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Dizionario antico del 1821/1822, traduzione dal francese migliorata e accresciuta, autore originale Etienne Jean Monchablon. Numero voci: 1.188. Voci che iniziano con la lettera L.



Dizionari Antichi

Dizionario compendiato di antichità



Lettera L - pag. 2

Lotta
Consisteva in uno dei principali esercizj, di cui gli Atleti si disputavan la palma nei Giuochi solenni, e specialmente tra i Greci. I Lottatori...

Luglio
Mese dell'Anno così chiamato da Giulio Cesare. I Romani avanti di questo Imperatore lo chiamavano Quintilis, perchè era il quinto Mese dell'Anno quando questo incominciava da Marzo.

Lustro
I Romani nominavano con tal Vocabolo non solamente i Sacrifizj di espiazione, che facevano ogni cinque anni, ma ancora lo spazio quinquennale di...

lacerna
Era tra i Romani un abito grossolano, che cominciò a costumare verso il fine della Repubblica, e. primieramente nella campagna. Questa veste era più lunga e più larga della Clamide, e portavasi in Roma per guarentirsi dalla pioggia e dal freddo. Alcuni per altro portavano la Lacerna in estate, ma era di drappo leggierissimo e di bel colore.

lafrie
Feste Greche in onore di Diana, che duravan due giorni. Nel primo si facevano processioni: nel secondo si dava fuoco ad una immensa pira già inalzata avanti la Festa, e cui eran già stati messi insieme con alcuni frutti della terra certi uccelli, e altre bestie selvagge vive, come Lupi, Orsi, Leoni ec. Siccome questi Animali dovevano esser bruciati vivi, si legavano sulla pira; ma talvolta accadeva che il fuoco consumasse i legami prima che fossero fuori di stato di poter quelli fuggire; ed allora saltavan dal rogo con gran pericolo degli astanti; quantunque si pretendesse che non fosse mai avvenuto inconveniente veruno.

lagena
I Romani davano questo nome ad ogni sorte di Vaso, che avesse una bocca stretta. Non era una Misura come qualcuno ha preteso.

lago meride
Questo Lago, fatto interamente dalla mano degli uomini, tiene un posto distinto tralle Opere prodigiose degli antichi Egiziani.

Il Re Meride lo aveva fatto scavare per l'irrigazione in tutti i tempi dell'anno della campagna d'una Provincia dell'Alto Egitto dove mai non piove. Alcuni per un falso computo delle Misure itinerarie degli Antichi hanno dato 180. leghe di estensione a esso Lago; ma per un calcolo certamente più giusto sembra non essere stato che di venticinque leghe di lunghezza ed una di larghezza; ciò che altresì è più che sufficiente all'effetto di ben concepire un'Opera così gigantesca.


lampadi
L'uso più antico delle Lampadi trovasi tra gli Ebrei. Prima che si fosse trovato il modo di servirsene, non si aveva altro mezzo per far lume in tempo di notte che quello di accendere legno aridissimo in certi bracieri presso a poco come i nostri, che si tenevano elevati su tripodi. Nei Paesi Orientali usavano ordinariamente legno odoroso, essendovene in grandissima Copia.

A questo primo mezzo, che non poteva aver luogo se non se nell'interno delle Case, se n'aggiunse un secondo, che consisteva in far ardere a forma di fiaccole certi rami di legni resinosi, di cui gli uomini si servivano per andare da un luogo all'altro in tempo di notte. Queste due maniere di far lume furono lungo tempo le sole, di cui si servissero i Greci, finchè non presero dagli Orientali l'uso delle Lampadi propriamente dette, e le portarono in poco tempo ad una talqual perfezione. Se ne può giudicare da ciò che ha scritto Pausania della Lampada d'oro, la quale stava davanti alla Statua di Minerva nella Cittadella d'Atene; nella qual lampada posto una volta l'olio, durava un anno intero a far lume benchè stesse accesa di giorno, e di notte. Avanti che l'uso delle Lampadi passasse dai Greci ai Romani, si servivano, oltre alle fiaccole di legno resinoso, d'una specie di torcie fatte di corda ricoperta di cera naturale; imperocchè gli Antichi ignoravano assolutamente l'arte di prepararla e imbiancarla; ma il cattivo odore, che tramandavano tali corde, fece loro interamente abbracciare l'uso delle Lampadi. Conviene osservare che la parola Latina Candela, la quale è ancor puramente Greca, non ha mai significato nè in Roma nè in Grecia nulla che fosse precisamente quel che si chiama da noi ora candela; e che i lor Candelabri non erano niente affatto destinati a portar qualche cosa, che somigliasse alle nostre candele di cera. Ciò che i Greci ed i Romani chiamavan Candela, non era altra cosa che una Lampada, come pure le Lampade erano quelle, che si ponevano su' Candelabri, i di cui rami o viticci erano fatti e disposti in modo da sostenerle. La forma delle Lampadi era estremamente varia secondo i loro diversi usi; le une non essendo fatte che pe' istare su' Candelabri, avevano per lo più la figura umana; l'altre si portavano a mano; alcune finalmente si destinavano a porsi nelle Lanterne. Vi erano Lampadi a più lumi, ma generalmente non ne avevan che uno. L'argilla era la materia ordinaria, di cui si facevano. Le persone comode, i ricchi n'avevan di ferro, di rame, d'argento, e d'oro. Dall'uso generale e costante delle Lampadi per lavorare e per istudiare i Greci fecero il proverbio, parlando di un'Opera di Letteratura ben digerita e condotta: Si sente la Lampada. E parimente per allusione a quest'uso, e per indicare che non si era riusciti in qualche cosa, per cui uno s'era dato molte premure dicevasi in Roma: Ho perduto l'olio, e la fatica.

È costante opinione di alcuni Autori, che gli Antichi avesser trovata col mezzo d'un Olio, che mai non si consumava, l'arte di far delle Lampadi, che non si smorzavano, nè spegnevansi mai e che venivano poste ne' Sepolcri ad onorare in perpetuo i Defunti. Altri si dichiarano affatto contro di questa opinione; ma è certo però che nelle Tombe de' Ricchi, e de' Grandi si manteneva comunemente una Lampada accesa. È verosimile che questa Lampada sepolcrale, a cui non occorreva rinnuovar l'olio se non raramente, fosse presso a poco consimile a quella di Minerva in Atene. (Vedasi sulle antiche Lampadi il 7° Libro della II. Parte delle Antichità, di Montfaucon, Tomo V)


laquearj
Venivano con tal Vocabolo indicati quei Gladiatori, che nel combattere si servivano d'un cordone, col quale procuravano di fermare i loro avversari mediante un nodo o laccio scorsojo, che si gettavano addosso con molta destrezza.

lariale
Era una Cappella presso i Romani situata nella Casa di abitazione, ove ogni Famiglia metteva le statue de' suoi Dei Lari.

laticlava
Ornamento di porpora, che i Senatori Romani portavano attaccato o ricamato sulla Tunica per distintivo della lor Dignità (V. Clava).

laurentinali
o Larentinali, Feste Romane in onore di Acca Laurentia, che si crede essere stata la nutrice di Remo e Romolo.

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