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Informazioni utili online sulla parola italiana «oltraggio», il significato, curiosità, forma del verbo «oltraggiare», sillabazione, frasi di esempio, definizioni da cruciverba, definizioni storiche, rime, dizionario inverso. Cosa vuol dire.


Oltraggio

Forma verbale

Oltraggio è una forma del verbo oltraggiare (prima persona singolare dell'indicativo presente). Vedi anche: Coniugazione di oltraggiare.

Parole Collegate

»» Sinonimi e contrari di oltraggio (affronto, offesa, insulto, insolenza, ...)

Utili Link

Significato su Dizionari ed Enciclopedie online
Hoepli | Sabatini Coletti | Treccani | Wikipedia

Informazioni di base

La parola oltraggio è formata da nove lettere, quattro vocali e cinque consonanti. In particolare risulta avere una consonante doppia: gg. Divisione in sillabe: ol-tràg-gio. È un trisillabo piano (accento sulla penultima sillaba).
Parole con la stessa grafia, ma accentate: oltraggiò.

Frasi e testi di esempio

»» Vedi anche la pagina frasi con oltraggio per una lista di esempi.
Esempi d'uso
  • Il tuo gesto potrebbe essere condannato come oltraggio al pudore pubblico.
  • Fu arrestato dal vigile urbano, perché si ravvisò l'oltraggio a pubblico ufficiale.
  • Arrestato per oltraggio a pubblico ufficiale! Hai dato il meglio di te!
Citazioni da opere letterarie
Monte Mario di Carlo Cassola (1973): “No, le ragazze mi piacciono vestite sportive…“ ”Di' la verità: ti piacciono in minigonna.“ ”No davvero. Se comandassi io, quelle in minigonna le farei arrestare per oltraggio al pudore…“ ”Io la lascerei portare alle ragazzine; ma la proibirei per quelle sopra i vent'anni.“ Invece di dirigersi verso casa, avevano attraversato la piazza. Elena lo prese per mano, conducendolo davanti a un'altra vetrina: guardò un po' dentro senza far commenti, e riprese a camminare.

La Madonna d’Imbevera di Cesare Cantù (1878): e massimamente ogniqualvolta avvenisse loro di trovarsi nel bosco d'Imbevera, più al vivo dipingendogli quell'atrocità, gl'inculcava il sacro dovere che l'onore impone ai nobili di vendicare i parenti; più volte avevano insieme ruminato il modo di ridurlo ad effetto, e quanto sarebbe decoroso alla casa e a loro di consumare la vendetta colà appunto ove sorgeva il monumento dell'oltraggio.

Arabella di Emilio De Marchi (1888): Si mosse ancora dal suo posto e buttata nella viuzza un'altra rapida occhiata, notò molta gente sulle botteghe, riconobbe l'albergatore, il tabaccaio, il lattivendolo, qualche altro, dei quali volle scrivere i nomi nel verbale, per chiamarli tutti come testimoni d'accusa nel terribile processo d'ingiuria, oltraggio e diffamazione ch'egli avrebbe domani intentato all'ortolana, e a' suoi compari. Oh se li avrebbe fatti ballare!

Giochi di Parole

Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per oltraggio
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione
Definizioni da Cruciverba in cui è presente
Cambi
Cambiando una lettera sola si può ottenere: oltraggia.
Scarti
Rimuovendo una sola lettera si può avere: oltraggi.
Altri scarti con resto non consecutivo: olio, otri, oggi, lago, traggo, trago, trio, taggo, agio.
Zeppe (e aggiunte)
Aggiungendo una sola lettera si può avere: oltraggino.
Parole con "oltraggio"
Iniziano con "oltraggio": oltraggiosa, oltraggiosamente, oltraggiose, oltraggiosi, oltraggioso.
Parole contenute in "oltraggio"
tra, aggi, aggio, raggi, raggio, oltraggi.
Lucchetti Riflessi
Usando "oltraggio" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: melo * = metraggio.
Lucchetti Alterni
Usando "oltraggio" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * ateo = oltraggiate.
Sciarade incatenate
La parola "oltraggio" si può ottenere (usando una volta sola la parte uguale) da: oltraggi+aggio, oltraggi+raggio.
Intarsi e sciarade alterne
"oltraggio" si può ottenere intrecciando le lettere delle seguenti coppie di parole: oli/traggo.
Intrecciando le lettere di "oltraggio" (*) con un'altra parola si può ottenere: * arno = oltraggiarono; * atre = oltraggiatore; * atri = oltraggiatori.

Definizioni da Dizionari Storici

Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860
Affronto, Insulto, Oltraggio, Offesa, Onta, Villania, Inconvenienza - Affronto è atto o parola ingiuriosa, fatto o detta a qualcheduno, andandogli incontro risolutamente. Insulto è offesa più grave dello stesso genere, e più gravi ancora riescono e l'uno e l'altro se fatti alla presenza d'altre persone. L'offesa punge, ferisce la persona nel corpo, o nell'amor proprio, o in qualche suo più caro interesse: l'offesa vuol essere riparata. Oltraggio è offesa che non solo insulta, ma avvilisce, pare sia già opera e delle parole insieme e delle mani. Onta può aver cattivo senso e buono, poiché si fa onta a taluno onde si ritragga da azione o pratica vergognosa. Villania è parola o tratto rozzo che spiace od offende secondo la sua gravità. Inconvenienza è atto o parola men rispettosa o misurata, non confacente alla circostanza o al carattere della persona che la fa, o cui si fa. [immagine]
Onta, Dispetto, Torto, Ingiuria, Villania, Oltraggio (col verbo fare) - Fa torto chi detrae volontariamente altrui parte di ciò che gli spetta, roba, onore, considerazione. Fa onta la persona, l'azione, la parola che meritamente o no porta ad arrossire. Fa dispetto ciò che muove come a un principio d'ira: chi fa torto apposta fa indispettire, muove a dispetto. Far ingiuria, consiste per lo più in parole; far villania, in parole e in atti; far oltraggio, è proprio in opere; l'ingiuria offende, la villania adonta, l'oltraggio punge sul vivo e danneggia nella persona o nell'onore. [immagine]
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879
Oltraggio - S. m. Soperchieria, Villania, Ingiuria grave di fatto o di parole. Bocc. Nov. 8. g. 2. (C) Piangendo, gli si lasciò cadere a' piedi, e umilmente d'ogni oltraggio passato domandò perdono. E canz. 10. 4. Per Dio dunque ciascuna Donna pregata sia, che non s'attenti di farmi in ciò oltraggio. G. V. 12. 8. 19. E ciascuno la reputava in sè di non poter parlare, nè dolersi de' torti e oltraggi. Dant. Purg. 13. A me pareva, andando, fare oltraggio. E Par. 2. Ed egli a me: nessun m'è fatto oltraggio.

2. Fig. Petr. canz. 1. 7. part. II. (C) Pon mente al temerario ardir di Serse, Che fece, per calcar i nostri liti, Di nuovi ponti oltraggio alla marina.

3. Fare oltraggio, per Disonorare, Violare. [Val.] Fortig. Ricciard. 18. 50. Astolfo… stava giusto per alzar la tenda, E fare oltraggio alla giovin modesta.

4. [Camp.] Purgare l'oltraggio, per Ripararlo con pena condegna. Boez. IV. Purgò l'oltraggio e la fatta noja Del suo fratello e della tolta Elèna, Donando lutto per la presa (piavit) gioja.

5. † Eccesso; e questo è il significato proprio. sebbene oggi sia pressochè caduto in disuso. Dant. Par. 33. (C) E cede la memoria a tanto oltraggio. But. ivi: A tanto oltraggio, cioè la memoria mia dà luogo a tanto soperchio, imperocchè non si ricorda, tanto è grande la cosa, ch'io vidi, e tanto alta, che avanza la virtù memorativa. Tratt. pecc. mort. S'appella prodigalità cioè quando l'uomo fa oltraggio di spese o del suo, o d'altrui, per esser lodato. E appresso: La carne si muove a desiderare tale opera, siccome sono gli oltraggi di bere, di mangiare, di soavi letti, le deliziose e ricche robe. Esp. Pat. Nost. 66. Questo è bene contro i ricchi uomini, che fanno di grandi oltraggi di bere e di mangiare. Benciv. Patern. 59. (Gh.) Spendono follemente lor beni in vanitadi e in oltraggi per le burbanze del mondo. E 85. Dice (S. Paolo) ch'elle debbono avere onesto abito sanza oltraggio; cioè a intendere secondamente che la persona richiede; che ciò che è oltraggio in una persona, non è oltraggio in un'altra; che più si conviene a una reina, che a una popolare, o a una semprice (semplice) femina.

6. E fig. Pass. prol. (M.) O per soperchio del gonfiato mare, o per oltraggio de' rinfratti sprazzi, o per voragine di pelago profondo… si rompe e fiacca.

7. † A oltraggio, posto avverb. Con eccesso, Con disordine, Soperchiamente. Tratt. pecc. mort. (C) Lo secondo ramo è il mangiare e bere a oltraggio, senza misura. E altrove: Molte genti muojono sovente, ed anzi lor tempi, per lor bere e mangiare a oltraggio. M. Aldobr. P. N. 193. Ma chi l'usa a oltraggio, ingenera rogna, e malvagio sangue.

8. † D'oltraggio, posto avverb. vale Soverchiamente. Colonn. Eg. Gov. Pr. 3. 2. 11. (Man.) Il tiranno non può fare tanta ricchezza di moneta quanta i Re, perciò che li conviene spendere d'oltraggio.

[T.] Non da Ultra jus, ma desin. del lat. barb. Ultragium, quel ch'è oltre misura, Che passa i limiti sì del giusto e del bene, del conveniente e del bello. Onde per estens. T. † D. 3. 33. Oltraggio, il superare che fanno le cose divine la capacità dell'umana intelligenza e memoria e loquela. Il senso odierno è d'azione soc. che offende passando i limiti dell'equità o della carità. [Pol.] Chiabr. Serm. 17. Chi far non usa al poverello oltraggio, Chi non spoglia il pupillo, o chi difende La vedovetta, e chi non ama orgoglio, Con esso lui l'aggiungi. T. Recare oltraggio, più deliberato che Fare: può Farsi quasi sopra pensiero; e questa è la pena insieme e la colpa de' Grandi inviziali. – Ricevere oltraggi, Patirli. Possonsi ricevere con dignità, e come premio, se l'intenzione sia degna, se l'animo generoso.

T. Ingiuria, sebbene nell'orig. lat. e nell'uso ant, it. valga Atto contrario all'jus, e sia affinissima d'Ingiustizia, Oggidi più sovente intendesi d'Ingiusta offesa all'amor proprio, e più in parole che in atti; Oltraggio quindi ha senso più gen. e più grave. Adr. Riceveva ingiurie e oltraggi. – Villania oggidi Atto sconveniente e spiacente, che può tendere a offesa, ma può altresì essere senza tale intenzione. In ant. aveva senso più grave, contr. d'Atto nobile e generoso. Ant. Pucc. Canz. Trattando i cittadin' siccome cani Con ogni villania ed ogni oltraggio. – L'oltraggio sociale può non esser villano; la villania più ridicola che oltraggiosa.

II. Di parole. T. Scritto pieno d'oltraggi. – Dir tanti oltraggi. – Assalire con… – Imperversare negli…

III. Agg. T. Al. Manz. Lui, sfolgorante in soglio Vide il mio Genio, e tacque… Vergin di servo encomio E di codardo oltraggio. – Posson essere vili anco gli oltraggi non codardi; anco i non feroci posson essere atroci per l'intenzione maligna, per le sequele nere.

IV. T. Si può fare oltraggio volendo e non volendo, con un giudizio recato d'altra pers., coll'interpretar malamente suoi atti o parole; anche coll'onorare in modo che all'onorato o ad altri paia indegno, anche col far le viste d'amare, o col dar segni d'affetto vero che facciano torto o che umiliino. – Amore ch'è oltraggio alla persona amata. – Dedica con lodi oltre al conveniente è oltraggio in altro senso dal not. di Dante.

V. T. Di cose, quasi personif. Fare oltraggio al vero; Può dirsi senza oltraggio del vero. – Oltraggio alla libertà, alla giustizia. – Oltraggio all'umanità, ai sentimenti del genere umano.

VI. Accompagnamenti. T. Oltraggio del, dice meno che Al; Al, meno che Contro.

T. Interpretando le mie parole a ironia, Ella mi fa l'oltraggio di credermi troppo doppio o troppo semplice.

T. Figurarsi che ogni atto buono abbia fine non buono, è oltraggio che fa il giudicante a sè più che ad altri.

VII. Anco d'offesa esteriore. [Pol.] Bern. Orl. 61. 55. Se Malapresa a farci oltraggio viene.

Per estens. T. Magal. Divin. Immag. 151. Evvi chi asperge D'umor soave, in oricanni accolto, Con caro oltraggio alla compagna il volto.

T. L'oltraggio che fa l'età alla bellezza. – Gli oltraggi del tempo.
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