Le Aquile della steppa di Emilio Salgari (1907): Il terreno, sgombrato prima dalle erbe, era coperto da un tappeto persiano a tinte bellissime ed a disegni svariati; all'intorno vi erano dei grandi cuscini di seta rossa con ricami d'argento e alti cofani di cedro del Libano, con armature d'acciaio; appese alle pertiche si vedevano delle armi degne d'un principe, come archibugi dalla canna lunghissima e finamente arabescata ed i calci con intarsi di madreperla e placche d'argento; kangiarri di finissimo acciaio, colle impugnature adorne di turchesi, pure colla canna molto lunga con qualche versetto del Corano incisovi sopra.
Il mistero del poeta di Antonio Fogazzaro (1888): Ella discese qualche minuto dopo suonato il pranzo, in una elegante toelette nera, con lunghi pendenti di turchesi che le stavano assai bene fra i crespi capelli biondi e il collo bianco, delicato. Era con Mrs. B., ma forse non avrei avuto un altro momento opportuno; le porsi il libro. Appunto perché il momento non era opportuno, m'intese. La vidi esitare un attimo.
Il piacere di Gabriele D'Annunzio (1889): E Donna Bianca si dileguò. E vennero altre, talvolta in coppia: Barbarella Viti, la mascula, che aveva una superba testa di giovinetto, tutta quanta dorata e fulgente come certe teste giudee del Rembrandt; la contessa di Lùcoli, la dama delle turchesi, una Circe di Dosso Dossi, con due bellissimi occhi pieni di perfidia, varianti come i mari d'autunno, grigi, azzurri, verdi, indefinibili; Liliana Theed, una lady di ventidue anni, risplendente di quella prodigiosa carnagione, composta di luce, di rose e di latte, che han soltanto i babies delle grandi famiglie inglesi nelle tele del Reynolds, del Gainsborough e del Lawrences; |