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Informazioni utili online sulla parola italiana «ago», il significato, curiosità, sillabazione, frasi di esempio, definizioni da cruciverba, definizioni storiche, rime, dizionario inverso. Cosa vuol dire.


Ago

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Lista Crescenti Alfabeticamente [Agimmo, Agio « * » Ahi, Ahò]
Lista Parole Monoconsonantiche [Agii, Agio « * » Agà, Agì]

Foto taggate ago

Color

un ago per cucire

con ago e filo

Informazioni di base

La parola ago è formata da tre lettere, due vocali e una consonante. Divisione in sillabe: à-go. È un bisillabo piano (accento sulla penultima sillaba).

Frasi e testi di esempio

»» Vedi anche la pagina frasi con ago per una lista di esempi.
Esempi d'uso
  • Se non metto gli occhiali non riesco a infilare il filo nell'ago.
  • Mi si è conficcata una spina di rose in un dito e l'ho tolta aiutandomi con la punta, disinfettata, di un ago.
  • Sembra assurdo ma sono riuscito a trovare un ago in un pagliaio.
Citazioni da opere letterarie
Il podere di Federigo Tozzi (1921): Su la stesa delle groppe si levavano le corna. Le mosche coprivano il collo e la giogaia dei bovi, mettendosi fitte fitte attorno all'orlo degli occhi; attaccandosi, ostinate, con le ali lustre e iridescenti. Quando una volava via, restava una goccia di sangue, come una punta di ago, sul pelo.

La paura del sonno di Luigi Pirandello (1900): Questa del continuo sonno della moglie era una spina che di giorno in giorno si faceva più pungente per il Mago. I burattini, è vero, esposti ignudi su i cordini di ferro non erano capaci di soffrire il freddo o la vergogna; ma, andando a lungo di questo passo, don Saverio si vedeva minacciato d'avere tra breve tutte le stanze invase dalle sue creaturine ignude e supplicanti la signora Fana di fornir loro, alla fine, la tanto attesa opera dell'ago. Senza contare che quattrini in casa non ne entravano davvero, seguitando così.

L'isola del giorno prima di Umberto Eco (1994): Restava da definire quale fosse il Primo Meridiano. E padre Caspar riconosceva che quello dell'Isola del Ferro era ancora il miglior candidato, visto che - Roberto l'aveva già saputo dal dottor Byrd - lì l'ago della bussola non fa deviazioni, e quella linea passa per quel punto vicinissimo al Polo dove più alte sono le montagne di ferro. Il che è certamente segno di stabilità.

Giochi di Parole

Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per ago
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione
Definizioni da Cruciverba in cui è presente
»» Vedi tutte le definizioni
Cambi
Cambiando una lettera sola si possono ottenere le seguenti parole: agi, agà, ahò, aio, amo, ano, aro, avo, ego, ugo.
Cambiando entrambi gli estremi della parola si può avere: ogm.
Zeppe (e aggiunte)
Aggiungendo una sola lettera si possono ottenere le parole: agio, agro, argo, lago, mago, pago, sago, vago.
Antipodi (con o senza cambio)
Spostando la prima lettera in fondo (eventualmente cambiandola) e invertendo il tutto si può avere: log.
Antipodi inversi: se si sposta l'ultima lettera all'inizio (con eventuale cambio) e si inverte il tutto si possono ottenere: gag, gai, gal, gap, gas, gay.
Testacoda
Togliendo la lettera iniziale e aggiungendone una alla fine si può ottenere: gol.
Parole con "ago"
Iniziano con "ago": agone, agoni, agorà, agogna, agogni, agogno, agognò, agonia, agonie, agorai, agordo, agosto, agogica, agogici, agogico, agognai, agonale, agonali, agonica, agonici, agonico, agoraio, agogiche, agognano, agognare, agognata, agognate, agognati, agognato.
Finiscono con "ago": lago, mago, pago, pagò, sago, vago, vagò, drago, dragò, piago, piagò, spago, svago, trago, allago, allagò, appago, appagò, asiago, dilago, dilagò, divago, divagò, indago, indagò, parago, pelago, ripago, ripagò.
Contengono "ago": bagola, bagole, lagone, lagoni, magona, magone, magoni, pagoda, pagode, sagola, sagole, sagoma, sagome, sagomi, sagomo, sagomò, vagone, vagoni, apagoge, apagogi, bagordi, bagordo, dragone, dragoni, epagoge, epagogi, esagoge, esagogi, esagona, esagone, ...
»» Vedi parole che contengono ago per la lista completa
Incastri
Inserito nella parola sla dà SagoLA; in mili dà MIagoLI; in pisa dà PIagoSA; in colga dà COLagoGA; in colgo dà COLagoGO; in milio dà MIagoLIO; in nonni dà NONagoNI; in nonno dà NONagoNO; in smina dà SagoMINA; in smino dà SagoMINO; in arnese dà ARagoNESE; in arnesi dà ARagoNESI; in milano dà MIagoLANO.
Inserendo al suo interno sia si ha AsiaGO; con iter si ha AGiterO (agiterò); con ivan si ha AGivanO; con rari si ha AGrariO; con polo si ha ApoloGO; con sten si ha AstenGO; con ganci si ha AGganciO; con gravi si ha AGgraviO; con grazi si ha AGgraziO; con spara si ha AsparaGO; con ghiacci si ha AGghiacciO; con grovigli si ha AGgrovigliO.
Lucchetti
Usando "ago" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * ohi = aghi; * oli = agli; * ora = agra; * ore = agre; * ori = agri; * oro = agro; ara * = argo; era * = ergo; pia * = pigo; ria * = rigo; sua * = sugo; una * = ungo; * olio = aglio; bona * = bongo; bora * = borgo; cara * = cargo; cina * = cingo; cola * = colgo; dina * = dingo; fina * = fingo; ...
Cerniere
Usando "ago" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * ala = goal; * dea = gode; * dia = godi; * rea = gore; * tea = gote; * devia = godevi; * nadia = gonadi.
Lucchetti Alterni
Usando "ago" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * reo = agre; * rio = agri; * uso = agus; * ateo = agate; * avio = agavi; * ileo = agile; * ilio = agili; agio * = giogo; * natio = agnati; * gancio = agganci; * grazio = aggrazi; * restio = agresti; * graffio = aggraffi; * ghiaccio = agghiacci; * guantaio = agguantai; * groviglio = aggrovigli; * ghiacciaio = agghiacciai.
Intarsi e sciarade alterne
Intrecciando le lettere di "ago" (*) con un'altra parola si può ottenere: adì * = adagio; * fan = afgano; * nel = angelo; * poe = apogeo; pur * = paguro; pin * = piango; van * = vagano; * giga = aggioga; albi * = albagio; cina * = cagiona; fili * = fagioli; filo * = fagiolo; mine * = magione; pian * = piagano; plin * = plagino; spin * = spagino; * ritta = agriotta; * ritte = agriotte; * ritti = agriotti; * ritto = agriotto; ...

Definizioni da Dizionari Storici

Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884
Spillo, Ago - Lo Spillo è d'ottone o di ferro; ha piccolo capo, e serve per appuntare fogli, panni o altro. - L'Ago è di acciajo, ha punta acutissima, e dall'altra estremità un'apertura detta Cruna, per la quale si passa il filo, e si adopera per cucire. [immagine]
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860
Quadrello, Passamano, Ago, Spillo, Aghi, Ferri, Agnino, Aghetto, Spillino, Spilletto, Agone, Spillone, Passacordone - Quadrello, grosso ago a tre canti o anche a quattro, con cui si cuciono sacchi, materassi e altre cose grossolane, servendosi di grosso filo o di spago. L'aghetto è punta fatta d'una lastrina d'ottone o d'altro metallo adattata a capo di un cordoncino o d'altra cordella per farla passare facilmente negli occhielli e allacciare le scarpe, il busto o altra parte del vestimento.

«Il passamano è veramente l'aghetto insieme ed il nastro che s'infila: e nel passamano, il cordoncino è largo e schiacciatino, a forma appunto di nastro. Il passamano può essere d'oro, e d'oro può essere anche l'aghetto. I passamani che si usavano una volta alla maniche de' vestiti da donna, non si direbbero aghetti». Tommaseo.

Col passacordone, ch'è un ago grosso senza punta, perchè e non fori e non istracci, si fanno passare fettucce e nastri in una specie di baste o larghi orli fatti alle vesti, con cui si stringono alla vita. L'ago è quello da cucire più o meno sottile che sia; lo spillo ha da una parte una punta quasi tanto acuta quanto quella dell'ago, e dall'altra una testolina, e serve ordinariamente, come da ognuno si sa, ad appuntare e fermare pezzuola o nastro o altro sul corpo, che altrimente svolazzerebbe via, e anco ad altri usi; se è più lungo e più grosso dei soliti, se è d'argento o d'oro o d'altro metallo, o se almeno ha la testa molto più grossa proporzionatamente, allora dicesi spillone e serve in molti paesi, nel Vercellese e nella Lombardia, per esempio, a fermare i capelli delle contadine ed a vago e ricco ornamento nel tempo medesimo. Aghi si dicono ma impropriamente in alcuni luoghi i ferri da calzetta. Ago calamitato quello della bussola, e ago, così Grassi, il ferro della stadera che quando è in bilico mostra l'equilibrio. Da ago, agoraio, che è lo stuccio o bocciuolo dove si tengono gli aghi, e agugliata, che è quel tanto di refe o di seta che volta per volta s'infila nella cruna dell'ago per cucire. Agone, ago grosso. Ho udito a Genova ed altrove chiamare agone un pesce sottile e lungo sul fare delle anguille, il cui muso finisce in un lungo becco acuto e forte. Spilletto e spillino, diminutivi di spillo; e aghetto e aghino diminutivi di ago; fra di essi poi non farei differenza, perchè in cose di simil fatta non vedo luogo a vezzeggiativi. [immagine]
Dizionario delle invenzioni, origini e scoperte del 1850
Ago - Questo arnese, di cui l'antichità greca e romana attribuisce l'invenzione ad una donna, restò per lunghissimo tempo sconosciuto. Sui principii delle società, gli ossi appuntati, le lische di pesci, gli spini, fecero le veci degli aghi e degli spilli che al presente si adoprano. Si potrebbero citare parecchi popoli, che anche ai nostri giorni usano gli stessi espedienti. V'è in Aquisgrana una fabbrica ragguardevolissima di aghi, la di cui lavorazione richiede ottanta diverse operazioni. I primi aghi furono fatti nel 1545 in Inghilterra da un Indiano, e il modo di fabbricarli, perdutosi dopo la sua morte, fu ritrovato nel 1560. da Cristofano Greening. [immagine]
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879
Ago - S. m. (Ar. Mes.) Sottil filo d'acciajo con punta acuta dall'un de' capi e cruna dall'altro, nella quale s'infila refe o seta per cucire. Aff. al. lat. Acus. Antic. nel pl. si disse Agora. Vit. S. Gio. Batt. (C) Non ci ha nè ago nè refe, non ci ha forbici nè coltello. Bocc. pr. 8. Perciocchè all'altre è assai l'ago, e 'l fuso, e l'arcolajo. D. 1. 20. Vedi le triste che lasciaron l'ago, La spuola e 'l fuso. Ovid. Pist. 55. E ficca ne' miseri fegati l'aguzze agora. Lasc. Spir. 1. 3. Oltre a questo gettò per bocca ciocche di capelli, agora, spilletti…

[M.F.] Ago da stoje, da fiaschi, da materassai, e sim., più grande dell'ordin.

2. Fare, Trarre. e simili ad ago, vale Cucire con l'ago. Cavalc. Pungil. 210. (Mt.) Tonica inconstutile, cioè fatta ad ago. Franc. Barb. 21. 4. Poi dirai col sartore Del trar ad ago, e lavorar d'intagli.

3. T. De' lavori di donna che danno il campamento. Vivere dell'ago, col suo ago, Tirar su la famiglia.

4. Piccol cilindro di ferro o d'acciajo, con cui fannosi calze, berrettini, borse, e simili lavori a maglia. [M.F.] Oggi, in questo senso, Ferro e Ferri da calza, e anco assol. Il ferro, I ferri. = Cant. Carn. (Mt.) Dassi spesso qualche storta all'ago… Vuol esser lungo, eguale, sodo… Liscio, perchè si possa menar presto, Nè si… torca l'ago.

5. (Arche.) Ago crinale. Dirizzacrine, Dirizzatojo. Targ. Tozz. G. Viagg. 2. 413. (Gh.) Un ago crinale di rame, in foggia degli aghi da busto, con scavo e due buchi nel luogo della cruna per infilarvi lo spago.

6. Ago damaschino o di Damasco. Ago da ricamo così detto dalla maniera della sua tempera. Firenz. Op. 4. 23. (Gh.) Vidi l'altrier scherzar ben mille Amori In quel bell'occhio, che dinanzi pinse Con bianco refe un ago damaschino. E v. 1. p. 120. Non ti accorgi tu, che, se tu fossi tutto acciajo, tu non faresti la punta ad un ago di Damasco?

Trovasi usato anche Ago da dommasco. [Cam.] Firenz. Op. 1. 406. Oimè! oh se noi avessimo cerco d'un ago da dommasco de' più sottili, io sono chiaro che noi l'avremmo ritrovato.

7. (Fis.) [Gher.] Ago magnetico o calamitato o magnetizzato. È un pezzetto bislungo d'acciajo temperato di varie forme e grandezze, imbevuto delle virtù polari della calamita, che le manifesta attraendo verso le sue estremità la limatura di ferro dolce, e rivestendosene a fiocchi; e sospeso in varie maniere, per renderlo mobile, palesa co' suoi movimenti e co' suoi equilibrii le azioni attrattive e repulsive magnetiche ed elettromagnetiche in genere, ed in particolare la direzione stabile che prende per l'azione del magnetismo dell'intero globo terracqueo. – Talvolta, per certe esperienze fisiche, l'ago non è formato d'acciajo, ma di ferro, non dolce per altro, e perciò dotato d'una qualche tempera e durezza. [Tor.] Manfred. Instit. Astron. 46. Un ago calamitato posto in equilibrio intorno al suo centro di gravità si adatta da se stesso alla direzione della meridiana, o più tosto si mette nel piano del meridiano. E 47. Un circolo compartito nelle 32 direzioni de' venti, e che al suo centro sostenga in equilibrio un ago calamitato, chiamasi bussola. [Val.] Segner. Incred. 2. 192. Si scorgerà che la religione delle sette è come l'ago calamitato.

8. (Fis.) Ago astatico. [Gher.] Dicesi così quell'ago magnetico, che, quantunque sospeso e quindi mobile, pure o pel modo di sospensione, o per effetto d'un altro ago debitamente congiuntovi, o per altri artifizi, non si lascia più dirigere dalla terra, rimanendo indifferente, o quasi, al magnetismo della medesima, che non lo risentisse più o pochissimo.

9. (Fis.) Ago magnetizzabile. [Gher.] È un ago per lo più d'acciajo, o di ferro, che non possiede attualmente virtù magnetiche polari, ma le può acquistare, o temporariamente, o stabilmente, a seconda di certe sue qualità materiali di durezza, di tempra, ecc., ed a seconda dell'energia delle forze magnetiche ed elettromagnetiche alle quali venga esposto.

10. (Fis.) Ago declinatorio, o di declinazione. [Gher.] Ago magnetico della Bussola declinatoria o di Declinazione. V. BUSSOLA DECLINATORIA.

11. (Mar.) [Fin.] Quella lamina d'acciajo temperato, ordinariamente della figura di un rombo molto allungato, cui si comunica, mercè la calamita, la proprietà di dirigere una delle sue estremità, e sempre la medesima, verso settentrione, quando è sostenuta e sospesa liberamente sopra un perno, sicchè possa muoversi senza resistenza. = D. 3. 12. (C) Del cuor dell'una delle luci nuove Si mosse voce, che l'ago alla stella Parer mi fece. Tes. Br. 2. 49. E sappiate che a queste due tramontane vi s'apprende la punta dell'ago, ver quella tramontana a cui quella faccia giace. [Cam.] Bald. Naut. 70. E quei ch'hanno all'ago ed al governo E le luci e le mani, al fischio intenti, adoprin lor saper, raddoppin l'arte. [Val.] Bald. Naut. 63. L'ago fatal mastro gli fia, che puote In virtù sol della mirabil pietra Così calle a nocchier mostrar per l'acque, Fedel, come poteo dal labirinto In dubbi giri il filo al saggio Eroe.

[Cont.] E dicesi anche di quell'asta appuntata su cui gira l'ago magnetico. Pant. Nav. 239. Nel mezzo della quale (lancetta d'acciajo) è un cappelletto d'ottone, che ha una piccolissima fossetta nel mezzo, che mette sopra la punta d'un ago piantato diritto nel mezzo della bussola, acciocchè la rosa possa girarsi sopra.

E per simil. Com. Par. 2. (C) Clio, Euterpe, Calliope… sono la mia calamita e 'l mio ago, le quali m'addirizzano…

12. (Mar.) Ago d'inclinazione. L'ago della bussola non calamitato ed equilibrato sopra il suo perno, sicchè resti orizzontale: quando è calamitato, s'inclina all'orizzonte nell'emisfero boreale dalla parte del Nord, nell'emisfero australe dalla parte del Sud; mentre nell'equatore magnetico della terra non s'inclina da alcuna parte, e si conserva orizzontale. Si costruiscono delle macchinette per misurare queste inclinazioni in varii tempi ed in varie latitudini, e sono queste gli Aghi d'inclinazione, che si chiamano anche Inclinatori, e Bussole d'inclinazione. (Mt.)

13. (Mar.) Ago pazzo o impazzato. Si dice dell'ago magnetico, indifferente ad ogni posizione, e che non prende la sua direzione verso il polo. (Mt.)

14. (Mar.) Ago d'alberi o di carenaggio. Sono lunghi e forti pezzi d'abete, i quali servono a far contrasto agli alberi d'un vascello, quando questo si abbatte per carenarlo. Se ne dispongono uno o due all'albero di maestra e a quello di trinchetto, e talvolta anche a quello di mezzana. Le estremità superiori degli aghi sono legate fortemente alla sommità dell'albero; e le estremità inferiori premono sopra alcune suole fermate sulla coperta a quella parte dalla quale si fa sbandare il bastimento. Le stesse estremità superiori sono tagliate a schiancio e incavate, affinchè si possano più esattamente applicare all'albero. (Mt.)

15. (Mar.) Ago o Freccia dello sperone. [Fin.] È un legno, un bracciuolo incavato con grazia, situato nel piano longitudinale di alcune navicelle usate nel Tirreno e nel mare Siculo (Speroncielle, Sciabecchi, Paranzelle ed altre) appoggiato alla facciata esteriore della ruota di prua con un ramo, coll'altro sporgente dinanzi alla stessa ruota, ornato di scolture.

16. (Chir.) Quello stilo d'acciajo, d'oro, di platino, che si riduce tondo, piatto o triangolare, retto o curvo, assicurato o no a manico, terminante sempre all'una delle estremità in punta, la cui mercè entra ne' tessuti disgiungendone le lamine, vicino alla qual punta, ma più d'ordinario all'estremità opposta detta Tallone, è sovente una cruna idonea a lasciarsi trapassare da un filo o cordoncino o nastro od esca, per introdursi nell'interne parti del corpo. Prendono quest'Aghi diversi nomi, secondo la forma o l'uso cui sono destinati. (Mt.)

[Val.] Ros. Sat. 1. Dal Peruviano suolo al lido Prusico Alcun non è ch'abbia avvezzato il cuojo Più di costor all'ago del cerusico.

17. (St.N.) [De F.] Nome volgare dato ad alcuni pesci di forme allungatissime, appartenenti alla famiglia de' Cavallucci marini, e che formano il gen. Syngnathus de' Naturalisti. Serdon. Istor. Ind. 263. (Gh.) Nell'Oceano africano si trova un pesce di smisurata grandezza, che dalla figura che ha è nomato ago (io crederei che fosse il pesce xiphia), e ha il muso lungo e molto aguzzo, e il medesimo è così duro ed aspro; che consuma il ferro a guisa d'una lima. (Il Gherardini nota: Il pesce detto da Plinio Xiphia è quello che noi chiamiamo Pesce Spada; nè pare ch'e' sia lo stesso qui sopra descritto; ma nè pur questo pesce Ago dell'Oceano africano ha sembianza d'essere quel medesimo a cui si suol dare un tal nome da' nostri Naturalisti.) Red. Oss. An. 175. (C) Ha la vescica d'aria… la sardina, l'ago primo del Rondelazio, l'ago di Aristotile, ovvero ago secondo del medesimo Rondelazio.

18. (Mecc.) [Gher.] Ago della stadera. È quell'asticciuola corta, quadrangolare, che sporge perpendicolarmente dal fusto della stadera nel loco del pernio, e che separa il braccio corto di essa dal braccio lungo o stilo: libera l'asticciuola di rotare e oscillare in mezzo alle gambe della trútina, o sostegno pensile del pernio, quando la medesima sta a piombo (che si giudica dal rimanere come nascosta fra le dette gambe) addimostra l'equilibrio dello stromento e la pesata in pronto – Ma si dà, pur troppo, questo stesso nome di ago della stadera al mentovato stilo su cui si fa scorrere il contrappeso della stadera, detto volgarmente Romano, o Marco, ed anche Piombino. G. G. Mec. ediz. de' Class. Ital. di Milano…. E nell'altra maggiore (distanza) C B, che ago della stadera si dimanda, scorra innanzi indietro il Romano F, ecc

19. (Mecc.) Ago della bilancia. [Gher.] Nome di quell'indice, a lancetta o linguetta, fissamente e perpendicolarmente annesso al punto di mezzo del giogo dello strumento, e per lo più di sopra, ma talvolta di sotto al giogo medesimo, dalla direzione del quale ago, se verticale, argomentasi l'equilibrio della bilancia, e, se inclinata, il contrario; la quale verticalità viene meglio accertata, e la inclinazione ancora misurata, nelle più finite bilancie, mercè il riscontro di un archetto fisso e graduato, su cui scorre rasente la punta estrema dell'ago, nelle oscillazioni del giogo. Pap. Umid. e Secc. 35. In una bilancia perfetta e gelosissima…, per ogni minima alterazione che si faccia o nell'uno o nell'altro peso, la linguetta o l'ago di essa bilancia arriva alla totale declinazione e pendenza. In alcuni paesi d'Italia, in Bologna per esempio, l'ago in discorso sentesi volgarmente chiamare, con molta proprietà, il giudice della bilancia.

[Val.] Del Ross. Svet. 366. Dicesi ancora ch'e' vide in sogno una bilancia nel mezzo dello andito della casa palatina, che stava coll'ago diritto e bilanciato.

20. (Mecc.) [Cont.] Dicesi Ago dello sviatojo quel pezzo di rotaja sviante, assottigliato a quella sua estremità, che va a nascondersi nell'intaccatura di una delle rotaje dirette, mentre l'ago appartenente all'altra rotaja diretta esce dall'intaccatura della corrispondente rotaja sviante, e così apre una nuova via, nella quale si mette la ruota del veicolo che si vuol ritirare dalle rotaje dirette, e far passare sulle rotaje svianti.

21. (Gnomon.) Negli orologi a sole è quel ferro fisso nel piano che manda l'ombra a segnar l'ore. (Mt.)

[Cont.] Si dice più volentieri Stile quando è inclinato al piano e parallelo all'asse di rotazione della terra, mentre dicesi Gnomone quando è normale al piano, e segna le ore coll'ombra della sua punta o meglio con un dischetto di luce che lascia passare per la sua larga estremità superiore forata.

22. (Bot.) I giardinieri danno questo nome al pistillo degli alberi fruttiferi che diventa nero quando è gelato; il che indica non potersene ottener più frutto veruno. (Mt.)

23. (Ar.Mes.) [Manf.] Strumento per intagliare nel rame ad acqua forte, fatto d'acciajo fine ed a somiglianza d'un ago da cucire accomodato in un manichetto di legno. Chiamasi così tanto quello che ha la punta acuta, col quale si tirano i tratti sottili, come quello tagliato a sbieco, che serve per ingrossarli. (V. Baldin. e Bossi, ecc.)

24. (Ar. Mes.) (Car.) I compositori chiamano Ago il calcagno aguzzo delle mollette, col quale spingono al loro luogo i caratteri quando li cavano o ripongono nelle pagine.

25. (Ar.Mes.) [Cont.] Il Perno o Parte principale dell'arpione, nel quale entra l'anello della bandella.

26. (Ar.Mes.) Ago de' guantai. Quello che ha una punta triangolare, adoperato per far guanti. (Mt.)

27. (Ar.Mes.) Ago a tamburo. Ago fatto a guisa d'uncino, ed assicurato in un manico adoperato pel ricamo: il filo è posto sotto l'uncino, e l'ago è tirato all'indietro portando seco il filo. (Mt.)

28. (Ar.Mes.) [Cont.] Dicesi Ago da sacco un ago molto grande, nella cruna del quale si infila in luogo di refe dello spago. Cat. Bomb. 17. Abbia (l'artigliere) con esso lui una cassetta co' suoi ordigni, e forme di rocchette, e aghi da sacco per cucire gli scartozzi e far altro.

29. (Ar.Mes.) Quello strumento di legno sul quale si adatta di molto filo, e fansi le reti, la qual quantità di filo si chiama Agata. (Mt.)

30. (Ar.Mes.) [Cont.] Quel ferro cilindrico che, fissato al fondo della serratura, entra nella canna della chiave, e guidala agl'ingegni. L'Ago fisso è sempre cilindrico; l'Ago mobile intorno al suo asse è sempre di sezione angolosa, ovvero composto di tre o più cilindri che si muovono unitamente, e gira su di sè insieme colla canna della chiave, che ha un vano di simile figura.

31. Ago fu detto nel Trasl., a significare le punte degli strali d'amore dette dal Petrarca Punte amorose. Buon. Tanc. (M.) Va' t'innamora, va' va' t'innamora, Tu m'hai ficcati cento aghi nel cuore. Baldov. Lam. 9. E sì da un ago il cor mi sentii punto, Che in vederti restai mogio e balordo. Salvin. Senof. lib. 1. Oh voi, dice, che me nojaste sovente: oh voi che nell'anima mia il primo ago metteste.

E pure Trasl. Per Stimolo. [Val.] Pulc. Morg. 24. Onde e' punge la mente con mille agora, Esser prima Euforbio e poi Pitagora.

32. E per Stile, Andamento, Maniera. [Val.] Bonarr. Ajon. 2. 78. E, seguitando col medesimo ago, V'infilzerei l'Allegri, pien di motti Salsi e acuti.

33. Per simil. Dicesi ancora Ago a quella Piccolissima spina che hanno nella coda le vespe, le pecchie, i calabroni, e simili animaluzzi, colla quale pungono. D. 2. 32. (C) E come vespa che ritragga l'ago, A sè traendo la coda maligna. Varch. Boez. Cons. (Mt.) E quasi ape che, poscia Ch'ha versato il liquor che tanto piace, Fugge, e, lasciato al cuor l'ago tenace, Ne dá perpetua angoscia. [Camp.] Volg. Bib. Jer. 51. Bruco, dice Papia, è di schiatta de' grilli, poco maggiore, ed ha l'ago come pecchie, e non vola. E Tratt. Fr. Giord. 133. A modo dell'ape, che alla prima trafitta che dà, se la dà buona, si perde l'ago, e non può trafiggere più. T. Not. Malm. 2. 725. Si vede uscire dalla retta proposcide, o sifone (della zanzara) un aculeo o ago sottilissimo.

34. [M.F.] D'un ago. Mod. avverb. Per Niente. Dittam. 1. 4. 60. Giustin con lui non s'accorda d'un ago, Ma dice: Dido fece, la qual nel fuoco Entrò per serbar fede al primo vago.

35. Modi e Locuzioni proverbiali.

T. Prov. Tosc. 363. Appuntato, o fino, come un ago.

36. Avere il mele in bocca e l'ago nella coda, come la pecchia. Dicesi di coloro che hanno buone parole e tristi fatti. (Mt.)

37. Cascar l'ago, si suol dire quando un negozio o un lavoro è interrotto o impedito da improvviso accidente. Buon. Fier. 2. 4. 4. (M.) Mi par vedere una donna che cucia Sullo sportel della bottega; guardo; Ma l'è cascato l'ago. Salv. Ann. F. B. 419. (M.) Quando un negozio o un lavoro è interrotto o impedito da qualche improvviso accidente diciamo: Oh qui mi cascò l'ago.

Bertin. Medic. Dif. 301. (Gh.) Oh qui mi cascò l'ago, disse quel sarto per coprire un suo fallo. Contuttociò io non voglio che anche in questa (opposizione) ci abbandoniamo, ma che facciamo ogni sforzo per rigettarla.

38. Costì mi cadde I'ago; vale Tu se' caduto appunto dov'io m'aspettava. Salv. Granch. 1. 1. (C) Vidi ben io dove La cosa appunto aveva a rïuscire: Costì mi cadde l'ago. Varch. Ercol. 87. Dimandare appunto di quelle cose, o mettere materia in campo, che egli desiderava, o aveva caro di sapere; onde si usa dire, costì mi cadde l'ago.

39. Dare, e simili, un ago per avere o raccorre un palo di ferro. Dar poco per ricevere assai. Cecch. Assiuol. 2. 4. (Mt.) Vuole che io getti un ago per raccorre un pal di ferro.

T. Dà un ago per avere un palo di ferro (di doni usurarii).

40. T. Prov. Tosc. 96. Dove non si mette l'ago si mette il capo (vi si fa presto una tana. E Capo accenna anche al figurato).

41. Egli ha sempre ago e filo. Dicesi popolarmente d'uno che sta sempre fornito e all'ordine. (M.)

42. Infilar gli aghi al bujo. Usato dal Tassoni nel significare di Parlare d'una cosa di cui non si abbia cognizione. Paul. Mod. di dir. tosc. (Gh.) Altri più comunemente se ne servono per dinotare una cosa quasi impossibile o difficile assai, come è questa di far passare allo scuro un filo per la cruna di un ago.

43. T. Prov. Tosc. 227. L'ago e la pezzetta mantiene la poveretta (il lavoro e la cura delle cose proprie).

44. T. Prov. Tosc. 222. Lo spillo volendo fare a cucir con l'ago, s'avvide ch'egli aveva il capo grosso.

T. Caro. Lo spilletto persuadendosi di essere penetrativo anch'esso, disfidò l'ago a cucire. Ma conoscendo poi la differenza che era dal forare al passare, dall'aver cruna al non avere, conobbe ancora d'essere assai più grosso di capo che aguzzo di punta.

45. Non montare un ago. Non montare un frullo, Non importar niente. Ott. Com. Dant. Par. 60. (M.) E lor levare le superbe ciglia non monta un ago.

46. [Val.] Non trovar chi per noi ficchi un ago, Non trovar chi voglia farci servizio. Andr. Orgagn. Sovett. Corazz. 121. Io non trovo chi per me ficchi un ago… S'ogni mestier m'avvien, che s'io nol pago, Io non sarei servito d'un capello.

47. T. Prov. Tosc. 71. Piccolo ago scioglie stretto nodo (Le forze meno appariscenti son le più vere).

48. [M.F.] Valere un ago, per Valere un nonnulla, o qualche minima cosa. Arch. Stor. R. 4. p. 2.

49. Sentenza proverbiale. Firenz. Op. 1. 116. (Gh.) Conveniente è alla real grandezza tenere conto d'ognuno; chè molte volte vediamo che giova l'ago dove non è buona la spada; e trovasi nelle Favole d'Esopo che un lione ebbe bisogno d'un vile animaletto.

50. Sentenza biblica. T. Vang. Più facile una fune entrare per la cruna d'un ago, che un ricco nel regno di Dio.
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