulta dalla coscienza del vero merito, quella che non ricerca che il dovuto premio a diuturni sforzi, a faticosi studii, non solo è innocente ma è pur commendevole, e sarà uomo dappoco chi non ambisce aver fama di galantuomo e d'uomo onesto. La vanità e una vana illusione che ci facciamo circa il proprio nostro merito, e quel voler trarre vanto da cose da poco o da nulla: vanità delle vanità! come ben la definisce la Scrittura. E' difetto della mente, piuttosto che vizioso affetto del cuore; «proviene da leggerezza e da vacuità» dice Tommaseo; è il pascolo degli sciocchi che amano rigonfiarsi di vento; è lo scoglio delle donne e di quegli uomini che alle donne somigliano, per cui la forma esterna, o per meglio dire la veste è tutto, e nulla credono degno di stima in altri e in sè che la vana apparenza.

«La vanagloria è un po' men fatua della vanità: s'aggira intorno cose un po' più serie, le considera in modo più serio: è una specie d'ambizione, ma desiderosa non d'altro che della stima degli uomini. La vanagloria è men leggera della vanità, ma più innocua della superbia, dell'orgoglio; meno brigante dell'ambizione; meno ardita o audace della presunzione o dell'arroganza; si sfoga d'ordinario in parole». Tommaseo.

Il vanaglorioso troppo amante delle lodi degli uomini è capace di mentire alla propria coscienza per ottenerle; questa gloria così mercata è vana, falsa e colpevole. La presunzione deriva in gran parte dalla vanità; chi non conosce bene le proprie forze, chi travede circa i meriti proprii presume più che non può fare: se poi la presunzione è sostenuta con immoderate parole, con provocazioni, con isfrontate accertazioni di capacità, è arroganza: arrogare a sè è quasi voler credere che ci sia dovuta una cosa necessariamente; or l'uomo nulla è più disposto a negare quanto ciò che era già pronto a dare, se ne venga con arroganza richiesto: l'arrogante è adunque il meno scaltro de' superbi, degli orgogliosi, de' presuntuosi, de' vani. La pretensione non sarà biasimevole se non passerà i limiti del dovere e della giustizia: l'uomo può e deve avere la pretensione di essere rispettato; ma se avesse quella che altri lo lodasse, anche meritandolo, sarebbe uno scioccone, e per poco un pazzo. [immagine]
Navigazione
Parole in ordine alfabetico: vanigliati, vanigliato, vaniglie, vanillina, vanilline, vaniloqui, vaniloquio « vanità » vanitosa, vanitosamente, vanitose, vanitosetta, vanitosette, vanitosetti, vanitosetto
Parole di sei lettere: vanadi, vanesi, vanghe « vanità » vantai, vanume, vanumi
Vocabolario inverso (per trovare le rime): granita, stranita, sovranità, consovranità, sanità, malasanità, napoletanità « vanità (atinav) » ringiovanita, svanita, oscenità, unigenita, congenita, secondogenita, primogenita
Indice parole che: iniziano con V, con VA, parole che iniziano con VAN, finiscono con A

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