Aggettivo |
Insensato è un aggettivo qualificativo. Forme per genere e per numero: insensata (femminile singolare); insensati (maschile plurale); insensate (femminile plurale). |
Parole Collegate |
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Utili Link |
Significato su Dizionari ed Enciclopedie online |
Hoepli | Sabatini Coletti | Treccani |
Informazioni di base |
La parola insensato è formata da nove lettere, quattro vocali e cinque consonanti. Divisione in sillabe: in-sen-sà-to. È un quadrisillabo piano (accento sulla penultima sillaba). |
Frasi e testi di esempio |
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Esempi d'uso |
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Citazioni da opere letterarie |
Il pipistrello di Luigi Pirandello (1920): E non è a dire che non ci pensava perché il pipistrello non aveva ancor fatto la sua consueta comparsa sul palcoscenico. No. Non ci pensava perché non poteva pensarci. Tanto vero, che quando, sulla metà del second'atto, il pipistrello finalmente comparve, egli nemmeno se n'accorse; non capì nemmeno perché io col gomito lo urtassi e si voltò a guardarmi in faccia come un insensato: – Che cosa? Il perduto amore di Umberto Fracchia (1921): — Ah! — continuai con l'impeto di un insensato, — voi non potete immaginare quanto egli soffra, e come sia degno della vostra pietà. Bisogna conoscerlo, e amarlo (sì, amarlo, anche, un poco, un poco almeno), per comprendere ciò che si cela sotto l'impassibilità del suo volto... Non si giudicano gli uomini dalla faccia, non si possono giudicare. Quell'impassibilità è una maschera, signora, niente altro che una maschera, una tristissima maschera. Chi indovinerebbe in lui un uomo che deve morire? La novella del buon vecchio e della bella fanciulla di Italo Svevo (1929): Poteva riparare anche ad altro. Provando per essa solo un affetto paterno poteva pur tentare di educarla. Se ne sentiva la forza. Solo doveva prepararsi bene prima d'incontrarla. Adesso non gli importava più di farle ricordare quelle sciocche parole dalle quali soleva far accompagnare le manifestazioni della propria corruzione. Era stato debole con lei perché ancora sempre preoccupato dall'insensato desiderio di apparire puro. |
Giochi di Parole |
Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per insensato |
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione |
Definizioni da Cruciverba in cui è presente |
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Cambi |
Cambiando una lettera sola si possono ottenere le seguenti parole: incensato, insensata, insensate, insensati. |
Scarti |
Scarti di lettere con resto non consecutivo: innato, inno, issato, issa, isso, iena, iato, nesto, nato, senso, senato, sento, seno, sesto. |
Parole contenute in "insensato" |
sensato. |
Quiz - indovina la soluzione |
Definizioni da Cruciverba: Fare discorsi insensati, Insensibili ai dolori, Dire cose insensate, L'inseparabile amica di Gianni che pone quesiti ai nostri lettori, Ampie insenature di mare. |
Definizioni da Dizionari Storici |
Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884 |
Insensato, Insensibile - Insensato è chi non ha il senso comune, il sentimento morale del bello, del retto, o simili. Insensate sono anche le cose che non sono vive; le quali son dette insensibili in quanto non sentono dolore o piacere, ecc. - Insensibile è chi non ha il senso materiale; che a nulla si commuove. E' parimente insensibile quella parte del corpo che ha perduto la sensibilità nervosa, e che, punta o pizzicata, non si duole. [immagine] |
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860 |
Fatuo, Scemo, Stolido, Stupido, Melenso, Insensato, Disensato, Stordito, Sventato, Scimunito, Mogio, Grullo, Gonzo - Scemo, chi non ha una congrua dose di spirito, di buon senso; stolido, chi manca di criterio; stupido, chi manca d'intendimento, e su di ogni minima cosa intraveduta fa le meraviglie: scimunito è più di tutti: il così fatto non ha mente, intendimento, raziocinio: nell'uomo in questo stato sono nulle, o quasi, tutte le facoltà intellettuali; poichè la scimunitaggine è prodotta da una affezione permanente del cervello, incurabile per lo più. Fatuo, chi ha grande opinione di sè, la quale è già gran debolezza; chi alla leggera giudica e pronunzia; fatuo, chi si dà grande importanza ed è un nonnulla, come i fuochi fatui per l'appunto. Sventato, chi non pensa alle cose importanti sufficientemente, e non le cura, con grave suo danno, per dare ogni suo pensiero a futilità, a sciocchezze; non per mancanza di ingegno, ma per difetto di criterio, d'esperienza: è difetto frequente nei giovani. Melenso, chi non crede che le cose importanti vadano curate, e muovesi a farle troppo fiaccamente. Insensato, chi non ha spirito, almeno presente per ciò che fa; che non ha discernimento: disensato, chi è fuori de' sensi per qualche urto o scossa morale troppo forte: stordito è un po' meno; chi non è fuori de' sensi affatto, ma resta come intronato dal colpo ricevuto o sentito di rimbalzo: lo stordito non sa che si faccia; l'insensato non sa che cosa abbia da fare; il disensato non può nè pensare, nè fare. Mogio, uomo senza energia, che va e parla dimesso, che opera con peritanza; si direbbe bagnato (nel dialetto piemontese, di uomo così fatto dicesi proprio che è bagnato): al morale fa la stessa figura che l'uomo bagnato davvero nel fisico; figura meschina e ridicola. Grullo dice quasi addormentato o assopito, anche dal vino o da altro. Gonzo, chi si lascia infinocchiare, chi è di buona pasta, e crede e fa ciò che altri vuole con danno o scherno suo proprio. [immagine] |
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879 |
Insensato - [T.] Agg., e quindi Sost. Contr. di Sensato, ma con senso più grave. È in Tert. T. Jul. Firmic. Sensatus. In qualche dial. c'è il v. att. di cui questa voce è forma participiale; e dicono, p. es., L'età, la malattia, la disgrazia, l'ha insensato. Ronsard: Vous ressemblez à ceux que les fièvres insensent. Dante ha Risensarsi (3. 27.). V. anco DISSENSARSI. Può l'uomo essere dissensato, levato in tutto o in parte da' sensi per poco; nell'insensato i sensi operano, ma non bene opera la ragione. Insensato dice per lo più Senza senno, Privo di senso retto, in tutto o in parte, per poco o assai tempo; insomma lascia desiderare più o meno discernimento, saviezza, rettitudine.
2. In signif. più del non aver senso alcuno di vita. Filic. Rim. 9. (Man.) E la destra di folgori non armi? O pur le avventi agl'insensati marmi? (Il Cristiano ripete quel di Lucr., per fig. rettor.) 3. Più com., Chi non riceve le impressioni di fuori in modo da raccogliere il vero. T. Diconsi Bestie insensate, non però quelle che dimostrano un certo sentimento e docilità negli esercizi, e prontezza di moti. = Bocc. Nov. 41. 26. (C) Da insensato animale… ti recarono ad essere uomo. Allegor. Crist. 59. (Fanf.) Lo inebbria e trállo di se medesimo, e fállo inconscio e insensato da tutte le cose del mondo. Pallav. Stor. Conc. 1. 184. (Man.) Mostrò bensì una inalterabilità, che parve stupidità a chi non distingueva l'eroico dall'insensato. (T. In questo es. è come neutr. astr., concernente la qualità più degli atti che della pers.) – Lo stupido non vede bene; l'insensato vede, ma non discerne; lo stupido è tardo; l'insensato, precipitoso all'errore o al male. L'ostinazione può essere stupidezza; l'incostanza può essere insensataggine. La stupidità è più derisa nel mondo; l'insensataggine, più sprezzata. C'è degl'insensati resi tali da troppa sensibilità, da forte passione: lo stupido non ha passioni, non ha altro che cocciutaggine. L'insensato mostra di non sentire anco quel poco che sente; lo stupido sente ancor meno. 4. Quanto alla mente per estens. T. Insensato, chi non distingue il vero nelle cose più ovvie, là dove la verità è più sensibile. Le idee non connette sensatamente. L'insensato (presa questa voce in signif. non d'estrema gravità) è stordito, non sente la convenienza e la verità delle cose, intende male e opera quindi non bene. – Red. Vip. 1. 9. I quali interamente privi di senno, o insensati affatto non sono. = Bern. Orl. 2. 19. 56. (C) Turpino in questo lo chiama insensato. T. Segner. Mann. Apr. 26. 2. Vecchio fatuo e insensato. = Franc. Sacch. Nov. 2. (C) Cominciò a fare molte scherne di lui, e a tirargli il bendone della cuffia…; e un altro il tirava d'un'altra parte, perocchè quasi il tenevano insensato. T. Sap. Noi, insensati (diranno da ultimo i disprezzatori de' Giusti), la vita loro giudicavamo un'insania, e senza onore la fine loro. Or ecco come e' sono computati tra i figli di Dio, e la sorte loro è tra' santi. 5. In senso mor. T. Insensato chi non sente l'importanza e bellezza di certe cose, in modo da conformare a questo sentimento i suoi atti. Sap. Contro gl'insensati. D. Par. 11. O insensata cura de' mortali, Quanto son difettivi sillogismi (ragionamenti manchevoli, quelli che ci sviano dal bene) Quei che ti fanno in basso batter l'ali! Chi dietro a jura (legulejo cupido)… E chi regnar per forza e per sofismi: E chi rubare… Chi, nel diletto della carne involto, S'affaticava, e chi si dava all'ozio: Quando, da tutte queste cose sciolto, Con Beatrice m'era suso in Cielo… Pers. O curas hominum! O quantum est in rebus inane. [Camp.] Alleg. Met. XIV. Circe fue una meretrice bellissima, dell'amore della quale tutti gli uomini venivano insensati. Hor. Circes pocula… Quae si… stultus… bibisset, Sub domina meretrice fuisset turpis et excors, Vixisset canis… sus. T. Passioni insensate; Cupidigia, Ambizione insensata. 6. Modi com. a parecchi de' sensi not. T. Insensata, azione o parola, che manifesti il difetto di quel sentimento che fa comprendere il vero. Pensieri, Propositi. T. Opera da insensato. Parla da… chi non è insensato neanco nel senso men grave. T. Mi par d'essere mezzo insensato dallo stordimento, dal male stare. Qui tiene del part. passivo. T. Come sost. Pare un insensato, di tardità a ben connettere, a ben risolversi. – È un insensato, anco chi troppo precipitoso a giudicare, a operare. La passione pur troppo è insensata insieme e ingegnosa; ingegnosa a' proprii danni, a non voler sentire quel ch'è nelle cose più intimamente vero, a abusar la ragione contro ragione. |
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