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Informazioni utili online sulla parola italiana «ramo», il significato, curiosità, sillabazione, frasi di esempio, definizioni da cruciverba, definizioni storiche, rime, dizionario inverso. Cosa vuol dire.


Ramo

Parole Collegate

Nomi Alterati e Derivati
Diminutivi: rametto, ramettino, ramicello, ramoscello. Accrescitivi: ramone. Vezzeggiativi: ramuccio. Dispregiativi: ramaccio.

Utili Link

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Tag correlati: foglie, rami, albero, fiori, pianta, ali, fiore, natura, acqua, sfocato, insetto, autunno, petali, tronco, primavera, inverno, foglia, uccello, farfalla, frutti, frutta, zampe, becco, gocce, tre, piume, animale, frutto, neve, stelo

Informazioni di base

La parola ramo è formata da quattro lettere, due vocali e due consonanti.
È una parola bifronte senza capo né coda, la lettura all’inverso produce una parola di senso compiuto (ma). Divisione in sillabe: rà-mo. È un bisillabo piano (accento sulla penultima sillaba).

Frasi e testi di esempio

»» Vedi anche la pagina frasi con ramo per una lista di esempi.
Esempi d'uso
  • Mentre percorrevo una strada è caduto un ramo di un pino e mi ha rotto il parabrezza.
  • In una agenzia di assicurazioni il ramo che cura gli incidenti stradali è quello più gettonato.
  • L'albero di mele era così onusto di frutti che più di un ramo si spezzò sotto il loro peso.
Citazioni da opere letterarie
Ahi, Giacometta, la tua ghirlandella! di Antonio Beltramelli (1921): — Poi non mi seppi rassegnare a non rivederti e tanto feci fin che non ebbi la possibilità di incontrarti qui, alla Monaldina, come avevo stabilito dai primi giorni in cui ti conobbi. È un voto che sciolgo. La nostra ghirlandella è sempre sul ramo più in cima della più alta betulla del giardino. Domani andrai e la prenderai per serbarla. Se tu non fossi venuto mi avresti cambiato in veleno il mio primo sogno e non ti avrei saputo perdonare. Ora sei qui... e la bella notte di maggio è nostra... ed io ti voglio bene come prima... più di prima Franzi mio!

Silvia di Matilde Serao (1919): Intanto non si presentava alcun marito probabile, caso serio in una famiglia dove, nel ramo femmineo, si nutrivano queste due grandi tradizioni: non rimaner vecchia zitella e fare sempre un matrimonio di convenienza. Alla fanciulla non fu detto nulla, come era naturale, ma se ne parlò con gli amici di famiglia, col notaio, col cancelliere del tribunale e col parroco: costoro agirono, s'informarono, paragonarono; i parenti si dettero a fare: qualche pinzocchera se ne immischiò.

La vecchia casa di Neera (1900): Anna prese un ramo di glicine carico di fiori e se ne fece schermo, stendendolo sulla spalla di Flavio, comunicandogli per quella via una specie di carezza lunga e profumata dove si sciolse tutta l'amarezza dell'adolescente. Egli parlò prima a parole brevi e staccate, poi infervorandosi, sorretto dalla inviolabilità delle tenebre e dalla mano di Anna che sentiva palpitare alla estremità del ramo fiorito.
Espressioni e Modi di Dire

Giochi di Parole

Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per ramo
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione
Definizioni da Cruciverba in cui è presente
»» Vedi tutte le definizioni
Cambi
Cambiando una lettera sola si possono ottenere le seguenti parole: damo, mamo, rado, rame, rami, rapo, raro, raso, remo, rimo.
Cambiando entrambi gli estremi della parola si possono avere: dama, dame, dami, fama, fame, game, lama, lame, lami, mami, vamp, zama, zame.
Scarti
Rimuovendo una sola lettera si possono ottenere i vocaboli: amo, ram.
Zeppe (e aggiunte)
Aggiungendo una sola lettera si possono ottenere le parole: bramo, gramo, ramno, riamo, tramo.
Antipodi (con o senza cambio)
Spostando la prima lettera in fondo (eventualmente cambiandola) e invertendo il tutto si possono ottenere: boma, coma, doma, noma, roma, soma, toma.
Antipodi inversi: se si sposta l'ultima lettera all'inizio (con eventuale cambio) e si inverte il tutto si possono ottenere: mara, mare, mari, marò.
Testacoda
Togliendo la lettera iniziale e aggiungendone una alla fine si può ottenere: amor.
Parole con "ramo"
Iniziano con "ramo": ramone, ramoni, ramosa, ramose, ramosi, ramoso, ramosità, ramolacci, ramolaccio, ramoscelli, ramoscello, ramoscellini, ramoscellino.
Finiscono con "ramo": bramo, bramò, gramo, tramo, tramò, abramo, diramo, diramò, teramo, catramo, catramò, incatramo, menagramo.
Contengono "ramo": bramosa, bramose, bramosi, bramoso, gramola, gramole, bramosia, bramosie, stramoni, tramogge, tramonta, tramonti, tramonto, tramontò, tramortì, bramosità, catramosa, catramose, catramosi, catramoso, giramondo, gramolare, gramolata, gramolate, gramolati, gramolato, stramonio, tramoggia, tramontai, tramortii, ...
»» Vedi parole che contengono ramo per la lista completa
Parole contenute in "ramo"
amo, ram.
Incastri
Inserendo al suo interno adì si ha RadiAMO; con pin si ha RAMpinO; con api si ha RapiAMO; con sia si ha RAsiaMO; con idi si ha RidiAMO; con odi si ha RodiAMO; con agli si ha RagliAMO; con pere si ha RApereMO; con piva si ha RApivaMO; con sere si ha RAsereMO; con spam si ha RAspamMO; con aspi si ha RaspiAMO; con echi si ha RechiAMO; con abbuì si ha RabbuiAMO; con dessi si ha RAdessiMO; con aduni si ha RaduniAMO; con passi si ha RApassiMO; con sassi si ha RAsassiMO; con aschi si ha RaschiAMO; con imani si ha RimaniAMO; ...
Lucchetti
Scartando le parti in comune (in coda e poi in capo), "ramo" si può ottenere dalle seguenti coppie: rada/damo, rade/demo, radessi/dessimo, radia/diamo, rado/domo, ragno/gnomo, rapo/pomo, rare/remo, rari/rimo, rasare/saremo, rate/temo, rati/timo.
Usando "ramo" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: arra * = armo; cora * = como; darà * = damo; dora * = domo; erra * = ermo; lira * = limo; mara * = mamo; mera * = memo; mira * = mimo; * moda = rada; * mode = rade; * modi = radi; * modo = rado; * mora = rara; * more = rare; * mori = rari; * moro = raro; * mota = rata; * moti = rati; sura * = sumo; ...
Lucchetti Riflessi
Scartando le parti in comune (in coda e il riflesso in capo), "ramo" si può ottenere dalle seguenti coppie: raider/redimo, rara/armo, rare/ermo.
Cerniere
Scartando le parti in comune (prima in capo e poi in coda), "ramo" si può ottenere dalle seguenti coppie: ara/moa, abiterà/moabite, cara/moca, darà/moda, desterà/modeste, dirà/modi, disterà/modiste, dora/modo, gira/mogi, giara/mogia, hurrà/mohur, lira/moli, mentirà/momenti, rara/mora, roteerà/morotee, scaccerà/moscacce, stira/mosti, tara/mota, tira/moti, torà/moto, torera/motore...
Usando "ramo" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: moca * = cara; moda * = darà; modi * = dirà; modo * = dora; mogi * = gira; moli * = lira; * cara = moca; * darà = moda; * dirà = modi; * dora = modo; * gira = mogi; * lira = moli; * rara = mora; * tara = mota; * tira = moti; * torà = moto; mora * = rara; mota * = tara; moti * = tira; moto * = torà; ...
Lucchetti Alterni
Scartando le parti in comune (in coda oppure in capo), "ramo" si può ottenere dalle seguenti coppie: rada/moda, radano/modano, rade/mode, raderà/modera, raderai/moderai, raderò/modero, radeste/modeste, radesti/modesti, radi/modi, radica/modica, radici/modici, radico/modico, radino/modino, radio/modio, rado/modo, raggio/moggio, ragia/mogia, ragli/mogli, ralla/molla, ralle/molle, ralli/molli...
Usando "ramo" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: armo * = arra; como * = cora; domo * = dora; ermo * = erra; limo * = lira; rame * = memo; rami * = mimo; mimo * = mira; * demo = rade; * domo = rado; * pomo = rapo; * remo = rare; * rimo = rari; * temo = rate; * timo = rati; sumo * = sura; timo * = tira; tomo * = torà; boemo * = boera; cormo * = corra; ...
Sciarade incatenate
La parola "ramo" si può ottenere (usando una volta sola la parte uguale) da: ram+amo.
Intarsi e sciarade alterne
Intrecciando le lettere di "ramo" (*) con un'altra parola si può ottenere: ai * = ariamo; api * = apriamo; adì * = ardiamo; ami * = armiamo; bai * = bariamo; bit * = bramito; cui * = curiamo; eva * = eravamo; eri * = erriamo; fui * = fruiamo; odi * = ordiamo; oli * = orliamo; tai * = tariamo; tan * = tramano; tav * = tramavo; ter * = tramerò; tum * = turammo; vai * = variamo; bava * = baravamo; badi * = bardiamo; ...

Definizioni da Dizionari Storici

Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884
Ramo, Rama, Ciocca - Ramo è specialmente quello degli alberi che sorge dal tronco. - Rama è piccolo fusto che nasce dal Ramo, vestito dalle sue foglie e anche dei fiori o frutti. - «Una rama di ciliege, di susine.» - Parlandosi di pianticelle tenere o di fiori, si dice Ciocca. - «Una ciocca di ramerino, di amorino, ecc.» - C'è pure una specie di viole, dette Viole a ciocche. Si trasporta ad altre cose, come Ciocca di capelli, ecc. [immagine]
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860
Palchetto, Loggia, Piccolo palco, Scaffale, Palco, Ramo - Il palco scenico, ognuno sa che sia; i palchetti, da altri detti loggie forse più alla francese, son quelli che disposti a più ordini stanno tutto intorno al teatro da dove gli spettatori guardano lo spettacolo: palchetto, in questo senso, non è un piccolo palco, ma una cosa di un genere a sè: piccolo palco potrebb'essere un palco scenico piccolo, o altro tavolato disposto al dissopra del terreno per qualche uso speciale. Palchetti sono quegli assi disposti nelle cucine per riporvi su stoviglie o altri arnesi relativi. Gli scaffali delle biblioteche sono ordinariamente a più palchi. Palchi poi diconsi i rami delle corna de' cervi ma in quanto ogni palco di esse è composto di due rami, cioè di quelli che da un corno all'altro si corrispondono simmetricamente. [immagine]
Rama, Ramo, Ciocca, Verghe, Vette - La rama è lunga e sottile, pieghevole; nasce dal ramo che è un braccio dell'albero; ed è quella che porta le foglie, i fiori e le frutta, secondo la stagione e secondo la natura sua. Le verghe sono sottili, lunghe e dritte rame; e sulle rame e sulle verghe crescono le vette quasi lunghi picciuoli da cui proprio nascon le fronde e i fiori e le frutta; la punta della rama o verga, ove si raccolgono più vette, dirassi ciocca. Le verghe secche e spoglie delle fronde servono a battere: il ferro in verghe è conosciuto in commercio sotto forma di sottili e lunghi cilindri che a vere verghe somigliano. [immagine]
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879
† Ramo - S. m. Rame. But. Inf. 14. 2. (Man.) Tutto l'altro corpo era di ramo infino al fèsso. E 27. 1. Come mugghiò lo bue del ramo in Sicilia. Jacob. Laud. Etr. 1. 687. In una aspra religione Or mi metto al paragone: Se di ramo sono o ottone Tosto una tal prova sia.
Ramo - S. m. Aff. al lat. aureo Ramus. Parte dell'albero che esce dal pedale a guisa di braccio, sul quale nascon le foglie, e i fiori, e si producono i frutti. Nel pl. Rami, e f. † Ramora. [Cont.] Cr. P. Agr. II. 112. In cotale adunque maniera, dalla sua giovanezza infino al debito compimento, si procuri che 'l pedale in rami, e i rami in verghe, e le verghe in vette fruttifere si dividano. [Laz.] E II. 4. Le piante hanno nascimento e principio di rami, i quali, sono nati dalla midolla, sì come dal vicario della radice. Dav. Colt. c. 27. Le marze siano grosse e vegnenti; non fuscelluzzi; de' rami alti e ritti, non de' bassi e a terra piegati, con alquanto del vecchio, che spunti boccioline per mettere. [Cont.] Roseo, Agr. Her. 72. Ciascuna pianta… ha forza da nascer da se istessa, alcune solamente della semenza, altre di piantone o ramo. = Bocc. Nov. 10. g. 6. (C) Il quale era più vago di stare in cucina, che sopra i verdi rami l'usignuolo. Petr. Son. 197. part. I. Come già fece allor che i primi rami Verdeggiâr, che nel cor radice m'hanno. Dant. Purg. 32. Men che di rose, e più che di viole Colore aprendo, s'innovò la pianta, Che prima avea le ramora sì sole (spogliate di fiori e di foglie). E Par. 26. Che l'uso de' mortali è come fronda (delle lingue) In ramo; che sen va, ed altra viene. Epist. ad Pis. 60. T. Hor. Ut sylvae foliis pronos mutantur in annos, Prima cadunt; ita verborum vetus interit aetas, Et juvenum ritu florent modo nata vigentque. = Simint. Ovid. Metam. 2. 163. (C) In questi (boschi) era una gran querce con le ramora piene di molti anni. Vit. S. Gio. Batt. E avevavi un arbuscello dall'uno lato, che avea le ramora basse basse, e le foglie spesse. Pallad. cap. 6. Lo ramo lieto, verde e sterile nello mezzo dell'ulivo si dee tagliare, siccome nimico di tutto l'albero. Tac. Dav. ann. 2. 16. Dietro sale una selva con alte ramora. [Laz.] E Colt. c. 39. Il calore naturale che cuoce l'umore che ogni pianta nutrica…, scorre per tutto, cioè lascia le barbe e vien fuori nel pedale e nelle ramora, e tiravi l'umore che l'impregna, e scoppia per quelle in messe e fiori e frutti. [Camp.] M. Pol. Mil. Egli hanno alberi che tagliano, e le ramora gocciolano; e quello è il loro vino…

[Cont.] Della radice. Cr. P. Agr. I. 152. E se la sua radice si fende, massimamente ne' maggiori rami delle barbe, ed in quella fessura si metta alcuna pietra acciocchè non si richiuda, e saldisi insieme, comincierà ad attrarre il nutrimento per li pori delle parti fesse, e da capo verzicare e far frutto.

2. Per Albero. Dant. Inf. 3. (M.) Come d'autunno si levan le foglie L'una appresso dell'altra, infin che il ramo Rende alla terra tutte le sue spoglie. [Val.] Tesorett. 7. 91. In guisa di serpente Ingannò con lo ramo Eva, e poi Adamo.

3. Per simil. Sagg. nat. esp. 66. (C) Scelgasi un cannel di cristallo il più uguale che trovar si possa, e alquanto più largo d'una penna ordinaria da scrivere, il quale si pieghi come A B C D sicchè torni con suoi duoi rami, o palchi AB CD tra di loro paralelli. Red. Esp. nat. 87. Se le corna non cadessero ogni anno a' cervi, sarebbe impossibile, che elle potessero crescer di rami. E 88. Il numero dei rami, o palchi (delle corna) varia secondo l'età. In Toscana per lo più i cervi vecchi sogliono avere sei, o otto rami per corno. [G.M.] Segner. Crist. Instr. 1. 11. Crescono talora al cervo i rami delle sue corna tanto altamente, che non può ad un bisogno correre sì veloce come dovrebbe.

[Cont.] Del corallo. Agr. Geol. Min. Metall. 247. A le volte il pedale e i rami di un stesso corallo sono parte rossi, parte bianchi, parte negri, parte di altro colore.

4. [Camp.] E per simil. in signif. di Braccio di croce. Serm. 36. Della sua bocca uscia una croce d'oro, la quale si facìa sì grande che toccava li cieli, ed estendia li rami insino all'ultime parti della terra.

[Cont.] Stat. Cav. S. Stef. 29. Li serventi d'uffizio che non sono propriamente cavalieri… portino dal lato destro una mezza croce, cioè li tre rami di sotto, lasciando il quarto e la parte superiore.

5. Fig. Per Parte di checchessia. Fior. Virt. 5. (M.) Questa si è maninconia, che n'è di molte ragioni, e, siccome dice Ippocras, è ramo di mattezza. [Laz.] Bart. Simb. 3. 11. Questo (disperarsi) è quel solo che rimane a chi quando potea non volle, e vorrebbe quando non può; e sono due rami del medesimo tronco di pazzia, della quale più che mezzo il mondo patisce.

Aver un ramo di pazzo, o di pazzia, o sim., e vale Mostrare in qualche azione poco senno. Capr. Bott. 5. 86. (C) Sappi, Giusto, che ogni uomo ha un ramo…, ma ecci questa differenza da' savii a' matti, che i savii lo portan coperto, e i pazzi in mano, di sorte ch'e' lo vede ognuno. [Val.] Fag. Rim. 1. 207. Guardiamoci da certi santerelli, Ch'hanno di pazzo e più di furbo un ramo. [Cam.] Giusti prov. p. 207. Non è mai gran gagliardia, senza un ramo di pazzia.

Pecor. g. 9. n. 2. (M.) Fa' che ogni ramo di paura sia spento in te.

6. Ramo, dicesi anche a Ciascuno di quei Rivi, o di quelle Parti dei maggiori fiumi, che si dipartano dal loro letto, e spandonsi a guisa di rami d'albero. [Cont.] Gugl. Nat. fiumi, I. 54. Se ua fiume divide il proprio alveo in due, o più, allora ognuno di essi si dice braccio o ramo. Leo. da Vinci, Moto acque, VI. 27. Da qui nascono li piccoli rami infrapposti fra le secche de' fiumi e li suoi argini, posti all'incontro delle concavità dell'argine de' fiumi. Lupic. Arch. mil. 50. Il qual fiume essendo copioso d'acqua, e sottoposto alle inondazioni, sarà facile voltare il filone maggiore della corrente in detto ramo; il quale avendo assicurato con lunghezza di tempo il suo letto, sarà cosa difficilissima a divertirlo in altra parte. = G. V. 11. 139. 2. (C) La nostra oste, non potendo aver la battaglia, passarono due rami del fiume del Serchio, il qual terzo ramo era sì ingrossato per acqua ritenuta per li nimici, e pioggia cominciata, che la sera non potero passare. [Val.] Tesorett. 11. 49. Così serva su' filo, Ed è chiamato Nilo. D'un su'ramo si dice, Ch'è chiamato Calice. = Giov. Gell. Vit. Alf. 36. (M.) Le galee guadagnate condotte da loro su pel Po per l'altro ramo del fiume di Ferrara furon messe e riposte nell'arzanale.

[Cont.] Di bottino, di cloaca e d'altri condotti. Doc. Arte San. M. II. 264. Item; il buttino di Marciano colli suoi rami, soldi 16 la canna, misurando a distesa.

7. Per Divisione di strade. Ar. Fur. 33. 43. (M.) Perchè trovò il sentier che si torcea In molti rami ch'ivano alti e bassi.

[Cont.] Di trincera. Brancac. L. Car. mil. 56. Quando sia poi presso alla contrascarpa, ha da far tirare rami di trincera da una parte e dall'altra, acciò si possa avere un buon grosso di gente tutto di fronte. Flor. Dif. off. piazze, III. 4. Avvertendo però nel caminare avanti, per paura di tirare la detta trinciera imboccata, di non slontanarsi troppo dal suo camino, che pur questo sarebbe di molto danno; come anco di non far più rami di quel che si è di bisogno.

[Cont.] Di mina. Ber. Rel. Ass. Verc. Arch. St. It. XIII. 472. Si risolse perciò il Conte di minarlo (il bastione), e perciò se gli fece una mina con tre rami, li quali tutto l'abbracciavano.

8. Fig. Si dice, in genealogia, delle Differenti famiglie discendenti da uno stesso stipite. Filoc. 1. 2. (C) Ancora un picciol ramo della ingrata progenie era, il quale s'ingegnava di rinverdire le seccate radici del suo pedale. Pataff. 6. Non ha ramo, nè razza chi biscazza. Ant. da Ferr. Son. 20. (Man.) Trova chi cerca ben di ramo in ramo Ch'io (è la gola che parla) fui principio al mondo d'ogni male Nel pomo che gustò Eva ed Adamo. [Val.] Tass. Gerus. 17. Ma ne' suoi rami Italici fioriva, Bella non men, la regal pianta a prova.

9. Talora vale semplicemente per Discendente Dant. Purg. 7. (C) Rade volte risurge per li rami L'umana probitate. Ar. Fur. 31. 33. (M.) Che per certificarne che voi sete Di nostra antica stirpe un vero ramo,…

10. Da questo si dice Ramo anche d'altre cose che traggono, o credesi trarre la loro origine da altre. Sagg. nat. esp. 128. (C) Platone fu di questo parere, che da' rimasugli dell'acque, ond'ei credeva nel segreto della terra crearsi l'oro, il diamante s'ingenerasse, che perciò nel Timeo, ramo dell'oro vien nominato il diamante da quel divino filosofo.

11. (Anat.) Rami delle arterie, o delle vene, diconsi le Arterie o Vene piccole, che sono attaccate, che mettono nelle arterie o vene grosse. Red. Cons. 1. 150. (M.) Può nulladimeno avvenire la sterilità per cagione di esso forame tenuto stretto, raggrinzato, premuto e serrato dalla soverchia pienezza de' rami delle arterie, e delle vene preparanti. [Val.] Cocch. Bagn. 231. La grande arteria superante la capacità dei rami arteriosi.

12. (Ar. Mes.) Ramo di getto, dicesi per simil. ai rigagnoli del bronzo, o altro metallo fuso. Benv. Cell. Vit. 2. 410. (M.) Ei bisognava fare molto maggiore la fornace, dove io arei potuto fare un ramo di getto grosso quanto io ho la gamba.

13. [Cont.] Dei filoni di miniera. Imp. St. nat. XVI. 3. Si ritrova il metallo nelle dette vene, e con tratto continuo, o interrottamente; alle volte stravena e gonfia in guisa di ventre o di postema, il che non solo fa nelle vene principali ma anco nelli rami che dalle principali diramano.

14. Ramo, si dice anche Ciascun pezzo d'una stessa scala interrotta da' pianerottoli. Soder. Agric. 162. (Man.) Le scale si fanno diritte o a chiocciola; le diritte o si fanno distese in due rami, o quadrate, le quadrate voltano in quattro rami. [Cont.] Scam. V. Arch. univ. I. 243. 6. Si fanno le scale principali ampie e comode, le quali col primo ramo salgono al piano de gli ammezzati, e col secondo alla sala. Vas. V. Pitt. Scul. Arch. III. 322. Nel fondo del qual pozzo si scende per le dette due scale a lumaca in tal maniera, che le bestie che vanno per l'acqua entrano per una porta, e calano per una delle due scale; ed arrivate in sul ponte dove si carica l'acqua, senza tornare in dietro passano all'altro ramo della lumaca che gira sopra quella della scesa, e per un altra porta diversa e contraria alla prima riescono fuori del pozzo.

[Cont.] Scala a rami. Scam. V. Arch. univ. I. 251. 7. Ne gli angoli mettono altre scale a rami, e molte volte a lumaca, le quali ascendono speditamente da alto a basso. E II. 312. 24. Le scale alla romana, come dicemmo altrove, o siano a rami overe a lumache, deono esser comode al salire; e quello a pendío, overo a sdrucciolo, ancora più dolci.

[T.] Nel pr. T. D. 1. 9. Un vento… Che fier (ferisce) la selva… Li rami schianta, abbatte, e porta i fiori. E 2. 29. Tal quale un fuoco acceso Ci si fe l'aer sotto i verdi rami. Virg. Sotto i rami d'alta arbore si riposano. Oraz Dove un gran pino e un pioppo biancheggiante amano fare amica ombra ospitale co' rami. D. 1. 13. Ci mettemmo per un bosco… Non frondi verdi ma di color fosco; Non rami schietti, ma nodosi e involti, Non pomi v'eran, ma stecchi con tosco. – Rami teneri. – Pieghevoli. – Fragili. Ar. Fur. 14. 92. Da folti rami. – Ramo forconale, Parte del tronco ove si dipartono i rami per formare il palco.

T. Virg. Nel lungo tempo, e grande esce l'arbore al cielo co' rami felici (per l'innesto), e ammira le frondi novelle e le non sue frutta. E: Non darà a ciascun albero (se fitta la piantagione) uguali forze la terra, nè si potranno nel vano distendere i rami. E: Nel mezzo spande i rami e le annose braccia un olmo opaco e grande. E: Tende i forti rami. Vang. Gli uccelli dell'aria vengono e abitano ne' rami di quello. Virg Filomela… sul ramo posata, rinnova il mesto canto. D. 2. 28. Gli augelletti… l'ôre prime, Cantando, riceveano intra le foglie Che tenean bordone alle sue (loro) rime, Tal, qual di ramo in ramo si raccoglie Per la pineta. Virg. Chi nelle fresche valli dell'Emo mi posa, e mi protegge colla grande ombra de' rami? Tass. Ger. 7. E pàrle voce udir tra l'acque e i rami Che ai sospiri ed al pianto la richiami.

T. D. 2. 32. Una pianta dispogliata Di fiori e d'altra fronda in ciascun ramo. E 24. I rami gravidi e vivaci D'un altro pomo… Vidi gente sott'esso alzar le mani, E gridar non so che verso le fronde. – Fronda talvolta vale Ramoscello, e Frasca vale Ramo. (V. D. 1. 13, 2. 24., e 3. 23.). Petr. Sest. 5. 1. part. I. Alla dolce ombra delle belle frondi.

T. Prov. Tosc. 27. Ramo corto, vendemmia lunga (Potata la vite, frutta più. Ma della vite, più com. Tralcio).

II. T. Usi sacri, e quindi civili, del Ramo. In Aristof. Con un ramo si presentavano i supplicanti; e rammenta il Ramo d'ulivo in bocca alla colomba rivolante. In Virg. la Sibilla col ramo d'oro, colto nella foresta, fa aprire le porte a Enea dell'Eliso. Virg., ne' funerali di Miseno, Enea con pura acqua spruzzola intorno i compagni e li asperge Ramo felicis olivae. E: Coprire di rami frondeggianti l'altare. E: Di ramo frondeggiante cinge le tempie, e invoca il genio del luogo, e la Terra e la Notte.

T. Col ramo dell'ulivo venivano i nunzii di pace (D. 2 2.).

T. Nel dì delle palme benediconsi i rami; e li riportano i Fedeli a casa per benedizione.

T. Coronarsi di ramo d'alloro, insegna e fregio poetico.

T. Il Petr., scherzando col nome di Laura, Son. 5. part. I. Apollo si disdegna Ch'a parlar de' suoi sempre verdi rami, Lingua mortal presuntüosa vegna. Meglio Canz. 3. 3. part. II. In un boschetto nuovo i rami santi Fiorian d'un lauro giovenetto e schietto.

III. Della generazione umana, ch'è assomigliata a una pianta. T. I discendenti son rami che vengono da un tronco, e possono fare altre piante. Prov. Tosc. 128. Il ramo somiglia al tronco. – Famiglia del medesimo ramo. – Non è del suo ramo.

IV. Altri tr. T. Siccome Albero genealogico, dicesi Albero enciclopedico, perchè tutto l'umano sapere dovrebbe da una radice svolgersi; e, prendendo alimento da quella, crescere in tronco, dilatarsi in rami; abbellirsi di foglie e di fiori, senza i quali e senza la radice non può dare i frutti. Ramo di tale o tale scienza. – Ciascuna disciplina si scomparte in più rami.

T. Dice il Salvini che Il cinismo era un ramo dello stoicismo. Una degenerazione piuttosto. – Dicono, celiando, che l poeti debbono avere un ramo di matto. – Ass. fam. Anch'egli ne ha un ramo. – Ha il suo ramo (la sua mania, Un principio di fissazione).

T. D. 3. 24. E quel baron (S. Pietro) che s' di ramo in ramo, Esaminando (sui punti della fede) già tratto m'avea, Che all'ultime fronde appressavamo, Rincominciò… Ma or conviene esprimer quel che credi, E onde alla credenza tua s'offerse.

V. Anco tr. T. D. 2. 27. Quel dolce pome (il Bene supremo) che per tanti rami Cercando va la cura de' mortali (esercita il loro affetto per chiamarli a sè), Oggi porrà in pace le tue fami.

[Cors.] Car. Rett. Arist. 2. 4. I rami dell'amicizia sono la compagnia, la familiarità, la parentezza.

VI. Altri modi fig. T. Ramo di strada ferrata (meglio che Tronco).

T. Ramo di ricchezza pubblica, Rami di commercio, Varii oggetti a cui s'applica più specialm. l'arte del comprare e del vendere e del cambiare. Non senza perchè tanti it. le dicono francesemente Branche; e anche dicono Branche della scienza: sfinge vorace, che propone agl'imbecilli l'indovinello di canzonare Dio o di negarlo.
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Parole in ordine alfabetico: rammollivate, rammollivi, rammollivo, ramnacea, ramnacee, ramni, ramno « ramo » ramolacci, ramolaccio, ramone, ramoni, ramosa, ramoscelli, ramoscellini
Parole di quattro lettere: rais, rame, rami « ramo » rana, rand, rane
Vocabolario inverso (per trovare le rime): proclamò, proclamo, esclamò, esclamo, mamo, dinamo, turbodinamo « ramo (omar) » bramo, bramò, abramo, teramo, gramo, menagramo, diramo
Indice parole che: iniziano con R, con RA, parole che iniziano con RAM, finiscono con O

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