Dizy - dizionario

login/registrati
contest - guida

Informazioni utili online sulla parola italiana «finire», il significato, curiosità, coniugazione del verbo, associazioni, sillabazione, frasi di esempio, definizioni da cruciverba, definizioni storiche, rime, dizionario inverso. Cosa vuol dire.


Finire

Verbo

Finire è un verbo della 3ª coniugazione. È un verbo regolare, sia transitivo che intransitivo. Ha come ausiliare avere. Il participio passato è finito. Il gerundio è finendo. Il participio presente è finente. Vedi: coniugazione del verbo finire.

Parole Collegate

»» Sinonimi e contrari di finire (terminare, portare a termine, concludere, portare a compimento, ...)
Associate (la prima parola che viene a mente, su 100 persone)
terminare (23%), iniziare (20%), male (6%), lavoro (5%), cominciare (5%), concludere (5%), presto (4%), tempo (2%), bene (2%), ultimare (2%), completare (2%). Vedi anche: Parole associate a finire.

Utili Link

Significato su Dizionari ed Enciclopedie online
Hoepli | Sabatini Coletti | Treccani

Informazioni di base

La parola finire è formata da sei lettere, tre vocali e tre consonanti. Divisione in sillabe: fi-nì-re. È un trisillabo piano (accento sulla penultima sillaba).

Frasi e testi di esempio

»» Vedi anche le pagine frasi con finire e canzoni con finire per una lista di esempi.
Esempi d'uso
  • Per finire in bellezza questa giornata auguro a tutti una buona serata.
  • Prima di finire la lettura di un libro, ne ho sempre pronto un altro da iniziare.
  • In montagna, devi stare attento a non finire in un burrone.
Citazioni da opere letterarie
Il deserto dei tartari di Dino Buzzati (1940): Disturbi di fegato, diceva il dottor Rovina, oramai vecchissimo, determinato ostinatamente a finire lassù la vita. Ma le polverine del dottor Rovina non ebbero effetto, Giovanni al mattino si svegliava con una scoraggiante stanchezza che lo prendeva alla nuca. Seduto poi nel suo ufficio, non vedeva l'ora che la sera arrivasse, per poter gettarsi su una poltrona o sul letto.

Quel che affidiamo al vento di Laura Imai Messina (2020): Nei mesi Shio, semplicemente, aveva iniziato a vedere suo padre cambiare. Come la cosa stesse evolvendo esattamente non lo avrebbe saputo dire. Appassiva, sembrava. E più il genitore dava segni di cedimento, più lui era determinato a guardare quella cosa finire. Non lo perdeva di vista un momento, voleva essere presente quando fosse successo.

La biondina di Marco Praga (1893): Il primo cameriere vi entra in camera la mattina con un vassoio ricolmo di sigari finissimi di contrabbando. Perché di contrabbando, dovrebbero costar meno: invece costano di più; e si capisce. Se all'offerta dei sigari rispondete: — Grazie, non fumo, — oppure — Fumo dei sigari miei, speciali, — César non insiste, s'inchina, e se ne va. Se invece fate degli acquisti e avviate la conversazione — naturalmente una conversazione da gentleman a cameriere — va a finire che César vi offre i suoi servigi.... in tutto quello che può.
Espressioni e Modi di Dire
  • Finire tra quattro assi
  • Finire in braghe di tela

Giochi di Parole

Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per finire
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione
Definizioni da Cruciverba in cui è presente
»» Vedi tutte le definizioni
Cambi
Cambiando una lettera sola si possono ottenere le seguenti parole: cinire, finirà, finirò, finite.
Cambiando entrambi gli estremi della parola si può avere: cinira.
Scarti
Scarti di lettere con resto non consecutivo: fine, inie.
Zeppe (e aggiunte)
Aggiungendo una sola lettera si possono ottenere le parole: finirei, finirle, frinire, sfinire.
Antipodi (con o senza cambio)
Spostando la prima lettera in fondo (eventualmente cambiandola) e invertendo il tutto si può avere: cerini.
Parole con "finire"
Iniziano con "finire": finirei, finiremo, finirete, finirebbe, finiremmo, finireste, finiresti, finirebbero.
Finiscono con "finire": sfinire, definire, rifinire, ridefinire.
Contengono "finire": sfinirei, definirei, rifinirei, sfiniremo, sfinirete, definiremo, definirete, rifiniremo, rifinirete, sfinirebbe, sfiniremmo, sfinireste, sfiniresti, definirebbe, definiremmo, definireste, definiresti, rifinirebbe, rifiniremmo, rifinireste, rifiniresti, ridefiniremo, sfinirebbero, definirebbero, rifinirebbero.
»» Vedi parole che contengono finire per la lista completa
Parole contenute in "finire"
fin, ire, fini. Contenute all'inverso: eri.
Incastri
Inserito nella parola si dà SfinireI; in dei dà DEfinireI; in rii dà RIfinireI; in demo dà DEfinireMO; in rimo dà RIfinireMO; in demmo dà DEfinireMMO; in deste dà DEfinireSTE; in desti dà DEfinireSTI.
Inserendo al suo interno est si ha FINIRestE.
Lucchetti
Scartando le parti in comune (in coda e poi in capo), "finire" si può ottenere dalle seguenti coppie: fiacca/accanire, file/lenire, finiamo/amore, finii/ire, finimenti/mentire, finimento/mentore, finita/tare, finitore/torere, finitura/turare.
Usando "finire" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: affini * = afre; * rete = finite; * reti = finiti; * resse = finisse; * ressi = finissi; * reste = finiste; * resti = finisti; passafini * = passare; * egli = finirgli; * retore = finitore; * retori = finitori; * ressero = finissero.
Lucchetti Riflessi
Scartando le parti in comune (in coda e il riflesso in capo), "finire" si può ottenere dalle seguenti coppie: finga/agire, finita/atre, finito/otre.
Usando "finire" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * erica = finca; * eriga = finga; * erige = finge; * erigi = fingi; * erigo = fingo; * eriche = finche; * erta = finita; * erte = finite; * erti = finiti; * erto = finito; * erigano = fingano; * erigere = fingere; * erigerà = fingerà; * erigerò = fingerò; * erigete = fingete; * erigeva = fingeva; * erigevi = fingevi; * erigevo = fingevo; * erigono = fingono; * errai = finirai; ...
Lucchetti Alterni
Scartando le parti in comune (in coda oppure in capo), "finire" si può ottenere dalle seguenti coppie: finii/rei, finisse/resse, finissero/ressero, finissi/ressi, finiste/reste, finisti/resti, finite/rete, finiti/reti, finitore/retore, finitori/retori.
Usando "finire" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * lenire = file; afre * = affini; * accanire = fiacca; * tare = finita; * amore = finiamo; * aie = finirai; * mie = finirmi; * tiè = finirti; * remore = finiremo; * glie = finirgli; * torere = finitore; * turare = finitura; * mentore = finimento; passare * = passafini.
Sciarade e composizione
"finire" è formata da: fin+ire.
Sciarade incatenate
La parola "finire" si può ottenere (usando una volta sola la parte uguale) da: fini+ire.
Intarsi e sciarade alterne
Intrecciando le lettere di "finire" (*) con un'altra parola si può ottenere: del * = definirle; * tic = finitrice; rito * = rifinitore.

Definizioni da Dizionari Storici

Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884
Finire, Terminare, Rifinire - Termine e Terminare si adoperano propriamente nel parlare di cose materiali. - Fine e Finire si applicano più esattamente a cose spirituali ed astratte. Gli antichi ponevano i termini della terra, o supponevano che la terra terminasse alle colonne d'Ercole, e credevano che le pene del Tartaro e la beatitudine dell'Eliso non avessero fine o non fossero per finir mai. Da questa prima distinzione, che è la caratteristica delle due voci, procede l'idea del tempo e della misura che in terminare è sempre fissa e precisa, ed in finire rimane indeterminata od indistinta. Il mondo finisce e non termina, così l'uomo non termina ma finisce o bene o male, secondo che la sua vita è stata buona o cattiva: l'opera in musica termina a mezza notte, ma quando è cattiva tutti dicono, passando all'astratto, che non finisce mai. - Parlandosi di opere dell'ingegno, Terminare significa il portarle a termine, l'averne composte tutte le parti. Finire è il dare ad esse l'ultima mano, o come dicesi, il limarle; che i pittori dicono anche Rifinire. [immagine]
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860
Ultimare, Finire, Compire, Terminare, Consumare; Il fine, La fine, Fine, Finimento - Si ultima ordinariamente per non più parlare della cosa e per isbrigarsene; vi si dà un'ultima mano e poi si lascia lì. Si finisce invece con un certo amore, con una diligenza che dà all'oggetto proprio quella finitezza che se non è perfezione, vi si accosta però di molto. Si compie per dovere, obbligo o necessità ciò che si era incominciato e intrapreso. Si termina conducendo a un punto voluto la cosa per cui si possa dire finita o lo paia, ma talvolta non è: il termine a cui si porta non è sempre l'apice o il sommo cui potrebbe raggiungere. Si consuma un sacrifizio, un’impresa che per essere rata e legale ha bisogno di certe formalità o condizioni. Consumare ha poi altri significati che però stanno sempre nella linea del ridurre a un ultimo termine: il consumare la vita, il tempo, le sostanze, è un dilapidarle senza pro ordinariamente. Il fine è usato in certi sensi che la fine non comporta. Qual è il vero fine dell'uomo? avere un fine, tendere a un fine; è come la logica conseguenza di questo. Sentire la fine di un discorso può dirsi; andare alla fine della pagina, del libro; fine onorata. Fine è dunque meglio usato per indicare scopo, meta o conseguenza. Finimento non ha altro senso che di cosa materiale; finimento da tavola; e il complesso degli arnesi che si mettono addosso ai cavalli da sella o da tiro dicesi finimenti. [immagine]
Fornire, Finire; Fornimenti, Finimenti - Una casa ben fornita di tutto, allora può dirsi veramente finita: onde fornimenti sono quegli accessorii, utili, convenienti, necessarii anco se vuolsi, alla cosa, ma non indispensabili. Un cavallo si può guidare con due capi di corda attaccati a un legnetto ch gli si metta in bocca: ma questo rozzo istrumento nulla ha che fare cogli eleganti fornimenti con cui s'imbrigliano oggidì: alcuni li dicono anche finimenti; ma io preferirei il primo modo. [immagine]
Finire, Perire; Finito, Perito, Andato; Se n’è andato - Finisce una cosa, giunta che sia al suo temine; finisce un ordine di cose quando giunge l'ultima di esse, e questa medesima al suo ultimo fine: finisce la vita, nè si può dire: l'uomo finisce in tutto: ed ecco che la ragione intima della lingua, ignota a noi il più delle volte, ma che racchiude per certo un senso arcano e mistico, direi quasi, non meno dei geroglifici antichi, ci dà un'alta lezione di morale, di filosofia: finisce la vita, l'uomo finisce di vivere, ma l'uomo non finisce in tutto come dicemmo; ei comincia in quel punto una nuova esistenza in un altro ordine di cose. Perisce una cosa quando gli manca l'alimento, la cura necessaria a conservarla: i poverelli periscono talvolta di fame; perisce una pianta se gli manca quell'umore benefico che la ristora; perisce a poco a poco la memoria delle maggiori cose se l'istoria non le registra nelle sue carte; perisce l'istoria stessa, o per lo meno certi periodi storici, quando, per la loro antichità, o per essersi perduti i monumenti che gli attestavano, passano nell'ordine dei miti, delle favole; così la mitologia. Finito indica meglio una fine naturale; perito, una violenta. Dell'uomo, e di altra cosa viva dicesi: è andato, è andata, quand'è in pericolo della vita, e che non v'ha più alcuna o almeno pochissima speranza di salvarla. Se n'è andato, vale, è morto; e dicesi dell'uomo in ispecie, quasi accennando che è andato in altro luogo, all'altro mondo e simili. [immagine]
Spedire, Finire - Relativamente agli affari e in linguaggio burocratico il finire si dice tante volte spedire, o perchè s'intende di fare e di finir le cose speditamente, e perchè finita si spediscono al loro destino. [immagine]
Cessare, Desistere, Restare, Finire, Compire, Tralasciare, Lasciare - Chi cessa dal fare, non continua; il motivo della cessazione può essere spontaneo, violento o accidentale: cessar dall'opera, cessar di vivere. Il desistere invece è atto deliberato, sia spontaneo, o stimolato da preghiera, minaccia, o timore: desistere dall'impresa. Restare è un cessare immediato. Finire è quel cessare che naturalmente sussegue al compimento dell'opera. Compire riguarda le circostanze minime dell'azione, le quali danno alla medesima quel lustro che la rende perfetta: la carità non è compita se si mostra impazienza, disgusto, superbia o freddezza nel farla. Tralasciare, nel senso di cessare, è cessare a metà; cessare dall'opera per non più ripigliarla, almeno se non cangiano le circostanze che ce l'hanno fatta tralasciare. Tralasciare vale anche lasciare addietro, dimenticare: come tralasciare una circostanza; e parte di questi sensi stanno implicitamente anche nel primo. Lasciare, da sè, non dice cessare, o alcun che di approssimativo; bisogna dire: lasciar di fare, di lavorare, lasciare a metà; lasciare vale piuttosto smettere, allontanarsi: lasciar la via battuta; lasciar la compagnia, lasciar il paese: può essere effetto di violenza; ma allora per farci cessare ci vien detto: «lasciate stare», o semplicemente: «lasciate», ma l'elissi è evidente. [immagine]
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879
Finire - [T.] V. n. e Att. Aver fine, e Dar fine a un atto o serie d'atti, a un modo d'essere. Aureo lat. In quanto concerne i confini dell'ente o dell'atto, Finire è aff. a Terminare o Limitare; in quanto concerne la sospensione, più o men prolungata, dell'atto o del modo d'essere, è aff. a Cessare; quando quest'idea è più assoluta, Finire prende il senso che suol darsi a Fine s. f.; quando concerne il consumarsi, perfetto al possibile, dell'atto nel genere suo, allora è aff. a Compire, Perfezionare e al senso del s. f. Finitezza.

2. E nel N. e nell'Att. contrapponesi a Cominciare, sì dello spazio e del tempo, sì dell'atto e del modo d'essere. T. Prov. Tosc. 202. Quando si comincia male si finisce peggio. E 322. E 278. Chi non comincia, non finisce. Una preghiera: Ogni nostr'atto e ragionamento da voi, o Dio, sempre cominci, e per voi, cominciato, finisca.

T. Hor. Finire laborem Incipias. I Fr. A chi è lento o irresoluto, o si divaga in più cose: Finite di cominciare e Cominciate a finire; bisticcio che ha non leggiero significato.

3. In quanto Finire porta l'idea di termine o di confine. (Rosm.) Termine dicesi ciò in cui finisce esteriormente un atto. Fr. Giord. 258. (C) Le potenzie de' corpi si finiscono negli oggetti loro. Onde il vedere si finisce nel colore; perocchè quivi è il termine della virtù visiva… Onde non finisce la virtù del tatto, toccando l'aere, perocchè non è in quella il termine suo, conciossiacosachè non sia palpabile. In questo senso il Si ci cade, come dire Finisce se stesso.

T. E in questo senso, siccome Termine nel ling. filos. e nel com. aveva (D. 3. 33.), o ha senso prossimo a Fine s. m., così Finire ha il senso di Tendere come a fine. Onde diciamo: Non intendo dove questo discorso vada a finire. – A che volete voi andar a finire con ciò?

II. 4. Nell'idea di termine o di confine, Finire s'applica più specialm. allo spazio; quasi Definirne i limiti, Segnarne le estremità. T. Potrebbesi anche att. I limiti che finiscon lo spazio; ma non sarebbe com. Più com. è il n. Qui finisce il terreno coltivato; comincia l'incolto. – Dove finisce la strada carreggiata. Ov. l'ha della via.

T. Non solo di paese: L'impero finisce al Reno, ad un corpo qualsiasi; della lunghezza: Qui deve finire il muro; Finisce la linea. E in questi sensi anco att.: del muro, continuandone l'edificazione fin là; della linea, descrivendola non più oltre.

5. E però della forma. [B.] Ar. Fur. 2. 68. Nel mezzo aveva un monte che finia La nuda cima in una pietra dura. T. Strumento che finisce in punta.

Quindi per cel. Ha un capo quell'uomo che non finisce mai. (Fanf.) T. Un cappello che non finisce mai, grande, alto.

6. Quindi di moto. T. Ar. Fur. 46. 19. A finir la breve via che resta Non sia più indugio.

T. Acque che finiscono nel Po.

Ell. T. Vang. Non finirete tutte quelle città (di percorrerle predicando).

7. Le idee di spazio e di moto portano quella di tempo. T. Il dì finisce; Sul finir della notte; L'anno è sul finire. – Finisce un anno; Finiscono ora due mesi che…

8. Di quel che segue nel tempo. T. Plin. Finisce il freddo. – Son finite le buone giornate, la bella stagione.

9. Attivo, di tempo, rispetto all'uomo o ad altro anim. Bracciol. Scher. Dei. 12. 38. (Gh.) Quattordici anni ei non avea finiti. T. Anco in quel che l'ente finito più passivamente prova i limiti della propria natura, non tanto l'orgoglio quanto la coscienza della spirituale attività gli fa sentire un che d'attivo: ma veramente, chi non esercita in bene la propria libertà, non finisce egli il tempo, ma il tempo finisce a lui, e finisce lui.

10. D'azione o passione nel tempo. T. Ha finito il suo tempo, il tempo di stare, di fare tale o tal cosa. – Finire gli studii (l'ha Hor. in altro senso), Compire quel corso che richiedesi a ottenere un grado o til. soc. Per quel ch'è del formare l'uomo, e' non finiscon mai.

Della milizia, il tempo debito o pattuito. Bemb. Cit. dal Grassi. (Gh.) Paolo Vitellio, avendo il suo soldo co' Pisani finito, a Firenze se n'andò. Algar. 5. 145. Licenziare i soldati che hanno finito il soldo. T. Finire il suo tempo, di qualsiasi uffizio o incarico; dopo il quale si cessi, avendone o no stipendio.

T. Plin. Questo onore non si finisce che con la vita. Qui il Si non è segno dell'att., ma del rifl.

Di stato passivo. T. Oggi egli finisce la sua prigionia. – Compiere dice più espresso l'idea di compimento, e però più pr. di bene che di male.

11. Quindi de' sentimenti che il corpo o l'animo patisce; ma anco ne' corpi può l'animo esercitare la propria attività. T. È finita la convalescenza, la malattia, la febbre. Plin. Il sudore.

T. Hor. Si tibi nulla sitim finiret copia lymphae. Nell'it. non si potrebbe così; ma per cel.: Fame che non finisce mai.

12. Dei sentimenti dell'animo più propriam. D. Par. 33. (C) Ed io, che al fine di tutti i disii (Dio) M'appropinquava, siccom'io doveva, L'ardor del desiderio in me finii. (Qui nel senso di Terminare appagando.)

13. A questo si reca il seg. Ass. [A. Con.] Dar fine o compimento al desiderio, al diletto. Quel quadro mi finisce. – Quell'uomo, benchè mostri tanta cortesia di modi, non mi finisce. (Fanf.) – Quella collana non mi finisce. T. Non mi finisce, pers. o cosa (sottint. Di contentare), Manca qualcosa perchè l'oggetto corrisponda al desiderio mio. Però gli è men grave giudizio di Non mi piace. = L'ell. è compiuta nel Car. Lett. 2. 341. (Gh.) Non mi sono curato d'accennar in che non finiscono di sodisfarmi (certe composizioni), perchè nelle cose degli amici, e massimamente in quelle che sono belle assai, mi fo conscienza di non dir quel poco che mi par che manchi per farle bellissime. E 163. Nè manco mi finiva di contentar voi (l'uso di questa voce), per esservi un'altra volta. [G.M.] Cellin. Vit. Veduto questa cosa tale, non gli finiva di piacere.

14. T. Più specialm. d'affetti e di passioni. Amistanze che presto finiscono. Hor. La crudel madre delle cupidini e la lasciva licenza mi traggono ch'io rivolga l'animo ai finiti amori. – L'amore, anco che paja innocente, quando è tale ch'abbia tosto o tardi a finire, non è amore vero. Hor. Mediter finire dolores, d'amore non degno. Petr. Son. 257. Gli anni Ch'hanno, fuggendo, i miei pensieri sparsi… E finito il riposo pien d'affanni.

[Camp.] Met. XIV. La virtù d'Enea aveva già stretti tutti gli Iddii, e Juno medesima, a finire le antiche ire (finire iras). T. Collere d'amanti, che di leggieri finiscono.

T. Finire le cure. Ar. Fur. 45. 86. Nè vede, altro che morte, che finire Possa l'insopportabil suo martire. = Petr. Canz. 46. 13. (C) Prego che 'l pianto mio finisca morte.

15. Del morire. T. Plin. Con morte volontaria finire la vita. Sansov. Conc. Pol. Con virtù debbono cercar di finire la vita. = Bocc. g. 10. n. 6. (C) Per essere in solitario luogo, e quivi finire in riposo la vita sua. Ott. Com. Inf. 10. 252. (Man.) Tornò all'Ordine; nel quale finì laudabilmente sua mortale vita. Pass. (C) Prese l'abito della santa religione, dove, santamente vivendo, finì i dì della vita sua. Bocc. Lett. Pin. Ross. 23. Da Tiro…, dove, sbandito, aveva i suoi giorni finiti. Nov. Ant. 65. (Man.) Fior. It. 269. Alam. Gir. 10. 123. (C) Rem. Fior. Ep. Ovid. 1. 2. Che sotto alle mentite insegne… il gran Patroclo avesse Finiti i suoi bei dì. T. Finire i suoi giorni, come tante altre locuz. concernenti il morire, l'usano taluni a modo di cel.; ma veramente Non finisce i suoi giorni chi non ha mai avuto tutti i suoi giorni, o chi, vivendo non libero da passioni, non ha avuto nè giorni che potesse dir suoi, nè giorni che non fossero notte.

A un cavallo, sul serio. Car. En. 10. 1370. (C) Meco… Finirai parimente i giorni tuoi (occumbes). – Per cel. dicesi anco d'arnese vecchio che Ha finiti i suoi giorni.

16. T. Finì di vivere, l'usò il Cesari; ma S. Filippo doveva insegnargli che chi muore buono come era il Cesari, allora comincia a vivere. Il Cesari, morendo, finì d'essere trecentista: Altri finisce di patire, di far patire, di sbadigliare, di morire.

Ass. T. Plin. ep. Que' che finiscono di malattia. Tac. Così Tiberio finì nel settuagesimo ottavo anno d'età. = Dant. Purg. 5. (C) Perdei la vista e la parola: Nel nome di Maria finii, e quivi Caddi, e rimase la mia carne sola. T. Altri congiunge Finire a Parola: La parola finii. Mi pare men bello. Ar. Fur. 42. 14. Ti raccomando la mia Fiordi… E dir non potè ligi, e qui finìo. = Bocc. Introd. 21. (C) Ed assai n'erano che nella strada pubblica, o di dì o dì notte, finivano; e molti ancora che nelle case finissero. S. Agost. C. D. 1. 11. T. Vit. SS. Pad. 1. 194. La facesse finir ne' tormenti.

17. Per estens. Siccome diciamo Mi sento languire, venir meno, morire; così T. Mi sento finire, e del mancare la vita e dello scemarsi più o meno le forze. = Franc. Barb. 370. 3. (C) Chi ha nemici, e vuol lor morte dare, Menimi a lor'; chè il doloroso aspetto, Ch'io porto in vista, gli farà finire. Qui della morte, ma potrebbesi anco nel senso di quest' ult. §. Certi poeti e prosatori barbari potrebbero co' libri loro rendere quel servigio che coll'aspetto suo prometteva il Barberino. – Ho finito di leggere per non essere finito.

T. Finire le forze. – Finita la forza, la potenza, in senso e corp. e altri. = D. Purg. 23. (C) Se prima fu la possa in te finita Di peccar più, che sorvenisse l'ora Del buon dolor che a Dio ne rimarita.

Nel seg. tra att. e neut. T. Finire la salute, Perdere lo stato di sanità e di vigore, per fatiche o dolori o disordini.

Così d'anim. e anco di piante. Questo in forma att. [Giul.] Il libeccio porta certa nebbia addosso ai castagni, che li strugge e finisce.

18. Siccome Morto part. pass. per Ucciso; così, e molto più, Finire, che ha tanti usi att. T. La Volg. in Is. De mane usque ad vesperum finies me. = Guid. G. (C) E al postutto lo re… l'avrebbe finito, imperocch' egli era indebolito per la fedita. Fir. As. 92. Mi diede tante bastonate, ch'e' fu presso che per ammazzarmi; e avrebbemi finito certamente, se io… Tac. Dav. Ann. 1. 3. La prima opera del nuovo principato fu l'uccidere Agrippa Postumo, cui, sprovveduto e senza arme, il centurione, pur coraggioso, appena finì. T. Tert. Se un Cristiano è da finire per morso di bestia.

T. Hor. al seccatore: Hai tu madre, congiunti? – Tutti li sotterrai. – Felici! io resto: Finiscimi (confice).

T. Ti vo' finire, escl. di minaccia; ma sovente di cel. quasi carezzevole.

19. Fig., della vita di cose. T. Curt. Questo giorno o stabilirà l'impero, o lo finirà. – Non solo pers. o cosa finisce, ma le finisce il tempo, attivam., che in forma neut. Finisce esso stesso.

20. Del Finire del mondo, cioè della vita terrena di tutta la specie, e del presente stato di questo pianeta. T. Il mondo non finirebbe, quasi prov., La cosa di cui si tratta, non potrebbe recare grave danno; non c'è da spaventarsene. = Sassett. Lett. 210. (Man.) Io giudico che quando voi corressi 100 ducati per nave (ciascuno in sua proprietà) di risico, che 'l mondo non finirebbe. T. Par che finisca il mondo!, Di chi si sgomenta o si turba per poco. – Pareva che il mondo volesse finire, iperb. fam., di grande agitazione della natura.

21. Att., di averi, cose, e sim. Dice il consumarle, sprecandole o no. T. Si finisce una somma, le provvigioni, anco risparmiate, facendo il possibile per conservarle. Volg. Ital. Finì tutta la sua sostanza vivendo nel lusso. Prov. Tosc. 355. Il tale ha fatto come l'ammalato; La roba l'è finita, e il tempo gli è avanzato. = Ell. Finirli, sottint. i danari, tutte le facoltà. (Fanf.) T. Att. Finire le provvigioni. Neut. Le provvigioni finiscono, Son finite. Prov. Tosc. 235. È meglio il pan nero che dura, che il pan bianco che si finisce. – Il pane è finito (sottint. Di mangiare).

[G.M.] Trasl. fam. Gli ha finiti tutti; chi è stanco, e non ne può più. Ha fatto tre sole miglia di cammino, ma gli ha finiti tutti (non ha più forza di camminare). – Quel cantante gli ha finiti tutti (non ha più voce).

22. † D'interessi, ma non nel senso del preced., cadono i seg., dove è una specie d'ell. che si compisce dicendo: Finire la differenza delle partite o delle ragioni. V. FINARE, § 5. Pier. Cron. 20. (Man.) Per patti, tra l'uno e l'altro, rifecero i Sanesi Montepulciano,… e lasciâro a' Fiorentini Montalcino; e finîro loro ogni ragione, che v'aveano.

† Fig. Pagare fino all'ultimo. [Camp.] Somm. È obbligato (il peccatore) a sì grande usura, ch'elli non ha podere di pagare nè di finire alla pena dello Inferno, che è senza fine.

23. † Quindi della somma riscossa. Cron. Morell. (C) Detti danari, suti riscossi, o finiti, o permutati per lo detto Pagolo, l'un quarto dêe rimanere, e appartiene… E: Che il detto Pagolo… ha riscossi e finiti più e diverse quantità di danari, i quali apparteneano a' detti Giovanni e Dino, e che ancora ha riscossi e finiti da Orlando di Cambio fiorini centoventinove d'oro… E da Lotto di Vanni di ser Lotto fiorini sessanta d'oro; i quali danari nel vero sono ed erano di Niccolò del Ricco, il quale Niccolò fece scrivere nel detto Dino, per sua chiarezza; e che il detto Pagolo, quando i detti danari riscosse da' detti Orlando e Lotto, diede i detti danari al detto Niccolò, di cui erano; e però ne dêe il detto Pagolo rendere.

24. Ass. Far ricevuta. [M.F.] Riform. Pupil. 9. Per vigore di attoria s'intenda loro concessa autorità di potere piatire, logare e dislogare, riscuotere, e de' riscossi finire.

25. † Della pers. così quetata. Cron. Morell. (C) Sì veramente che il detto Pagolo vuole esser finito, e liberato della detta procura e attoria in lui fatta. E: Riscossi e depositati, come detto è, ne debba il detto Pagolo esser finito, e il detto Pagolo debba finire il procuratore quando sarà finito egli. [Tav.] G. V. VII. 53. Come il re Filippo di Francia fece pigliare tutti i prestatori italiani. Ma ciò mostra che facesse più per covidigia di moneta, che per altra onestade, perocchè li fece finire per libbre sessantamila di parigini, di soldi dieci il fiorino d'oro, e poi la maggior parte si rimasono nel paese, come di prima, a prestare. [Val.] Pucc. Centil. 46. 43. E fu da papa Chimento… Finito, e quietato del tesoro Che dovia dar pel padre, ch'era al fondo.

26. Nel senso di Fornire commercialm. Se non è err. Stor. Eur. 5. 104. (Man.) E così, arricchiti fuor di misura, attesero a finire a' mercanti gli schiaveretti che avevano presi.

III. 27. Segnatam. degli atti umani qualsiansi, e importanti e leggieri, e lunghi e brevi; giacchè tutti hanno un principio e una fine. T. Giambull. St. 187. Finite le debite cerimonie delle esequie. Prov. Tosc. 264. La processione è finita.

T. Hor. Finire il pranzo con le frutte.

T. La cosa, d'azione esterna qualsiasi. Finir I'affare o la faccenda, non è sempre il medesimo che Spedirlo. Si finisce anche cosa, dove non era idea d'impedimento; Si finisce troncandola e lasciando altri in più impedimento che mai. – Finire la lite. Ces. S'egli avesse voluto più forte inseguire, potevasi la guerra finire in quel dì. Prov. Tosc. 274. Chi, all'uscir di casa, pensa quello che ha da fare, quando torna ha finita l'opera. E 315. Chi troppo intraprende, poco finisce.

28. Iron., d'azione o di stato molesto. Lasc. Sibill. 1. 1. (Man.) A questo modo finirem noi la danza, e leverem questo vino da' fiaschi. Bern. Orl. 2. 5. 53. Torindo questa turba fa venire, Per la festa d'Angelica finire.

29. Sottint. l'infinit. Di lavorare, Di fare, col nome solo. T. Ar. Fur. 34. 89. Finito (di filare) un vello, rimettendo Ne viene un altro. – Così Finita la torre (di edificarla). – Un libro, di leggerlo, di scriverlo, di legarlo.

30. Neut. ha senso talvolta aff. a Cessare, cioè non in tutto desistere, ma sospendere o allentare l'azione. Tes. Br. 2. 49. (C) Non finisce mai di correre. Tac. Dav. perd. elog. 415. Non finisce di tribolarli. T. Non finisce di dolersi. [G.M.] Segner. Crist. Instr. 1. 22. 30. Il non finir mai di adirarsi è cosa da demonio. E 1. 24. 12. Come l'uomo si applica a sodisfare i suoi scorretti appetiti, non finisce mai di peccare, perchè non finisce mai di saziarsi.

Col Da men com., ma può stare, e par che sottintenda azione più prolungata. T. Non finiva dal piangere.

31. Finire segnatam. dicesi del discorso, ch'è una delle più importanti azioni, o come tale avrebbesi a considerare. Come att. Bocc. Nov. 15. 25. (C) Non aspettò che Andreuccio finisse la risposta. T. Petr. Canz. 17. 1. Non mi si nieghi Finire… queste voci meschine. Ov. Aveva finito l'ammonizione. Lab. 239. Non finisce mai di ciarlare.

32. Siccome nel § 29, per ell. dell'azione; così della parola. [Camp.] D. Vit. Nuov. Non perch'io creda sua laude finire (di dire le lodi di lei). T. Ar. Fur. 1. 2. Finir quanto ho promesso (di contare). – Finire il tema (di trattarlo secondo l'assunto). Ma certuni finiscono prima l'uditore che il tema.

33. Ass. T. Ov. Aveva finito. Prov. Tosc. 267. Meglio è non dire, che cominciare e non finire. Degl'importuni suol dirsi che Son come i ciechi che accattano cantando, che ci vuole un quattrino a farli cominciare, un soldo a finire. Ar. Fur. 29. 50. Che tante (le pazzie d'Orlando) e tante fûr, ch'io non so quando Finîr. – Non finirei mai, se dovessi dire ogni cosa. – Una parola e finisco. – Ho finito. – E qui finisco. – Avete finito?

34. Qui cade il senso gramm., rett. e mus. T. Il periodo finisce con armonia, in tronco. – Dove il costrutto finisce, o parle di quello. Cic. Finire il periodo col verbo. Quintil. I nomi che finiscono in us. – La parola finisce con l'accento acuto. – Finisce con questa lettera.

Att. T. Lettera che finisce la voce.

Del senso. T. Finisce bruscamente, seccamente. – Finisce con un complimento; con una esclamazione; con un concettino. Prov. Tosc. 359. Tutti i salmi finiscono in gloria (di chi sempre ritorna col discorso là dove gli preme).

35. Dell'esito di pers. e di cosa. Di riuscita, non solo di tutta la vita, ma d'una serie d'atti. T. Vuol finir male, dicesi e d'uomo e d'impresa e di corso d'avvenimenti. Un uomo finisce male, anco seguitando a vivere poi, o non buono o disonorato o disgraziato. E di pers. e di cosa: Non finisce bene. – La Camera finisce male. – Dove andiamo a finire? E operando e parlando e pensando; e non facendo nessuna delle tre cose.

T. Dove è andato a finire?, pers. o cosa che non si sa quel che ne sia o dove sia.

36. Ell. dell'esito. Di donna o d'uomo che ne' suoi affetti capita male. T. Far come i mosconi d'oro, girare dimolto e finire sul letame. – Bestia che, dopo sudato tutta la vita in pro dell'uomo, finisce venduta, finisce al macello, allo scorticatojo.

T. Finire in carcere. – Finirà cavaliere. – Finisce impiccato.

37. Segnatam. dell'esito mor., e più specialm. nel senso rel. T. Finì bene (la vita); ma questo anco nel senso civ. = Pass. 11. (C) Mal vivendo, non meritano di bene finire (oggidì per lo più posponesi Finir bene, Finir male). Fr. Jac. Tod. 1. 9. 77. Cavalc. Med. Cuor. 215. var. Il nimico ne abbia ingannati molti sotto specie di virtù, e fattogli cadere e mal finire. Vit. SS. Pad. 2. 240. Sarebbe diventato… pessimo uomo,… ed egli sarebbe male finito. Pass. 244. Erode mal finì, da Dio fu riprovato. Franc. Barb. 180. 11.

IV. 38. T. L'idea d'esito buono è passaggio al senso in cui Finire tiene o della Fine s. f. o del Fine s. m., in signif. fausto, cioè Condurre la cosa o l'azione al termine desiderabile. Lucr. ha Perfinio. Così Fornire, e nel ling. scritto e in qualche dial., vale e Finire e Compire la cosa di quel che si conviene al comodo o all'ornamento. Gli è men di Compire; onde dicesi Compiutamente finire. Ma in questo senso gli è più, chè l'oggetto può essere materialmente compiuto, e anche ne' pregi esteriori compito, e non finito secondo le altissime norme del bello, può non finir d'appagare chi a quelle riguarda. Onde usasi segnatam. in cose d'arte. [Tav.] Cell. Oref. 91. Messi tutta la mia opera in pece, cioè nello stucco sopradetto, da poi la cominciai a finire con e' mia ceselletti nel modo sopradetto. Sozzin. Riv. Sien. Arch. Stor. 2. 77. Attendevano a finir le finestre di sassi e rocchioni. T. Finire un quadro, una statua. – Un componimento, segnatam. per quel ch'è dello stile. V. FINITO, FINITISSIMO, FINITEZZA.

39. Senso mor., dove più chiaro è l'accenno a Fine s. m., e s'accorda col senso del § 3. [M.F.] Cavalc. Med. cuor. 44. Ad ogni pericolo si mette, per finire il suo desiderio. Qui in altro senso dal not. di D. nel § 12. = Fav. Esop. S. 114. (C) Una mala femmina,… traeva a sè i giovani con sue arti;… e hassene eletto uno fra gli altri, cui meglio crede finire sue voglie (da spiegare forse: Il qual giovane ella crede che meglio finirebbe le voglie di lei). T. Ma chi più agogna a finire sue voglie (att.), più sente che le non finiscono (neut.); perchè l'anima umana aspira a un bene infinito.

40. † Qui cade l'inusit., che vale Recare ad atto, Consumare. [M.F.] Cav. Med. Cuor. 82. Simigliantemente il peccato per quattro modi si finisce. Prima si mette in occulto. Dipoi…

V. 41. Per venire a quello che è com. a parecchi de' sensi not., e cominciando dalle forme gramm., s'è veduto in Finare che, invece di Finisce e altre sim., dicevano Fina. Per Finiamo, segnatam. nel sogg. e nell'imper., a distinguerlo dall'indic., taluni del pop. tosc. dicono Finischiamo; e nel fam. ling. può cadere. – Per Finì. † Vit. SS. Pad. 2. 33. (C) Ivi finette la sua vita in pace. Vit. S. Franc. 163. Quivi cominciò umilmente,… quivi finette beatamente. Vit. SS. Pad. 1. 73. E 1. 102. – E avranno anche detto Finitte come Moritte.

T. Laud. Spirit. 4. Finendo nostra guerra. – Finendo anco in Benv. Cell. Oref. 106. Non è forma bella, ed è meglio volgere il costrutto altrimenti.

42. Col La (sottint. Cosa, o sim.). Fam., sovente con senso d'impazienza o di spregio. Varch. Ercol. 94. (C) A questi cotali si suol dire: Egli è bene spedirla, finirla,… venirne a capo.

Ne' due seg., conclude o tronca, ma senza impazienza nè spregio. Pap. Umid. e Secc. 102. (Gh.) Or; facendo ritorno alla composizione dell'acqua, ha di mestiero che, per salvare la sua somma fluidità, si suppongano le sue minime parti non solo sciolte scambievolmente, ma, di più ancora, lisce e volubili; e, per finirla, è di necessità che le medesime particelle sieno di figura rotonda, o di altra poco diversa da quella. Bellin. Lett. 4. 1. 273. (Man.) Per le quali cose tutte (e finiamola una volta), se si trovano tanti esempi,… T. Quintil. Ut semel finiam. Ma l'Una volta suona per lo più impazienza.

T. Ha anche senso gen., non di spregio, il modo: Come è finita? Come la andrà a finire non so.

Suona impazienza ne' seg. Car. Lett. Tomit. 142. (Man.) È tornato a far delle sue, e credo che la finiremo. Così l'avessi finita la prima volta! T. Finitela, più impaziente di Finite! – Finiamola! = Baldov. «Chi la sorte» a. 1. sc. 1. (Gh.) Quando tu la finisci? T. L'ha finita. – Volete finirla? – Non la finisce se non lo picchiano. – Chi va per le lunghe in fare o in dire: Non la finisce, Non finisce più, Non finisce mai. Il Mai pare un po' più forte del Più.

Il Con dice la cosa molesta, sia discorso, sia azione. Con quel suo suonare non la finisce più. (Fanf.)

Ma il Con dice anche la relaz. tra pers. e pers., pers. e cosa. T. Finirla con uno, non solo la contesa, la noju, ma corrispondenza qualsiasi. E della cosa: Finirla con le interpellazioni, colle giunte o commissioni, perditempi e imposture.

T. La finirò io, più che impaziente, sdegnosa minaccia di venire alle brutte.

43. Impers. Invece della locuz. compiuta. T. Lasc. Lett. La cosa non finisce qui: dicesi ass. Non finisce qui, o più fam. e più enf. Non finisce lì, per lo più di cosa la cui durata non sia piacevole, o che abbia dello sconveniente.

T. Come finirà? – Finirà male. – Finirà a coltellate, in gen. di faccenda che finirà con odii, risse, guerre mortali; tra singoli, tra famiglie, per estens., tra popoli.

T. Altro modo d'impers. Non era finito via Goito (finite di fabbricare le case che fanno la via di quel nome). – Altro impers. con ell. Non si finisce mai (di spendere).

44. Accoppiamenti di partic. T. Finire di fare, o sim. Col Di e l'inf. riguarda il termine dell'operazione, non della cosa. Il vostro libro non l'ho finito di leggere, di studiare.

Si accorda in due modi: T. Ho finito di scrivere questa lettera, e Ho finita di… Il secondo dice più intima la relaz. tra l'atto e la cosa. – Non si finiscono mai di studiare gli uomini è più calzante che Non si finisce.

T. Altro accompagnamento del pron. suffisso. Per finirlo di perdere, invere che Finire di perderlo; Per finirlo di mangiare, e sim., può essere più efficace.

45. Altro uso del Di coll'Inf. Corsin. Ist. Mess. 2. 95. (Gh.) Due casi molto considerabili riferiscono le istorie, che finirono di sconturbare l'animo di Montezuma (lo conturbarono più che mai). T. Quella compagnia finì di guastarlo.

46. [G.M.] Colla negazione innanzi e col Di e l'Inf. poi. Cotesta che voi raccontate è cosa che io non finisco di credere (la credo poco). È modo dell'uso. Segner. Crist. Instr. 1. 17. 30. Allora conosceranno i ricchi ciò che non vogliono adesso finir d'intendere, ed è che non sono padroni assoluti del loro avere. E 2. 1. 9. Non solamente voi non conoscete la millesima parte del male che commettete peccando, ma neppure tutti i Cherubini insieme e tutti i Serafini finiscono di conoscerla.

47. Coll'In dice il modo dell'esito. T. La commedia finisce in tragedia, Il discorso è finito in risate, Il patrocinio in latrocinio.

48. Finire con, anche dice, più direttam. che l'esito, il mezzo più prossimo all'esito, e le circostanze di quello. T. Finì con onore. – Il discorso finì con schiamazzi.

49. Invece di Con, troppi It. usano il Per, a mo' de' Fr., segnatam. coll'Inf. [A. Con.] Questa giornata, buzzica buzzica, finirà col piovere. – Dicono barbaram. Per piovere. T. Fini col cedere – Finì col vincere.

Invece del Per, è it. e bello col Che. T. Finisce che piove. – Finirà che chi ha più ragione, per volere stravincere, abbia più torto.

VI. 50. Altri modi com. a parecchi de' sensi not. Ne abbiam visto es. sparsi. Taluni ne raccoglieremo a chiarezza.

Neut. T. Tutto finisce, della finità delle cose create.

T. Pers. o cosa va a finire, s'avvia, è presso alla sua fine, tende al suo fine.

Att. per ell. T. Saper finire a tempo. Vang. Quest'uomo ha cominciato a edificare, e non ha potuto finire. = Col Di e l'Inf., di qualsiasi azione o passione, o anche leggiero atto o impressione. Boez. Varch. 3. 8. (C) E finite una volta di guardare con meraviglia le cose vili. T. Finì di tacere.

51. A modo di Sost. T. La funzione era sul finire.

Ell. T. È venuto al finire (del pranzo o d'altro). [Camp.] Bin. Bon. VIII. 4. (L'avaro) Dice al finir: Quel che portar non posso (morendo), Lasciolo a' miei figliuoi.
Navigazione
Parole in ordine alfabetico: finimmo, finimondi, finimondo, finirà, finirai, finiranno, finirci « finire » finirebbe, finirebbero, finirei, finiremmo, finiremo, finireste, finiresti
Parole di sei lettere: finché, finche, finirà « finire » finirò, finita, finite
Lista Verbi: finanziare, fingere « finire » fioccare, fiocinare
Vocabolario inverso (per trovare le rime): sopravvenire, contravvenire, sovvenire, insignire, incarognire, grugnire, cinire « finire (erinif) » definire, ridefinire, rifinire, sfinire, arrugginire, inverminire, frinire
Indice parole che: iniziano con F, con FI, parole che iniziano con FIN, finiscono con E

Commenti sulla voce «finire» | sottoscrizione

Scrivi un commento
I commenti devono essere in tema, costruttivi ed usare un linguaggio decoroso. Non sono ammessi commenti "fotocopia" o in maiuscolo.

Per inserire un commento effettua il login.


 
Dizy © 2013 - 2024 Prometheo Informativa Privacy - Avvertenze