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Informazioni utili online sulla parola italiana «letizia», il significato, curiosità, sillabazione, frasi di esempio, definizioni da cruciverba, definizioni storiche, rime, dizionario inverso. Cosa vuol dire.


Letizia

Utili Link

Significato su Dizionari ed Enciclopedie online
Hoepli | Sabatini Coletti | Treccani | Wikipedia

Informazioni di base

La parola letizia è formata da sette lettere, quattro vocali e tre consonanti. Divisione in sillabe: le-tì-zia. È un trisillabo piano (accento sulla penultima sillaba).

Frasi e testi di esempio

»» Vedi anche la pagina frasi con letizia per una lista di esempi.
Esempi d'uso
  • È con letizia che apprendo questa splendida notizia.
  • Accogliamo con letizia questa splendida rivelazione.
  • San Francesco d'Assisi trovava perfetta letizia nel seguire il più possibile le vie del Signore.
Citazioni da opere letterarie
Il vecchio della montagna di Grazia Deledda (1920): A giorni egli ritornava all'ovile con gli occhi lucenti di gioia, ricordando il recente convegno con Paska: la sua letizia però aveva spesso un fondo d'amarezza. Alla spensierata ebbrezza dei primi giorni seguivano le inquietudini per l'avvenire. L'uomo si destava nell'adolescente. Preso perdutamente di Paska, egli oramai non aveva che il continuo e selvaggio desiderio di farla sua moglie; ma come fare? La povertà gli pesava sulle spalle come una pietra, e la sua stessa giovinezza lo rendeva infelice.

La coscienza di Zeno di Italo Svevo (1923): Nel mezzo sonno cui m'abbandonai ebbi un sogno dall'immobilità dell'incubo. Sognai di me stesso ridivenuto bambino e soltanto per vedere quel bambino come sognava anche lui. Giaceva muto in preda ad una letizia che pervadeva il suo minuto organismo. Gli pareva di aver finalmente raggiunto il suo antico desiderio. Eppure giaceva là solo e abbandonato! Ma vedeva e sentiva con quell'evidenza come si sa vedere e sentire nel sogno anche le cose lontane.

Il Santo di Antonio Fogazzaro (1905): Mezz'ora prima ch'ella fosse di ritorno al Grand Hôtel, vi capitarono Giovanni e Maria Selva. In pari tempo vi capitò il giovane Leynì che veniva egli pure a domandare della signora Dessalle e parve soddisfatto dell'incontro, però senza letizia. Udito che la signora Dessalle era fuori, i tre visitatori chiesero di aspettarla nella sala di conversazione. I Selva parevano ancor più tristi che di Leynì.

Giochi di Parole

Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per letizia
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione
Definizioni da Cruciverba in cui è presente
Cambi
Cambiando una lettera sola si può ottenere: letizie.
Parole contenute in "letizia"
zia, tizi, tizia. Contenute all'inverso: zite.
Lucchetti
Usando "letizia" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * tiziana = lena; delle * = deltizia; locale * = locatizia.
Lucchetti Alterni
Scartando le parti in comune (in coda oppure in capo), "letizia" si può ottenere dalle seguenti coppie: lena/tiziana.
Usando "letizia" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: deltizia * = delle; locatizia * = locale.
Intarsi e sciarade alterne
Intrecciando le lettere di "letizia" (*) con un'altra parola si può ottenere: tenori * = telenotiziari.

Definizioni da Dizionari Storici

Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884
Allegrezza, Giubilo, Gioja, Letizia, Gaudio - Qui lasciamo parlare il Grassi, chè meglio non si può dire.

«Allegrezza è affetto dell'animo, che procede da contentezza della mente o da soddisfazione de' sensi, e che si manifesta al di fuori, e specialmente sul volto e negli occhi dell'uomo.

«Giubilo è dimostrazione esterna d'allegrezza e manifestazione di gran piacere per via d'atti, di parole, o di canto e riso giocondo.

«Gioja è estremo giubilo, sommo grado d'allegrezza, ultimo segno di piacere ineffabile, che sovente non si può esprimere, e celar non si può.

«Allegrezza è dunque primo grado di contento; secondo è giubilo; terzo ed ultimo è gioja; e per parlare coi grammatici: allegrezza è positivo, giubilo è relativo o comparativo, e gioja è superlativo.

«L'allegrezza è segno di tranquillità, giubilo di festa, gioja di supremo diletto; l'allegrezza s'ingenera talvolta da buona complessione, da buon umore; la gioja è sentimento più forte, nè si mostra senza potente cagione; l'allegrezza è temperata e misurata, la gioja non mai; l'allegrezza si oppone alla malinconia, alla tristezza: il giubilo alle lamentanze, al pianto; la gioja all'affanno, al tormento. Quando l'allegrezza esce dai suoi temini ordinarii, chiamasi giubilo; se la gioja varca i suoi, chiamasi rapimento, trasporto, ebbrezza; un caso leggiero basta a risvegliar l'allegrezza; la gioja non nasce che da un avvenimento felice; l'allegrezza può essere abituale nell'uomo; la gioja è sempre accidentale; questa è stato dell'anima, la quale riposa nell'allegrezza, si dilata nel giubilo, ma vien fortemente commossa dalla gioja; ond'è che la gioja, come ogni forte passione, s'esprime talvolta colle lagrime, mentre basta all'allegrezza un sorriso; ed il giubilo si sfoga nei canti e nelle acclamazioni. Insomma si muor dalla gioja, non dal giubilo, nè dall'allegrezza[immagine]
Felicità, Contento, Contentezza, Letizia - La Felicità è il puro astratto della parola Felice. - Il Contento è la interna satisfazione dell'animo che nulla desidera. - La Contentezza è la significazione esteriore del contento. - La Letizia è la contentezza significata con parole, con atti e con ogni dimostrazione. [immagine]
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860
Gioia, Allegrezza, Allegria, Godimento, Piacere, Letizia, Contento, Giocondità, Ilarità, Gaudio, Giubilo, Esultazione, Esultanza, Tripudio - La gioia è dell'animo, perciò intima e tranquilla; l'allegrezza, del cuore, perciò più espansiva; l'allegria, del carattere, perciò rumorosa: fare un'allegria, vale una festa, un pranzo, una cena, un ballo o che so io, per fare un po' di baccano e stare allegri in molti. Il godimento è quel piacere che produce il possesso della cosa; se a buon diritto, è più completo, più tranquillo, più puro. Piacere è generico: i piaceri dell'anima sono ben diversi da quelli dei sensi; i primi o sono comprensioni o sentimenti; i secondi mere sensazioni, transitorie e fugaci. Gaudio esprime l'atto, o meglio l'effetto del piacere: l'anima prova un gaudio ineffabile quanto più gli è dato avvicinarsi al centro d'ogni verità, di ogni giustizia. La letizia si vede in volto, il contento si sente nel cuore; ma quella è un effetto di questo, e il vero contento proviene dalla pienezza del godimento, dalla tranquillità del possesso: ma chi è il contento in questo mondo? chi ha provato un vero, un intero contento quaggiù? i mali sono troppo misti ai beni, l'ingiusto al giusto per poterli perfettamente gli uni dagli altri sceverare. L'ilarità, come già dissi all'art. Gaio, indica una contentezza o una bontà d'animo abituale che si manifesta sul volto. La giocondità, quella gioia moderata che risente in sè chi nè troppo si lascia trasportare dai fausti avvenimenti, nè troppo abbattere dagl'infausti; chi è abbastanza filosofo da prendere tutto per il meglio e vedere che i beni e i piaceri di quaggiù non sono eterni, e che le afflizioni hanno per buona sorte da avere un fine: nella giocondità v'è sempre un qualche granello d'ironia se non contro alle persone almeno rispetto alle cose. Il giubilo è quel movimento muscolare, se vuolsi, prodotto da eccesso di gioia; il tripudio è giubilo prolungato accompagnato da atti più visibili, da moti, da riso, da grida che sfuggono quasi involontarii: il tripudio è comunicativo; il tripudio di un solo parrebbe follia. Esultazione, esultanza pare vogliano significare trasalto dell'animo e perciò anco del corpo a cagione di viva gioia: però esultazione direi dimostrazione di gioia pubblica, e per cagione di pubblico bene: esultanza lo stesso sentimento, ma più individuale e riferibile a moto anche esso individuale: l'esultanza che in ogni animo cattolico produsse l'esaltamento di Pio IX alla cattedra di S. Pietro si manifestò in tutto il mondo, ma più ne' Stati Pontificii, con segni non dubbii di pubblica esultazione. [immagine]
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879
Letizia - S. f. Aff. al lat. aureo Laetitia. Contento dimostrato con atti esterni, che deriva per lo più dal godere presenzialmente quelle cose che dánno gusto, allegrezza, gioja. (Fanf.) Del ling. scritto. Bocc. Nov. 41. 17. (C) Subitamente in tristo ed amaro pianto mutò la inestimabile letizia dello innamorato giovane. Dant. Par. 2. La virtù mista per lo corpo luce Come letizia per pupilla viva. Petr. Canz. 44. 7. Gli occhi pien di letizia e d'onestate. Vit. S. Gir. 28. (M.) Per acquistare quelle letizie che sempre durano. But. Purg. 7. 1. Allegrezza hae prima movimento nell'anima, e chiamasi giubilo; e poi esce nel volto, e dilatasi nella faccia, e chiamasi letizia;… Cas. Oraz. leg. 9. Chi doglioso è in pace, spera in guerra trovar letizia.

T. Bibb. In letizia ed esultazione. (Esultazione è più).

[Camp.] D. 2. 16. Se così fosse, in voi fora distrutto Libero arbitrio, e non fora giustizia Per ben letizia, e per male aver lutto.

[Camp.] Per Luce di beatitudine. D. 3. 8. La mia letizia mi ti tien celato, Che mi raggia d'intorno e mi nasconde, Quasi animal di sua seta fasciato.

2. Fig. T. Della vendemmia, un campagnuolo Tosc.: Ora comincia un po' di letizia (nel volto).

3. T. Di pers. Cagione di gioja. S. Bern. Piant. verz. Volg. 10. Voi m'avete adorbata del figliuolo mio e della letizia mia.

4. Fig. [Camp.] Per Anima beata. D. 3. 9. L'altra letizia, che m'era già nota, Preclara cosa mi si fece in vista, Qual fin balascio in che 'l Sol percuota.

5. [Camp.] Dare letizia di, per Fare consolato di. Lett. an. I. Lui è quello che fa partorire la sterile e le dá letizia di molti figliuoli.

6. Fare letizia vale Rallegrarsi visibilmente, Dare segni esteriori di allegrezza. Legg. Inv. Cr. 22. (Man.) E maravigliandosi Giuda, cominciò a fare grande letizia, e disse… [Camp.] S. Aug. Lett. Paul. Io dico: Fate festa e rallegratevi, e letizia faccia tutto il mondo.

7. [Camp.] † Fare letizia, per Dare letizia. S. Aug. Solil. 24. Quante volte da bene ci desviamo, facciamo letizia alli demonii e defraudiamo gli Angeli della loro allegrezza.

8. T. Fare letizia di sè, in altro senso. D. 3. 16. Per tanti rivi s'empie d'allegrezza La mente mia, che di sè fa letizia, Sì che può sostener che non si spezza. (Io so contenere l'eccesso della mia gioja, appunto perchè ne ho coscienza; e questa coscienza la accresce insieme e la tempera.)

9. [Camp.] † Usare letizia della sua fatica, per Godersi lietamente il frutto della sua onesta industria. Bib. Eccl. 5. Questo mi pare che sia bene, che l'uomo mangi e bea ed usi letizia della fatica sua (laetetur de labore suo).

[T.] E Letizia e Lieto e Lietamente che son più com., e Letificare quasi disus., e Allietare che leggesi in qualche scritto mod., ma della ling. parl. non è, non comportan senso altro che buono; e se Torbida gioja può dirsi, e il Manz. Del delitto la gioja crudel; e se c'è Soverchia o Incauta allegrezza; non si può immaginare Letizia se non serena, e sempre congiunta a purità e dignità. T. Cass. Collaz. 7. 34. Acciò che per lo più lungo parlare nostro sotto cagione di questa quistione ci sia donata letizia spirituale. Ps. Dedisti laetitiam in corde meo.

Modo bibl. T. Si fece grande letizia nel popolo. (Qui l'espressione dell'interno sentimento, sentimento di molti, per lo più.) Inusit nel seg. Faz. Ub. E quanto più mordo, Per sua durezza allor fa più letizia.

[G.M.] S. Antonin. Oper. ben viv. Fanne festa e letizia.

T. Coll'In, modo della Volg. Servire al Signore in letizia. È più che Con..

T. Della pers. che è cagione di sentimenti lieti abit., e d'ordin. a molti. A Giuditta: Tu, gloria di Gerusalemme, Tu, letizia d'Israele.
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