Una grande storia d’amore di Susanna Tamaro (2020): Di una cosa, purtroppo, però ero certo. La zattera su cui ti avevo relegato non era ancora scomparsa all'orizzonte. Se così fosse stato, non sarei corso al ristorante due settimane dopo averti incontrato, anzi, avrei riso con i miei amici, dicendo: «Incredibile! Pensate che anni fa, a Venezia, ho avuto una storia proprio con quella tipa». E invece non avevo detto niente, tutto era avvenuto nella parte più profonda di me.
Il resto di niente di Enzo Striano (1986): Sentì prossima una svolta di vita. Stava per compiere diciotto anni. La persona esteriore appariva compiuta: né bella né brutta, non alta né bassa, un po' forte ai fianchi, nelle gambe. Soprattutto al seno: lo comprimeva in bustini a stecche di balena e domava la massa nera, riccia, dei capelli usando nastrini, pettinesse invisibili, forcelle. Meno male che c'erano gli occhi: grandi, neri, attraenti per stupore infantile, disse un giorno Vincenzo. E la bocca da bambina. Purtroppo il naso... Da maschio. La faccia l'avrebbe voluta più minuta, meno larga al mento, allora sì. Perché la pelle splendeva chiara, liscia, peccato.
Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello (1904): Non sapeva più parlar d'altro, questo benedett'uomo! Ne parlava però con tanto fervore e gli scappavan fuori di tratto in tratto, nella foga del discorso, certe immagini e certe espressioni così singolari, che, ascoltandolo, mi passava subito la voglia di cavarmelo d'attorno e d'andarmene ad abitare altrove. Del resto, la dottrina e la fede del signor Paleari, tuttochè mi sembrassero talvolta puerili, erano in fondo confortanti; e, poichè purtroppo mi s'era affacciata l'idea che, un giorno o l'altro, io dovevo pur morire sul serio, non mi dispiaceva di sentirne parlare a quel modo. |