Dizionari AntichiLettera L - pag. 3
lecitaVaso fatto come una grossa bottiglia.
lectisternaeCerimonie religiose, che consistevano nel far certi conviti, a' quali i Romani invitavano i loro Dei, le di cui statue mettevansi sopra de' letti intorno a una tavola o mensa, sulla qual si servivano le vivande.
lectus genialiscioè Letto consacrato al Dio Genio. Questa Romana Divinità era adorata come il Dio della Natura dell'essere, ec. Per tal motivo i Romani ponevano sotto la di lui protezione il Talamo de' nuovi Coniugi, che chiamavano
Lectus genialis.
legatusQuesta espressione, colla quale s'intende comunemente un
Ambasciatore, aveva nel militare un significato affatto diverso. In questo senso intendevasi una Deputazione o Carica particolare, che non corrisponde quasi a nissuna delle nostre attuali Cariche militari se non che forse a quella di Luogotenente Generale; impiego, che dava una straordinaria Ispezione sopra l'armata, e vi era di tanta considerazione che il rispetto, ch'essa ispirava verso della persona, la quale rivestita ne fosse, non differiva da quello che avevasi per i Sommi Sacerdoti.
lemurieFeste lugubri e supertiziose, che celebravansi dai Romani per allontanare gli spettri, ed i fantasmi notturni.
lenèeFeste Greche in onore di Racco.
leontiso
Leontide. Nome d'una delle Tribù Ateniesi.
leptaMoneta d'infimo valor presso i Greci. Non costava che la settima parte del
Chalcos. Era quella moneta dai Latini chiamata
minutus nummus o semplicemente
minutum, e detta dai Greci
assarion.
lerneieFeste Greche in onore di Bacco, di Proserpina e Cerere.
lessiarchiNome di alcuni Magistrati di Grecia, i quali erano incaricati dell'esame della condotta di quelli, che venivano ammessi al grado o dignità di
Pritani.
lethecho
Leteca. Misura degli aridi presso gli Ebrei. Era la metà del
Corus (V.
Corus).
libazioneQuando gli Antichi facevano dei Sacrifizj a' loro Dei, avanti di scannare la Vittima, il Sacerdote assaggiava il vino, che era in un Vaso detto
Sympurium, lo faceva gustare a quelli che eran presenti, e lo versava in seguito nelle Corna della Vittime. Dopo avere versato il vino, svelleva un poco di pelo dalla fronte della Vittina e lo gettava nel fuoco; ciò che si chiamava
libamina prima. Le libazioni non si facevano soltanto col vino, ma ancora col sangue, che si spargeva sull'Ara, e talvolta con acqua, con miele, e con latte, specialmente per gli Dei Campestri. Si adoprava anche dell'olio per li Dei Infernali, ai quali si offriva pure del latte e del miele; per altro la libazione del vino era quella, che generalmente veniva riguardata come la Libazione propriamente con tal Voce chiamata.
La cerimonia delle libazioni non limitavasi ai sacrifizj, ma costumavasi inoltre ancor nei conviti. Al secondo servizio di tavola i Romani eran soliti di fare una libazione in onor degli Dei, che credevano presedere alla mensa, oppure in onore dei lor amici d'un grado distinto. Consisteva questa nel prendere un poco di vino dalla lor tazza e gettarlo sopra la tavola, o in terra, unendovi una preghiera per la prosperità dei medesimi.
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