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Informazioni utili online sulla parola italiana «lacero», il significato, curiosità, forma del verbo «lacerare», aggettivo qualificativo, frasi di esempio, definizioni da cruciverba, definizioni storiche, rime, dizionario inverso. Cosa vuol dire.


Lacero

Forma verbale

Lacero è una forma del verbo lacerare (prima persona singolare dell'indicativo presente). Vedi anche: Coniugazione di lacerare.

Aggettivo

Lacero è un aggettivo qualificativo. Forme per genere e per numero: lacera (femminile singolare); laceri (maschile plurale); lacere (femminile plurale).

Parole Collegate

»» Sinonimi e contrari di lacero (logoro, consumato, liso, consunto, ...)

Utili Link

Significato su Dizionari ed Enciclopedie online
Hoepli | Sabatini Coletti

Informazioni di base

La parola lacero è formata da sei lettere, tre vocali e tre consonanti.
È una parola bifronte senza capo né coda, la lettura all’inverso produce una parola di senso compiuto (reca).
Parole con la stessa grafia, ma accentate: lacerò.

Frasi e testi di esempio

»» Vedi anche la pagina frasi con lacero per una lista di esempi.
Esempi d'uso
  • Adoro il mio maglione, ormai lacero ma pieno di ricordi.
  • Il mio cuore lacero vaga nel sogno cercando la tua morbida carezza!
  • Cammina per la strada con lo sguardo chino, lacero nell'abbigliamento, portando addosso gli abiti di tutte le stagioni.
Citazioni da opere letterarie
Le rondini di Montecassino di Helena Janeczek (2010): Il giorno prima che cominciasse la nostra marcia, passò davanti alle nostre baracche una colonna di uomini vestiti di una sorta di lacero pigiama grigio, ai piedi zoccoli di legno. Camminavano fra ss, guardie e cani. Dopo ho fatto l'abitudine anche a quella vista: sui bordi delle strade incontravamo spesso mucchi congelati di hurai uccisi.

Il resto di niente di Enzo Striano (1986): Invece chiasso, trepestio, nuovi spaventi. Luigi la stringe a sé, cava una pistola. Pallidissimi, ritti al centro della rampa, aspettano. Lui punta l'arma verso la curva sottostante. A momenti s'ammazzano a vicenda, tra patrioti e amici: quelli che salgono sono un gruppo trafelato, sanguinante, lacero, di Guardie Nazionali e borghesi. Riconosce Astore, Rossi, Pepe.

Cenere di Grazia Deledda (1929): La condusse in casa di una vedova che aveva un figliolino di quattro anni. Nel vedere questo bambino, nero, lacero, tutto orecchie ed occhi, Olì pensò ai fratellini e pianse. Ah, chi si sarebbe più curato dei poveri orfanelli? Chi avrebbe dato loro da mangiare e da bere; chi preparerebbe il pane nella cantoniera, chi laverebbe più i panni nel fiume azzurro? E che avverrebbe mai di zio Micheli, il povero vedovo febbricitante ed infelice? Basta, Olì pianse un giorno ed una notte; poi si guardò attorno con occhi foschi.

Giochi di Parole

Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per lacero
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione
Definizioni da Cruciverba in cui è presente
Cambi
Cambiando una lettera sola si possono ottenere le seguenti parole: bacerò, lacera, lacere, laceri, laverò, macero, tacerò.
Cambiando entrambi gli estremi della parola si possono avere: bacerà, macera, maceri, tacere, tacerà.
Scarti
Rimuovendo una sola lettera si può avere: acero.
Altri scarti con resto non consecutivo: laro, acro, aero.
Zeppe (e aggiunte)
Aggiungendo una sola lettera si possono ottenere le parole: lancerò, lascerò.
Parole contenute in "lacero"
ace, ero, cero, acero. Contenute all'inverso: ore, reca.
Lucchetti
Scartando le parti in comune (in coda e poi in capo), "lacero" si può ottenere dalle seguenti coppie: lama/macero, lapis/piscerò, lavo/vocerò.
Usando "lacero" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * ceroma = lama; * ceromi = lami; * cerone = lane; salace * = sarò; bela * = becero; * cerotici = latici; mala * = macero; vola * = vocerò; calla * = calcerò; carla * = carcero; falla * = falcerò; * cerottone = lattone; * cerottoni = lattoni; pil * = piacerò; suola * = suocero; infila * = inficerò.
Lucchetti Riflessi
Scartando le parti in comune (in coda e il riflesso in capo), "lacero" si può ottenere dalle seguenti coppie: lacca/acero, lacunetta/attenuerò.
Cerniere
Scartando le parti in comune (prima in capo e poi in coda), "lacero" si può ottenere dalle seguenti coppie: mala/ceroma, sala/cerosa, sola/ceroso, salace/rosa.
Usando "lacero" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: ceroma * = mala; * salace = rosa; cerosa * = sala; ceroso * = sola; * mala = ceroma; * sala = cerosa; * sola = ceroso; rosa * = salace; * sol = aceroso.
Lucchetti Alterni
Scartando le parti in comune (in coda oppure in capo), "lacero" si può ottenere dalle seguenti coppie: lama/ceroma, lami/ceromi, lane/cerone, latici/cerotici, lattone/cerottone, lattoni/cerottoni.
Usando "lacero" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: becero * = bela; * vocerò = lavo; vocerò * = vola; calcerò * = calla; carcero * = carla; falcerò * = falla; * piscerò = lapis; suocero * = suola; inficerò * = infila; sarò * = salace; * aio = lacerai; * ateo = lacerate; * avio = laceravi; * astio = lacerasti; lacerazione * = razionerò.
Intarsi e sciarade alterne
"lacero" si può ottenere intrecciando le lettere delle seguenti coppie di parole: le/acro.
Intrecciando le lettere di "lacero" (*) con un'altra parola si può ottenere: ph * = placherò; * arno = lacerarono; pass * = placassero; spechi * = spelacchierò.
Quiz - indovina la soluzione
Definizioni da Cruciverba: Una laconica ammissione, Un laconico commento, Vi scorre la lacrima, Gli occhi sono __ se lacrimano troppo, Pezzo strappato e lacerato.

Definizioni da Dizionari Storici

Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884
Logoro, Lacero, Frusto, Trito, Consunto, Mostrar le corde - L'abito dicesi Logoro quando dal lungo portarlo n'è tanto assottigliata in più luoghi la stoffa da essere lì lì per lacerarsi: essa è Consunta ov'è consumata affatto, per cui l'abito ne resta bucato. Lacero è detto l'abito s'è rotto per l'uso o per accidente qualunque e ne rimangono pendenti i pezzi stracciati. - Trito sarebbe se fosse ridotto in pezzi affatto e in minuzzoli, ma allora non è più abito, è uno straccio o un mucchio di cenci. - Frusto è un po' meno di logoro, ma dice lo stesso. Frusto è l'uomo dal lavoro, quando ha rotti i nervi affatto, nè vale più alcun riposo a ristorarlo e a rimetterlo in forze; logoro dicesi dagli anni; logoro il capo da' pensieri. Consunto poi l'uomo da febbre lenta, da tisi o altra malattia cronica: e' muore consunto quando non ha più che pelle e l'ossa. - [Trito si dice in senso affine a Logoro di vestito dal quale si veda la miseria di chi lo porta, e si usa riferito anche alla persona stessa.

«Non vi posso mai dir quant'era trito:
Fate conto ch'ei fosse ignudo affatto;
Or guardate s'egli era mal vestito.»
Fagiuoli.

«Quel gusto cinico
Che avea ciascuno
Di farsi povero,
Trito e digiuno
Senza vergogna,
Chi se lo sogna?»
Giusti
.

Son dell'uso in questo senso anche Tritino, Trituccio e Tritone. - Di vestito che, consumato il pelo, se ne scorge l'ordito, suol dirsi che mostra le corde. G. F.] [immagine]
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860
Lacerare, Stracciare, Sbranare, Sdrucire, Rompere, Strambellare, Strappare, Scindere, Squarciare, Squartare; Lacerato, Lacero, Strappato - Rompere è generico; è mettere o mandare in pezzi cosa intera; e rompere si puonno quindi anche i pezzi medesimi, se rimasti troppo grossi rispetto al desiderio nostro. Stracciare dicesi più propriamente della carta, de' libri e degli abiti fatti di stoffe poco meno sottili della carta: e gli abiti guasti e logori per lungo uso diconsi stracci; e straccio ogni altro panno e pannolino a tale ridotto. Sdrucire è quasi uno scucire, ma non lo scucire fatto apposta e bel bello, cioè punto per punto, colle forbici o altro strumento, ma per l'uso o perchè il filo di cui le cuciture son fatte viene a rompersi, o per isforzo o qualunque altro tirare violento, di maniera che le cuciture bene o male si disfanno: abito sdrucito è quello del quale i varii pezzi onde è composto si staccano uno dall'altro più o meno. Scindere è tagliare in mezzo di netto o quasi; da scindere, scissione, scissura e scisma; quest'ultimo, si sa, non si usa propriamente che in materia di religione. Squarciare è dividere violentemente cosa e farne grossi e larghi pezzi, come quarti o simili: è affine a squartare, che è proprio dividere o rompere in quarti ma squartare meglio dicesi degli animali le cui quattro più grosse membra indicano che in quattro più giuste parti possono dividersi. Lo squartare era un orribile supplizio al quale in tempi barbari condannavansi i rei di lesa maestà; consisteva nel legare ogni gamba e ogni braccio ad un cavallo focoso, e poi fare che i quattro cavalli tirassero violentemente ciascuno in senso opposto agli altri, finchè il corpo del paziente ne fosse ridotto in pezzi: ovvero legavansi le gambe e le braccia ai rami di quattro pioppi uno dall'altro discosti, che con funi costringevansi a stare ripiegati, fino a tanto che, finito di legarvi il paziente e troncati gli ostacoli, violentemente raddrizzandosi, venissero a strappare dal tronco quelle povere membra; così l'uomo usò e abusò dell'ingegno suo! Lacerare è più di stracciare: può essere stracciato a caso un vestito anche nuovo, che lacero non potrebbe dirsi: lacerato pare più elegante di stracciato; lacere poi diconsi le carni sotto la frusta o le tanaglie del tormentatore, o per ferite avute in battaglia. Lacerare ha senso traslato; si lacera la fama, l'onore di persona, e se immeritamente, queste ferite non sono meno delle corporee dolorose e funeste. Sbranare è il lacerare che fa le carni della sua preda l'animale carnivoro nel cibarsene; nello sbranare, sbrama la fame sua e la sete che ha di sangue. Strambellato è il vestito che cade a cenci e l'uomo che così malamente ha coperte le carni: strambellare è mettere e ridurre in pezzi, in cenci. Strappare dicesi propriamente del filo, di corda, o d'altra cosa che in un colpo solo si rompe: nel cucire gli stracci del marito sbevazzatore e poltrone, e quelli dei poveri figli, si strappa sovente per movimento di giusta impazienza il filo alla povera moglie, che pure dopo un sospiro o qualche lacrima si rimette al lavoro. Strappar di mano è torre altrui cosa con cattiva maniera e violentemente: nello strappar di mano molte volte la cosa resta strappata o stracciata; castigo dell'impaziente umore nell'atto medesimo nel quale si sfoga. [immagine]
Logoro, Lacero, Frusto, Trito, Consunto - L'abito dicesi logoro quando dal lungo portarlo n'è tanto assottigliata in più luoghi la stoffa da essere lì lì per lacerarsi; essa è consunta ov'è consumata affatto, per cui l'abito ne resta bucato; lacero è detto l'abito s'è rotto per l'uso o per accidente qualunque e ne rimangono penzoloni i pezzi stracciati. Trito sarebbe se fosse ridotto in pezzi affatto e minuzzoli, ma allora non è più abito, gli è uno straccio e un mucchio di cenci. Frusto è un po' meno di logoro, ma dice lo stesso. Frusto è l'uomo dal lavoro, quando ha rotti i nervi affatto, nè vale più alcun riposo a ristorarlo e a rimetterlo in forze; logoro dicesi dagli anni; logoro il capo da' pensieri. Consunto poi l'uomo da febbre lenta, da tisi o altra malattia cronica; e' muore consunto quando non ha più che la pelle e l'ossa. [immagine]
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879
Lacero - S. m. Il consumo che si fa di checchessia usandolo. (Fanf.) (Dell'uso.)

[G.M.] Pagare i laceri. Tre lire di laceri (segnatam. nelle spese per le funzioni religiose).
Lacero - Part. pass. e Agg. Da LACERARE. Lacer, aureo lat. Cr. 5. 19. 3. (C) Piantansi con piante che abbian radici, o con piante divelte da' pedali, e dalla parte di sotto infrante e lacere. Serd. Stor. 1. 43. Videro… quattro uomini stramazzati, morti e laceri in un momento. E 4. 144. Alcuni soldati presero quel corpo lacero; e, acciocchè non fosse veduto, lo gittarono sotto coperta. Buon. Fier. Introd. 2. 5. (M.) lo mi credea ch'al vestimento Lacero e rappezzato… Tu mi riconoscessi. E appresso: Sotto una veste Lacera e rappezzata anche talvolta Una grande scarsella sta nascosta.

2. [Tor.] Detto di edifizio. Bard. Vill. Adr. 36. Esempio miserando, poichè sì grand' edifizio, e il maggior forse che mai si sia edificato, si vede tutto lacero e guasto.

3. (Bot.) Lacere diconsi le foglie divise in brani con tagli disuguali. (Mt.)
Navigazione
Parole in ordine alfabetico: lacereresti, lacererete, lacererò, laceri, laceriamo, laceriate, lacerino « lacero » lacertide, lacertidi, lacertiforme, lacertiformi, lacinia, lacinie, laconica
Parole di sei lettere: lacera, lacere, laceri « lacero » lacuna, lacune, ladani
Lista Aggettivi: lacerante, lacerato « lacero » laconico, lacrimogeno
Vocabolario inverso (per trovare le rime): combacerò, megacero, giacerò, soggiacerò, piacerò, compiacerò, spiacerò « lacero (orecal) » macero, macerò, tacerò, sottacerò, caccerò, ricaccerò, procaccerò
Indice parole che: iniziano con L, con LA, parole che iniziano con LAC, finiscono con O

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