Daniele Cortis di Antonio Fogazzaro (1906): Ella non rispose nemmeno, perché in quel momento entrava il senatore Clenezzi. Gli corse incontro voltando le spalle a suo cugino, gli fece un'accoglienza così cordiale che il senatore ne andò in solluchero. Cortis lo aveva mandato a chiamare per pregarlo di raccogliergli certe carte che aveva a casa e voleva portar seco. Ma il senatore, ch'era accorso in fretta e in furia all'invito, non sapeva più spicciarsi ora da donna Elena, era lì tutto sorrisi, inchini, complimenti.
Il romanzo della fanciulla di Matilde Serao (1921): — Gaetanino Ceraso ti fa la corte? — chiese a un tratto la madre. — Un poco: non me la fa di più, per soggezione di Arturo. — Arturo, Arturo!... bisogna liquidare questo affare di Arturo, ne parlerò stasera a Matilde Tuttavilla.... — E il pianoforte, chi lo suona? Io, per me, non mi ci accosto, lo sai, mamma. — Suonerà Ciccillo De Marco, il gobbo, l'ho invitato apposta: gli dirai delle cose amabili, egli se ne andrà in solluchero e suonerà per tutta la sera. —
Gioconda di Cesare Cantù (1878): Quando poi le occupazioni domestiche le lasciassero un respiro, l'avreste veduta a far un bello spicco fra le camerate; baliosa, giuliva, cantare, ballare, ridere di quel riso spensierato che si disimpara a vent'anni. Onde i paesani dicevano che la stava appunto il nome di Gioconda; e suo padre e sua madre andavano in solluchero al mirarla, al sentirla lodata, all'udire da tutti esclamare ch'ell'era la vita di quell'osteria. — Ella sarà (mi dicevano) il conforto di nostra vecchiaja. È proprio la nostra man diritta. Se non ci fosse lei, come si potrebbe continuare così fiorito il negozio?» |