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Dizionario antico del 1821/1822, traduzione dal francese migliorata e accresciuta, autore originale Etienne Jean Monchablon. Numero voci: 1.188. Voci che iniziano con la lettera L.



Dizionari Antichi

Dizionario compendiato di antichità



Lettera L - pag. 3

lecita
Vaso fatto come una grossa bottiglia.

lectisternae
Cerimonie religiose, che consistevano nel far certi conviti, a' quali i Romani invitavano i loro Dei, le di cui statue mettevansi sopra de' letti intorno a una tavola o mensa, sulla qual si servivano le vivande.

lectus genialis
cioè Letto consacrato al Dio Genio. Questa Romana Divinità era adorata come il Dio della Natura dell'essere, ec. Per tal motivo i Romani ponevano sotto la di lui protezione il Talamo de' nuovi Coniugi, che chiamavano Lectus genialis.

legatus
Questa espressione, colla quale s'intende comunemente un Ambasciatore, aveva nel militare un significato affatto diverso. In questo senso intendevasi una Deputazione o Carica particolare, che non corrisponde quasi a nissuna delle nostre attuali Cariche militari se non che forse a quella di Luogotenente Generale; impiego, che dava una straordinaria Ispezione sopra l'armata, e vi era di tanta considerazione che il rispetto, ch'essa ispirava verso della persona, la quale rivestita ne fosse, non differiva da quello che avevasi per i Sommi Sacerdoti.

lemurie
Feste lugubri e supertiziose, che celebravansi dai Romani per allontanare gli spettri, ed i fantasmi notturni.

lenèe
Feste Greche in onore di Racco.

leontis
o Leontide. Nome d'una delle Tribù Ateniesi.

lepta
Moneta d'infimo valor presso i Greci. Non costava che la settima parte del Chalcos. Era quella moneta dai Latini chiamata minutus nummus o semplicemente minutum, e detta dai Greci assarion.

lerneie
Feste Greche in onore di Bacco, di Proserpina e Cerere.

lessiarchi
Nome di alcuni Magistrati di Grecia, i quali erano incaricati dell'esame della condotta di quelli, che venivano ammessi al grado o dignità di Pritani.

lethech
o Leteca. Misura degli aridi presso gli Ebrei. Era la metà del Corus (V. Corus).

libazione
Quando gli Antichi facevano dei Sacrifizj a' loro Dei, avanti di scannare la Vittima, il Sacerdote assaggiava il vino, che era in un Vaso detto Sympurium, lo faceva gustare a quelli che eran presenti, e lo versava in seguito nelle Corna della Vittime. Dopo avere versato il vino, svelleva un poco di pelo dalla fronte della Vittina e lo gettava nel fuoco; ciò che si chiamava libamina prima. Le libazioni non si facevano soltanto col vino, ma ancora col sangue, che si spargeva sull'Ara, e talvolta con acqua, con miele, e con latte, specialmente per gli Dei Campestri. Si adoprava anche dell'olio per li Dei Infernali, ai quali si offriva pure del latte e del miele; per altro la libazione del vino era quella, che generalmente veniva riguardata come la Libazione propriamente con tal Voce chiamata.

La cerimonia delle libazioni non limitavasi ai sacrifizj, ma costumavasi inoltre ancor nei conviti. Al secondo servizio di tavola i Romani eran soliti di fare una libazione in onor degli Dei, che credevano presedere alla mensa, oppure in onore dei lor amici d'un grado distinto. Consisteva questa nel prendere un poco di vino dalla lor tazza e gettarlo sopra la tavola, o in terra, unendovi una preghiera per la prosperità dei medesimi.


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