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Informazioni utili online sulla parola italiana «accento», il significato, curiosità, forma del verbo «accentare», sillabazione, frasi di esempio, definizioni da cruciverba, definizioni storiche, rime, dizionario inverso. Cosa vuol dire.


Accento

Forma verbale

Accento è una forma del verbo accentare (prima persona singolare dell'indicativo presente). Vedi anche: Coniugazione di accentare.

Utili Link

Significato su Dizionari ed Enciclopedie online
Hoepli | Sabatini Coletti | Treccani | Wikipedia

Informazioni di base

La parola accento è formata da sette lettere, tre vocali e quattro consonanti. In particolare risulta avere una consonante doppia: cc. Divisione in sillabe: ac-cèn-to. È un trisillabo piano (accento sulla penultima sillaba).
Parole con la stessa grafia, ma accentate: accentò.

Frasi e testi di esempio

»» Vedi anche le pagine frasi con accento e canzoni con accento per una lista di esempi.
Esempi d'uso
  • Spesso mi dimentico di mettere l'accento sulle vocali.
  • Ci sono persone che ancora non sanno distinguere l'accento dall'apostrofo!
Citazioni da opere letterarie
Un intervento di Matilde Serao (1919): — Comoda morale, — ribatté con accento incisivo Emma. — Era quella di tua madre, figlia mia. — Come, anche la... mamma era di parere che si dovesse alzar la mano? — chiese Guido con molto interesse. — Sicuro, sicuro. Quella donna li era piena di misericordia e di indulgenza: era buona, buona, buona. Chi ama bene, soleva dire, perdona molto.

Colombi e sparvieri di Grazia Deledda (1912): — Ecco; e che tu possa indossarla con allegria fino a cento anni, — disse con accento commosso sollevando sulle sue mani scarne la gonna di sposa di Columba, di orbace nero orlata di panno verde; dopo la gonna prese il giubbone di panno giallo soffiandovi su per togliervi qualche pelo e qualche filo; dopo il giubbone il corsettino di velluto verde e di broccato d'oro.

Le piccole libertà di Lorenza Gentile (2021): “Questa è bella! Australiano, io? Figuriamoci. Sono nato lì. Per sbaglio. Puoi immaginarti Nostro Signore che smistamenti ha da fare ogni secondo, con tutti i bebè che vengono al mondo? Si è confuso! Chi dice che Dio è perfetto? Ci ha fatti a sua immagine e somiglianza, ricordatevelo. Branco di ignoranti, ma voi l'avete letto il Vangelo?” “Lei sì.” Victor mi sta indicando. “È italiana.” “Io?” Le tempie mi pulsano. “L'hai letto o pensi di averlo letto?” mi chiede John. Adesso so che il suo accento è australiano.

Giochi di Parole

Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per accento
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione
Definizioni da Cruciverba in cui è presente
»» Vedi tutte le definizioni
Cambi
Cambiando una lettera sola si possono ottenere le seguenti parole: accanto, accendo, accenno, accenta, accenti, accerto, accetto, accinto, acconto.
Con il cambio di doppia si ha: addento, allento, assento, attento, avvento.
Scarti
Scarti di lettere con resto non consecutivo: aceto, ceno, ceto.
Zeppe (e aggiunte)
Aggiungendo una sola lettera si possono ottenere le parole: accentro, accentuo.
Parole con "accento"
Finiscono con "accento": disaccento, disaccentò, segnaccento.
Contengono "accento": saccentona, saccentone, saccentoni.
Parole contenute in "accento"
cent, cento.
Incastri
Inserendo al suo interno tra si ha ACCENtraTO; con tua si ha ACCENtuaTO; con rand si ha ACCENTrandO.
Lucchetti
Scartando le parti in comune (in coda e poi in capo), "accento" si può ottenere dalle seguenti coppie: acceca/canto, acceco/conto, accesa/santo, accese/sento, accenda/dato, accendevo/devoto, accendi/dito, accendo/doto, accenna/nato, accenno/noto.
Usando "accento" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * centone = acne; * centoni = acni; * toni = accenni; * tono = accenno; * ora = accentra; * ori = accentri; * oro = accentro; * todini = accendini; * todino = accendino; * tonino = accennino; * totano = accentano; * tonante = accennante; * orare = accentrare; * orata = accentrata; * orate = accentrate; * orino = accentrino; * orante = accentrante; * oranti = accentranti; * oratore = accentratore; * oratori = accentratori; ...
Lucchetti Riflessi
Usando "accento" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: crucca * = cruento; * ottano = accentano; * ottava = accentava; * ottavi = accentavi; * ottavo = accentavo; * ottante = accentante; * ottriate = accentriate.
Lucchetti Alterni
Scartando le parti in comune (in coda oppure in capo), "accento" si può ottenere dalle seguenti coppie: acne/centone, acni/centoni, accendini/todini, accendino/todino, accennante/tonante, accenni/toni, accennino/tonino, accenno/tono.
Usando "accento" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: accentri * = trito; * canto = acceca; * conto = acceco; * santo = accesa; * dato = accenda; * dito = accendi; * doto = accendo; * nato = accenna; * noto = accenno; * aio = accentai; * trito = accentri; * devoto = accendevo; * ateo = accentate; * avio = accentavi; * astio = accentasti; * rateo = accentrate; * ratio = accentrati.
Intarsi e sciarade alterne
Intrecciando le lettere di "accento" (*) con un'altra parola si può ottenere: * dire = accenditore; * arno = accentarono; spam * = spaccamento; dista * = disaccentato.

Definizioni da Dizionari Storici

Vocabolario grammaticale della lingua italiana del 1869
Accento - 1. Chiamasi accento senza più, o accento tonico, quella posa che nel pronunziare un vocabolo, si fa sopra una delle sillabe del medesimo, rilevandola a preferenza delle altre.

2. Secondo che questo accento viene a cadere sulla penultima, sull'ultima, o sulla terz'ultima sillaba, distinguonsi i vocaboli in Piani, Tronchi, e Sdruccioli (V. queste voci).

3. Come il trasporto dell'accento faccia sparire le lettere rinforzative, vedasi la voce Dittongo: (V. pure Lettere).

4. Chiamasi più specialmente accento quel segno che si soprappone ad una vocale per rilevarla nella pronunzia. In questo significato la lingua italiana non ha propriamente che un solo accento (accento grave) che si segna con una lineetta trasversale dall'alto al basso (‘) come in virtù, bontà, perchè; ma usasi da' moderni anche l'accento acuto (’) sulla penultima vocale, come in balìa (arbitrio) per distinguerlo da bàlia (nutrice) in gía (andava) per distinguerlo da già (avverbio) ed altre tali.

Ed infine si usa di porre l'accento circonflesso (^) sopra tôrre, verbo (cioè togliere) per distinguerlo da torre nome; sopra côrre, quando sta per cogliere, a fine di distinguerlo da corre persona terza del verbo correre, sopra principî per distinguerlo da principi, e sopra altre simili parole di doppio significato.

5. Nelle parole monosillabe non s'appone lo accento che: 1° quando il monosillabo, racchiudendo due vocali, si deve pronunziare con una sola emissione di fiato, come già, più, ciò, può. 2° quando il monosillabo ha due o più significazioni, nel qual caso si distingue con l'accento quella o quelle che, per la loro natura, vogliono essere pronunziate con forza.

Esempii

Di, preposizione
giorno.
Si, affisso
affermazione.
Da, preposizione
, dal verbo dare.

Salvo questi due casi, i monosillabi si scrivono senza accento; ed erra chi scrive dò, fà, nò, fù, stà, rè, stò e così via. [immagine]
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860
Nome, Vocabolo, Termine, Parola, Espressione, Voce, Accenti, Accento - Parola, generico, si dice di ognuna di esse in quanto pronunziata, articolata, o che si può pronunziare, articolare; sia nome, sia verbo, aggettivo, o qualunque altra parte del discorso: le interiezioni per altro direi meglio voci. Nome è ogni parola a cui corrisponde cosa o persona. Le parole poi sono vocaboli in quanto con esse si chiamano gli oggetti corrispondenti; sono espressioni in quanto esprimono i sensi dell'animo, e vocaboli allora meglio forse potrebbe dirsi ai nomi; espressioni ad ogni altra classe di parole; sono termini finalmente in quanto non dicono né più né meno del loro preciso significato. Nell'uso però si scambiano sovente. Accenti, al plurale, per voci, espressioni o parole, è poetico; ma dirà sempre espressioni concitate, discorso animato da qualche vivo affetto. Accento, al singolare, è il segno che si mette sulla parola detta per ciò accentata; e il suono vibrato che per questo segno alla parola medesima si dà: non tutti gli accenti sono segnati: che anzi ogni parola ha un accento detto fonico sulla sillaba di essa che più forte si pronunzia; è accento prosodiaco, dirò così. [immagine]
Dizionario delle invenzioni, origini e scoperte del 1850
Accento - Pare che i Greci sieno stati i primi ad introdurre gli accenti nelle scritture. Se ne crede inventore Aristofane di Bisanzio, grammatico che viveva due secoli avanti Gesù Cristo. Gli accenti erano segnati sopra un verso di Euripide scritto sul muro di una casa formante l'angolo di una strada d'Ercolano. [immagine]
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879
Accento - [T.] Alzamento o abbassamento della voce sulle sillabe. Varietà della voce nel tono e nella durata de' suoni. [F.] Buomm. Ling. Tosc. 6. 5. Accento, comunemente preso, si dice una certa posa che la voce fa sopr'una sillaba tra l'altre della parola. = Varch. Ercol. 237. (C) Qualunque sillaba ha il suo accento; il quale, se l'innalza, si chiama acuto, se l'abbassa, grave, e se l'innalza e l'abbassa, circonflesso. Bocc. Com. Dant. 10. 141. Salvin. Avvert. 1. 139. Accento si è quella posa, che in ogni parola sopra una delle due sillabe, più che sull'altra, dalla pronunzia si fa spezialmente. Bart. Dan. Cin. 18. 265. Ben iscolpire e battere col suo vero suono gli accenti delle parole.

T. Accento tonico, quel che concerne il più o meno alzamento della voce in ciascuna sillaba, distinto da quel che comprende il contesto delle parole, del quale poi.

T. Spostare l'accento, Strascicare gli accenti.

T. Non solo inalzare o abbassare la voce in forza dell'accento, ma, per estens., inalzare o abbassare esso accento.

T. Modo enf. Ero lontano, ma non ne ho perduto un accento di quel che disse. = Fag. Rim. 1. 195. (C) Pretendere che in sè, come in deposito, Si stia la verità: nè sciorre accento Di cosa, che non sia tutta l'opposito.

2. T. Il modo dell'accentuare, pronunziando, non tanto ciascuna voce, quanto l'intero discorso. Può l'uomo avere buona pronunzia, e in questo senso nessun accento, o non buono. Può un oratore veneto avere migliore accento d'un fiorentino. Questo segnatam. nel canto. Il giovanetto pronunzia schietto e elegante, ma non ha ancora formato l'accento, perchè questo viene dall'anima. Accento oratorio o patetico, che giova a esprimere e eccitare l'affetto, o anco a denotare e imprimere in altri la persuasione delle cose che diconsi, la quale, se sincera, non è mai senz'affetto. Distinguasi dunque l'accento della voce, e l'accento dell'anima.

T. In questo senso: Il forte accento dell'eloquenza di lui. Franco accento. = Passav. Specch. Penit. 229. (C) Coll'accento aspro e ruvido l'arrugginiscono (la Sacra Scrittura).

T. Accento francese, tedesco, nella lingua italiana, contratto per educazione o dimora, o affettato per viltà o vanità.

T. Accento montanaro, isolano, oltremarino.

T. Acquistare, Perdere, Prendere, Smetteré, Affinare, Ingrossare l'accento d'una lingua. – All'accento distinguesi di che parte della nazione, del distretto, della città stessa è chi parla.

3. Più espressam. della relazione del suono col senso. Marchett. Lucrez. volg. 332. (C) L'umana natura i varii accenti Pria formò della lingua. Anguill. Ovid. Metam. volg. 14. 115. La lingua articolar non può l'accento, Che scoprir suol l'interno uman pensiero. Menz. Lament. volg. 13. Dissero i figli in doloroso accento: Madre, dov'è per noi cibo o bevanda? D. 1. 3. Diverse lingue, orribili favelle, Parole di dolore, accenti d'ira, Voci alte e fioche, (Accento qui vale non la posa eufonica, ma la vibrazione enfatica che si dà ad una sillaba più che ad altra. Distingue qui chiaro parola, accento, voce.)

4. Quindi pl. Accenti, Parole, in quanto col suono esprimono il senso e il sentimento. [Cam.] Gell. G. B. Op. 41. Dolersi con sospiri e con accenti maninconici. Bern. Orl. 2. 23. 17. Or tacete, signori, e state attenti, Ascoltate i crudeli e duri accenti. Tass. Gerus. 5. 12. Questi estremi accenti Non proferì senza arrossarsi in viso. Petr. Rim. 2. 26. Posto hai (Morte) silenzio a' più soavi accenti, Che mai s'udiro. T. Accenti affettuosi, sdegnosi, umili, alteri. – Accento del dolore, della pietà, della verità.

5. Segn. del canto (Accentus da Adcino). Red. Lett. fam. 2. 238. (C) Al rozzo accento delle villanesche cantilene. Tass. Gerus. 7. 6. Chiaro suon ch'a lei ne viene, Che sembra ed è di pastorali accenti Misto, e di boscarecce inculte avene.

D'animali. Car. Long. volg. 158. (C) Gli usignuoli, che intermesso per lungo spazio il cantare, quasi per rammemorarsi dei dimenticati accenti, pianamente entro le macchie cinguettavano. E Eneid. volg. 1. 259. Un solitario gufo, Molte fiate con lugubri accenti Fe' di pianto una lunga querimonia.

Di strumenti, de' quali ha cauere anco il Lat. Pulc. Cirif. Calv. l. 1. st. 78. p. 5. tergo vol. 2. (C) Altri strumenti Facea l'aire (aria) tremar con varii accenti.

Car. Eneid. volg. 2. 253. (C) Roca Tromba ne va per la città squillando Della battaglia il sanguinoso accento. E 11. 301. (Man.) Infino al cielo Penetrâr delle genti e delle tube I dolorosi accenti. Anguill. Ovid. Metam. 13. 272. La fistula dà fuor l'usato accento, Più tosto strepiloso che soave. Car. Eneid. voig. 1. 419. Tragge del muto legno umani accenti. Anguill. Ovid. Metam. volg. 2. 265. Questo era un cavo e ben disposto legno, Che con nervi ineguali il son rendea; Dando un l'accento acuto, un altro il grave. Torric. Lez. 76. Dar gusto all'orecchie con intrecciamenti di voci armoniose, o con accenti di corde regolatamente battute. Anguill. Ovid. Metam. volg. 5. 107. La manca trova a tempo i tasti, e preme; E con l'acuto accorda il grave accento.

6. Segno della scrittura per denotare l'accento tonico, o il modo di pronunziare largo o stretto, o per distinguere voci omonime o equivoche. [F.] Buomm. Ling. Tosc. 6. 7. Perchè dalla mutazion dell'accento nasce assai volte la mutazion del significato, acciocch'e' non si pigli qualche errore, si sono introdotti alcuni segni, i quali sono una piccola linea… sopra quella vocale sopra la qual va la posa. La qual linea, perchè serve… per segnar l'accento, non si dovrebbe chiamar accento, ma Segnaccento o Notaccento, o cosa tale. Pure l'uso ha ottenuto ch'ella si chiami Accento. = Magal. Notiz. Chin. 33. (C)Ponendo un accento sulla i, da balia facciamo balía. Salvin. Pros. Tosc. 2. 23. (Man.) Distinguere con questi piccoli segni di puntatura, di apostrofazione e di accenti le scritture. Fir. Rag. 1. 115. E basterammi… poner gli accenti in quelle parti del verso, dove debbono stare ragionevolmente. Salvin. Pros. Tosc.1. 188. I manoscritti d'alcun accento non son segnati. E 2. 121. Se i versi greci si leggeranno seguendo la guasta pronunzia degli accenti, i quali alzano, sì, e abbassano la nota sopra la quale son collocati, ma non accorciano nè allungano la sillaba… saranno tirati giù come prosa.

Modo enf. Buonarr. Fier. 6. 1. (C) Un accento, Un titolo d'un i non mi s'occulti. T. Della legge di Dio non sarà mutato un accento. Badava con severità minuziosa a ogni accento.

7. [M.] Accento, nella musica, è l'intonazione che si dà alla frase musicale; è quel che alla pittura il colore. Gli ha un bell'accento musicale. O assol. Un bell'accento.

[Ross.] Accenti ecclesiastici, chiamavansi quelle formole melodiche, le quali nell'antica Chiesa dovevansi tenere a mente a norma dell'interpunzione, nel tempo che si cantavano le lezioni evangeliche ed epistolari.
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