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Informazioni utili online sulla parola italiana «penitenza», il significato, curiosità, sillabazione, frasi di esempio, definizioni da cruciverba, definizioni storiche, rime, dizionario inverso. Cosa vuol dire.


Penitenza

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Hoepli | Sabatini Coletti | Treccani | Wikipedia

Informazioni di base

La parola penitenza è formata da nove lettere, quattro vocali e cinque consonanti. Divisione in sillabe: pe-ni-tèn-za. È un quadrisillabo piano (accento sulla penultima sillaba).

Frasi e testi di esempio

»» Vedi anche la pagina frasi con penitenza per una lista di esempi.
Esempi d'uso
  • Per penitenza reciterai dieci ave maria, tre padre nostro ed un atto di dolore.
  • La penitenza che devi fare è di stare un giorno senza toccare il cibo.
  • Per penitenza non devi mangiare cioccolata e panna.
Citazioni da opere letterarie
Il Marchese di Roccaverdina di Luigi Capuana (1901): Ora non gl'importava più di sapere precisamente chi l'avesse mandata quel giorno. Pensava soltanto che la giustizia umana si era legate le mani da sè, condannando Neli Casaccio; e che la giustizia divina doveva essere, in parte, già appagata dalla confessione spontaneamente e sinceramente fatta un'ora fa. Se il confessore non avea voluto imporgli una penitenza, se si era rifiutato di assolverlo, non era colpa sua.

I promessi sposi di Alessandro Manzoni (1840): Detto questo, uscì in fretta, e se n'andò, correndo, e quasi saltelloni, giù per quella viottola storta e sassosa, per non arrivar tardi al convento, a rischio di buscarsi una buona sgridata, o quel che gli sarebbe pesato ancor più, una penitenza, che gl'impedisse, il giorno dopo, di trovarsi pronto e spedito a ciò che potesse richiedere il bisogno de' suoi protetti.

Annalena Bilsini di Grazia Deledda (1927): — Ti ricordi, Bardo, quella sera di Natale, quando tu mi hai raccontato le tue tribolazioni d'amore? Adesso ti voglio raccontare le mie. Se Baldo ascolta e vuol riferirle alla mamma mi fa un sommo piacere. Io non voglio sposare Isabella. Non mi piace; non le voglio bene, né lei ne vuole a me. È una penitenza che mi trascino dal giorno in cui m'è saltata in mente la disgraziata idea di questo matrimonio: e solo per questo, mentre prima la ragazza mi era indifferente, adesso la detesto. Sento che se la sposo l'accoppo a bastonate fin dal primo giorno: anche così come siamo, liberi ancora, mi viene spesso voglia di prenderla a schiaffi ed a pugni. Sì.

Giochi di Parole

Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per penitenza
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione
Definizioni da Cruciverba in cui è presente
Cambi
Cambiando una lettera sola si possono ottenere le seguenti parole: penitenze, renitenza.
Cambiando entrambi gli estremi della parola si può avere: renitenze.
Scarti
Scarti di lettere con resto non consecutivo: pente, pene, penna, pena, pite, pita, piena, pinza, pina, ente, enna, etna, iena.
Parole contenute in "penitenza"
peni.
Lucchetti
Scartando le parti in comune (in coda e poi in capo), "penitenza" si può ottenere dalle seguenti coppie: pere/renitenza.
Intarsi e sciarade alterne
"penitenza" si può ottenere intrecciando le lettere delle seguenti coppie di parole: pinza/ente.
Intrecciando le lettere di "penitenza" (*) con un'altra parola si può ottenere: * ile = penitenziale; * ili = penitenziali.

Definizioni da Dizionari Storici

Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879
Penitenza - e † PENITENZIA. Soddisfacimento penale per i falli commessi. In senso gen. aur. lat., in senso rel. la Volg. e S. Girol. [Laz.] Cavalc. Specch. cr. c. 11. La penitenza è una vendetta d'animo contro a sè, che vendica l'offesa di Dio, della quale si duole. = Pass. 5. (C) La penitenza è una vendetta, per la quale l'uomo punisce in sè quello, che si duole avere commesso. Dant. Purg. 13. E ancor non sarebbe Lo mio dover per penitenza scemo, Se ciò non fosse, ch'a memoria m'ebbe Pier Pettinagno in sue sante orazioni.

2. Sacramento della penitenza, dicesi Quello de' sette Sacramenti della Chiesa pel quale il sacerdote rimette i peccati a coloro che si confessano da lui. Pass. 6. (C) Onde ha provveduto del sagramento della penitenza, la quale ha virtù infinita dallo infinito merito della passione di Cristo. Segner. Crist. instr. 3. 16. 1. Un tal beneficio ci fu poi raddoppiato ancora da Cristo, quando cambiò la penitenza di virtù semplice in sagramento. E. 17. 1. Il Sacramento della Penitenza, dopo il Battesimo, è il più necessario di tutti gli altri a salvarci.

3. † Per Confessione, ossia Accusa che il penitente fa de' suoi peccati, al sacerdote, a fine di ottenerne l'assoluzione. Maestruzz. 1. 67. (M.) Li dee revelare in penitenza a uno savio prete.

† Onde Prendere penitenza de' peccati, vale Confessarsi. Bus. 25. (M.) Messer Gianni l'ultima volta che prese de' suoi peccati penitenzia, il Prete che era per assolverlo… Vit. SS. Pad. 2. 66. Pregollo che, in prima che troppo aggravasse, prendesse penitenzia; e que' disse che non voleva allora confessare i suoi peccati.

4. Tribunale di penitenza, dicesi il luogo dove il Sacerdote confessa, ed anche il Sacerdote medesimo. Segner. Pred. 11. 4. (M.) Perchè non correte a scoprirla almeno a que' poveri pellegrini, i quali insino di là dall'Alpi ne vengono tutto dì, non solamente a Loreto, ma fino a Roma, per impetrare da un Tribunale sovrano di Penitenza il proscioglimento de' falli a lui riserbati?

5. Penitenza, dicesi altresì Tutto ciò che il confessore impone al penitente, in soddisfazione de' peccati confessatigli. Pass. 94. (C) Non sappiendo da se medesimo che penitenza gli si dovesse ingiugnere, chiese la parola allo scolajo, di potere ragionare coll'abate suo. E 168. (M.) Il quarto caso nel quale è bisogno di rifare da capo la confessione, si è quando la persona non avesse fatto la penitenza, e avessela dimenticata. Bocc. Nov. 6. g. 1. Per penitenza dandogli che ogni mattina dovesse udire una messa in santa Croce.

6. Diconsi pure Penitenza le Mortificazioni, le Preghiere, i Digiuni, e sim., che altri s'impone volontariamente in soddisfazione de' suoi peccati. Pass. 3. (C) Non dêe fare, nè avere intendimento di fare quel medesimo peccato, del quale si pente aver fatto, o altro grave peccato, per lo quale pentere, o farne penitenza si convenga. Belc. Vit. Colomb. c. 19. (M.) Eccetto Giovanni da Tosignano…, uomo di grandissima penitenza, e di massima umiltà e carità. Segner. Crist. Instr. 3. 19. Il tempo della vita presente è tempo di penitenza…; onde a far penitenza ci debbono muovere non solo tutte le stagioni, ma tutte ancora l'età. [Camp.] Avv. Cicil. L'ultima volta che prese de' suoi peccati penitenza.

7. Per Contrizione. Pass. 2. Santo Ambrogio dice…, che penitenza è i mali passati, cioè i peccati commessi, piangere, e per innanzi non commetterne più, pel li quali piangere si convenga. Cavalc. Frutt. ling. 287. Dice santo Agostino, penitenzia certa non fa se non odio del peccato con amor di Dio. Dant. Par. 20. Morte indugiò per vera penitenza. Gr. S. Gir. 11. È verace la penitenza, quando l'uomo si pente del male, che ha fatto, e giammai nol voglia fare.

[B.A.] S. Gerolamo, S. M. Madd. in penitenza. dicono i Pittori e gli Scultori a Quadro, o Statua rappresentante la Maddalena e San Gerolamo in atto di penitenza. Vasar. (M.)

Onde Avere penitenza, o Tornare a penitenza, vale Pentirsi, avere rincrescimento de' proprii falli. Pass. 1. (C) Colui che ha vera penitenza, come si dée dolere, e piangere de' peccati passati, così dêe avere proponimento di guardarsene per innanzi. E 4. Tante volte gli perdona, quante pecca, o peccare puote, tornando egli a penitenza.

[Laz.] Anche Fare penitenza, ricorrere alla penitenza, vale lo stesso. Coll. SS. PP. 17. 23. Se quella gente farà penitenza del male, ond'io ho parlato contro a essa, sì farò io anche penitenza del male, ch'i' ho pensato di farle. E appresso: Se farà male dinanzi agli occhi miei a ciò che non oda (non ascoltando) la voce mia, sì farò penitenza sopra 'l bene ch'i' ho detto di farli… Reg. Past. S. Gr. 3. 31. Gaudio sarà in cielo sopra uno peccatore che faccia penitenzia, più che sopra novantanove giusti, i quali non hanno bisogno di far penitenzia. E 2. 10. Considerando lo rettore che nella sua asprezza ha percossa la mente de' sudditi più che non doveva, in se stesso ricorra sempre alla penitenzia.

E Recare uno a penitenza, vale Indurlo a pentirsi. Cavalc. Espos. Simb. 1: 286. (M.) Da questa servitù del peccato solo Dio puote l'uomo liberare, e recarlo a penitenza. E 303. Dico che gli dobbiamo convertire, e recare a penitenza. [Laz.] Coll. SS. PP. 17. 23. Li minacciasse della rovina secondamente che protetta del loro convertimento, a ciò che li recasse a salutevole penitenza. Vale lo stesso Ridurre a penitenza. Cavalc. Pungil. 13. Come grande bene ed ufficio di Cristo e degli Apostoli è a riducere l'uomo a penitenza, biasimando il male; così è grande male ed ufficio del diavolo, lodando il male, o impedire l'uomo da penitenza, o confermarlo nella nimistà di Dio.

8. † Per Pentimento in gen. Petr. cap. 4. (C) Dubbia speme davanti, e breve gioja, Penitenza e dolor dopo le spalle. Bemb. Asol. 1. 53. Di tutte quelle cose, che a far prendiamo, quando ci vanno con nostro danno fallite, la penitenza è fine. [Camp.] Bib. Matt. 21. Figliuolo, va' a lavorare oggi nella vigna mia; ma egli rispondendo disse: non voglio: Ma, mosso per penitenza (poenitentia motus), andò nella vigna.

9. † Per Pena, Castigo. Bocc. Nov. 6. g. 2. (C) Quantunque molto turbata fosse, e degna reputasse la figliuola per lo suo fallo d'ogni crudel penitenza. E nov. 7. g. 8. La fine della penitenzia nelle salvatiche fiere, come tu se', e similmente della vendetta, vuole esser la morte. Rim. ant. Guitt. 92. Se solamente dello meo peccato Portare penitenza mi valesse. Dant. Inf. 11. (M.) Se tu riguardi ben questa sentenza, E rechiti alla mente chi son quelli Che su di fuor sostengon penitenza, Tu vedrai…

10. [Val.] Male, Affanno, e anco Timore. Pucc. Centil. 49. 76. Allegrezza… Fecero allora i Guelfi di Fiorenza… Perchè finì ogni lor penitenza.

11. Penitenza, si usa anche per cerimonia da chi invita uno a pranzo, o a cena, quasi l'inviti ad astinenza; e si accompagna col verbo Fare. Rucell. V. Tusc. 5. 1. 140. (M.) Per far penitenza ella potrebbe risparmiare il viaggio, e qui la godremo quel più. E 6. 1. 189. Udendo com'egli alloggia alla villa di Sora ho preso ardire di farlo invitare a far domattina penitenza con esso noi, E 8. 1. 220. Io ho sfuggito d'apparecchiare larghezza di tante vivande alla foggia d'Apicio, o di Trimalcione, che troppo ne avrebbero caricati gli stomachi, e però compatisca s'ella avrà fatto penitenza stamane. [Val.] Fag. Rim. 3. 103. Deh s'ella vuole abbreviar la strada, E restare a far meco penitenza…

12. Penitenza, si dice anche, parlando di giuochi di veglia, come il Mazzolino, e sim., a ciò che s'impone a chi ha messo su qualche pegno, perchè possa riscuoterlo.

Onde Far la penitenza, ne' giuochi vale Eseguire ciò che viene imposto per riscuotere il pegno messo su. (C)

[T.] Penitenza, Il sentimento accompagnato dalla volontà di espiare, e dagli atti con cui l'uomo gastiga in sè il male commesso. Il pentimento può essere incompiuto, sterile, fugace: Penitenze, dico, anco gli atti con cui si espia. Quindi altro è Pentito, altro Penitente. L'atto buono non espia se non accompagnato dal dolore del male commesso; nè il dolore espia se non accompagnato da atti di bene operati o almeno desiderati.

T. Quello che nella Volg. Poenitentiam agere, nel gr. è una voce sola composta, che vale Mutar di pensiero, e noi in una parola si direbbe Ravvedersi. È malamente rimproverato dai Protestanti ai Cattolici, che con penitenze esteriori senza ravvedimento si credano di lavare le colpe. Vang. Fate frutti degni di penitenza.

T. Vang. Predicando battesimi di penitenza (di S. G. Battista). Cioè che tuffandosi nelle acque del Giordano (immag. del mondare l'anima da sozsure) si pentissero delle colpe, e dal cielo invocassero misericordia. [Pol.] Belc. Vit. B. Colomb. cap. 20. Feciono grandissimo frutto, perocchè centinaia di peccatori, tornando a penitenza de' loro peccati, si confessarono, i quali erano stati molti anni senza confessione. [Cors.] E 24. Trovando nella detta città un gran peccatore, il quale non voleva tornare a penitenza; il beato Giovanni per disiderio della sua salute gli disse…

T. Prov. Tosc. 242. Pace e pazienza, e morte con penitenza.

II. Segni dell'interiore pentimento. T. Lagrime di penitenza.

III. Atti che espiano. T. Far penitenza, Dimostrare il pentimento del male commesso con fatti che tendono ad espiarlo. – Far penitenza, in gen. è mortificarsi in qualsiasi modo

T. Durissime penitenze. – Quotidiane. – Lunghe. – Anni di penitenza, dice e il dolore sentito, e i disagi volontarii, o rassegnatamente sostenuti a fine d'espiazione.

IV. Rispetto al sacramento della confessione e al confessore. T. Imporre una penitenza; Dare una penitenza, Dare per penitenza digiuni o qualche preghiera.

[Cors.] † Dial. S. Greg. 1. 12. Mandò i suoi messi pregando lo detto Severo che incontanente venisse a lui a dargli penitenza, acciocchè, riconciliato a Dio, e asoluto d'ogni colpa, si partisse di questa vita. (T. Qui vale Amministrare il sacramento della penitenza). Del sacramento, potrebbesi distinguere colla maiuscola. Così nel numerarli, diciamo: Battesimo, Cresima, Pentienza,…

T. Prov. Tosc. 86. Non importa andare a Roma per la penitenza (non intende biasimare i pellegrinaggi pii; ma insegnare che nel cuore e nelle opere consiste il pentirsi davvero, che c'è dappertutto la misericordia di Dio).

T. Fare una penitenza, Eseguire quell'atto d'espiazione ch'è imposto dal sacerdote, il quale, a questa condizione rimette i peccati. E, nel darla, dice: In penitenza de' suoi peccati, farà… dirà…

V. Senso più gen. secondo l'orig. Pena imposta a espiare un male. T. Case di penitenza, sarebbero bene intitolate le carceri della pena, se i ministri della lege alti e bassi avessero per fine il pentimento cordiale del reo.

T. Prov. Tosc. 49. Dio ha dato per penitenza all'avaro che nè del poco nè dell'assai si contenti. E 103. Quando la vedova si rimarita, la penitenza non è finita.

Fam. T. Gli scolari mettonsi in penitenza, quando ingiungesi loro una qualche mortificazione o umilizione per farli pentire; ma che talvolta li irrita e li sfronta.

VI. T. Per abus., Pena malgradita che soffresi senza merito o con peso. Ho fatto il peccato, ora mi convien fare la penitenza. Prov. Tosc. 83. Chi ha fatto il male faccia la penitenza. – peccato vecchio, penitenza nuova (le sequele del male succedono tarde e lunghe). E anche plur. Prov. Tosc. 87. Peccati vecchi, penitenza nuova.

Quasi personif., nel senso lat. V. PENA, numero XI.

T. Prov. Tosc. 86. La penitenza corre dietro al peccato.

Anco di cosa leggiera. T. Di questo sbaglio ne ho fatta la penitenza.

Fam. T. Per far penitenza o Per penitenza de' miei peccati mi tocca questo dolore, questa spesa, questa seccagine. [G.M.] S. Antonin. Oper. ben. viv. Onde è un proverbio che dice, quando l'uomo è molto affaticato da uno, o da qualche cosa:… Tu mi sei una grande penitenza!
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