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Informazioni utili online sulla parola italiana «linguaggio», il significato, curiosità, associazioni, sillabazione, frasi di esempio, definizioni da cruciverba, definizioni storiche, rime, dizionario inverso. Cosa vuol dire.


Linguaggio

Parole Collegate

»» Aggettivi per descrivere linguaggio (poetico, verbale, volgare, letterario, forbito, ...)
Associate (la prima parola che viene a mente, su 100 persone)
parola (10%), scurrile (7%), segni (4%), corpo (4%), parlata (3%), parlato (3%), idioma (3%), forbito (3%), sciolto (3%), italiano (3%), osceno (3%), gesti (3%), parole (3%), codice (2%), verbale (2%), chiaro (2%), parlare (2%), espressione (2%), volgare (2%), dialetto (2%). Vedi anche: Parole associate a linguaggio.

Utili Link

Significato su Dizionari ed Enciclopedie online
Hoepli | Sabatini Coletti | Treccani | Wikipedia

Informazioni di base

La parola linguaggio è formata da dieci lettere, cinque vocali e cinque consonanti. In particolare risulta avere una consonante doppia: gg. Lettera maggiormente presente: gi (tre). Divisione in sillabe: lin-guàg-gio. È un trisillabo piano (accento sulla penultima sillaba).

Frasi e testi di esempio

»» Vedi anche la pagina frasi con linguaggio per una lista di esempi.
Esempi d'uso
  • Il linguaggio del corpo è fondamentale per capire chi si ha di fronte!
  • Il linguaggio di programmazione C è stato creato nel 1969.
  • Il linguaggio del suo corpo suggerisce di levarsi di torno.
Citazioni da opere letterarie
Il posto dei vecchi di Ada Negri (1917): .... Noi. Anch'egli non era più solo. La solita commedia: matrimonio immaturo, capitombolo dell'ambizione nel sentimento: il giovine poeta pallido d'estri e di sogni, costretto a concorrere col diploma d'onore ad una scuoletta di campagna, pur di trovar da vivere: il “colpo di fulmine„ pei riccioli neri ed il fiorito linguaggio della collega maestrina: molti contrasti, molta retorica, una capanna ed il tuo cuore, i versi messi a dormire in un cassetto, l'uomo legato per la vita al bisogno quotidiano, con la catena da lui stesso ribadita al piede....

Il piacere di Gabriele D'Annunzio (1889): Era sola. Scendeva pianamente. Su la prima terrazza, presso una delle fontane, si soffermò. Andrea la seguiva con gli occhi, sospeso, provando ad ogni moto, ad ogni passo, ad ogni attitudine di lei una trepidazione come se il moto, il passo, l'attitudine avessero un significato, fossero un linguaggio.

Se questo è un uomo di Primo Levi (1947): Come questa nostra fame non è la sensazione di chi ha saltato un pasto, così il nostro modo di aver freddo esigerebbe un nome particolare. Noi diciamo «fame», diciamo «stanchezza», «paura», e «dolore», diciamo «inverno», e sono altre cose. Sono parole libere, create e usate da uomini liberi che vivevano, godendo e soffrendo, nelle loro case. Se i Lager fossero durati più a lungo, un nuovo aspro linguaggio sarebbe nato; e di questo si sente il bisogno per spiegare cosa è faticare l'intera giornata nel vento, sotto zero, con solo indosso camicia, mutande, giacca e brache di tela, e in corpo debolezza e fame e consapevolezza della fine che viene.
Canzoni
  • Il linguaggio della resa (Cantata da: Tony Maiello; Anno 2010)

Giochi di Parole

Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per linguaggio
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione
Definizioni da Cruciverba in cui è presente
»» Vedi tutte le definizioni
Scarti
Rimuovendo una sola lettera si può avere: linguaggi.
Altri scarti con resto non consecutivo: linaio, linai, lina, lini, lino, ligio, ligi, lago, inguaio, inguai, ingaggio, ingaggi, guaio, guai, gaio, agio.
Parole con "linguaggio"
Finiscono con "linguaggio": metalinguaggio.
Parole contenute in "linguaggio"
aggi, aggio, lingua, linguaggi.
Lucchetti
Scartando le parti in comune (in coda e poi in capo), "linguaggio" si può ottenere dalle seguenti coppie: linguale/leggio.
Usando "linguaggio" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: tiralingua * = tiraggio.
Lucchetti Riflessi
Scartando le parti in comune (in coda e il riflesso in capo), "linguaggio" si può ottenere dalle seguenti coppie: lingula/alaggio.
Lucchetti Alterni
Usando "linguaggio" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * leggio = linguale.
Sciarade incatenate
La parola "linguaggio" si può ottenere (usando una volta sola la parte uguale) da: lingua+aggio, linguaggi+aggio.

Definizioni da Dizionari Storici

Vocabolario grammaticale della lingua italiana del 1869
Linguaggio - Il termine linguaggio abbraccia tutti i possibili modi di significare un concetto od un sentimento. Linguaggio de' gesti, degli occhi, dei simboli: linguaggio della musica: linguaggio degli amanti, de' poeti, linguaggio de' filosofi, delle bestie: traslatamente, linguaggio della natura (Tommas.). [immagine]
Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884
Lingua, Linguaggio, Idioma, Favella, Loquela, Parlatura, Parlata - Lingua è la serie delle parole che sono adoperate nel medesimo senso da un popolo, e costruite nel modo medesimo, per significare i suoi pensieri. - Linguaggio comprende tutti i possibili modi di significare il pensiero. - Idioma è meno generico di Lingua, e riguarda la proprietà di una lingua in paragone di un'altra. - Favella è la facoltà, che naturalmente ha l'uomo, di parlare, e il modo come parla, per rispetto alla forma e a' concetti: lo stesso presso a poco significa la voce Loquela, salvo che essa considera il puro atto e non la forma. - Parlatura è il modo speciale, col quale si parla nelle diverse parti di una stessa provincia, rispetto all'alterare più o meno le forme e la pronunzia della lingua comune, che più spesso si dice Parlata. (Vedi num. 912). [immagine]
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860
Linguaggio, Lingua, Idioma, Favella, Dialetto, Gergo, Loquela, Locuzione - Linguaggio, può dirsi ogni qualunque mezzo con cui l’uomo ottiene di spiegare i suoi concetti, sia di segni, di gesti, di parole: il linguaggio degli occhi, quello del cuore è sovente citato da romanzieri e da poeti: lingua veramente può dirsi quella che ha parola o frase appropriata ad esprimere qualunque idea, e che ha regole fisse; cioè vocabolario e grammatica. Se non ha ogni parola necessaria, se è retta da poche e insufficienti regole, o da particolari convenzioni, se non è parlata che da pochi o da soli iniziati, non è che un povero gergo. Le lingue vive son parlate da popoli intieri e da nazioni; le linque morte lo furono. Idioma, dal greco idios, è proprio il linguaggio particolare di una nazione; direi quasi l’insieme della lingua e de’ dialetti che ne promanano. Favella è il dono che ha l’uomo di parlare, articolando parole; la loquela è proprio la facoltà di parlare, cioè di muovere speditamente la lingua; la loquela riguarda il moto materiale della lingua che parla; la favella le parole che dice ispirate dall’intelletto che in sì fatta guisa esprime i suoi raziocinii, i concepimenti suoi; la favella, come l’intelletto e la ragione, sono i principali e generali caratteri che più distinguono l’uomo dagli altri animali: i muti sono privi della favella, pure, mercè le cure dell’abate de l’Epée, dell’abate Sicard, dell’abate Assarotti, tre ecclesiastici, or sono dotati d’un linguaggio che equivale ad una lingua, e in una lingua o più si esprimono e scrivono. Locuzione è termine grammatico o rettorico. Vediamo la figliazione delle parole e delle idee, locuzione, elocuzione, eloquenza; la locuzione riguarda la lingua come arte: le cattive elocuzioni imbastardiscono la lingua. I dialetti sono figli delle lingue: più ritengono in sè de’ caratteri della lingua madre quanto più la popolazione cui servono è vicina al centro nel quale essa lingua madre si parla: mano a mano che se ne allontanano, più se ne discostano nelle forme, ne’ modi, e più vi si rinvengono caratteri dell’altra lingua al cui centro si vanno avvicinando: pigliamo per esempio il dialetto genovese e il piemontese; il primo ha in sè molti più elementi dell’italiano, il secondo moltissimi già del francese, a cui la posizione geografica del paese lo avvicina: da Firenze a Genova mano a mano il dialetto si trasforma; da Genova a Torino assume mano a mano altri caratteri. [immagine]
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879
Linguaggio - S. m. T. Complesso di segni a denotare le idee e i sentimenti, adoprato tra più persone. = Cas. Fram. 382. (C) Linguaggio e favella sono due cose diverse l'una dall'altra… perciocchè favella è proprietà di ciascuno uomo, o dell'uomo, e linguaggio è proprietà d'una nazione, o delle nazioni. E 383. Favella è adunque quando alcuno espone il suo concetto con voce articolata, e linguaggio è quando alcuno espone il suo concetto con voce articolata così, cioè con una forma e un modo certo e fermo. Bocc. Nov. 42. 11. E in poco spazio di tempo, mostrandogliele esse, il lor linguaggio apparò. Dant. Inf. 31. Questi è Nembrotto per lo cui mal coto Pure un linguaggio nel mondo non s'usa. Vit. SS. Pad. 1. 76. Avvegnachè non sapesse in prima neente di quel linguaggio, rispose:… T. Al. Manz. D'una terra son tutti, un linguaggio Parlan tutti; fratelli li dice Lo straniero.

2. Della facoltà del parlare secondo ragione. (Rosm.) Il linguaggio è improprio e sovente equivoco: Quando devia dall'uso comune, o il vocabolo stesso usasi in più sensi, o si adopera in più sensi nello stesso ragionamento.

(Rosm.) Se possa l'uomo solitario col puro pensiero da sè inventar il linguaggio. Ipotesi dello Smith e dello Stewart sulla formazione di esso. Non è assolutamente necessario per avere gli universali. Necessità del linguaggio per la formazione degli astratti. Questioni sull'origine del medesimo. Senz'esso l'uomo non potrebbe rendersi arbitro delle proprie potenze. Errori che nascono per l'abuso del linguaggio.

3. T. Delle cose che diconsi e del modo. Semplicità di maniere e di linguaggio. – Linguaggio franco, severo. Moderare il linguaggio. Cambiare linguaggio. – Tenere, Usare. Tennero questo linguaggio. – Diverso, Conforme. = Segner. Mann. Marz. 20. 1. (M.) Guarda che nè pur nel linguaggio (nel parlar famigliare) si volle accomodare all'uso del mondo. E 29. 2. Altro in buon linguaggio non è che dare una mentita sul viso a Cristo.

4. Per Discorso, Stile, Maniera di esprimersi. Segner. Crist. Instr. 1. 5. 7. (Man.) Nel linguaggio delle Scritture tanto è dire…

5. T. Dei generi. Linguaggio famigliare, eletto, nobile, triviale, poetico, scientifico, proprio, figurato.

6. T. Delle consuetudini. Linguaggio teatrale, che s'usa dalla gente di teatro; o locuzioni proprie a quella, o le comuni usate con sensi speciali. – Linguaggio furbesco.

7. T. Linguaggio degli occhi, de' cenni, e sim.; non discorso, se non quando co' cenni si tenga un discorso che abbia del ragionato. A un verso del Corneille nota il Voltaire che il discorso, tenendo del ragionamento, non ben si dice delle lagrime.

T. Il linguaggio de' fatti.

T. Linguaggio del vero, e nelle parole e nei fatti.

8. Fig. T. G. Gozzi, Rim. Dov'eran d'accordo Molti strumenti con vario linguaggio.

Fig. [Camp.] D. 1. 27. Così, per non aver via nè forame Da principio nel fuoco, in suo linguaggio Si convertivan le parole grame. (E intendi: il crepitare delle fiamme che investivano l'anima di Guido conte di Montefeltro.)

[T.] Lingua, dall'organo della parola, dicesi la facoltà del parlare in gen.; o l'esercizio di questa facoltà in tale o tale società d'uomini e forma di suoni. Linguaggio è l'attuazione e l'effetto della facoltà del parlare in modo conforme alla ragione; e quindi il tenore, specialm. dei sentimenti espressi in parole. T. Scienza del linguaggio, della lingua in quanto è opera d'uomini che ragionano, cioè nella relazione de' suoni non solamente co' sentimenti ma con gli affetti e le idee. – Scienza delle lingue,cognizione della loro materia e della forma. Si può avere la scienza d'una lingua, e non salire alla scienza del linguaggio: intorno alla scienza del linguaggio si può ragionare, senza sapere a fondo le lingue da cui deduconsi esempi a conferma.Così fece il Vico assai volte sovranamente.

T. Per colto che sia e lavorato dall'arte, il linguaggio, in quanto opera umana è insufficiente a significare tutte le gradazioni delle cose e de' sentimenti. Una lingua più povera, e parlata da popolo più rozzo, può avere in certe cose linguaggio meglio determinato, più bello e potente. (Rosm.) Sofismi che nascono dall'imperfezione del linguaggio.

Per Lingua, men com. Pallav. Ben. 2. 8. I ritrovatori del latino linguaggio.

II. Delle materie. T. Linguaggio mistico, teologico, scientifico, tecnico.

T. Del tenore. Linguaggio dignitoso, per i degni sentimenti che esprime; e dignitoso per le forme elette di dire. Possonsi con dignitoso linguaggio significare idee vili; ma chi ha il sentimento del vero e del bello s'accorge di tale discordanza. Nobile, concerne piuttosto i sentimenti: così Degno, Franco.

T. Mutar vita e linguaggio, non in tale o tale occorrenza, ma nell'abituale maniera e di dire e di conformare il suo dire ai fatti.– Muta linguaggio chi di cortese e d'amorevole si fa con voi duro e sprezzante, perchè spera meno dalla vostra familiarità, o qualcosa ne teme di danno o d'umiliazione.

Quello che il Pallav. Ben. 2. 7. Inesperti del linguaggio, cadrebbe più pr. nel senso che qui notiamo: Esperto, Inesperto nel linguaggio dell'amore, o sim.

T. Il linguaggio dell'innocenza, che agl'innocenti si conviene e ch'e' soglion. tenere. Fig. Il linguaggio del cuore, quello in cui si esprime l'affetto in cui l'affetto si sente.

III. Altra fig. T. Linguaggio delle arti. – Linguaggio visibile quello delle arti che operano sul senso del vedere; Linguaggio musicale; Linguaggio de' suoni.

T. Linguaggio delle bestie. V. i professori scimmiologi. [G.M.] Il linguaggio dei fiori; il significare, col colore di più fiori uniti insieme, un qualche pensiero o affetto. Arte nota in Oriente e agli amanti di molti paesi.

T. Linguaggio degli esempi, in cui l'uomo parla con le opere più eloquentemente che con le parole.

T. Linguaggio delle cose per il quale Dio parla al cuore umano e alla mente.
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