- La via del male di Grazia Deledda (1906): Nel silenzio del meriggio, quando le falci abbandonate sui covoni brillavano come argento, e tutto il paesaggio, giallo di messi e di sole, pareva assopito in una sonnolenza febbrile, e le montagne lontane si fondevano con le vaporosità bluastre dell'orizzonte, i mietitori dormivano all'ombra delle macchie, dispersi qua e là, stanchi, frustati dalla fatica e dal caldo.
- Senilità di Italo Svevo (1898): Un giorno la sorprese sul Corso mentre ella camminava lentamente in pieno meriggio, a passeggio. Portava un vestito che da lungo tempo non doveva aver indossato perché Emilio non l'aveva mai visto. Dei colori azzurri, chiari, su una stoffa grezza che le vestiva goffamente il povero corpo dimagrito.
- La vecchia casa di Neera (1900): Anna se ne avvide e con un moto lento, quasi di sfiducia, sollevò gli occhi verso la meridiana lontanante nel verde, così fulgida nel pieno meriggio del muro bianco che dovette subito ritorcere la vista.
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