Frasi e testi di esempio |
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Esempi d'uso |
- Avevamo preso gli zaini ma avevamo dimenticato quello del cibo.
- Essendo rimasto senza cibo sono stato costretto a rifornirmi al supermercato.
- Dobbiamo cercare di vivere con il cibo, non per il cibo.
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Citazioni da opere letterarie |
Quel che affidiamo al vento di Laura Imai Messina (2020): Nella scuola in cui era rimasta sfollata per settimane, tra le cassette di frutta, le confezioni di cibo liofilizzato, gli abiti e le coperte che confluivano lì da tutto il Giappone, Yui aveva scrutato centinaia di volti e tutti, indistintamente, le erano scivolati dagli occhi. Solo uno tornava quotidianamente a visitarla, nei momenti più imprevedibili della giornata.
La Storia di Elsa Morante (1974): La riapertura delle scuole, che nella sua nuova condizione di profuga aveva preoccupato Ida fino dall'estate, veniva ormai rinviata a chi sa quando nella città di Roma, e la sola attività di Ida, fuori di casa, attualmente era la difficile caccia al cibo, per la quale il suo stipendio le riusciva ogni mese più scarso. Talora, dai Mille, che esercitavano, fra l'altro, anche il commercio clandestino, essa acquistava dei pezzi di carne, o del burro, o delle uova, a prezzi alti di borsa nera. Ma questi lussi, se li permetteva a beneficio esclusivo di Useppe. Lei stessa era tanto dimagrita che i suoi occhi sembravano grandi il doppio di prima.
Azzurro tenebra di Giovanni Arpino (1977): «Abbiamo troppi complessi» disse l'altro in un fiato: «Dalla specializzazione di ruolo, se il Caio non sta a destra subito non vede palla e così via, al complesso del cibo risotto, del ritiro, dell'avversario che magari è cattivo, della tuta che non è elegante. Lascia perdere Edipo e dimmi quale complesso ci manca.» |
Giochi di Parole |
Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per cibo |
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione |
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Definizioni da Cruciverba in cui è presente |
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Cambi |
Cambiando una lettera sola si possono ottenere le seguenti parole: cebo, ciao, ciba, cibi, ciro, cito, cubo, oibò. |
Scarti |
Rimuovendo una sola lettera si può avere: ciò. |
Antipodi (con o senza cambio) |
Spostando la prima lettera in fondo (eventualmente cambiandola) e invertendo il tutto si può avere: lobi. Antipodi inversi: se si sposta l'ultima lettera all'inizio (con eventuale cambio) e si inverte il tutto si possono ottenere: bica, bici. |
Parole con "cibo" |
Iniziano con "cibo": cibori, ciborio. |
Contengono "cibo": vincibosco, vinciboschi. |
Parole contenute in "cibo" |
Contenute all'inverso: obi. |
Incastri |
Inserendo al suo interno ari si ha CIBariO; con ori si ha CIBoriO. |
Lucchetti |
Scartando le parti in comune (in coda e poi in capo), "cibo" si può ottenere dalle seguenti coppie: cipro/probo. |
Usando "cibo" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: alci * = albo; ceci * = cebo; * boma = cima; * bona = cina; * bone = cine; * boro = ciro; cuci * = cubo; orci * = orbo; * boati = ciati; * boato = ciato; * bocca = cicca; * bocce = cicce; * bocci = cicci; * bongo = cingo; * bontà = cinta; * borro = cirro; * botta = città; falci * = falbo; proci * = probo; sorci * = sorbo; ... |
Lucchetti Riflessi |
Scartando le parti in comune (in coda e il riflesso in capo), "cibo" si può ottenere dalle seguenti coppie: cima/ambo, ciro/orbo. |
Usando "cibo" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * oboe = cioè; * obliare = ciliare; * obliato = ciliato. |
Cerniere |
Scartando le parti in comune (prima in capo e poi in coda), "cibo" si può ottenere dalle seguenti coppie: emici/boemi, lici/boli, narici/bonari, sonici/bosoni, varici/bovari, veci/bove, voci/bovo. |
Usando "cibo" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * lici = boli; * veci = bove; * voci = bovo; boli * = lici; bove * = veci; bovo * = voci; * emici = boemi; boemi * = emici; * narici = bonari; * sonici = bosoni; * varici = bovari; bonari * = narici; bosoni * = sonici; bovari * = varici. |
Lucchetti Alterni |
Scartando le parti in comune (in coda oppure in capo), "cibo" si può ottenere dalle seguenti coppie: ciati/boati, ciato/boato, cicca/bocca, ciccate/boccate, cicce/bocce, cicche/bocche, cicchetta/bocchetta, cicchette/bocchette, cicchettina/bocchettina, cicchettine/bocchettine, cicchino/bocchino, cicci/bocci, ciccia/boccia, ciccini/boccini, ciccino/boccino, ciccio/boccio, ciccioli/boccioli, cicciolo/bocciolo, cima/boma, cina/bona, cine/bone... |
Usando "cibo" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: albo * = alci; cebo * = ceci; cubo * = cuci; orbo * = orci; * aio = cibai; * probo = cipro; falbo * = falci; probo * = proci; sorbo * = sorci; * cibino = bobino; * ateo = cibate; * avio = cibavi; * astio = cibasti. |
Intarsi e sciarade alterne |
Intrecciando le lettere di "cibo" (*) con un'altra parola si può ottenere: * mal = cimbalo; * arno = cibarono; sala * = sciabola; sale * = sciabole; sali * = sciaboli; salo * = sciabolo; salai * = sciabolai; sarda * = sciaborda; sardi * = sciabordi; sardo * = sciabordo; salano * = sciabolano; salare * = sciabolare; salata * = sciabolata; salate * = sciabolate; salati * = sciabolati; salato * = sciabolato; salava * = sciabolava; salavi * = sciabolavi; salavo * = sciabolavo; salerà * = sciabolerà; ... |
Definizioni da Dizionari Storici |
Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884 |
Cibo, Vitto, Alimento, Vivanda, Vettovaglia - Cibo è qualunque cosa capace di alimentare uomini e animali. - «Il cibo e la bevanda. - Il paníco serve di cibo agli uccelli. - Si nutrisce di cibi troppo delicati.» - Il Vitto è tutto ciò che serve all'uomo per mantenersi in vita, per rispetto al mangiare e al bere. - «La provvisione non mi basta per il vitto.» - L'Alimento, nel singolare, non significa materialmente roba da mangiare, ma solo l'effetto del mangiare (V. Nutrizione): ma quando si dice in plurale gli alimenti si intende tutto ciò che è necessario al vivere. - «La vedova ha diritto agli alimenti.» - La Vivanda è roba mangereccia già preparata per mettersi in tavola, e si usa massimamamente in plurale. - «Pranzo dove furono ricche vivande.» - Per ultimo si usa la voce Vettovaglia a significar solamente la provvista della roba mangereccia da servire alle moltitudini insieme raccolte, e specialmente agli eserciti in campagna, o ai presidii delle fortezze. [immagine] |
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860 |
Cibo, Alimento, Vivanda, Vitto, Esca, Pasto, Pastura, Nutrimento, Comestibile, Sostentamento - Cibo, cibi è generico: alimento è la quantità di cibo necessaria al vivere, perchè il corpo che non si alimenta non vive: nutrimento dice più di alimento; perchè si può alimentare anche tanto da non lasciar perire: ma nutrirsi, essere nutrito, vale essere prosperoso e benevalente: ogni alimento sano vale a nutrire; l'alimento sostiene le forze, il nutrimento le ripara e rinfranca. La parola comestibili comprende tutto ciò che è veramente buono a mangiare: con questo vocabolo s'intende indicarli piuttosto crudi che cotti e ancora da prepararsi. Per sostentamento intendesi tutto ciò che si richiede al discreto vivere in società: il plurale alimenti, coi verbi dare, assegnare e simili, include l'idea del vitto non solo ma del vestito, cioè quel tanto con cui uno, a norma del proprio stato, possa mantenersi; il vitto allora, e direi anche sempre, intendesi sufficiente, e discreto anche in qualità, invece che l'alimento può figurarsi anche scarso o non affatto buono. Vivanda è cibo preparato con qualche arte. Pasto è quella quantità di cibo che si prende a certe ore determinate del giorno. Pasto vale anche sontuoso pranzo: perciò l'uomo che suole sedere a lauti pasti non s'accosta egli alquanto a quegli animali che per ore ed ore vanno in pastura per la campagna, sicchè mai sembrano satolli? e poi, pascersi, da cui pasto deriva, mi pare che sappia un po' dell'epulone e del cibarsi con troppa maggiore compiacenza. Esca, dice Gatti, è cibo degli animali, specialmente di pesci e d'augelli, e così infatto trovasi usato negli autori: ma per me vedo in esca troppo chiaramente espressa l'idea dell'inganno (adescare), quindi la direi cibo traditore; per il che, non il cibo naturale che da se stessi cercansi gli uccelli e i pesci chiamerei esca, ma cibo; esca bensì dirò e quello che loro si getta per prenderli e accalappiarli, e quello ancora che si dà loro anche solo a fine di ingrassarli, per farli poi cibo nostro. [immagine] |
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