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Informazioni utili online sulla parola italiana «febbre», il significato, curiosità, sillabazione, frasi di esempio, definizioni da cruciverba, definizioni storiche, rime, dizionario inverso. Cosa vuol dire.


Febbre

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Liste a cui appartiene

Lista Parole Monovocaliche [Faxata, Faxava « * » Febbrette, Fecce]

Informazioni di base

La parola febbre è formata da sei lettere, due vocali (tutte uguali, è monovocalica) e quattro consonanti. In particolare risulta avere una consonante doppia: bb. Divisione in sillabe: fèb-bre. È un bisillabo piano (accento sulla penultima sillaba).

Frasi e testi di esempio

»» Vedi anche la pagina frasi con febbre per una lista di esempi.
Esempi d'uso
  • Non credo che due linee di febbre ti possano buttar giù cosi!
  • Domenica scorsa ho avuto la febbre a 39°: stavo proprio male.
  • Causa l'intervento dal dentista, ho passato una brutta nottata, con qualche linea di febbre.
Citazioni da opere letterarie
La bella morte di Federico De Roberto (1917): Il giovane, cui toccava il pericoloso ufficio di comandare la lancia, era corso a prora appena udito il grido della vedetta, cercando Luigi Carleoni; non trovandolo, si era arrampicato sul castello, vi si manteneva quasi carponi, avvolto fra le spume, per spiare oltre il bordo, con la febbre dell'ansia sul viso. Energici richiami, grida di ammonimento lo scossero: — Roccaforte!... Signor tenente!... Via di lì!... Chi è quell'uomo lassù?...

Demetrio Pianelli di Emilio De Marchi (1890): Balzò in piedi inorridito. Tremava in tutto il corpo di febbre fredda, mentre la fronte pareva una fornace. Non piangeva più. Si guardò una volta nello specchio ed ebbe paura di sè. La testa pareva già calcinata, le labbra indurite, gli zigomi tesi, la fisionomia coperta dei lineamenti della morte, i capelli irti, tesi, irritati, l'occhio vitreo di uomo pazzo....

La coscienza di Zeno di Italo Svevo (1923): Gli scalini dispari mi promettevano che quel giorno avrei potuto far vedere ad Augusta che cosa fosse il fidanzamento ch'essa aveva voluto. Sognavo un'azione violenta che m'avrebbe ridato tutto il sentimento della mia libertà. Non volevo mica altro io ed è ben strano che quando Augusta intese quello ch'io volevo, l'abbia interpretato quale un segno di febbre d'amore.
Espressioni e Modi di Dire
Titoli di Film
  • Febbre di vivere (Regia di Claudio Gora; Anno 1953)
  • La febbre dell'oro (Regia di Charlie Chaplin; Anno 1925)
  • La febbre del sabato sera (Regia di John Badham; Anno 1977)
Canzoni
  • Febbre di musica (Cantata da: Arturo Testa e Tonina Torrielli; Anno 1961)

Giochi di Parole

Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per febbre
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione
Definizioni da Cruciverba in cui è presente
»» Vedi tutte le definizioni
Cambi
Cambiando una lettera sola si possono ottenere le seguenti parole: febbri, lebbre.
Cambiando entrambi gli estremi della parola si può avere: lebbra.
Scarti
Rimuovendo una sola lettera si può avere: ebbre.
Altri scarti con resto non consecutivo: ebbe.
Parole con "febbre"
Iniziano con "febbre": febbretta, febbrette.
Parole contenute in "febbre"
ebbre.
Lucchetti
Usando "febbre" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * eone = febbrone; * eoni = febbroni.
Lucchetti Alterni
Usando "febbre" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: febbricola * = ricolare; * ricolare = febbricola.

Definizioni da Dizionari Storici

Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884
Febbre, Febbrone, Febbretta, Febbrettina, Febbricone, Febbrucciaccia, Febbre da cavalli - Febbre è il positivo, e gli altri non sono se non diminutivi, o accrescitivi, ma con divario di significato. - Febbrone è febbre grave e violenta di malattie infiammatorie, ma di non lunga durata, che per iperbole suol dirsi anche Febbre da cavalli. - La parola Febbricone significa febbre assai grave, non sempre infiammatoria, e spesso di natura maligna. - La Febbretta è generalmente febbre non violenta, ma quasi continua, che si dà nelle malattie di consunzione. - Febbrettina è febbre leggiera ma continua, la quale induce sospetto di grave malattia latente. - Febbrucciaccia è febbre non molto violenta; ma che è sinonimo di esito funesto della malattia che la cagiona. [immagine]
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860
Entrare, Venir la febbre - Entrare è proprio il principiare della febbre; il venire è più lontano; si sa dalla periodicità della stessa, o si conosce a certi sintomi; chi ha la terzana o altra febbre intermittente sa che alla tal ora ha da venire, e la pressente anche a certi tocchi lontani; quando la entra, comincia a dirittura, e non finisce che coll'accesso.

«Quando si vuole indicare inquietudine più o meno leggera, più o meno grave, si dice o per celia o sul serio, ma iperbolicamente: mi fa entrar la febbre. Lo stesso dicasi di entrare il dolor di capo, entrar la smania addosso, entrar la malinconia, la paura, la stizza e simili: frasi che esprimono il primo venire di questo sentimento incomodo, o morale, o corporeo; ed hanno senso di celia o d'iperbole». Tommaseo. [immagine]
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879
Febbre - † FEBRE e † FEBBRA. S. f. (Med.) Condizione della macchina animale declinante più o meno dallo stato suo normale nell'adempimento di alcune o di molte funzioni, nella quale condizione v'ha accrescimento o diminuzione di calore e acceleramento nelle pulsazioni degli organi circolatorii del sangue, cui or precede or no freddo, or conseguita or no sudore. (Mt.) Aureo lat. Bocc. Nov. 77. 68. (C)Lei d'una fiera febbre e degli altri accidenti guerirono. Cr. 5. 13. 11. Vale (il sugo del mele) alle lunghe febbri. E cap. 48. 10. Questo sciroppo vale al riscaldamento e ascingamento delle febbri. Bojar. Rim. nel Son. «Misero me!, che ognaltro» p. 108. (Gh.) Così lo infirmo (infermo) da la febre colto Perde il sentire e lo usitato gusto,… Red. nel Diz. di A. Pasta. (Mt.) Il freddo grande de' principii delle febbri fa gran paura agli ammalati, ma non fa paura a' medici, e se gli ammalati se ne mettono in apprensione, i medici ne prendono giuste speranze. E appresso: Sia ringraziato Dio che V. S. continua a star bene, e che questa traditora di febbre non si è più lasciata vedere.

T. Benciv. Cur. Malat. volg. Fuoco della febbre. (Sim. imag. nel gr.) Segner. Crist. Instr. 1. 425. Tenere per infallibile che ogni calore sia febbre, ogni febbre sia putrida.

T. Febbre leggera, grave; Una grossa febbre, violenta. [B.] Ar. Fur. 15. 102. Acuta e fiera. E 28. 90. Ardente. T. Febbre che dá alla testa, e cagiona delirio.

[G.M.] Ha una febbre da leoni, da cavalli (fortissima).

[Rig.] Febbri di crescenza o crescioline o crescione; Che vengono ai fanciulli per esuberanza di vita.

[G.M.] Febbre efimera; Che dura un giorno solo.

T. Il polso batte a febbre, dicono in Corsica. – Polso da febbre. Prov. Tosc. 286. È meglio pascer febbre, che pascer debolezza. (Ma può valere anche nel mor.) E: La febbre si nutrica di se stessa. (E si dice anche delle passioni.)

T. Prov. Tosc. 366. Giallo come la febbre.

T. Si svegliò con la febbre. – Tenuto a letto da febbri grandi. – Abbattuto da grave febbre.

(Vet.) [Cont.] Nel cavallo. Garz. M. Cav. II. 45. La febbre è una trasmutazione del caldo naturale e nativo dell'animale in un calore di fuoco non naturale, il quale s'accende nel cuore e indi per l'arterie e per le vene si sparge e si diffonde per tutto il corpo.

Febbre acuta. Febbre pericolosa che in pochi giorni fa il suo corso, e non oltrepassa le tre settimane. Tes. Pov. P. S. 59. (C) Se la febbre non è molto acuta, dágli a bere vino con quantità d'acqua. Bern. Orl. 2. 20. 9. Perchè Origilla, sua donna, malata Era di febbre tanto acuta e forte, Che condotta l'avea quasi alla morte.

(Vet.) [Cont.] Nel cavallo. Libro Masc. M. I. 11. Della febbre acuta. Allo incominciare di questo male cuoci lo cavallo in fra lo schinale e la groppa.

Febbre ardente. Nome dato una volta all'intensa gastrite, che chiamavasi Febbre gastrico-inflammatoria. (Mt.) V. ARDENTE, § 23.

Febbre autunnale. V. AUTUNNALE, § 2. Red. Lett. 3. 203. (Mt.) Qualche sgretolio di bollor fermentativo di febbre, nelle febbri autunnali e jemali… T. Prov. Tosc. 287. Febbre autunnale, o è lunga o è mortale.

Febbre calda. [Cont.] Brig. St. sempl. Indie occ. Mon. 277. È buona (la cassia) in febbri calde.

Febbre continua. Red. Lett. (Mt.) Ridotto in agonia da una febbre continua,… E Lett. Occh. 6. (C) Il quale morì di febbre continua in Firenze.

T. Prov. Tosc. 288. La febbre continua ammazza l'uomo o il leone. (E nel proprio; e anche per le contrarietà, per le molestie incessanti, come sono le domestiche, e delle spese continue che impoveriscono.)

Febbre erratica. [Cont.] Brig. St. sempl. Indie occ. Mon. 265. Giova (l'acqua di china) nelle febbri lunghe ed importune, sì come sono cotidiane e febbri erratiche.

Febbre etica. [Cont.] Cr. P. Agr. I. 95. L'acqua calda corrompe la digestione, e fa nôtare il cibo nello stomaco, e conduce l'uomo in idropisia ed in etica febbre. = Cocch. Bagn. Pis. p. 160. (Gh.) Delle febri cotidiane alcune sono croniche e lente, e congiunte con emaciamento di tutto il corpo, dette perciò con greco nome etiche, quasi abituali.

[G.M.] Febbre gastrica; cagionata da imbarazzo di stomaco.

Febbre gialla. Secondo altrui, Gastro-epatite subitaneamente mortale, propria de' paesi caldi, comunemente conosciuta per l'Itterizia che sopraggiugne alcuna volta dopo la morte; secondo altri, Malattia contagiosa sui generis, caratterizzata da color giallo alla pelle. Detta anche Febbre americana, della Barbada, de' marinari, di Siam. tossica, tropicale, ecc. (Mt.)

Febbre intermittente. Febbre che si manifesta sotto forma d'accesso che ritorna ciascun giorno, od ogni due o tre giorni, od anche più raramente. Lib. cur. febbr. (C) La febbre intermittente non suol essere pericolosa.

Febbre jemale. V. Febbre autunnale.

Febbre organica. Febbre dipendente dagli organi o istromenti magagnati. Red. nel Diz. di A. Pasta. (Mt.)

[G.M.] Febbre nervosa; cagionata da sconcerti nervosi.

Febbre notturna. [Cont.] Cr. P. Agr. I. 99. Avvengono loro febbri, nelle quali è caldezza e freddezza, e febbri vernerecce e notturne, ma le febbri acute poco vengono loro.

Febbre periodica. [Cont.] Bocc. Museo fis. 134. Nella città di Messina l'alfiere Garzia per lo spazio d'anni 15 fu travagliato d'una febbre terzana periodica di tre in tre anni, quale febbre durava il tratto di 14 giorni, ed alle volte più giorni.

Febbre perniciosa. [Cont.] Bocc. Museo fis. 20. Le febbri effimere universali, le continue… le perniciose in abbondanza con delirii e letarghi.

Febbre putrida. [Cont.] Cr. P. Agr. I. 89. Fanno (i venti meridionali) ricadimenti d'infermitadi, e indeboliscono, e muovono l'epilessia, e inducono sonno, e fanno putride febbri.

Febbre quartana. Febbre i cui accessi ritornane ogni qualtro giorni. Fr. Jac. T. 4. 32. 2. (C) Dammi la febbre quartana, La continua e la terzana, La doppia cotidiana,…

Febbre terzana, e Terzana, ass. Febbre intermittente, o remittente, i cui accessi ritornano ogni terzo giorno. Cron. Morell. 362. (C) Antoniotto mio figliuolo…, dissono le lettere, era malato di terzana.Boez. Varch. 3. 8. Sappiate questo… potersi per un caldicciuolo d'una febbre terzana dissolversi.

T. Prov. La febbre terzana, I giovani risana; ai vecchi suona la campana.

[G.M.] E anche: La febbre terzana, il vecchio ammazza e il giovane risana.

Febbre terzana doppia. Febbre i cui accessi sono doppii ogni terzo giorno. (Mt.) V. Febbre quartana, eFebbre terzana semplice.

Febbre terzana semplice. M. V. 8. 59. (Mt.) Furono… nella state molte febbri terzane e semplici e doppie. Red. nel Diz. di A. Pasta. Mi consolo che sia terzana semplice intermittente, intermittentissima, che vuol dire senza pericolo; bisogna nulladimeno aver l'occhio che non raddoppi.

Delle altre moltissime qualità e denominazioni di Febbre V. gli scrittori di Medicina, e il Diz. del Tramater alla voc. FEBBRE.

2. T. Anco plur. Ha le febbri. Luc. 4. Tenebatur magnis febribus.

[Tor.] Targ. Ar. Vald. 1. 111. Le febbri erano tutte d'un istesso carattere pernicioso e maligno più o meno, secondo le qualità dei temperamenti.

[G.M.] Febbri, plur., sovente intendesi delle periodiche. Andò in Maremma, e prese le febbri.

3. Colmo della febbre. Lo stato più veemente della febbre, parossismo. Firenz. Op. 4. 177. (Gh.) Insù li occhi non ben asciutti ancora Senti' che due grau pesi mi cascôrno (cascarono) A cucirmisi quasi le palpébre, Come all'infermo al colmo della febre.

4. Col v. Assalire. Dant. Inf. 25. (C) Sbadigliava, Pur come sonno o febbre l'assalisse.

Petr. Son. 284. (C) Quale ha già i nervi e i polsi e i pensier egri, Cui domestica febbre assalir deve.

5. Col v. Camminare. Red. nel Diz. di A. Pasta. (Mt.) La febbre non ha camminato con quell'impeto de' giorni passati; nè si è mai più riconosciuta nuova rimessione.

6. [G.M.] Batter la febbre; delle febbri che dánno il tremito. È lì che batte la febbre.

T. Bruciar dalla febbre.

T. La febbre declina. Vang. Jeri, all'ora settima, la febbre lo lasciò.

7. Entrare la febbre. Cominciare a venire la febbre. (Mt.) V. ENTRARE.

[G.M.] Mettere la febbre. – Tutte le mattine, circa le nove, gli mette la febbre, o gli si mette la febbre.

8. Pigliare la febbre. Cominciare a venire la febbre. V. PIGLIARE.

9. Prendere la febbre. Lo stesso che Pigliare, ecc. Vit. S. Eufrag. 180. (M.) Di subito incominciò tutta a tremare, e poi la prese una potente febbre. E 181. Dicendo queste parole la prese una lieve febbre, e dopo cinque dì morì. Fav. Esop. 47. Per soperchia paura incanutì, e presegli la febbre. Petr. Uom. ill.173. Presagli una grandissima febbre, si morì. Senec. Pist. p. 339. (Gh.) Sì tosto come la febre il prese, egli montò insù la nave. Lasc. Cen. 2. nov. 4. p. 93. Non chiuse mai occhi, ma insù 'l far del giorno, cominciandogli a far freddo, gli prese una buona febre. Fr. Guitt. Lett. 8. 34. (Mt.) Il prese febbra.

10. Col v. Ritirare. Red. nel Diz. di A. Pasta. (Mt.) La febbre per ancora non si è ritirata, anzi persiste continua.

11. Col v. Ritornare. Red. nel Diz. di A. Pasta. (Mt.) Se non si mette in un'esattissima regola di vita, durerà tutto quest'anno a ritornargli la febbre.

[G.M.] Anco: Rientrar la febbre. – Quando gli rientra la febbre, va in sudori. – E: Rimettere. (Il contr. di quel che i medici dicono Remissione della febbre.)

12. Col v. Sentire. Vit. SS. Pad. 2. 241. (Mt.) Cadde in tanta maninconia e tristizia e amaritudine, che per gran dolore incominciò a sentire di febbre. E 242. Per certa cagione gli pareva sentire riprezzi di febbre.

13. Col v. Toccare. Red. nel Diz. di A. Pasta. (Mt.) Lodo che se gli dia la china per la quinta febbre, la quale toccherebbe giovedì prossimo.

14. Trasl. Cavalc. Specch. Cr. 172. (Mt.) Questa pena di sudore sostenne, perchè si spiccasse da noi la febbre del peccato.

15. Passione d'animo, la cui qualità viene determinata dall'aggiunto che l'accompagna. Dant. Inf. 27.(C) Così mi chiese questi per maestro A guarir della sua superba febbre. Tass. Rim. Amor. Son. 88. (M.) Perchè, fuggendo, non scemò favilla Della febbre amorosa… Cas. Canz. 2. 5. Lasso! e ben femmi ed assetato e infermo Febbre amorosa.

T. Febbre politica.

16. [G.M.] Avere la febbre addosso (ansietà grande, per dubbio, timore, o altra passione d'animo). Dicesi anco Star con la febbre.

17. [G.M.] Far venire la febbre (di chi annoja, uggisce). – A sentir certi deputati fanno venir la febbre.

18. Levar la febbre da dosso a uno, fig., vale Liberarlo da cosa che lo tiene in agitazione, in una forte passione. Segr. Fior. Framm. Stor. 137. (Man.) D'accordo i Fiorentini lasciarono guastare dal popolo di Montepulciano detto bastione, che fu loro un levar la febbre da dosso.

19. [M.F.] Stare con le febbri di una cosa. Stare in paura che accada. Lasc. G. I. n. 3. Ne andò via battendo alla bottega di Ceccherino, dovo trovò Neri che aveva condotto coloro per mala via, e stavano colle febbri di non toccar qualche tentennata.

E Stare con la febbre addosso di checchessia vale Essere in gran pena di checchessia. Car. Lett. 2. 60. (Man.) Di grazia, accusatemele tutte (le lettere), perchè ne sto con la febbre addosso.

20. T. Trasl. Febbre d'impazienza. Ambr. La febbre nostra è la superbia, la febbre nostra è l'avarizia, la febbre nostra è l'invidia.

21. T. Brama morbosa. Febbre di lodi, d'applausi.

T. In senso buono. Febbre del sapere, del lavoro.
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